Super Bowl coverage: le Squadre – New York Giants
Articolo a cura di Mauro “Niall” Paganelli
In molti definiranno i New York Giants come la sorpresa della stagione. Nella NFL, si sa, le sorprese ci sono sempre; eppure ogni volta restiamo stupefatti nel vedere schieramenti di uomini in grado di plasmare il proprio destino, non necessariamente perchè sono i migliori, ma solo perchè hanno dimostrato di volerlo di più.
Pochi forse si sarebbero immaginati una squadra così competitiva, o almeno non quanto altre franchigie più quotate (vedi Dallas o Green Bay) ma dimostrando nei play off di avere i famigerati “attributi”, caratteristica fondamentale per chi, nello sport come nella vita, vuole raggiungere i propri obiettivi.
I tifosi avranno storto un po’ il naso quando nell’estate 2007 Eli Manning si è autoeletto leader offensivo della squadra dopo il ritiro di Tiki Barber; ci si chiedeva come mai nella Grande Mela avessero scommesso su di lui, e forse la risposta si può leggere in questi play off: 599 Yds lanciate, una più che rassicurante percentuale di completi del 62.4% e, udite udite, 0 intercetti (quando la media in regular season è di 1.14 a partita – 18.3 a stagione dal 2005 ad oggi).
Diamo un’occhiata al cammino dei Giants.
Il calendario si è presentato subito caldo, con due sfide di alto livello contro Cowboys e Packers. I risultati sembravano mostrare un potenziale più basso di New York rispetto alle altre due: 35-45@Dallas e 13-35 vs Green Bay. La squadra, però, si riprende vincendo 6 partite di fila, arrivando al Bye di Week 9 con un incoraggiante -anche se parziale- record di 6-2.
In questa prima parte sconfiggono Redskins (24-17@WAS), Eagles (3-16@NYG con 6 sacks di Umenyoira), Jets (24-25@NYG), Falcons (31-10@ATL), 49ers (10-33@NYG) e i Dolphins (13-10@MIA).
Sugli scudi la offensive line, grazie alla quale il gioco di corsa -spartito tra Jacobs, Bradshaw e Ward– ha guadagnato quasi 100 yds a partita, con il picco stagionale nella Week 13 di Derrick Ward, che contro i Bears ha corso per 154 yds. Oltre alle corse il piccolo Manning ha potuto affidarsi ad un Plaxico Burress sempre tra i migliori in campo; in regular season ha compiuto 70 ricezioni, 1025 yds di guadagno e il personale record di 12 TD.
Nalle Week 10 i Giants ritrovano i Cowboys e ancora una volta escono battuti con il risultato di 31-20 contro un Romo in ottima forma ( 247 yds lanciate, 4 TD e 1 Int). A seguire la vittoria a Detroit per 16-10 e la clamorosa sconfitta contro i Vikings per 41-17, dove Manning Jr. lancia ben 4 intercetti e subisce 3 sacks. Tuttavia la strada verso la Postseason è piuttosto in discesa: secondo posto in division dietro a Dallas con Redskins e Eagles ancora lontani e un parziale record di 7-4.
Dopo la pesante caduta a Minnesota i Giants vincono a Chicago (21-16) e a Philadelphia (16-13) per poi uscire sconfitti 22-10 nel remake coi Redskins, rientrati nella corsa ai play off grazie ad un sorprendente finale di stagione.
Nella Week 16 la squadra di Coughlin passa a Buffalo (38-21) e, per finire, quello che nessuno si sarebbe aspettato potesse essere un antipasto del Super Bowl: Giants-Patriots. La partita è combattuta e il punteggio si sbilancia da una parte all’altra fino all’intercetto di Hobbs nell’ultimo quarto, quando i Pats hanno chiuso la pratica 38-31 e la regular season con il sensazionale record di 16-0. I Giants invece chiudono con un 10-6 che permette loro di andare a giocarsi i Wild Card a Tamba Bay.
Ecco salire in cattedra la New York che non t’aspetti: una squadra solida, efficace e trainata da un Eli Manning finalmente leader. Nonostante un primo quarto dove fatica a macinare yds su corsa, New York si sistema sui lanci e riesce ad infilarsi nella dura difesa dei Buccaneers. Col passare dei minuti i Giants iniziano a giocare alla grande: Garcia è costantemente sotto pressione e a fine partita la sua prestazione sarà deludente, come tutto l’attacco di Tampa; finale Giants 24 Buccaneers 14.
Eli Manning, grande protagonista dei playoffs
Gli uomini di Coughlin accedono quindi ai Divisional, dimostrando di essere squadra da non sottovalutare. Il pronostico del match contro i Cowboys non è più così scontato, o forse scontato non lo è mai stato; Manning sfodera un’altra grande gara con 2 TD pass e 0 intercetti, la difesa è sugli standard delle ultime partite e quindi altissimi (nonostante i drive infiniti di Dallas), aiutata da un Romo non proprio fenomenale come ci si aspettava. Risultato: 21-17 e Dallas estromessa dalla corsa all’Anello
Il sogno si fa sempre più vicino, ma bisogna passare dalle temperature artiche del Lambeau Field, prima di raggiungerlo. I Packers ( sbarazzatisi dei Seahawks ai Divisional )sono anche loro provenienti da una stagione stellare e guidati da un Favre più che mai motivato. Accolgono i Giants con -19 gradi sul termometro e partono come favoriti, ma le quotazioni di New York sono notevolmente salite dopo le ultime due partite di play off. Il clima è proibitivo ma la partita è entusiasmante; Burress riceve 7 volte totalizzando 105 yds solo nel primo tempo, che si chiude 6-10 per i Packers, ma la gara è totalmente aperta. Jacobs e Bradshaw per i Giants e Lee per Green Bay portano il risultato sul 20-17, pareggiato poi da un field goal di Crosby. A 4 secondi dalla fine New York può staccare il biglietto del Super Bowl con un calcio da 37 yds, ma Tynes fallisce e si va all’overtime. Accade l’impensabile: Brett Favre firma la condanna dei suoi lanciando nelle vicinanze di Corey Webster, che intercetta e riconsegna il pallone a New York; i Giants arrivano sulle 47 yds e Tynes ha l’opportunità di una vita, regalare il Super Bowl alla propria squadra. Il calcio è da distanza ancora maggiore rispetto all’errore precedente, ma non solo la distanza. Chi non vorrebbe sapere cosa ha provato Tynes prima di calciare un field goal così difficile ed importante? Ma soprattutto, chi non vorrebbe provare ciò che ha provato dopo averlo realizzato? Giants 23 – Packers 20!
I New York Giants sono i campioni della NFC e volano in Arizona a giocarsi il Super Bowl XLII, perchè hanno fatto del loro meglio, perché ci hanno messo cuore e determinazione, perché ci hanno creduto più di altri. Forse sono gli svaforiti, è vero; la corazzata di Belichick farebbe paura a chiunque. Ma non a questi Giants, non al Super Bowl, non in questo sport.