WEEK 6

WEEK 6

L’analisi di questa sesta settimana di Arena Football League non può prescindere da un omaggio (che nel corso dell’articolo sarà ancora più corposo) alla splendida partita disputatasi Domenica ad Orlando e trasmessa in diretta da Eurosport2. In una girandola di emozioni degna dei migliori romanzi d’appendice i Chicago Rush sembravano poter condurre in porto la vittoria, ma la loro scarsa prestazione offensiva, unita ad una prova di carattere ed orgoglio di rara intensità da parte dei Predators, ha spostato l’inerzia verso la squadra ottimamente guidata da Jay Gruden, la quale è riuscita ad impattare il risultato all’ultimo secondo ed a portare la partita all’overtime. La rocambolesca conversione da 2 punti di Marlon Moye-Moore (nella foto tratta da: http://www.arenafootball.com) ha regalato ad Orlando un’inaspettata vittoria e, soprattutto, la consapevolezza di far parte dell’Elite della Lega, argomento che sembra essere sempre di più un affare privato tra le squadre della National Conference. Le quali hanno vinto tutti e 5 gli incontri interconference in programma nel weekend, portando così la situazione ad un eloquente record 18-3 dall’inzio della stagione. Con Dallas e Philadelphia ancora imbattute ed Orlando e New Orleans in striscia positiva da, rispettivamente, 4 e 5 incontri, assistiamo quindi ad una rapida inversione di tendenza in un campionato vinto nelle ultime 4 stagioni da squadre targate “American”. Nella sempre più imbarazzata Conference centro-occidentale, infatti, l’unico record in attivo rimane proprio quello dei Rush, mentre fa scalpore, ed ha un che di simbolico in quest’ottica, la batosta rimediata dai campioni di San Jose a New Orleans (29 punti di margine). Unica consolazione per i SaberCats, una serie di curiose circostanze: anche l’anno scorso la partenza fu 3-3 e la terza sconfitta arrivò proprio in casa dei Voodoo alla sesta settimana. Ma, di lì in poi, partì la striscia di 13 vittorie consecutive coronata dal successo all’ArenaBowl XXI, tenutosi proprio nella città della luna crescente. Dove, guarda a caso, si svolgerà anche la prossima Finale. Tante suggestioni che, alla luce del gioco espresso finora da San Jose, sono gli unici elementi che danno un po’ di morale alla squadra guidata da Darren Arbet in vista del prossimo, terribile incontro con gli apparentemente imbattibili Philadelphia Soul. Da segnalare anche il vittorioso ritorno di Clint Dolezel alla guida dei Dallas Desperados, ancora più importante se messo in relazione al testa a testa tra le due Regine di quest’inizio stagione. Ma del summit Dallas-Philadelphia riparlermo a tempo debito (cioè tra tre settimane), ora scendiamo nel dettaglio dello scorso weekend segnalando la curiosità, davvero molto rara, che le partite sono state tutte vinte dalle squadre di casa.

Kansas City Brigade @ Georgia Force 63-70
Si era gia capito che questo 2008 non sarebbe stato ricco di grandi soddisfazioni per i Force, ma vedere la propria squadra sotto 28-7 dopo il primo drive del secondo quarto contro Kansas City, la “cenerentola” della Lega, non deve aver fatto molto piacere ai (soli) 10052 presenti venerdì scorso all’Arena del Gwinnett Center di Duluth, Georgia. Per loro fortuna le cose di lì in poi sono cambiate radicalmente e, grazie a 21 punti per quarto, i Force hanno avuto la meglio sui migliori Brigade della stagione. Il terzo QB partente di Kansas City, D. Bryant (e non cercate di capire che abbreviazione sia “D.”, pare sia proprio il nome), ha infatti disputato una signora partita all’esordio, con l’unica macchia di due intercetti rivelatisi poi decisivi (per lui 31/45 332yds 6TD 2int). Ma, soprattutto, a differenza dei suoi due predecessori ha fatto girare benissimo un attacco che in effetti, pur essendo un rookie assoluto della Lega, conosce approfonditamente. L’anno scorso il nuovo offensive coordinator di Kansas City Ricky Foggie era infatti l’allenatore dei South Georgia (guarda a caso) Wildcats, la squadra di AF2 da cui Bryant proviene e con la quale aveva realizzato ben 102 TDpass nella sola stagione 2007. Il maggior beneficiario di questo positivo cambiamento è stato Jerel