Mid-Season Report.

E’ arrivata l’ottava partita dei Bears, il giro di boa è completato ufficialmente e con le otto gare disputate Chicago guida la NFC North con un record di 5-3, due vittorie di vantaggio su Minnesota Vikings e Detroit Lions. Un dato certamente importante sono gli scontri diretti interni alla division, ove Chicago è 3-0 ed in vantaggio proprio sulle due inseguitrici più a ridosso del loro primo posto. Se il record lo si poteva anche pronosticare ad inizio anno, ciò che davvero risultava difficile immaginare era che Minnesota sarebbe stata in così netta difficoltà e che i Packers si ritrovassero già fuori gara a metà stagione con una sola vittoria all’attivo. Per ora Chicago si gode la vetta, in attesa di affrontare San Francisco e subito dopo un mese davvero terribili con partite che la vedranno opposta a squadre come Carolina, Tampa, Atlanta e Pittsburgh, senza dimenticare il doppio incontro con i rivali di sempre, i Green Bay Packers assolutamente lontani dall’intenzione di regalare qualcosa agli odiati Bears. Un inizio che ha fruttato tanto soprattutto alla difesa, guidata da un Brian Urlacher in ottima forma e spalleggiato dagli ottimi Lance Briggs e Hunter Hillenmeyer, dietro a una D-line poderosa e con secondarie che via via stanno trovando i numeri per confermare i buoni propositi che si avevano su di esse. L’attacco è girato soprattutto intorno al RB Thomas Jones, ma col tempo ha cercato di concedere sempre maggior spazio al rookie QB Kyle Orton, il quale pare in grado di ripagare la fiducia concessagli nelle ultime giornate, quando all’ex Purdue sono stati chiamati sempre più giochi alla ricerca del profondo. Orton ha in particolar modo mostrato di non soffrire eccessivamente la pressione dopo la batosta subita dai Cincinnati Bengals (cinque intercetti), e di essere in grado di mantenere freddezza e lucidità per i drive decisivi. Come lui un “riscoperto” Cedric Benson, prima scelta al draft di quest’anno che, complice gli acciacchi di Jones, ha finalmente avuto la possibilità di portare più palloni, regalando giocate importanti nei minuti finali di New Orleans e nell’overtime di una settimana prima a Detroit. Ma andiamo a vedere, reparto per reparto, quali possono essere i giudizi ed i commenti su questa prima metà stagione di Chicago.

OFFENSE (voto 7-)

Notoriamente il punto debole di Chicago, continua a non fare faville in tutti i sensi ma corre molto bene e comincia a trovare confidenza sui lanci. La linea è discreta sulla protezione del QB e nelle corse all’interno, fatica verso le flat, rendendo difficile gli scrren pass e le corse in uscita verso la sideline e sulle flat stesse. Ventisettesimo come yards guadagnate per partita (267.2), vanta comunque l’ottavao posto come yards guadagnate su corsa (1046) e inattesa di un gioco aereo più continuo ed efficace questo è un ottimo segno. Su corsa Chicago tiene più possesso rispetto a un anno fa, segna e macina molto più campo, rendendosi comunque insidioso per parecchie franchigie avversarie.


Quarterbacks
(voto 7)

Non ha grandissime stats l’unico giocatore impegnato in queste prime otto gare (tolto un gioco chiamato con Jeff Blake in campo), quel Kyle Orton che sta ancora cercando di crescere e di superare l’impatto con la NFL. Tenuto molto a freno ad inizio stagione soprattutto dopo il disastro di week 3, Orton è stato “rilasciato” ultimamente a sfruttare più spesso le giocate verso le deep per Mushin Muhammad e, nonostante qualche imperfezione, qualcosa di buono sta nascendo. Sette td pass contro nove intercetti, per un 54.2% dei completi e un rating di 62.9, ma è il carattere del ragazzo a sorpendere. Dopo un avvio puntato sul rischio si è preferito preservarlo ed ora le partite dove è stato intercettato sono quattro su otto, due nelle ultima cinque con un netto miglioramento nella gestione della palla e del cronometro. Rex Grossman è vicino al rientro, ma chi terrà giù questo Orton? Ne vale davvero la pena? Che fosse un lavoratore lo si spaeva, ma ora si sa anche che Orton è intelligente, riesce a stare al proprio posto senza la pretesa di strafare e mostra grande carattere nei momenti clou dell’incontro. Alla fine chi lo aveva definito un “mezzo” steal of draft poteva persino avere ragione: in crescita.

