Il buono e il cattivo – 2a parte

Archiviata con il Pro Bowl di Honolulu anche questa stagione 2006, proviamo assieme a tirare le somme in casa Cowboys su quello che è andato bene e quello che è andato male, e come gli indovini nella loro sfera di cristallo, cerchiamo di traguardare attraverso le nebbie del tempo per indovinare i piani di Dallas e del suo padre-padrone Jerry Jones, almeno in chiave draft e free agency.

LE CINQUE COSE ANDATE MALE

1. Le follie di T.O.
Il primo anno di Terrell Owens a Dallas è stato a dir poco ricco di “eventi”. Se ci sarà un secondo anno è tuttora oggetto di discussione, dato che i Cowboys dovrebbero pagargli 3 milioni di roster bonus a giugno e che il giocatore ha un impatto sul salary cap di circa 9 milioni di dollari. I suoi numeri in regular season (85 ricezioni per 1180 yards e 13 TD) suggerirebbero che sia stato un vero successo, ma T.O. è anche in testa alla lega per numero di palloni droppati (17) e per i mal di testa che ha fatto scoppiare in giro: una tendinite durante il training camp, una mano rotta, un tentato “suicidio”, allenamenti saltati o sessioni tecniche passate a dormire, allenatori maltrattati, partite passate a chiedere la palla e a dire “Che razza di scherzo è questo?” quando non la riceveva sono stati tutti episodi di una sceneggiatura durata un’intera stagione. Bill Parcells ha lasciato, e non è mai stato uomo che guardava al passato, ma certo con l’avvento del nuovo allenatore, che deve conquistare comunque la fiducia dell’ambiente, un giocatore destabilizzante come T.O. è l’ultima cosa di cui Wade Phillips possa avere bisogno, e questo mette Owens in una posizione estremamente pericolante.

2. L’infortunio di Greg Ellis
Tutti sanno quanto Greg Ellis possa essere importante per la difesa. Quando il giocatore si è spezzato il tendine di Achille in Arizona, le dinamiche difensive della squadra sono cambiate: gli avversari hanno smesso di temere la pass rush dei Cowboys, e la cosa ha avuto pesanti ripercussioni sulla secondaria. Ellis ha stentato nella sua transizione ad outsidelinebacker, ma adesso si teme sul fatto che riesca a recuperare completamente da questo infortunio.

3. Mike Vanderjagt
Dopo aver perso come minimo tre partite nel 2005 per colpa dei calci piazzati, Dallas ha messo sotto contratto nel 2006 Mike Vanderjagt per essere sicura che ciò non accadesse di nuovo. Il kicker più preciso della storia NFL ha ricevuto per questo un contratto di tre anni comprendente un signing bonus da 2,5 milioni di dollari. Ma Vanderjagt è stato inconsistente dal primo giorno di training camp, e non ha mai completamente guadagnato la fiducia di Bill Parcells, che alla fine lo ha tagliato. Jerry Jones ha dichiarato che i Cowboys non faranno mai più follie finanziarie per un kicker.

4. I problemi delle safety
Da quando Darren Woodson si infortunò alla schiena nel 2004, i Cowboys non sono stati più in grado di trovare una spalla giusta per Roy Williams: Lynn Scott, Tony Dixon, Willie Pile, Keith Davis e Patrick Watkins si sono alternati in questo ruolo, ma senza molto successo. Le capacità di copertura di Williams vengono continuamente sezionate dagli avversari, ma i Cowboys sapevano bene che Williams non è una safety di copertura quando lo hanno messo sotto contratto. Nonostante ciò, i suoi cinque intercetti sono stati il massimo nella lega per le safety.

5. Lo svantaggio del fattore campo (di casa)
Durante questa stagione il Texas Stadium non è stato propriamente il paradiso per i Cowboys. La squadra ha infatti terminato 4-4 in casa, ed ha raggiunto i playoffs soprattutto grazie ad un record 5-3 in trasferta. All’inizio di dicembre si pensava già ad una stagione trionfale, dovendo disputare tre delle quattro ultime partite in casa: sono state tutte e tre perse, contro New Orleans, Philadelphia e Detroit, con uno svantaggio medio di 16.3 punti…

2 – continua