Myers, autore di una grande gara con 16 ricezioni per 168yds e 4 TD, ma finalmente si sono messi in luce anche Charles Frederick e Mike Horacek, talentuosi WR finora tenuti sotto il par dalle scarse prestazioni altrui. Dall’altro lato della palla registriamo solo un sack del Mac-LB Chris Demaree ed un intercetto di Jerald Brown, per una difesa che è invece ancora alla ricerca di una propria dimensione. Tornando ai Force, stavolta non si è fatta sentire l’assenza di Bergeron (infortunio alla coscia) e neanche un’insolita prestazione anonima di Charles Pauley è stata un fattore negativo. Infatti il QB Chris Greisen (18/28 273yds 7TD 1int) ha saputo dare ritmo e continuità agli altri due WR, l’ottimo Carl Morris (7rec 152yds 4TD) e il rookie Tiger Jones, un coniglio uscito dal cappello dei Force che in sole due partite nella Lega ha gia ricevuto per 208yds e segnato 8 TD. In difesa menzione d’onore per il Jack-LB Cam Newton, anch’egli rookie, che ha messo a segno due intercetti riportandoli entrambi in endzone (uno per ben 45yds). Ottimo anche il DB Stephen Cason, con 11 tackles assestati, e buona la linea che ha messo a segno due sack, tra cui il primo in stagione dell’attesissimo R-Kal Truluck, un grande investimento che sta cominciando a pagare dividendi in una difesa che appare però ancora ben sotto la media.
Nel prossimo weekend i Force (3-3) avranno il bye e si augurano che questa settimana extra possa servire per recuperare Troy Bergeron. Con lui nell’ottetto offensivo potranno puntare decisamente a segnare almeno un TD in più degli avversari, in quello che sembra l’unico modo che hanno a disposizione per vincere.
Per i derelitti Brigade (0-5) un’altra gara dal destino segnato visto che a Kansas City, per il Monday Night, arriveranno i Chicago Rush (4-2), sicuramente vogliosi di dimenticare prima possibile la bruciante sconfitta di Orlando. Questa sfida all’interno della Central Division verrà trasmessa su Eurosport2 nel primo pomeriggio di Mercoledì 16 Aprile, con una corposa sintesi commentata LIVE.

Los Angeles Avengers @ Colorado Crush 54-67
Mike Dailey è entrato nel ristretto club degli allenatori con più di 100 vittorie nella Lega. Ma siamo certi che, da bravo coach qual è, la sua più grande soddisfazione della serata di venerdì sia stata questa importantissima vittoria dei suoi Crush contro Los Angeles. Un’importanza dovuta non tanto alla posta in gioco, quanto al momento critico che la sua squadra stava passando e, soprattutto, al modo in cui questo successo si è concretizzato. Quando il punteggio era sul 34-21 per gli ospiti a 31” dalla fine del 2° quarto, infatti, gli 11159 presenti al Pepsi Center di Denver hanno temuto che i propri beniamini perdessero un’altra partita contro avversari alla propria portata. Ma a quel punto ha suonato la carica Ben Nelson, fino ad allora un po’ in ombra, mettendo a segno il primo TD della sua eccezionale serata (13rec 174yds e 5TD) al termine di un drive perfetto che in soli 24” ha divorato il campo grazie a tre passaggi dell’ispiratissimo John Dutton (per lui 32/50 334yds 8TD 1int). Di lì in poi un 46-20 che lascia spazio a ben poche recriminazioni da parte degli Avengers, peraltro avvezzi a cedere di schianto nei secondi tempi delle proprie partite. E la striscia negativa, quattro sconfitte, comincia a diventare preoccupante. L’assenza del trascinatore Sonny Cumbie (non è chiaro se per scelta o infortunio, ma propendiamo per quest’ultimo) si è fatta sentire parecchio ed il backup Tim Hicks, nonostante numeri discreti (21/40 295yds 5TD 2int), non è riuscito a dare consistenza ad un attacco che mancava di un vero leader. Forte, comunque, la pressione messa su di lui dalla difesa dei Crush, che ha avuto i suoi migliori interpreti nel Jack-LB Jason Harmon (2 fumble forzati) e nel solito, immenso DB Rashad Floyd, autore di una prova maiuscola culminata in 3 passaggi deflettati e 2 intercetti. Tornando all’attacco, è importante in prospettiva futura il ricorso a qualcosa che possa assomigliare ad un solido rushing game. Alla luce dei soli 9 tentativi di corsa per un misero guadagno di 15yds messo a statistica dall’intero team nelle