Lambeau Field ammutolito, è shutout alla prima!

Non si poteva sperare di più, non si poteva nemmeno lontanamente supporre che l’esordio di quest’anno potesse essere così roboante. I Chicago Bears si ritrovano in attacco, concedono pochissimo ai rivali di sempre, i Green Bay Packers, e rifilano uno shutout che per Bret Favre è una novità assoluta nella sua quindicinale esperienza in NFL. Un 26-0 che parla da solo e che lancia Rex Grossman ad un primato di 3-0 sul suolo di Green Bay, mentre il record personale di coach Lovie Smith è 4-1, con identico 3-0 in trasferta, primato assoluto per le prime tre stagioni da head coach di Chicago. Tutto bene quindi? Bene, sarebbe troppo bello poter di re di sì già al termine della prima giornata, e sembrerà assurdo trovare pecche eccessive nel gioco di una squadra che letteralmente asfaltato gli avversari, ma è giusto sottolineare ciò che non ha convinto del tutto, soprattutto considerando la pochezza che questi Packers hanno messo in campo.

Nemmeno il tempo di dire “pronti-via!” che Grossman pesca con una fucilata da 49 yards un Bernard Berrian lasciato colpevolmente troppo solo da tutte le secondarie avversarie; lancio profondo, centrale, ricezione semplice e touchdown. La partita è cominciata da 2 minuti e 55 secondi e B-Dog può già zittire il Lambeau Field. La partita manterrà questo tenore per tutto il tempo, con l’attacco di Chicago capace di gestire il gioco per 34:05 minuti, una rarità nell’ultimo lustro dei Bears. Grossman è partito fortissimo e un erroraccio sul secondo drive lo ha portato a un intercetto di Nick Barnett; con Thomas Jones incapace di bloccare un blitz nella tasca, Grossman si è trovato l’avversario addosso cercando ugualmente di lanciare in endzone, sotto pressione, senzaa visibilità. Intercetto quasi cercato, verrebbe da dire, e che obbliga il coaching staff a limitare le sparacchiate del quarterback per evitare certe forzature.

Il gioco di corse però non è sembrato il solito, la O-line ha faticato a reggere la pressione e a contenere un immenso Aaron Kampman soffrendo poi sulle giocate di Brady Poppinga. Un Thomas Jones meno reattivo del solito si è quindi dovuto accontentare di 63 yards su 21 portate, mentre il suo sostituo Cedric Benson non aveva miglior fortuna chiudendo con un 11/34. Entrambi hanno avuto modo di trovare qualche giocata buona, ma la continuità è venuta a mancare. La vera novità è stata avere un gioco aereo davvero concreto rispetto a ciò cui si era abituati. Rex Grossman ha scacciato paure e polemiche lanciando 262 yards, con una percentuale di completa piuttosto alta (18 su 26). Ha fatto piacere vedere comunque che il ragazzo ex Florida Gators è in grado di colpire in ogni parte del campo; seppure il bilancio TD-INT è in perfetta parità dopo la prima gara (1-1), Grossman ha potuto sfruttare un buon numero di receivers, soprattutto considerando l’assenza di Mark Bradley. Tutti hanno dato un ottimo contributo, ma le note positive, oltre al TD di Berrian, sono certamente da ricercare in due veterani NFL. Desmond Clark (5/77), tight end che più volte ha smosso i dubbi dei tifosi e che ha messo in moto un gioco non solo da short yardage, ma è andato a ritrovarsi quegli spazi che, al college, erano le sue abitudinarie “scappatelle” da WR.

Il pezzo forte è stato senza ombra di dubbio però il grande Muhsin Muhammad che con sei ricezioni ha messo a referto 102 yards. Moose è sembrato completamente recuperato, non pare avere più problemi ad una mano e finalmente abbiamo rivisto lo splendido receiver delle ultime due stagioni a Carolina. Ottime tracce, mani vellutate, capace di prendere palloni sulla testa degli avversari, in tuffo, in corsa e con una grandissima abilità nel liberarsi dai cornerback.

