I nomi delle franchigie NFL
Dopo il Superbowl XLII, tra una lacrimuccia e un tentativo di suicidio con popcorn, al pensiero di dover affrontare le orde di “amici” anti-Pats, ripensavo alla frase di chiusura del Superbowl XXXVI, il primo dopo l’11 settembre, che vide i Patriots vincere a sorpresa contro i Meravigliosi Rams di Warner, Faulk &CO: “We’re all Patriots and tonight, The Patriots, are WORLD CHAMPIONS!!!”.
Quella vittoria sembrò quasi…“Divina”, dato che nessuna squadra aveva un nickname più consono…all’occasione ed al momento storico.
Mentre cercavo di affogare le mie pene nel dolce limbo dei ricordi, mi son chiesto da dove derivassero i nickname delle franchigie Nfl. Chi si fosse preso l’arduo onere, o onore, di decidere che i Patrioti avrebbero giocato a Foxboro piuttosto che al “Mile High Stadium” o chi avesse associato acciaierie e delfini alle grandi dinastie di questo sport.
Come da costume nella società americana, la decisione del nickname della franchigia è stata spesso opera del proprietario, della serie: “Io caccio i soldi e io decido!!!”.
Ne è un esempio Oakland: spinti da un insano senso democratico, i dirigenti decidono di lasciare ai fans la scelta e indicono un sondaggione, risultato: Senors. Forse uno sbadato impiegato ha sbagliato a scrivere il risultato visto che ad Oakland giocano i Raiders!
Decisamente più semplice il caso dei Carolina Panthers, così ribattezzati dal Presidente e figlio del proprietario Mark Richardson, che ne scelse anche i colori.
Particolare, per quanto riguarda i colori, è la storia degli Arizona Cardinals. Il team agli inizi del secolo era conosciuto come “Normals” e giocava con delle divise marroni, comprate dall’Università di Chicago. Finché un giornalista fece notare al proprietario, Chris O’Brien, che quelle divise erano “faded red” (rosso scolorito), ma lui prontamente rispose che quelle divise non erano scolorite bensì “Cardinal Red” (rosso cardinale).
Parlando di football a Chicago si pensa subito ai Bears. Alla loro nascita, la franchigia si chiamava Staleys (in onore del Main Sponsor, la Staley Starch Company) e giocava a Decatur. Nel 1921 George Halas comprò i Decatur Staleys e li spostò a Chicago, sempre in Illinois. Il team divideva il campo da gioco, il Wrigley Field, con i Chicago Cubs del Baseball. A quel punto Halas pensò che, se i giocatori di baseball si chiamavano Cubs (Cubs Bear = Orsacchiotto) i suoi, molto più grossi e cattivi, dovevano per forza essere i Bears!
Un’altra squadra che dovette cambiare il proprio originario nickname per concomitanza con un team di baseball fu l’America’s Team, i Dallas Cowboys. Inizialmente conosciuti come Steers (Manzi), la franchigia scelse come nome “Rangers”, visto che la locale squadra di baseball, così chiamata, era sull’orlo del ritiro. Ma quando questi decisero di posticipare il ritiro di un anno, onde evitare scomode sovrapposizioni, i proprietari, Clint Murchison Jr. e Bedford Wynne, decisero di rinominare la squadra Cowboys.
L’assonanza con la limitrofa squadra di baseball, i Mets, oltre che la vicinanza all’aeroporto LaGuardia, furono invece all’origine del nickname dei New York Jets, che fino al 1963 erano conosciuti come Titans. La nuova dirigenza sperava così di “far decollare” le prestazioni della franchigia.
Dovette fare i conti con l’abbondanza di “parenti del regno animale” anche George A. Richards quando, dopo aver comprato i Portsmouth Spartans nel 1934, li trasferì a Detroit. Scelse per il suo team il nickname Lions, perché “il leone è il re della giungla e noi speriamo di diventare i re della Lega” (purtroppo per loro, di Barry Sanders c’è ne è stato uno solo…); inoltre, la “MoTown” pullulava di “Felini” tra i Tigers del baseball e i rivali footballistici dei Panthers, poi ritiratisi di lì a breve.
Sempre in ambito felino, ma di più facile “concepimento”, il nome per la franchigia di Cincinnati, i Bengals; il proprietario, Paul Brown, decise infatti di riprendere il nome della vecchia franchigia di football della città, per mantenere una connessione col passato del football professionistico di Cincinnati”.
Un’altra squadra che ha scelto il suo nome per “onorare il territorio” sono i Minnesota Vikings. Il proprietario, Bert Rose, decise di chiamare così la neonata franchigia del Minnesota, poiché molti degli abitanti del luogo avevano origini scandinave.