prime 5 giornate, risulta strabiliante il 5 per 22 (con un TD) realizzato dal FB Robert Thomas, uno che di certo non si farebbe pregare a correre un po’ di più vista anche l’esperienza NFL nel ruolo. E’ auspicabile che Dailey faccia ricorso a questa risorsa un po’ più spesso, visti l’ottimo materiale umano a disposizione e gli eccellenti risultati conseguiti. Da segnalare l’infortunio al WR #2 di Colorado, Brad Pyatt, che ha obbligato il coach a schierare al suo posto Brandon Kirsch, di professione backup QB, il quale si è disimpegnato bene con due importanti ricezioni nel finale. Ultimi appunti sulla difesa degli Avengers, come sempre guidata da un ottimo Damen Wheeler (6 passaggi difesi) e caratterizzata dallo splendido, ma inutile, coast-to-coast del Mac-LB Hickman, un intercetto riportato in TD per 50yds a partita gia ampiamente chiusa.
I Crush (2-3) cercheranno di riportare il loro record in parità in casa di quei Cleveland Gladiators (3-2) che, dopo una partenza a razzo, hanno un po’ ridimensionato le proprie ambizioni. Se Dutton, Nelson e Floyd dimostrano di aver ingranato la marcia giusta, la strada verso i playoff potrebbe essere in discesa per Colorado.
I brutti Avengers (2-4) di queste ultime partite, invece, ospiteranno i Blaze (0-6) in quello che si prospetta, guardando i record, come un incontro facile. Ma prima o poi la difesa di Utah riuscirà ad incassare meno punti di quanti (usualmente tanti) ne realizzi l’attacco, quindi è il caso che Los Angeles non guardi con sufficienza l’impegno o rischia di trovarsi in una situazione impensabile ad inizio stagione.

Tampa Bay Storm @ Columbus Destroyers 49-51
Dopo la risicata, e per certi versi immeritata, sconfitta contro Philadelphia le quotazioni degli Storm erano cresciute notevolmente, tanto da far considerare questa trasferta in casa dei vice-campioni, in grave crisi di gioco e risultati, come una formalità o poco di più. Ma i 14256 che affollavano la Nationwide Arena hanno assistito ad una prova di orgoglio e tenacia da parte dei Destroyers che è valsa una vittoria importantissima per il prosieguo della stagione. Finalmente il QB Matt Nagy ha ritrovato la forma degli ultimi playoff trascinando i suoi con una grande prestazione (22/32 223yds 6TD 0int) ma soprattutto con la sua proverbiale grinta. Fondamentale come sempre l’ottimo Derek Lee, l’unico a distinguersi anche nelle precedenti uscite di Columbus, stavolta usato come ricevitore di possesso e autore di 11 ricezioni con 4 TD. Ma anche gli Storm si sono comportati bene in attacco grazie ad una buona prestazione di Dietz (26/40 290yds 6TD 1int), capace di coinvolgere nel gioco ben 6 differenti ricevitori. Appare quindi evidente come sia stato l’ottetto difensivo dei Destroyers a fare la differenza, con un’eccellente prova di gruppo coronata da un sack, un intercetto e ben 5 placcaggi oltre la linea di scrimmage. Nella media, invece, quello di Tampa Bay, mai capace di impensierire seriamente Nagy ed i suoi. Da notare che, come spesso succede in Arena, è stato un kickoff a fare la differenza. Con 24” da giocare nella partita e sotto 44-42 gli Storm hanno tentato un onside kick per recuperare quell’unico possesso di disavanzo dovuto all’intercetto subito da Dietz: il calcio è però stato recuperato dal DB dei Destroyers Nate Coggins che lo ha riportato in endzone sigillando così la partita. A nulla è valso il successivo TD , il terzo personale di David Saunders, per Tampa Bay, che lascia Columbus con la magra soddisfazione di aver eseguito l’azione più bella vista fin qui nella Lega dall’inizio della stagione: nel 4°quarto, sulle 7 dei Destroyers, il talentuoso Dietz ha eseguito magistralmente una “Statua della Libertà” con finta di lancio a sinistra ed hand-off dietro la schiena per la corsa a destra di Marvin Brown, il quale ha sfruttato il totale disorientamento della difesa per entrare in endzone camminando. Ovviamente gli Storm avrebbero volentieri barattato la presenza nei filmati di highlights con una W in classifica ed invece, per la seconda settimana consecutiva, si devono accontentare dei complimenti degli addetti ai lavori. Il record, però, è negativo.