Nonostante tutto però l’attacco ha faticato a macinare yards nella redzone avversaria, dando il merito del distacco all’ottimo Robbie Gould, che chiamato in causa per 4 field goals ha messo in tabellino dodici punti, il massimo. Il secondo quarto è stato un festival dei calci, con Gould grande protagonista mentre l’unica occasione per evitare il cappotto da parte dei Packers è stata sciupata proprio dal kicker Dave Rayner, il quale ha fallito dalle 53.

Il resto è stato un ottimo possesso palla, ben alternato tra corse e lanci che trovavano Clark, Muhammad, Berrian, ma anche Rashied Davis in una occasione, giocatore spesso sballottato tra il ruolo di WR e CB e ora tornato alla naturale posizione di receiver e returner, dotato di grande velocità. Dove non è arrivato l’attacco ha chiuso poi il discorso Devin Hester, scelto al secondo giro del draft da Miami come specialista sui ritorni. Dopo la NCAA, ieri, è stata la NFL a fare la sua conoscenza, grazie a una meta da 84 yards. Il risultato sempre in salita ha alla fine spinto Favre a lanciare e forzare, pescando a inizio dell’ultima frazione, due difensori avversari (Charles Tillman e Danieal Manning) in due drive consecutivi.

La difesa non ha brillato però al cento percento. Vero che non sono stati concessi punti, e questo è giù un grandissimo primato, ma è vero anche che Brian Urlacher e Nathan Vasher sono sembrati lontani dalla condizione fisica e psicologica più ottimali. E’ la prima partita, nulla di cui preoccuparsi, ma una vecchia volpe come Ahman Green ha portato a casa 110 yards su corsa (in 20 portate) e persino l’altro veterano della squadra, Donald Driver, ha chiuso a 96 yards su sette ricezioni. Forma fisica da recuperare alla svelta quindi, così come certi automatismi. Chi sta già molto bene è certamente Lance Briggs (9 tckl solo, sack) vero leader difensivo nella gara di esordio e dominatore del box. Con lui, grande prestazione di Tillman sul profondo e di Brendon Ayanbadejo come LB; quest’ultimo, inserito in rotazione e finalmente non considerato solo uno special teamer, ha mostrato di poter tenere il campo alla grande, anche se il numero principale (fumble ricoperto) è giunto proprio su una giocata per special team. Segnali di ripresa degli uomini sulla D-line che sta recuperando dai vari acciacchi e ha riscoperto un Tommie Harris che sembra non essersi mai fermato, con i motori ancora caldi da gennaio.

Note positive anche per alcuni rookie in questo esordio; oltre ai già citati Danieal Manning (prima scelta assoluta dei Bears già all’intercetto) e Devin Hester, infatti, spunta Mark Anderson end difensivo che ha dato grande profondità alla linea ed ha colpito Favre con un sack.

Partita perfetta quindi, anche se una certa profondità decisiva è mancata in redzone, si è visto un attacco in grado di condurre drive ottimi, in particolare la sequela di lanci con cui Grossman ha mandato Gould al quarto field goal nel terzo periodo di gioco, con Benson nel backfield e tre completi su quattro per 41 yards prese. Dopo una gara non si possono dare giudizi certi, ci mancherebbe, ma è decisamente piacevole vedere un team giocare in modo meno prevedibile, sfruttare al meglio le proprie armi e sbagliare il meno possibile. Bisognerà rodare la difesa, attendere il recupero della condizione per molti atleti, e ridare fiato alle trombe del running game che un anno fa ha dato più di una soddisfazione. Domenica ci sarà l’esordio casalingo contro i Detroit Lions, squadra che si è mostrata piuttosto compatta e che non ha concesso nessuna meta, pur perdendo, ai campioni NFC di Seattle. Un altro test per valutare in pieno la forma di Chicago.