Non ancora buoni abbastanza
Era la partita più importante per Cincinnati da 15 anni a questa parte. Era al partita che doveva decretare l’ingresso dei Bengals nell’olimpo delle squadre migliori della lega. Ma gli Steelers sono ancora un osso troppo duro da rosicchiare per i migliorati, ma non ancora abbastanza, uomini di Marvin Lewis.
La dominanza di Pittsburgh, vincitore di 22 degli ultimi 29 scontri diretti, si è sviluppata nel solito modo: con il gioco di corsa. Prima Jerome Bettis, poi Willie Parker, infine Verron Hayes, hanno macinato yards su yards per un totale di 221.
Per Ben Roethlisberger, tornato dall’infortunio al ginocchio nella partita contro i Chargers e che lo ha costretto vedere dalla sideline la sconfitta contro i Jaguars, è bastato lanciare 9 completi(su 14 lanciati) per amministrare la partita. Big Ben ha dovuto subire il primo intercetto del campionato, cortesia di Tory James, ma è apparso sempre in pieno controllo del match.
I Bengals avevano in verità, iniziato alla grande con un primo drive culminato con un apparente TD in tuffo in endzone di Chad Johnson che gli arbitri annullavano lasciando delusi e tuttora dubbiosi i tifosi nero-arancio.
E’ l’inizio di una serie di avversità che colpiranno questo drive: subito dopo Chris Henry fa scivolare un facile in endzone costringendo ad accontentarsi di un FG da 30 yards che viene sbagliato dal solitamente affidabile Shayne Graham.
I Bengals fanno in tempo ad andare in vantaggio con un Fg, questa volta messo a segno, di 26 yards. Ma nel secondo e terzo quarto, Bettis e Parker cominciano entrare nella difesa dei Bengals con estrema facilità, propiziando i TD su ricezione in endzone di Heath Miller e Hines Ward. Parker stesso entra nel tabellino marcatori con una corsa di 37 yards.
Solo a 2 minuti dalla fine il TD della bandiera con Carson Palmer che entra in zona di meta con una corsa di 4 yards, ma quando ormai la partita era di gran lunga compromessa.
Di colpo il carro dei Bengals si è svuotato: quelli che prima lodavano la squadra, ora puntano il dito contro, parlando di vittorie contro squadre troppo deboli e di difesa contro le corse che non può fermare nessuno.
Questa potrebbe però, trasformarsi in una sconfitta salutare: ora i Bengals sanno che non è facile diventare grandi così in fretta, ma con pazienza e duro lavoro.