Strappato il punto a New York!
Chicago riprende la striscia di vittorie interrotta una settimana fa in casa contro Miami e l’impresa riesce sul difficile campo dei Giants nello stadio che li rivedrà protagonisti già domenica prossima stavolta contro i Jets. Una vittoria importante contro la principale avversaria dei Bears nella lotta alla leadership di conference, un risultato ottenuto soprattutto con un convincente secondo tempo che ha portato la franchigia allenata da Lovie Smith a chiudere 38-20 e a portarsi a un record di 8-1.
Un risultato che appare ancora più splendente considerando la terza caduta consecutiva dei Minnesota Vikings, ora fermi a 4-5 e raggiunti da Green Bay nella classifica della North Division, standings che permette ai Bears di pensare, senza troppi eccessi, di avere già una buona fetta di corona divisionale in tasca. Ma come recita un vecchio adagio “non è tutto oro quello che luccica” e i problemi dei Bears non sembrano per niente risolti.
Chicago continua a evidenziare un gioco di corse poco convincente, una offensive line tutt’altro che solidissima e un quarterback, Rex Grossman, ancora troppo acerbo. La difesa, invece, rimane una grande certezza anche se contenere gli avversari come Tiki Barber (19/141) è un’impresa oggi semplicemente impossibile. I Bears hanno cominciato in netta difficoltà contro una New York totalmente rimaneggiata (fuori Amani Toomer per la stagione, mancavano anche Osi Umenyora e Michael Strahan) ma ugualmente capace di mettere pressione da subito nella tasca avversaria e costringendo Grossman (18/30, 246 yds, 3 TD, INT) subito all’intercetto del rookie Mathias Kiwanuka. Con un’ottima posizione di campo è stato facile per Brandon Jacobs aprire le marcature e portare avanti NY.
I Big Blue soffrono pochissimo per buona parte dei primi due quarti, con Chicago incapace di trovare i varchi per le corse e un Grossman alle prese con il solo Muhsin Muhammad (7/123, TD) alle prese anche con un fumble che, insieme a quello di Thomas Jones, darà sempre più portate ai G-Men. Nel finale però tutti si accorgono che il ritorno di Mark Bradley risulta essere una manna vista l’assenza di Bernard Berrian e la possibilità di tenere Justin Gage a margine del gioco. Dopo un drive cominciato malissimo con perdite di yards e due false starts, Thomas Jones (30/113, TD) indovina la corsa che converte un 3rd & 22 e porta il proprio quarterback a connettere due volte in profondità per Muhammad e lo stesso Bradley, con quest’ultimo che scappa in meta.
Il secondo anno wide receiver dei Bears chiuderà con 4 ricezioni per 79 yards ma il suo TD ha il valore aggiunto di dare, finalmente, la sveglia all’offensiva dei suoi. Il primo tempo vola via con un 13-10 che porta anche la firma di Robbie Gould, capace di abbattere definitivamente il record di field goal consecutivi da inizio stagione nella storia della franchigia. Dall’altra parte un Eli Manning partito molto aggressivo abbassa piano piano la testa subendo dapprima un intercetto da Charles Tillman e vedendo man mano la pressione crescere dalle sue parti. Il QB dei Giants chiuderà con un altro intercetto (Chris Harris) e sole 121 yards di guadagno, subendo anche due sacks da un Alex Brown in stato di grazia (anche due fumble forzati).
Continuando su questa falsa riga e con l’incredibile ottusità di coach Coughlin nell’essere sempre e assolutamente in attesa di grandi colpi, Chicago costruisce la propria roccaforte sul giovane passer avversario, lo mette in difficoltà mentre, rivitalizzato dal TD di Bradley, l’attacco comincia a colpire. E fa male. Muhammad e Desmond Clark (1/2, TD) segnano subito approfittando anche dei take away “organizzati” dalla difesa, e solo nel finire della terza frazione Brandon Jacobs (di nuovo lui) riesce con la sua seconda e ultima portata della gara a tenere in piedi i Giants.
Poi ci si mette di nuovo Tom Coughlin. Ricorderete tutti la ventosa giornata che portò al grandissimo ritorno per 108 yards di Nathan Vasher un anno fa contro San Francisco. Un field goal calciato in mezzo a un vento fortissimo, un calcio corto, un pallone preso al volo e riportato in endzone dopo una lunghissima fuga. Bene, forse l’unico a non ricordarlo era proprio Coughlin che colpito da pioggia e gli sfoghi del dio Eolo, manda il proprio Jay Feely a calciare dalle 51 dopo che questi aveva sbagliato, nel primo drive offensivo della gara, dalle 33. Un azzardo. Una scelta un po’ pazza a gara ancora aperta (si era 24-20 per Chicago) che si trasforma in completo disastro quando Devin Hester recupera il prevedibile field goal avversario otto yards dentro la propria endzone, avanza passeggiando di qualche yard come intenzionato a inginocchiarsi e poi, improvvisamente, fa esplodere tutta la propria velocità aggredendo la sideline di destra. Hester ha trovato una zona di campo vuota e una volta che il rookie ex dell’università di Miami trova una prateria del genere diventa inarrestabile. L’unico tentativo di fermarlo cozza contro un blocco a due dei compagni di Hester, il quale s’invola per il terzo TD stagionale eguagliando quelle 108 yards di Vasher che sono il record per la meta più lunga di sempre.
E’ da poco iniziato il quarto periodo e la mazzata per i Giants è tremenda. Non resta più niente, solo la festa personale per Jones, anche lui a referto tra i marcatori con una corsa da due yards. Una Chicago che porta a casa una grandissima e meritata vittoria ma che deve continuare a bilanciare il proprio gioco offensivo e a pensare ai propri problemi. La corsa da 22 yards di Jones che ha deciso in positivo il drive del primo touchdown è stata la prima da almeno 20 yards per i Bears dal primo di ottobre. Un dato del genere deve far ragionare, ma perlomeno abbiamo visto come un attacco più a 360° e non solo incentrato sull’inesperto Grossman possa alla fine pagare. Davanti c’era sì una squadra rimaneggiata, ma pure sempre motivatissima, con il potenziale giusto per poter sfruttare il fattore campo e comunque ancora favorita per un posto ai playoffs. Grossman ha lanciato l’ottanta percento o poco più delle sue yards nella ripresa, ma quando l’attacco ha cominciato a prendere fiducia ha mostrato di poter rendere bene e di saper capitalizzare, molto meglio di un anno fa, ciò che la difesa costruisce. Possesso palla superiore, yards guadagnate superiori (352 a 249), percentuale di conversione di terzi down che evidenzia l’ottimo rapporto difesa attacco (2-12 concessi, 9-18 guadagnati) e soprattutto la grande forza di colpire al 100% in redzone (3-3).
Domenica di nuovo Giants Stadium, di nuovo una battaglia dura contro i lanciatissimi Jets, di nuovo una sfida da vincere.