Dubbi a Foxboro dopo la sconfitta contro i Jets

E dopo la sconfitta subita contro i Jets domenica scorsa al ‘The Razor’ per 17-14 serpeggia la delusione a Foxboro.

Si puo’ terminare la stagione con un record di 10-6 o magari persino di 11-5 ? Forse.
Ma credere oggi che questa squadra possa vincere il prossimo Super Bowl è un po’ un azzardo.
I Pats non hanno quel look innovativo, letale e strordinariamente efficente che hanno mostrato negli ultimi cinque-sei anni.

Diversi i fattori che hanno causato le due recenti sconfitte. casalinghe, contro Indy e NY.
Strane chiamate offensive (vero Josh McDaniels ?), pessime coperture nei ritorni di kickoff, poca accuretezza del grande Tom Brady e poca concretezza nelle secondarie.
Aggiungiamo pure turnovers chiave, penalità e di fronte un team come i Jets, che arrivava dalla bye, preparato meglio all’incontro chiave della stagione.

Ma cio’ che piu’ disturba è che manca ai recenti Patriots quello che invece predominava ai meno recenti Patriots: l’abilità ad essere piu’ fisici degli avversari, di dettare la partita, fare quel paio di giocate al momento giusto, causare turnovers e non far chiudere critici terzi down.

E come nel game perduto contro i Broncos i Pats visti domenica sembravano spenti, mosci.

E lo stesso Brady non sembra essere in un momento smagliante, cio’ è chiaro.

I suoi target si sono comportati bene : vedi Caldwell, molto meglio di quello che si potesse credere quest’estate ed autore di un ottimo td contro i Jets; vedi Troy Brown, meglio di qualunque rosea aspettativa; vedi il nuovo arrivato Gaffney, positivo a dir poco; ma anche con comportamenti negativi e giocate sanguinose : vedi il fumble di Gabriel, poi lasciato da Belichick in panca a mo’ di punizione o con il grigiore di Chad Jackson, nè carne nè pesce…

E nemmeno la linea offensiva sembra la solita. Pesa l’assenza di Neal.

Ci si chiede se andando avanti i Patriots mostreranno nelle prossime sette settimane miglioramenti rispetto alle ultime due.
L’impegno a Green Bay con i Packers in buona forma non è dei piu’ facili anche perchè i padroni di casa si giocano tanto, tantissimo domenica prossima.

I Pats sono comunque con un record non da buttar via di 6-3 e, tuttora, con ottime possibilità di farcela a vincere la Afc East nonostante i Jets siano ora vicini.

Un calo di rendimenti sommando tutte le defezioni di questi anni e l’elenco sarebbe lungo, lunghissimo è forse inevitabile.

Domenica forse mancava uno come Ty Law.
L’esempio lampante nel quarto quarto.
22 yards dalla meta: Pennington lanciava verso l’angolo destro della end zone. Hobbs aveva perfetta copertura su Cotchery ed in posizione per mettere a segno un facile intercetto. Ma Cotchery invece lo saltava e metteva a segno il td del 17-6 con meno di cinque minuti sul tabellone e cosi’ sigillava il game con tale giocata.

E grossi meriti anche all’ex di turno: Eric Mangini.
Il suo team giungeva al Gillette Stadium meglio preparato e stavolta, incredibile, Bill Belichick non aveva risposte specialmente nel match tra difesa di NY ed attacco di NE.
Mancavano gli aggiustamenti che i Patriots in passato riuscivano sempre a fare.

E che dire delle chiamate ?
Nel drive finale del prino quarto Corey Dillon metteva a segno una corsa da 50 yards e due corse successive di Maroney portavano i Pats sulle 12 dei Jets.
Dopo una penalità, invece di continuare a correre Mc Daniels chiamava una end run per Maroney che portava a due yards di perdita grazie a Vilma e Robertson e quindi obbligati ad accontentarsi di un fg.

Con il campo ridotto a fango ci si chiede perchè non si sia andati avanti con le corse.

Sulla carta il running game 2006 dei Pats avrebbe potuto persino insidiare il miglior running game, Patriots, della NFL negli anni 1976-1978. Invece…

Come detto ora mancano 7 partite.
Le prime 2 sono contro avversari della NFC: a Green Bay, Favre contro Brady per la ‘gioia’ dei media, e dopo in casa contro i Chicago Bears ed un nuovo terreno di gioco : non ci sarà piu’ l’erba naturale nemmeno al Gillette Stadium.

Visto quanto ha combinato Pennington, c’è da credere che pure Brett Favre vorrà testare le secondarie domenica prossima al Lambeau Field.

Forse la dinastia non è finita ma bisogna rimettersi in carreggiata.