Super Bowl coverage: Lo Stadio
Oramai ci siamo. L’evento che paralizza gli States e che noi appassionati sentiamo come l’evento dell’anno è alle porte.
Domenica prossima, 3 febbraio 2008, si svolgerà all’University of Phoenix Stadium (la “casa” degli Arizona Cardinals) il Super Bowl XLII tra i New England Patriots e i New York Giants.
Disegnato dall’architetto Peter Eisenman e terminato nel 2006, l’University of Phoenix Stadium (1 Cardinals Drive – Glendale, AZ) è la struttura sportiva più all’avanguardia non solo nella NFL ma in tutto il mondo, tanto che ha avuto tale riconoscimento da diversi giornali e riviste come “Street & Smith’s Sports Business Journal”, “Sports Business Daily” e “Business Week”.
La capienza si aggira sulle 63.000 unità, ma pare verranno, per l’evento, ricavati altri 10.000 posti a sedere per far fronte almeno in parte alla enorme richiesta di biglietti, non solo delle due tifoserie, ma anche da chi, neutrale perché tifoso di altre franchigie, vuole assistere all’evento dell’anno.
Il tetto di tale meraviglia architettonica è costituito da due grandi pannelli che nei mesi “freddi” vengono permettendo alla brezza della Valle di creare un clima perfetto e nei mesi caldi vengono lasciati chiusi per permettere all’avvenieristico sistema di climatizzazione di creare un ambiente perfetto per giocare a Football e per i fans sugli spalti.
Il tetto dello stadio aperto
Non bastasse, l’intero campo da gioco può uscire dallo stadio. Tale operazione viene fatta nei giorni precedenti alla gara in modo da arieggiare e far prendere sole all’erba.
In un disegno pre-costruzione e in una recente foto il campo da gioco fatto uscire dallo stadio
Insomma, si è pensato a tutto, ma non solo per l’erba, i giocatori, il pubblico.
All’University of Phoenix Stadium esiste anche un programma di riciclo rifiuti che riguarda vetro, lattine, plastica, carta, ecc…
Solo per fare un esempio, dentro lo stadio esistono 33 contenitori per il vetro nell’anello superiore e 28 in quello inferiore.
Non solo all’interno della struttura, comunque, si invoglia la gente a riciclare, infatti nei parcheggi sono disseminati ovunque raccoglitori per l’immondizia secca e umida e per tutto ciò che resta dopo un bel pranzo consumato, come usanza negli Stati Uniti, nell’antistadio.
E veniamo ai parcheggi. Ogni Stadio americano, soprattutto quelli costruiti nelle periferie dove c’è più posto per costruirli ha, all’esterno, ampi parcheggi.
Non fa differenza l’University of Phoenix Stadium, che conta addirittura 14.000 posti macchina tra i quali oltre 2.000 per disabili.
I parcheggi vengono aperti alcune ore prima del kickoff e nessuno, prima di allora, può accedervi.
Inoltre, 2 ore prima dell’inizio della partita è preevisto un servizio di bus navetta che portano la gente fino agli ingressi dello stadio.
Parte degli ampi parcheggi che circondano lo stadio
C’è da complimentarsi, quindi, sia per la struttura architettonica, sia per l’alto livello di comodità riservato ai fans, sia per un campo da gioco sempre perfetto, sia per l’ampio parcheggio offerto e sia, ultimo ma non per importanza, per una politica di rispetto all’amiente tanto cara e discussa ai giorni nostri.
Un’immagine dell’interno di questa meraviglia di stadio