Un omino piccolo piccolo…

Quando Tony Romo ha compiuto l’ennesimo miracolo della sua breve carriera spostando, con un grande lancio su Jason Witten a meno di un minuto dal termine della partita, la palla dalle 32 di Dallas alle 26 dei Giants, a molti di noi sono venuti gli incubi. E’ tornata alla mente quell’unica sconfitta dei Cowboys con Romo alla guida, contro i Redskins, nello stesso identico modo: grande drive di Dallas, field goal facile facile bloccato, ribaltamento di campo e sconfitta di tre punti. E quando, due giochi dopo, Flozell Adams ha collezionato una sanguinosissima penalità per false start, gli incubi sono quasi diventati realtà.

I Cowboys, dopo un ultimo sforzo da due yard del magnifico Marion Barber III (11 touchdown in stagione, prima di lui c’era riuscito solo un certo Emmitt Smith), si trovavano a calciare un field goal da 46 yards con Martin Gramatica, che aveva sostituito Mike Vanderjagt in settimana e che aveva esordito in gara calciando un field goal da 44 yards largo a destra. Le telecamere della FOX inquadravano impietosamente il kicker mentre si faceva ripetutamente ed ossessivamente il segno della croce, e questo certo non deponeva in favore della tranquillità del giocatore e dei tifosi dei Cowboys. L’argentino (1.76 per 77 kg), un fisico da ala destra più che da giocatore di football, sembrava ancora più minuto di quanto non fosse realmente, con un enorme casco sulla testa ed in mezzo ai supermen della massima espressione mondiale del football.

Ma quando la palla, da lui calciata, ha terminato la sua parabola tra i pali del goal post, tutta l’energia che Gramatica aveva concentrato nel suo piede destro è esplosa incontenibile, ed il tributo che i compagni gli hanno riservato è stato degno del più grande campione della NFL. In quella esplosione probabilmente c’erano tutte le sofferenze e le frustrazioni accumulate negli ultimi anni passati a combattere con infortuni e difficoltà, lui che era stato sul tetto del mondo quando nel 2003 aveva vinto il Superbowl XXXVII con i suoi Tampa Bay Buccaneers, mettendo tra l’altro ben 12 punti a tabellone. Gramatica ha dato una grande prova di affidabilità, cosa che Vanderjagt non era riuscito a fare nelle 11 partite precedenti.

Per il resto, non è stata certo una bella partita: entrambe le squadre hanno sentito la pressione dovuta all’importanza della posta in gioco. Dallas poteva allungare e quasi ipotecare la leadership della NFC East, e poi c’era l’umiliazione subìta sei settimane prima al Texas Stadium da vendicare; per i Giants si trattava di rientrare su quelli che sembravano essere i favoriti del momento per la vittoria nella divisione. Tony Romo ha dimostrato di soffrire i Giants, lanciando due intercetti che hanno portato a sette (di cui cinque contro i newyorkesi) il totale di stagione. Ma ha comunque totalizzato una solida prestazione finale, a cui è mancato solo il TD pass: 20 su 34 per 257 yards ed una corsa da 10 yards il bottino finale. Niente male per una partita definita da molti “mediocre”, ma che forse sarebbe più corretto definire “umana”. Le buone notizie sono che quando il passing game di Dallas stenta, entra in azione il rushing game, ed in particolare Marion Barber III che con 76 yards e due touchdown mette il sigillo alla sua partita più produttiva della stagione, tenendo in gara la sua squadra che addirittura ha costretto New York ad inseguire il punteggio per tre quarti di gara. Delude un pò la difesa, molto “prudente” ed addirittura “morbida” in qualche occasione, forse memore dei big plays di Eli Manning nella partita precedente.

Una piccola annotazione finale su Bill Parcells, che ha tirato fuori dal cilindro un’altro coniglio: il numero 46 Oliver Hoyte. Un linebacker schierato domenica come fullback che, oltre a ben comportarsi, ha anche ricevuto un passaggio da Romo per 6 yards. Cose che si vedono solo nei college, o in Italia… o ai tempi del grande Tom Landry. E dato che quando si vince la prossima partita è sempre quella più importante, i Cowboys sono ora attesi dall’impegno forse più severo di tutta la stagione, quello contro i New Orleans Saints. Perchè il più severo? E’ presto detto. Reggie Bush sembra essere definitivamente “esploso” nella NFL, inoltre Sean Payton, il coach dei Saints, è stato per gli ultimi tre anni l’assistant coach di Parcells ai Cowboys: conosce il sistema, conosce Parcells e soprattutto è uno dei pochissimi che conosce benissimo Romo, i suoi pregi ed i suoi difetti. E moltissimi ex-giocatori dei Cowboys giocano ora nei Saints, come il ricevitore Terrance Copper, il kicker Billy Cundiff, i linebackers Scott Fujita e Scott Shanle ed il tackle Rob Petitti. C’è da sperare che stavolta la legge dell’ex non funzioni…

SCORING SUMMARY

DAL – NYG 23-20 (7-7 3-0 3-3 10-10)

1ST QUARTER
TD Jeremy Shockey, 17 Yd pass from Eli Manning (Jay Feely kick is good), 4:39. Drive: 10 plays, 66 yards in 5:58.
TD Marion Barber, 1 Yd run (Martin Gramatica kick is good), 1:28. Drive: 3 plays, 40 yards in 1:26.

2ND QUARTER
FG Martin Gramatica 41 Yd, 0:01. Drive: 8 plays, 50 yards in 1:12.

3RD QUARTER
FG Jay Feely 23 Yd, 4:32. Drive: 17 plays, 75 yards in 8:33.
FG Martin Gramatica 35 Yd, 0:05. Drive: 9 plays, 49 yards in 4:27.

4TH QUARTER
FG Jay Feely 22 Yd, 9:44. Drive: 11 plays, 68 yards in 5:21.
TD Marion Barber, 7 Yd run (Martin Gramatica kick is good), 3:33. Drive: 12 plays, 66 yards in 6:11.
TD Plaxico Burress, 5 Yd pass from Eli Manning (Jay Feely kick is good), 1:06. Drive: 7 plays, 63 yards in 2:27.
FG Martin Gramatica 46 Yd, 0:01. Drive: 5 plays, 40 yards in 1:05.