Favre…
Si è conclusa un’altra stagione per la franchigia del Wisconsin ed anche quest’anno i verde-oro guarderanno la postseason seduti davanti alla tv. Nonostante ciò, il percorso dei Packers è da ritenersi molto positivo. Un record in parità che ha portato a sfiorare un’ennesima presenza ai playoff per l’immenso Brett Favre. Solo la strenght of schedule a favore dei Giants ha lasciato il numero 4 seduto sul divano di casa.
Inoltre, una bella soddisfazione per le teste di formaggio è aver battuto a domicilio i rivali storici dei Bears, scarichi per aver raggiunto tutti gli obiettivi possibili, in cui sono riusciti a mettere in totale imbarazzo il QB avversario Rex Grossman. Ma parlare di questa partita non è così importante, visto che il suo risultato era assolutamente indifferente visto quanto successo nella domenica pomeriggio americana. E’ più interessante parlare di sensazioni ed anche di emozioni. Emozioni legate a quella che potrebbe essere l’ultima partita di un giocatore immenso, un uomo che ha dato la vita per il football e che ha dato la vita per la sua franchigia. Un uomo che ha combattuto in tutte le condizioni atmosferiche, burbero quel tanto che basta, ma sempre pronto a congratularsi con l’avversario.
Non saprei dire cosa sia passato per la testa di Favre ad ogni snap, sapendo che ogni hut lo avvicinava a quella che potrebbe essere la scelta più difficile della sua carriera. Sarà andata alle vittorie, sarà andata ai record posseduti, sarà andata alla moglie che sembra essersi ripresa dalla malattia che l’aveva colpita, sarà andata alle sconfitte. Nessuno potrà mai saperlo, ma sono quasi sicuro che si sarà ricordato di quando da bambino ricevette la prima palla da football. Con gli occhi sognanti e con la voglia di imitare i campioni NFL. E subito dopo tornava con la schiena curva dietro al suo centro e, sicuramente, un sorriso gli deve essere apparso sotto il casco. Un sorriso e forse una lacrima, anche se non lo ammetterebbe mai visto il suo carattere.
Se mai dovesse smettere, il numero 4 verde-oro potrà sedersi ed aspettare il suo ingresso nella Hall of Fame, potrà dedicarsi ai commenti televisivi, ma per tutti resterà quel combattente che sotto la neve guidava i suoi ragazzi alla vittoria. Ci mancherà di sicuro, perchè i Packers sono Favre e Favre è Green Bay.
So che questo non è un articolo sensato, ma questi momenti non ne possono avere. Non saprei dire se sia meglio che Favre smetta e chiuda la sua carriera con una vittoria, o sia meglio rivederlo l’anno prossimo in campo a guidare ancora i suoi compagni. Spero solo che lo sguardo sognante da bambino sia sempre con lui e che la voglia di giocare non lo abbandoni mai.
Grazie Brett, grazie di tutto.