I Destroyers (2-4) andranno a New York per affrontare i Dragons (2-4) in quello che, nonostante avvenga solo a Week 7, sembra già una specie di spareggio all’interno della Eastern per decidere chi potrà ambire ai playoff. Vista la competizione interna alla Division (la stessa di Phila e Dallas, per capirci) è proprio in gare come questa che le squadre meno quotate possono decidere il proprio destino.
Per questi Storm (2-3) reduci da due sconfitte che potevano essere vittorie, invece, un incontro casalingo relativamente agevole contro gli altalenanti Arizona Rattlers (2-3), reduci dal bye e pronti a schierare il QB Lang Campbell, recuperato da un infortunio. Nonostante ciò Tampa Bay sembra favorita, ma, come ormai abbiamo imparato a capire, nessun incontro può dirsi vinto in partenza in questa imprevedibile Arena Football League.

San Jose SaberCats @ New Orleans Voodoo 43-72
A San Jose si auguravano che tornare a calcare il turf che ha visto i SaberCats trionfare nell’ultimo ArenaBowl potesse scatenare un déjà-vu che permettesse ai propri giocatori di ritrovare la vena perduta. In realtà il déjà-vu c’è stato, ma purtroppo per loro ha richiamato alla memoria i fantasmi della sconfitta patita l’anno scorso dai Voodoo, l’ultima prima della già citata striscia vincente. I 14236 che affollavano la New Orleans Arena hanno avuto l’ennesima conferma che quest’anno il soprannome “The Graveyard” è perfettamente indicato per il proprio campo di casa. Quarta vittoria casalinga su quattro per i Voodoo, trascinati dalla solita eccezionale difesa e da un attacco ottimamente gestito da Danny Wimprine. Il giovane ex-backup ha messo a segno un’altra solida prestazione (19/29 222 5TD 0int), ma soprattutto ha fornito l’ennesima conferma di essere perfettamente in grado di dare ritmo e continuità a questo attacco che, va detto, approfitta a piene mani delle devastanti prestazioni della difesa. I cui numeri sono spaventosi, avendo già messo a segno 15 intercetti (con 4 TD) ed avendo tenuto i QB avversari ad un misero rating di 87.3. Ma è il +14 nel differenziale tra takeaways e turnovers a raccontare meglio di ogni altro dato la storia della difesa più dominante della Lega. La quale, ovviamente, ha avuto un ruolo più che attivo anche contro San Jose grazie ad un numero impressionante di placcaggi riusciti ed a 3 intercetti, due dei quali riportati in endzone. Da segnalare che Calvin Spears (miglior giocatore difensivo del mese di Marzo per la Lega) ha già battuto il record di intercetti in stagione per la franchigia con 6, e siamo solo alla sesta settimana. Tutto questo per dire che per i SaberCats, già in difficoltà per conto loro, non poteva esserci peggior ritorno a New Orleans, ed i numeri non fanno che confermarlo: Grieb ha dovuto lanciare ben 55 volte, con 38 completi, e se è vero che ha gudagnato 330yds lanciando 6 TDpass è lampante che i 3 intercetti hanno vanificato quanto di buono fatto. Ottima la prestazione del WR Jason Geathers con 18 ricezioni per 188yds, e buonissimo ancora Cleannord Saintil con un’altra statistica in doppia cifra. Ma è la difesa a sembrare poco efficace sia in termini di big plays che di consistenza e solidità. E’ su queste carenze che Arbet ed il suo staff devono cominciare a lavorare per garantire a Grieb una minore presenza sul turf con conseguente minor rischio di errore. Sappiamo che il QB di San Jose è uno dei migliori nell’interpretare attivamente il ruolo, ma non ha certo il talento cristallino che serve per poter mantenere standard elevatissimi alla lunga distanza.