Running Backs (voto 8.5)

Thomas Jones (167/753 6 TD) sta tenendo ritmi impressionanti, ma nelle ultima due gare è stato limitato (come resa e numero di portate) da problemi fisici. Lo ha finalmente sostituito in modo degno il rookie Cedric Benson che sta finalmente conquistando una buona condizione. Ottimo anche l’innesto di Adrien Peterson che a New Orleans è stato fondamentale per ottenere un touchdown pesantissimo ai fini della vittoria finale. Unico neo la tipologia delle chiamate, tutte troppo simili e sempre incentrate a puntare nel mezzo dove la linea rende maggiormente come “apristrada”, ma non favorisce le potenzialità di benson di scappare lungo la sideline. A onor del vero questa monodimensionalità del gioco su corsa è dipesa anche dall’assenza del FB Brian Johnson, uomo fondamentale (e unico a roster in grado di coprire quel ruolo) per aprire varchi anche più larghi delle classiche tracce off tackle. Il suo rientro è previsto contro i Niners dopo undici mesi di assenza, ma è comunque imminente. Vedremo se porterà cambiamenti concreti anche perchè l’ormai rilasciato Mark Edwards sembrava più adatto alla ricezione in situazioni di guadagno corto, mentre Jason McKye ha più il le doti di un RB puro che altro..

Receivers (WR e TE) (voto 6.5)

Mushin Muhammad era l’uomo più atteso e nelle ultime due gare ha messo in mostra alcune “prese” tratte dal suo repertorio che hanno fruttato spettacolo e yards. Moose è arrivato a 471 yards ricevute ed è ampiamente il target preferito di Orton. Il giudizo potrebbe essere più alto, ma come detto il gioco di Orton è stato parecchio conservativo nelle prime gare e gli infortuni del rookie Mark Bradley (fuori tutta la stagione) e Bernard Berrian, giocatori veloci e tecnici, hanno impedito al coaching staff di continuare a lavorare su Muhammad grazie alla pressione che i due avevano mostrato di poter togliere. E’ tornato adoccupare il secondo spot in campo quel Justin Gage (8/106 TD) che ad inizion anno poco aveva convinto che pare stia crescendo insieme a tutto il reparto. Ottime notizie invece dal tight end Desmond Clark (17/140 2 TD) utilizzato spesso in situazioni di terzo down corto e di vicinanza alla endzone. Il TE ha preso palloni importanti in situazioni difficili ed è sempre più utilizzato da Orton quando tutte le attenzioni si posano su Muhammad.

O-line (voto 6.5)

Poteva andare meglio, ma i miglioramenti ci sono stati. Olin Kreutz continua ad essere una certezza e uno cei migliori centri della NFL, l’aggiunta di Fred Miller è stata buona e quando la salute sorregge Ruben Brown e John Tait la solidità è garantita. Il pacchetto posizionato sulla linea di scrimmage dimostra una grande solidità fisica, ma non è troppo reativo e rapido sui blocchi, provocando poche uscite larghe dei RB e creando più volte situazioni d’imbarazzo all’interno del backfield, dove Orton è già stato atterrato 18 volte.

DEFENSE (voto 9)

Meno punti subiti rispetto alla grande Chicago del 1985 non sono un caso. Minor numero di TD concessi all’interno della propria redzone e minor numero di TD concessi complessivamente. Linea compatta ed aggressiva, pacchetto di linebacker sensazionale, backs reattivi e ottimi colpitori in ogni parte del campo. Terza difesa come numero di yards concesse per gara (265.2), prima nelle yards concesse ogni snap (4.2) e come punti concessi a gara (12.2) pari a Indianapolis, in virtù dei 98 punti concessi da entrambe le formazioni. Grande efficienza anche nel forzare turnover (18, ottavi in NFL con 13 INT e 5 fumble)), grazie ai quali si possono bilanciare gli errori di Orton che può così giocare più tranquillo anche in caso di forzature. Il rapporto tra palle perse e recuperate è attualmente in netta parità.

Linebackers (voto 9)

Quest’anno Brian Urlacher sta bene e si vede. Grazie a lui (64 tackles 6 sacks), la squadra ritrova il proprio leader difensivo e uno dei più grandi giocatori del ruolo. Lance Briggs sta invece confermando le ottime cose viste lo scorso anno e benché sia meno “impegnato” rispetto al 2004 dove spesso doveva coprire i buchi dell’assente Uralcher, è arrivato comunque a 50 placcaggi totali, ottenendo anche due sacks e recuperando un fumble. Con Joe Odom fuori causa arrivano inoltre buone notizie da Hunter Hillenmeyer, giocatore veloce e buon bloccatore che raramente attacca il backfield cercando di giocare più sulle corse avversarie.

Defensive Backs
(voto 7+)

La safety Mike Brown non è mai stata in discussione e la sua sfuriata dopo la sconfitta di Cleveland ha risvegliato un po’ tutto il reparto. Vero leader dei backs ha sofferto gli errori di copertura dei cornerbacks di inizio stagione, ma ora tutto sembra cominciare a funzionare. Charles Tillman, infatti, sta comincia a soffrire meno il profondo, benché il senso della posizione non sembri ancora il top, la capacità di recupero e di colpire sembrano decisamente buone e sufficienti a limitare i WR meno blasonati della lega; un TO andrebbe anticipato più spesso di quanto Tillman non riesca per ora a fare. Suo comunque l’intercetto con rispettivo td (primo in carriera) realizzato in overtime contro Detroit. Con Jerry Azumah troppo spesso a mezzo servizio sta continuando a mettersi in un luce il secondo anno Nathan Vasher, il quale dopo un buon anno da rookie continua ad impressionare come CB e come NB in base all’esigenza. Grande velocità, mani splendide, senso della posizione e ottima lettura sui giochi, Vasher è già a quota quattro intercetti (7° in NFL), senza dimenticare il buon lavoro svolto finora dal rookie safety Chris Harris, un intercetto e un fumble recuperato, giocatore che sorprende per fisicità e reazione in campo dopo lo snap sui raddoppi o i blitz (velocissimi) verso il QB avversario.

