Tutto in una notte.
Accade tutto in una splendida serata di football, nell’ultimo Monday Night assegnato a Chicago per la stagione 2006: i Bears volano direttamente al Divisional di gennaio conquistandosi un “bye” per il primo turno di postseason e Devin Hester è l’immagine più forte di questa conquista. Con due kick off riportati in meta il rookie dall’università i Miami diventa il sesto giocatore a segnare due volte in questo modo nella stessa gara ma, soprattutto, il primo a combinare sei diversi ritorni in TD superando un primato che resisteva dal 1971.
Ci sono voluti 85 anni per permette a un giocatore (Nathan Vasher) di segnare una meta lunga 108 yards: a Hester è bastato mezzo campionato da rookie per eguagliarlo; E quattordici gare per stabilire questo incredibile record di segnature. “Molti di noi sapevano che era un ragazzo speciale” ha detto il WR Muhsin Muhammad dopo la gara riferendosi ad Hester, “ma penso che stanotte il mondo intero si sia reso conto che lui è davvero un talento speciale”.
Quattro punt, due kick off e un “missed field” goal sono il suo bottino, spesso giocate fondamentali, come contro i Vikings una settimana fa per sbloccare il risultato, o come contro Arizona, in una serata offensivamente disastrosa, per effettuare il sorpasso. Devin Hester è l’uomo in più, il giocatore scelto per effettuare numeri ad effetti negli Special Teams, come faceva a Miami, ma ha continuato a fare qui, in NFL, già dall’esordio a Green Bay. Con le assenze difensive di Mike Brown, Tommie Harris e Nathan Vasher si è giocato pure qualche chance sul campo, durante gli snap, effettuando tre placcaggi, uno dei quali (perfetto e duro) su Steven Jackson che stava per chiudere il down.
Grazie al suo contributo (246 yards), i Bears hanno ottenuto il più ampio guadagno di yards stagionale, battuto i St. Louis Rams (42-27) e conquistato l’accesso diretto al Divisional Playoff di NFC. Come da titolo, tutto in una notte. Non è stato semplice, non da subito, con un attacco dei padroni di casa scatenato e difficile da contenere, senza che la difesa riuscisse a creare quei turnover che solitamente danno un grande vantaggio ai possessi offensivi. I Rams in vantaggio dopo l’errore di Robbie Gould (0/2), incredibilmente a secco, falliscono l’extra point e mostrano la guancia al primo spettacolare ritorno di Hester, 94 yards e meta.
Siamo già nel secondo quarto, dopo una prima frazione di studio, e i Rams tornano di nuovo avanti subendo poi il ritorno di Rex Grossman, finalmente tranquillo, concentrato e ben amministrato dalla sideline. Il quarterback non esagera, non corre rischi inutili, chiude un primo down sfruttando le proprie gambe, ma soprattutto torna a lanciare 200 yards, senza subire intercetti e mandando in meta due receiver. Il suo 13/23 è l’unico neo, una percentuale non impressionante che non condiziona comunque un ottimo rating (114.4) e deriva soprattutto da un avvio di gara piuttosto teso.
Solo dopo il TD di Moose (accompagnato ad ogni ricezione da urla di giubilo da parte dei numerosi tifosi di Chicago come al Soldier Field… “Moooooose!!!” ) nel terzo periodo Grossman si lascia andare finalmente a un sorriso una volta tornato sulla sideline. I suoi compagni lo appoggiano dopo ogni play, scambiano con lui high five uno dopo l’altro, lo rincuorano, gli battono continue pacche sulle spalle. Lui trova conforto subito con Bernard Berrian (3/62, TD), che riceve corto e
sprinta
in mezzo a tre difensori per segnare la meta che porterà al 14-13.
Rexy si lascia però andare solo dopo il TD di Muhammad, un lob perfetto che Moose trasforma in meta incredibile sovrastando il cornerback avversario. Un bel lancio, preciso, ben appoggiato, uno di quei palloni che Muhsin non molla mai. E’ il TD che segue quello su corsa di Thomas Jones (11/76) da 30 yards e che nel terzo quarto chiude la gara. Grazie a Rex, grazie anche a lui.
“E’ stata un’ottima vittoria” ha detto Grossman in sala stampa, “è stata dura vincere in trasferta e sentire davvero il gioco tornare a funzionare”, ha continuato dopo aver passato un esame difficile visto il suo stato attuale di forma e di condizione psichica. Gli esami non terminano qui, ma gestito così Grossman può ridiventare l’uomo giusto per una franchigia che cerca solo un QB costante per completare la propria opera di grandezza, tra immensa difesa e Special Teams devastanti. Nel quarto periodo c’è stato spazio anche per una meta di Adrian Peterson, sfruttato subito per uno screen centrale grazie al quale ha potuto coprire 32 yards di pura potenza fisica, e poi sulle corse, tre portate per 12 yards e una meta. Che chiude la gara, prima che Torry Holt e Steven Jackson provino a riaprirla inframmezzati dall’ennesimo capolavoro di Hester (96 yards).
Ha corso anche Cedric Benson, per la cronaca, un 16 per 64 che ha evidenziato di nuovo la maturità sempre crescente che accompagna un ragazzo ormai pronto a prendersi sempre più responsabilità, sempre più vicino al dimostrare come la sua scelta (prima di Chicago al draft 2005) sia stata azzeccata. E c’è stata anche la difesa, in difficoltà per qualche penalità di troppo e davvero eccessivamente rilassata nell’ultimo quarto, quando la gara era chiusa ma non per questo sembrava necessario giocare con meno grinta. Difesa comunque solida nei momenti in cui serviva, con secondarie rimaneggiate ma pronte a colpire forte, con decisione e tempismo. Davvero feroci alcuni interventi di Chris Harris, Danieal Manning e Charles Tillman che con l’unico intercetto della partita pone anche fine alle ostilità. Solito gran lavoro anche del front seven che trova in Lance Briggs (9-0) e Brian Urlacher (8-2) i soliti immensi leader nelle imprese difensive del box; lancia molto Marc Bulger (356 yards, 3 TD), trova gran collaborazione nei propri ricevitori sempre immensi (Holt e Bruce), ma paga anche lo scotto di tre sacks, due dei quali portati a segno dal sempre più sorprendente rookie Mark Anderson.
Ritrovata la pace e mantenuta al sicuro la leadership nella NFC ai Bears non resta che guardare avanti, a un calendario ora più che abbordabile per mantenere il fattore campo durante tutte le eventuali gare dei playoffs.