Per i lanciatissimi Voodoo (5-1), in striscia positiva da 5 turni, arriva il primo grande scoglio da superare per dimostrarsi degni di quella candidatura all’ArenaBowl che da più parti viene invocata. Andranno infatti ad affrontare i Desperados (6-0) in casa, e se vero che il ritorno di Dolezel dona ai texani un’aura di invincibilità, è altrettanto vero che Dallas si troverà ad affrontare la miglior difesa della Lega. Sarà sicuramente una grande partita.
Per i SaberCats (3-3), come detto, un’altra gara difficile, stavolta in casa, contro i lanciatissimi Philadelphia Soul (6-0). A San Jose avrebbero preferito incontrare un attacco meno solido, visti i problemi della propria difesa. Ma se Grieb e compagni vogliono rilanciarsi in ottica playoff, questo è sicuramente il miglior trampolino possibile. Una vittoria su Phila, difficile ma non impossibile, può davvero voler dire qualcosa di importante a livello di morale.

Utah Blaze @ Philadelphia Soul 56-64
E parliamo proprio dei Soul, alle prese con una partita più complicata di quanto i record delle due squadre possano dire. E’ vero che i Blaze non hanno ancora vinto, ma è sotto gli occhi di tutti che il loro attacco è senza ombra di dubbio il più esplosivo della Lega, con tanto di primo posto nella statistica del total offense. Una prova severa, quindi, per la difesa di Phila, la quale sta girando ad un ritmo che nessuno si aspettava. E che, prima o poi, potrebbe anche cedere sotto il peso di un attacco di livello superiore. Era quello che temevano i 16390 che affollavano in ogni ordine di posto il Wachovia Spectrum (il più piccolo dei due palazzetti usati dai Soul), ma con loro grande soddisfazione non è andata così. Anzi, è stato proprio l’ottetto difensivo di Phila a raddrizzare una partita che aveva visto il primo drive dei padroni di casa interrotto bruscamente da un sack+fumble (Manupuna+Missouri) ai danni del QB Matt D’Orazio, con conseguente prima segnatura di Utah. Le cose, nel gioco dei possessi alternati, potevano mettersi molto male vista l’efficienza dell’ottimo QB dei Blaze Joe Germaine (21/28 250yds 5TD 0int) e l’inusuale efficacia del running game di Utah (ben 49yds per il FB Filer), ma ci ha pensato Bryan Save, DL dei Soul, con un sack in endzone a sistemare le cose. Due punti e, soprattutto, palla in mano per i Soul, di lì in poi guidati da un ottimo D’Orazio (27/38 300yds 6TD 0int) assistito, al solito, dallo stratosferico Chris Jackson (13rec 138yds 5TD), che sta vivendo la stagione migliore della sua lunga carriera. Tra i vari record già battuti o vicini ad esserlo, va ricordato che Jackson, con 24 TD ricevuti in sole 6 partite, è perfettamente in linea per superare il limite dei 60 TD in stagione detenuto da Damian Harrell. E, se il fenomeno di Chicago continuasse questo periodo un po’ buio per lui, potrebbe addirittura contendergli il fresco record di TD ricevuti in carriera, cosa di cui comunque riparleremo a tempo debito. Tornando alla partita è stata buona, come dicevamo, la prova difensiva dei Soul, con 3 fumble forzati (di cui 2 recuperati) e 3 passaggi difesi oltre all’importantissimo sack già nominato. Come al solito inconsistente, invece, quella dei Blaze, che ha come unico highlight la combo sack+fumble nel primo drive della partita. Troppo poco per un ottetto che coach Danny White ha cercato di rinvigorire con tagli dei rami secchi e conseguente innesto di nuove forze, ma che non riesce proprio a recitare un ruolo da protagonista contro alcun avversario. Ovviamente non era certo l’attacco dei Soul il più indicato per l’auspicata rinascita della difesa dei Blaze, ma proprio per quello ci si aspettava una reazione d’orgoglio. Invece il record parla ancora, laconicamente, di zero vittorie. Matematicamente le possibilità di playoff ci sono ancora tutte, ma appare difficile intravedere la probabilità che questa squadra riesca a lasciare il segno nella stagione 2008. Cosa che invece stanno facendo i Soul, e che potrebbero continuare a fare ancora di più grazie al ritorno del QB titolare Tony Graziani, previsto per Week7. Non che D’Orazio l’abbia fatto rimpiangere, tutt’altro. Problemi di abbondanza che tutti, nella città dell’amore fraterno, si augurano non sfocino in una rivalità che potrebbe compromettere i rapporti in seno alla squadra. Ma crediamo che D’Orazio, da ottimo professionista qual è, saprà tornare in panchina senza fiatare, anche perché siamo certi che Jaworski e Bon Jovi lo paghino profumatamente, com’è giusto che sia, per fare ciò.
