Brett Favre – Il riposo del Guerriero

Diciamocela tutta..
Ha smesso quando pochi tra noi se lo attendevano.
Ha smesso dopo una grande stagione, ha smesso dopo essersi per l’ennesima volta rialzato dopo tre stagioni negative.
Ha smesso ad un passo dal Super Bowl, poi vinto da NY, lasciandoci con la classica domanda: “chissà come sarebbe andata a finire con Green Bay in campo?”
Ha smesso dopo essersi divertito come un rookie per tutta la stagione.
Ed eccoci qui, adesso, orfani di quello che è stato uno dei simboli autentici di un movimento sportivo, ed è stato IL simbolo unico di una squadra per quasi vent’anni.
Ed eccomi qui, io, con l’imbarazzo di dover provare con le mie parole ad esprimere cosa sia stata la carriera di un giocatore che ha segnato un’epoca, che ha segnato il mio cuore, quello di tutti i tifosi dei Packers e, azzardo, anche quello dei semplici amanti di questo sport meraviglioso.
È un compito improbo, soprattutto per chi, come il sottoscritto, non ha seguito le stagioni di Brett Favre negli anni ’90, quelle del Super Bowl vinto e di quello perso, ma solo gli ultimi anni, quelli più difficili della sua carriera; forse, però, per questo conta ancora di più il fatto di essersi appassionato ad una squadra non vincente..
Premetto che mi è impossibile trovare le parole adatte a descrivere la sua storia nella NFL, anche perché i meri numeri che ha messo insieme non dicono tutto, a mio parere.
Tutti i suoi record (yards lanciate, vittorie, TD passes lanciati, partite consecutive da titolare, intercetti, e quant’altro posso essermi dimenticato) sono la semplice conseguenza sì del suo talento, ma anche della sua serietà, costanza negli allenamenti, voglia di giocare, carattere da leader e da combattente.
Questi, e molti altri aspetti della sua persona, hanno contribuito alla creazione della sua leggenda.
Ragazzi, questo è un uomo che ha letteralmente VISSUTO per il football, e si è guadagnato il rispetto, forse il sentimento più importante, la parola che uno sportivo desidera sentirsi dire, sia dai compagni che dagli avversari.

Ora vorrei tornare a martedì 4 marzo, verso le 4 del pomeriggio, perché non me lo scorderò mai quel momento; perché non credevo realmente ad un suo ritiro, e non pensavo che la mia ultima immagine sarebbe stata quella di un quarterback che lancia a 20 gradi sotto zero un intercetto che fa finire la stagione dei Packers.
No, quest’anno non ci stava il ritiro, ma d’altra parte quando ci starebbe per giocatori così?
Tutti noi, egoisticamente, vorremmo vederli in campo forever..
Ma Brett ha voluto sorprendermi ancora, questa volta non con una bomba da 80 yards o con un completo mentre scivola nella neve, ma con una decisione che mi ha lasciato a bocca aperta, tanto che stavo parlando al telefono con un amico e, dopo aver letto, non lo sentivo più.
Per un attimo, niente esisteva più.
Ho iniziato a mormorare “non è possibile, non adesso”, salvo poi mettere giù il telefono quando mi veniva chiesto “cosa è successo?“, rispondendo con un laconico “non puoi capire“.
Poi, sono rimasto come inebetito davanti alla pagina internet per diversi minuti, non vedendola, perché con gli occhi della mente vedevo passare immagini su immagini.
Di ciò che non vedrò più. Che tutti noi non vedremo più.
E ritengo, inoltre, di non aver ancora non ho realizzato ciò che è successo, ma lo capirò realmente a settembre.
Decidere di mollare…
C’è un momento giusto? Esiste uno stile per farlo??
Chi lo sa…
Ora spero solo una cosa, di NON vederlo più sulla sideline dei Packers, né come HC, né come OC, né come niente.
Non lo voglio più vedere a bordocampo, ogni volta magari sperando che si infili il casco, la n° 4, e tutto ciò che gli è servito per far sognare tutti noi tifosi del football, non solo dei Packers..
Un’epoca è finita a Green Bay, come sempre accade quando un grande dice basta, e chissà quando torneremo in alto..
Il mio pensiero va ad Aaron Rodgers, l’uomo che nessuno invidia in questo momento..le sue prime parole in conferenza stampa sono state: “I’m not BF, I’m Aaron Rodgers“.
Non c’era bisogno che ce lo ricordassi subito, Aaron, lo sappiamo fin troppo bene.
In bocca al lupo a te, sinceramente, ma sarà dura come scalare una montagna a mani nude, e lo sai..
“Even in the NFL, nothing lasts forever“: questo diceva una voce fuori campo in un filmato che vidi qualche anno fa, quando sembrava che Brett si sarebbe ritirato.
Ora, quel momento è infine arrivato.
Hai dato 17 anni della tua vita per Green Bay, hai dato 17 anni della tua vita per la NFL.
Posso solo ringraziarti, da semplice uomo quale sono, per le emozioni che ho provato.
Come l’ultima, in piedi alle 4 del mattino a vedere un supplementare coi Giants.
Vorrei che quel supplementare non finisse mai.
Grazie, Campione.

Complimenti, Roberto: un pezzo scritto con grande passione, bravissimo!!!
Bellissimo Brett!!!!!!!
Grazie del fantastico articolo. Mi sono commosso fino al midollo. E grazie a Favre, che purtroppo ho conosciuto poco, data la mia giovane et
Una sola parola :leggenda!!!!
Con tutto il rispetto per l’autore, ma letto oggi, dopo che Favre ha guidato i Vikings alla doppia vittoria contro i Packers, questo articolo suona parecchio strano…
Favre va ancora forte!
Altro che carriera finita con i Jets.
scusate la domanda, non