Lamar Lundy se n’è andato
Lamar Lundy, componente della mitica e temibile “Fearsome Foursome“, la linea difensiva dei Los Angeles Rams degli anni ’60, è scomparso Sabato scorso, all’età di 71 anni.
L’ex giocatore è morto dopo una lunga malattia a Richmond, Indiana, la sua città natale.
Lundy ha passato la sua intera carriera da pro (13 stagioni) con i Rams (1957-1969).
Insieme a Merlin Olsen, Deacon Jones – entrambi Hall of Famers – e Roosevelt Grier ha dato vita ad una delle linee difensive più forti di tutti i tempi.
Nel 1968, quest’ultima ha stabilito un record NFL in termini di minor numero di yards concesse in una stagione da 14 incontri.
“Era un atleta eccezionale, ed una persona ancora migliore“, ha dichiarato Olsen al quotidiano Palladium-Item.
Olsen ha definito Lundy come “l’ancora della linea“.
“Era davvero la forza stabilizzatrice, Mr. Consistenza“, ha detto Olsen. “Era una parte fondamentale dell’equazione“.
A differenza dei tre compagni di linea, Lundy ha iniziato la carriera in attacco.
Nelle sue prime 3 stagioni NFL, ha giocato infatti principalmente come tight end, ricevendo 35 passaggi per 584 yards e 6 touchdowns – tre in ciascuna delle prime 2 stagioni – prima di passare in difesa.
Lundy è stato il primo giocatore di football di colore a vincere una borsa di studio al college di Purdue.
Ha guidato la Richmond High School a stagioni senza sconfitte nel 1952 e nel 1953, ed alla Final Four statale di basket nel 1953.
Era un atleta talmente bravo da partire titolare nella squadra di basket di Purdue, venendo inoltre selzionato come MVP dei Boilermakers sia nel football che ne basket nell’anno da senior.
Lundy è stato nominato all-state sia nel football che nel basket al liceo, ed ha fatto parte altresì del prestigioso All-Star team di basket dell’Indiana.
E’ stato selezionato per il Pro Bowl del 1959, ed ha guidato i Rams quanto a sack (statistica non ufficiale all’epoca) nel 1961.
Un infortunio al ginocchio l’ha spinto al ritiro nel 1967.