I Soul (6-0) andranno a fare bella mostra del proprio record immacolato, ma anche del proprio splendido gioco, in casa dei dei San Jose SaberCats (3-3) Campioni in carica, in un incontro che ha tutta l’aria di poter rappresentare un simbolico passaggio di consegne. A meno che le tigri dai denti a sciabola non sfoderino, finalmente, gli artigli. Ma in questo caso serviranno anche le lunghe zanne.
Per i Blaze (0-6) ci sarà una ghiotta occasione per mettere finalmente la prima W nel proprio tabellino. Andranno infatti allo Staples Center a far visita a quei Los Angeles Avengers (2-4) che, dopo la promettente partenza 2-0, contendono proprio a Utah ed a Kansas City il titolo di squadra peggiore della Lega. Non che la cosa interessi particolarmente a nessuno, ma qualcuno dovrà pur indossare la “maglia nera” della AFL. Crediamo che Danny White, dall’alto del suo eccezionale pedigree a livello di College, NFL ed AFL, ci terrebbe più di ogni altro a non essere il designato.

Grand Rapids Rampage @ New York Dragons 34-63
Prima di parlare della partita dobbiamo fare un passo indietro, anzi due. Dobbiamo infatti tornare ai due incontri che hanno visto impegnati i Rampage prima di questo, due incontri che hanno significato, per loro, il record assoluto della Lega per punti segnati nell’arco di due gare: 176. E dobbiamo anche tornare alle due prestazioni del nuovo QB titolare, quel James MacPherson che l’head coach Steve Thonn si è portato con sé da Georgia, dove era il backup del Greisen dei record (107 TD in una stagione). In due partite da titolare MacPherson aveva lanciato per 522yds con 14 TDpass e nessun intercetto, ma la cosa più incredibile è che la sua percentuale di completi recitava un fantascientifico 85.7%. Ovviamente tutti, a cominciare dal sottoscritto, si aspettavano che un attacco del genere avrebbe fatto un sol boccone dei mediocri Dragons, e invece… puff! La bolla è scoppiata e il sogno di aver trovato la “macchina offensiva perfetta” dell’Arena Football si è infranto contro la più terribile delle realtà: dopo due quarti di gioco l’ottetto che avrebbe dovuto fare sfracelli aveva invece registrato una prestazione disastrosa mettendo a segno zero punti. Home 35-0 Visitors, recitava il tabellone quando le due squadre hanno imboccato la via degli spogliatoi. Come se non bastasse, anche i primi due TD del terzo quarto sono stati segnati dai Dragons, portando il risultato ad un incredibile 49-0 che Thonn non immaginava neanche nei suoi peggiori incubi. Per spiegare la cosa sarebbe però ingiusto parlare solo dei demeriti di Grand Rapids, ma va anzi esaltata la grandissima prova complessiva di New York. A cominciare, logicamente, dalla difesa, che ha messo a segno 2 sack, 2 fumble forzati e recuperati, 3 QB hurries, 8 passaggi deflettati e ben 4 intercetti. 3 di questi, peraltro, sono stati messi a segno dal Jack-LB John Walker, a conferma che il cambio di regole ha avvantaggiato non poco le difese grazie alla possibilità per il giocatore in questo ruolo (prima davvero troppo sacrificato all’interno del box) di muoversi liberamente lungo la linea di scrimmage. In attacco è tornato a pieno regime il QB Aaron Garcia, ed i risultati si sono visti subito (26/42 311 7TD 2int per lui). Ad avvantaggiarsene maggiormente è stato Chris Anthony, autore di una grande prestazione con 10 ricezioni e 4 TD, ma davvero tutto l’attacco dei Dragons ha saputo approfittare in pieno dei tanti possessi avuti. I Rampage qualcosa di buono nel secondo tempo l’hanno mostrato, ma è evidente come New York giocasse ormai in surplace rendendo abbastanza inutile sbilanciarsi in giudizi di merito. Citiamo per onore di cronaca la disastrosa statistica di MacPherson, 16/34 235yds 3TD 4int, e confessiamo quanto sia difficile commentare simili débacle senza fare un minimo di scontata dietrologia, ma davvero sembra che qualcuno nella franchigia del Michigan possa essersi montato la testa dopo le due precedenti uscite. Ecco, se le cose stanno davvero così è chiaro che batoste di questo tipo non possono che fare bene.