Di natura più politica, invece, è il nickname dei Kansas City Chiefs, infatti “The Chief” altri non era che l’allora sindaco della Città Roe Bartle, che convinse Lamar Hunt a trasferire i Dallas Texans nella sua città, assicurando un allargamento dello stadio e garantendo il triplo degli spettatori registrati in Texas: Negocios son Negocios!
Politico è anche il motivo della scelta del nome della franchigia di Philadelphia, gli Eagles. Quando Bert Bell acquisì la società, nel 1933, si era negli anni del New Deal; così, scelse l’aquila (simbolo del piano di riforme economiche e sociali di Roosevelt) come auspicio per un “Nuovo Corso” della franchigia.
Facilmente riconducibile a “motivazioni patriottiche” è la scelta del nickname dei New England Patriots! La scelta del nome è un tributo alla leggendaria “Midnight Ride” di Paul Revere, patriota americano, che cavalcò una notte intera per avvisare John Hancock e Samuel Adams dei movimenti dell’esercito inglese prima delle battaglie di Lexington e Concord.
Un chiaro riferimento storico è presente anche nel nickname di un’altra grande dinastia: i San Francisco 49ers. Infatti, il nome 49ers è un tributo allo spirito avventuroso dei protagonisti della “Gold Rush”, la corsa all’oro che si svolse sulle montagne della Sierra Nevada ad est di San Francisco nel 1849.
Alla loro nascita, invece, gli attuali Washington Redskins dividevano nome e campo con i Boston Braves. Il nickname Redskins fu adottato in seguito, quando la squadra si trasferì nel leggendario Fenway Park (Boston). Il nome fu mantenuto anche quando, nel 1937, il team si trasferì nella Capitale.
Nello stesso periodo, 1936, in quel di Cleveland nasceva una nuova franchigia, i Rams. Il nome fu suggerito dal GM Wetzel, tifoso dei Fordham Rams e subito approvato dal proprietario Homer Marshman, soddisfatto dall’ “acustica” del nome. Il nome sopravvisse a due traslochi, prima a Los Angeles (1946) ed infine a St.Louis (1995).
Fortunatamente, gli USA hanno anche un’anima più “Democratica”, infatti, ci sono diversi team che devono il loro nickname al “vox populi” ovvero ai loro fans! È il caso dell’ultima nata in casa NFL, gli Houston Texans. Il 6 settembre 2000, un contest stabilì il nome della franchigia; i battuti furono “Apollos”, “Bobcats”, “Stallions” e “Wildcatters”.
Nel 1991, a Jacksonville, gli sconfitti furono invece “Sharks”, “Stingrays” e “Panthers” quando la città fu chiamata a scegliere il nickname per la nascitura squadra: i Jaguars.
Non fu la città, bensì una giuria di esperti a scegliere il nome della squadra di Tampa Bay: furono vagliate 400 ipotesi, prima di scegliere Buccaneers, in onore del “Gasparilla Pirate Festival” una celebrazione annuale che ricorda l’invasione del pirata Jose Gaspar; i battuti: “Buzzards”, “Sea Horses” e … “Mafia”!
Il forte legame con il mare spinse i cittadini di Seattle a scegliere, nel 1975, Seahawks come nome per la squadra della loro città.
Rimanendo in tema di “Uccelli predatori”, gli Atlanta Falcons devono il loro nome a Julia Elliot, un’insegnante di Griffin, che nel 1965 suggerì Falcons perchè “il falco è fiero e dignitoso, con animo impavido e combattente”.
Meno originale, ma fortemente connessa alla tradizione sportiva locale, è la scelta del nome Broncos per la squadra di Denver, infatti, la denominazione risultata vincitrice nel sondaggio del 1960 si rifaceva all’omonimo team che affrontò nel 1921 la Midwest Baseball League.
Assolutamente legata alla tradizione sportiva locale è la scelta del nickname Browns per la franchigia di Cleveland. Un sondaggio del 1945 scelse Browns in onore di Paul Brown, primo coach e GM della squadra, oltre che importante figura dello sport dell’Ohio, ma Brown stesso pose il veto a questa scelta. La scelta successiva era “Panthers”, nome che non poté essere usato in quanto già di proprietà di un’altra squadra locale, mai decollata. Si tornò quindi alla prima scelta.
Non alla tradizione sportiva, ma alla tradizione locale, è dovuta la scelta del nickname dei New Orleans Saints! Un sondaggio scelse come nickname Saints poiché la squadra nacque il giorno di “Tutti i Santi” (“All Saints Day”, 1 novembre) e nella città famosa per il jazz e la marcia “When the Saints Go Marching In”.
