Pittsburgh interrompe la striscia vincente dei Bears.
Una fase centrale dell’incontro troppo opaca da parte Chicago ha permesso ai Pittsburgh Steelers di creare un break, poi decisivo, che ha segnato la partita e consegnato la W nelle mani degli uomini di coach Cowher. Prova cominciata male con il TD subito da Hines Ward (3/27) che andava a ricevere il pallone vincente da un Big Ben Roethlisberger in buona forma e capace nel gelido e innevato pomeriggio di Pittsburgh di guidare bene l’attacco dei suoi Steelers. Roethlisberger ha lanciato senza eccessi, protetto da una linea oggi in gran spolvero e capace di creare un vero e proprio muro invalicabile per i difensori dei Bears raramente capaci di farsi notare nella tasca avversaria. A giovarsi della grande vena della O-line anche l’immenso Jerome Bettis, autore dei due TD che nel secondo e nel terzo periodo hanno permesso ai padroni di casa di prendere il largo sui rivali. La linea ha giocato in maniera splendida sia nella copertura del quarterback che in apertura sul running game, uscendo in blocco per le tracce esterne e aprendo immensi varchi sulla linea avversaria per le corse nel mezzo del “Bus”. Roethlisberger festeggia il ritorno alla vittoria con 13 completi su 20 tentativi, un TD e nemmeno un intercetto, mentre il running game ha prodotto 190 yards, delle quali 101 solo per merito di Bettis che in 17 portate ha ricoperto una grandissima distanza; supporto ideale comunque avuto anche grazie al giovane Willie Parker che impegnato soprattutto a inizio gara ha prodotto 68 yards con 21 portate.
Una difesa senza safeties titolari (Mike Brown e Chris Harris fuori per infortunio) ha sofferto, dall’altra parte, più del solito contro un attacco deciso e compatto che, come detto, ha costruito sul gioco di linea la propria vittoria. Brian Urlacher (9-2) è stato come al solito leader dei “guardiani” di Chicago, trovandosi spesso nella poco ambita posizione di dover limitare le corse di Bettis, praticamente come fermare un autobus in corsa; il soprannome non è poi così casuale. Ma la difesa di Chicago ha sbagliato davvero tanto durante la partita, pur mostrando a tratti la solita compattezza ha concesso 363 yards totali, permettendo agli Steelers di convertire 7 terzi down su 14, un 50% che a fine gara è costato parecchio. Grazie alle corse Pittsburgh si è nettamente avvantaggiata sul possesso palla, mentre i difensori di Chicago non riuscivano mai a recuperare un pallone (pur forzando 3 fumble) e soprattutto non arrivavano mai al sack. Questo giocare coperti da parte di Pittsburgh ha inguaiato una difesa a lunghi tratti mal schierata, in ritardo sulle tracce dei WR, spaesata e poco reattiva. Giocate discrete ne sono uscite, ma Pittsburgh ha compiuto un’impresa maestosa legando le braccia dei difensori avversari, vera forza dei Bears.
Come previsto Chicago ha trovato molte difficoltà su corsa, con Thomas Jones (14/72 TD) in grado di trovare un solo big play e obbligato a lasciare il tutto sulle spalle del rookie Kyle Orton. La prova di Orton ha trovato di nuovo problemi coi drop dei proprio compagni, ma il rookie da Purdue ha mostrato carattere e solo alla fine ha mollato la presa, continuando a cercare costantemente i propri WR anche sotto la bufera e a gara decisamente compromessa. Lascia qualche rammarico il secondo drive, 63 yards conquistate con un sack nel finale che obbligava Robbie Gould (1/1) al calcio; poi il black-out. Una serie interminabile di punt e drive brevi (tre three & out prima del TD) che solo nel quarto periodo trovava fine grazie a due palloni profondi scagliati da Orton (che chiuderà 17/35 207 yds) e ricevuti prima da Desmond Clark per 27 yards con una splendida chiusura a una mano, poi da Bernard Berrian pr 43 yards dopo che l’ovale era sembrato vittima di Taylor. Da una yard Jones chiudeva in TD prima dell’errore di Gould nel calcio addizionale.
Chicago paga la poca concretezza nei momenti chiave, 3-13 nei terzi downs è una miseria che in partite come questa si paga per forza in modo salato. Una sconfitta a Pittsburgh era anche da preventivare a inizio anno, ma ora come ora rimette ovviamente tutto in discussione per la lotta al primo posto nella NFC North, proprio guardando ai Minnesota Vikings, vincenti sui St. Louis Rams, ed ora ad una sola partita di differenza dai Bears che domenica ospiteranno i temibili Atlanta Falcons nel Sunday Night Football. Attacco che comunque quando è riuscito a girare ha mostrato giocate efficaci e la capacità di arrivare a colpire sul profondo anche con i lanci quando necessario. Mushin Muhammad ha trovato una partita degna della propria fama più recente, le sue 8 ricezioni hanno fruttato a Chicago 91 yards e il tutto lascia presupporre che contro una difesa piuttosto in difficoltà come quella di Atlanta in questo periodo l’attacco possa trovare l’efficienza di segnare più punti della propria media e di trovare punti per classifica e morale in tutto l’attacco. A Chicago ci si augura inoltre che Pittsburgh, ancora all’inseguimento dei playoffs, tratti Minnesota alla stesso modo in cui ha trattato gli Orsi, cominciando anche a recuperare i vari assenti di una difesa che entra nel rush finale della stagione e non può permettersi di mollare proprio ora. Il 9-4 è un record che non tranquillizza per la postseason, non cercata forse a inizio anno ma davvero troppo vicina ora per poterla mollare.