Per i Dragons (2-4) scontro interdivisionale casalingo contro i Columbus Destroyers (2-4), reduci anche loro da un’importante vittoria. Come detto, sarà un anticipo di spareggio-playoff e probabilmente ci sarà da divertirsi. Speriamo solo che ad assistere all’incontro al Nassau Coliseum di Uniondale, New York, ci siano più degli 8211 paganti registrati questa settimana. Un risultato in controtendenza rispetto agli standard della Lega e davvero troppo pochi spettatori per una piazza importante come New York.
Per i Rampage (2-4) difficile impegno in casa contro i gasatissimi Orlando Predators (4-2) reduci dalla splendida vittoria televisiva contro Chicago. Se la difesa di Orlando si ripetesse sarebbe difficile per Grand Rapids avere la meglio, ma di sicuro i ragazzi di Thonn avrebbero più probabilità di vincere se si presentassero nella versione “Dr. Jekyll” di Week 4 e 5 piuttosto che in quella “Mr. Hyde” di quest’ultima partita.

Cleveland Gladiators @ Dallas Desperados 51-58
“Dolezel è tornato, evviva Sanders!” Così potrebbe essere sintetizzato il pensiero dei tanti tifosi dei Desperados, contenti del ritorno in cabina di regia del grande QB veterano di mille battaglie ma più che soddisfatti delle quattro settimane di interregno da parte del giovane guascone dal piglio trascinatore. Recuperato dall’infortunio alla spalla e ormai stufo di chiamare gli schemi al suo backup, Clint Dolezel ha indossato casco e spalliera con lo spirito di sempre, risultando miglior giocatore offensivo di una gara non facile come forse ci si poteva aspettare. Nonostante la partenza 3-0, i Gladiators erano attesi all’American Airlines Center in qualità di vittima sacrificale della cerimonia officiata dai Desperados, ma gli 11497 presenti hanno presto capito che la serata sarebbe stata lunga e non necessariamente positiva. Bravi infatti i ragazzi guidati sul turf dall’esperto Raymond Philyaw (25/49 321yds 5TD 1int) a rispondere colpo su colpo alla dirompente armata di coach McClay (50^ vittoria per lui), ma sappiamo bene come alla lunga ben poche squadre riescano a resistere alle cariche di Dolezel e soci. Anzi, a dire il vero nelle ultime 14 partite di regular season non c’è riuscito proprio nessuno, così come nelle loro ultime 15 uscite casalinghe. Numeri che danno l’idea dello strapotere dei Desperados a livello di stagione regolare, peccato che nei playoff questa vena svanisca e i texani si sciolgano letteralmente come neve al sole. Tornando alla partita, impressiona che tutti e 5 i TDpass lanciati da Dolezel (18/27 220yds 5TD 0int) siano stati ricevuti da Marcus Nash, in una serata che ha visto Will Pettis un po’ in ombra in attacco ma comunque presente come sempre negli altri aspetti del gioco (ennesimo premio di Ironman dell’incontro per lui). Da segnalare, per Dallas, un net recovery nell’endzone avversaria di David Dixon valido per sei punti. Fortuna, verrebbe da dire, ma essendo stato Remy Hamilton l’autore del kickoff da cui il recupero è scaturito potrebbe tranquillamente non essere così. Buona prestazione complessiva della difesa, con il Jack-LB Bobby Perry autore del suo primo ritorno di intercetto in TD e con la linea capace di mettere sotto grande pressione Philyaw. Il quale, dal canto suo, ha trovato la solita grande collaborazione nell’ottimo Robert Redd (10rec 125yds 1TD) ma anche la ventata di novità portata dal’esperto, ed ex di turno, Willis Marshall (8rec 117yds), appena arrivato a Cleveland dopo aver fatto parte dei roster di almeno un paio di altre squadre in stagione. Discreta, anche se senza acuti, la prova difensiva dei Gladiators. Ma un paio di tackle for loss e altrettante QB hurries non sono certo da sottovalutare quando il tuo avversario domina la regular season da un paio d’anni a questa parte. Promettente, quindi, la prestazione complessiva di Cleveland.