Rimanendo nel “Deep South” è particolare la storia dei Tennessee Titans: la franchigia nacque a Houston col nome di Oilers, vista la grande produzione di petrolio tipica del Texas. Dopo il trasferimento a Nashville, in Tennessee, come Tennessee Oilers, il proprietario Bud Adams organizzò un concorso per la scelta del nome, che doveva rispecchiare la forza, la leadership e le altre eroiche qualità della città. Si scelse Titans, anche per le connessioni con la cultura ellenica visto che Nashville era considerata la “Atene del Sud”.
Altro nickname storico è quello dei Buffalo Bills. Nata originariamente come Bisons, la squadra decise di cambiar nome per differenziarsi dalle omonime squadre di Hockey e Baseball. Nel 1947 James Breuil, il nuovo proprietario, indisse un concorso che vide vincitore Bills, in onore di William F. Cody alias Buffulo Bill, su “Bullets”, “Nickels” e “Blue Devils”.
Nessuna connessione con la città, invece, per gli Iindianapolis Colts. Infatti, quando la franchigia si è spostata a Indianapolis nel 1984 ha mantenuto il precedente nickname appartenuto a quella di Baltimore, che Charles Evans suggerì in un concorso in onore della tradizione di corse e allevamento dei cavalli della cittadina del Maryland, e perché…. “Suona bene nei titoli dei giornali”.
Per il ritorno nella NFL, nel 1996 Baltimore ha deciso di scomodare addirittura il grande Edgar Allan Poe; infatti il nome Ravens è un omaggio al leggendario pennuto dell’omonima poesia del Maestro del Terrore, vissuto proprio a Baltimore mentre realizzava la sua opera.
“Il delfino è una delle creature marine più veloci e intelligenti, può attaccare e uccidere uno squalo o una balena. I marinai ritengono un cattivo presagio ferirne uno”. Così il proprietario Joe Robbie motivò la scelta quando, l’ 8 ottobre del 1965, annunciò il nome della nuova franchigia di Miami. Robert Swanson, che propose il nome, vinse due abbonamenti vitalizi alle gare casalinghe dei Dolphins. Alla scelta parteciparono in 19.843 e gli sconfitti furono: “Mariners”, “Marauders”, “Mustangs”, “Missiles”, “Moons”, “Sharks” e Suns.
Nati nel 1960 a Los Angeles, invece, gli attuali San Diego Chargers devono il loro nome a Gerald Courtney, che si aggiudicò un viaggio tutto incluso ad Acapulco e Mexico City, proponendo il nome “Chargers”. Tre le ragioni della scelta: “ha un suono dinamico”, “nella nuova immagine coordinata della franchigia c’e un cavallo” (“charger” è anche un destriero) e perché il proprietario, Barron Hilton, dell’omonima catena di Hotels, aveva appena lanciato la Carte Blanche, una carta di credito (charge = “caricare” le spese sulla carta di credito).
Figli delle realtà industriali locali sono invece i Green Bay Packers ed i Pittsburgh Steelers.
Earl “Curly” Lambeau e George Calhoun decisero di metter su una squadra di football, era il 1919. Il capo di Lambeau alla “Indian Packaging Company”, Frank Peck, si occupò di procurare magliette, attrezzatura e spazio per gli allenamenti. Questo portò la gente ad associare la neonata franchigia con la Compagnia che produceva scatole.
Aveva tutta l’intenzione di ricordare la principale industria locale, invece, Art Rooney Sr. quando nel 1940 cambiò il nome della squadra di football professionistico di Pittsburgh in Steelers, lasciando il vecchio nickname “Pirates” all’Università locale
P.S.: quando tra 2/3 anni avrò digerito la sconfitta dei Pats nel Superbowl XLII, magari si potrà completare l’articolo inserendo anche la storia del nick dei Giants, che Tim Mara prese in prestito dalla famosa squadra di baseball, i Giants appunto, con i quali divideva il Polo Grounds Stadium.
La squadra di baseball deve il suo nome alle “gigantesche” costruzioni che si trovavano a New York.
complimenti per l’articolo!..la derivazione dei nomi delle squadre mi ha sempre interessato e nell’articolo le hai riassunte e spiegate bene,ancora complimenti!
Pezzo interessante e divertente.
Io sono solo un simpatizzante dei Pats (ahimè tifo Bengals), in quell’occasione speravo nella loro PERFECT SEASON. Un vero peccato non averla completata.