D-line (voto 8.5)

Devastante. Solida, aggressiva, reattiva, fortissima sulle corse (724 yds concesse, 7° in NFL), ottima a giocare sul QB con Adewale Ogunleye (4 sacks) e Tank Johnson (3) in forma strepitosa. Eccellente nel bloccare le uscite e nell’aprire varchi per i blitz (23 sacks totali finora), la linea sta confermando ogni aspettativa.

Special Teams (voto 8)

Ottimi sia quando si calcia che quando si riceve. Nello specifico, grandi blocchi per i ritornatori ed opposizione tremenda sugli avversari già sotto pressione prima di toccare il pallone grazie all’infinità di secondi concessi dai propri kickers. Le posizioni di campo hanno finora trovato favore tra i Bears, raramente partiti da pessime zone di campo sui kick off o sui punt lunghi e ancor più raramente con squadre alle quali sia stato concesso di gyuadaganre troppe yards palla in mano. Nello specifico, comunque, ecco i giudizi su chi calcia e su chi, viceversa, riceve il pallone.

Kickers (kicker e punter) (voto 7/8)

Robbie Gould è il nuovo kicker dei Bears dopo la cacciata di Doug Brien ed il ragazzo ha già messo in mostra ottime qualità e grande freddezza alzando questo mio giudizio personale sulla situazione dei kicker. I kick off sono lunghi e tengono il pallone in aria per un buon numero di secondi, dando possibilità di recupero al kicking team sul returner e pessime posizioni di ritorno per gli avversari. Più in difficoltà sui field goal oltre le 40 yards, dove (1/4) non riesce a mantenere grande precisione ma non tradisce in distanza. Crescerà. Il punter Brad Maynard torna finalmente ai livelli che gli competono dopo un 2004 difficile; grandi calci, “hang time” tremendamente lunghi e soprattutto palla sempre vicinissima alla endzone avversaria (solo tre TB finora). Quando calcia da posizioni “scomode” non perde calma ed efficacia allontanando il pallone in modo pulito e concreto. Ottimo.

Returners (KR e PR)
8.5

Discreta la situazione sul ritorno di kick off per Chicago (21.9 di media), e non ottima solo per colpa degli acciacchi dello specialista Azumah (24.2) che ha spesso concesso l’onore del ritorno a Mark Bradley (17.5) prima dell’infortunio del WR e al RB Adrien Peterson (16.0), decisamente meno “pratici” di lui in questo genere di giocate. Sulle posizioni di campo Chicago non si può comunque lamentare e, invece, gioisce decisamente per quel che riguarda i ritorni di punt, con un Bobby Wade (WR – 11.6 di media e un td) miglior PR di tutta la NFL. Assolutamente infruttuosi il tentativi di Bernard Berrian costato addirittura un -3 alla squadra nel totale con 4 yards di guadagno più alto.

Conclusioni.

Giudizio a parte per il coaching staff (8) che riesce a lavorare bene con il materiale a disposizione. Lovie Smith non perde occasione per ricordarci di essere stato anzitutto un def. coordinator, ma è certamente capace di gestire le risorse e di trattare uno spogilatoio NFL. Ha certamente bisogno di accumulare esperienza come headcoach, ma lo sta facendo con calma, mettendosi in discussione e apparentemente è in grado di commettere due volte di fila lo stesso errore riconoscendo senza problemi le occasioni nelle quali sbaglia. Il suo gioco sfrutta un Ron Turner lo asseconda in attacco, utilizza le corse e cresce Orton coccolandolo e salvaguardandolo il più possibile da errori che ne complicherebbero l’inserimento di questo anno da rookie. Il possess odel pallone e il controllo del tempo sono alla base di un running game che, quando trova buona continuità anche sui lanci, raggiunge livelli eccelsi. Ron Rivera ha una grande difesa a disposizione, ne dosa le forze e tutela la salute dell’uomo più importante, Brian Urlacher, reduce da due anni difficili dal lato degli infortuni. Bravo a correre ai ripari dopo gli svarioni di inizio anno sulle deep, le cose ora funzionano meglio e a Chicago i playoffs non sono più una irraggiungibile utopia.

La stagione per ora è da voto altissimo, non fosse altro per un incredibile primo posto. Pesano due sconfitte che si sarebbero potute evitare, a Washington senza subire TD e a Cleveland dopo aver annullato l’attacco di Difler per quasi tutta la gara concedendo poi due big play in pochi minuti. Ma è esaltante vedere come è stata condotta la battaglia contro i Ravens e come sono state strappate le vittorie a Detroit e Baton Rouge contro i Saints. Arriveranno ora le partite più dure, questi voti forse caleranno, ma trovare continuità in partite più dure è il prossimo passo di crescita per questi Chicago Bears.