In Week 7 altra partita all’American Airlines Center per i Desperados (6-0), che stavolta dovranno sudarsi parecchio l’eventuale ennesima vittoria. Da New Orleans arrivano infatti i Voodoo (5-1) con la loro straripante difesa di playmakers per cercare di spezzare alcuni tabù. Vittorie consecutive, vittorie in casa, record immacolato, con un solo colpaccio sarebbero ben tre gli scalpi che finirebbero in Lousiana ad impreziosire ulteriormente la stagione in corso. Ma non sarà facile, visto che Dallas non può permettersi di concedere un unghia ai rivali divisionali di Philadelphia. Troppo alta la posta in palio, cioè la possibilità di avere un bye e solo partite casalinghe nei playoff.
Per i Gladiators (3-2) una difficile pratica da sbrigare in casa contro i Colorado Crush (3-2). Due squadre dai percorsi speculari: grande partenza seguita da flessione per la squadra di Cleveland nella cui organizzazione milita Bernie Kosar, segnali di ripresa dopo un inizio difficile per la franchigia di proprietà di John Elway, Re indiscusso di Denver e contea. Impossibile fare pronostici, la partita è davvero incerta e forse solo il calorosissimo pubblico della Quick&Loans Arena potrà fare la differenza.

Chicago Rush @ Orlando Predators 56-57
Dulcis in fundo, verrebbe da dire. L’ultimo incontro giocato in settimana, visto in diretta TV su Eurosport2, è stato un concentrato di emozioni che ha entusiasmato tanti e che speriamo abbia fatto appassionare a questo sport anche alcuni dei suoi detrattori. I Rush sono entrati nella Jungle forti del favore dei pronostici e sono subito scappati sul 14-0 grazie anche ad un intercetto di Dennison Robinson, ma hanno presto capito che avrebbero dovuto sudarsi la vittoria più del previsto. Il primo segnale della serata magica dei Predators è venuto dal kickoff return riportato in endzone da T.T. Toliver, unico highlight del primo tempo per il fortissimo WR di Orlando. Tre azioni dopo uno Sherdrick Bonner sotto tono (18/33 256yds 4TD 1int) ha servito su un piatto d’argento al rookie Nick Allison il primo intercetto della sua carriera. Un altro esempio di un intercetto di un Jack-LB nella flat (sembra proprio che i QB non abbiano ancora assimilato la nuova regola) e facile ritorno in endzone per altri sei punti. Dopo il secondo TD ricevuto da Ryan Dennard, l’unico attaccante dei Rush autore di una buona prova (7rec per 99yds e 3 Td alla fine per lui), si è finalmente svegliato l’attacco guidato da Shane Stafford, disastroso da un punto di vista statistico (27/49 255yds 6TD 4int per lui, reduce da un 78% di completi nelle prime 5 partite) ma determinante nel trascinare i suoi Predators alla vittoria. Due suoi TDpass obbligavano Chicago ad un ultimo drive da 34” per finire il secondo quarto, ma una pessima gestione dell’orologio da parte di un abulico Travis LaTendresse (solo 2 ricezioni in serata), incaponitosi per guadagnare extra-yards invece di far uscire dal campo il pallone, portava le squadre negli spogliatoi sul punteggio di 27-21 per Orlando. Il terzo quarto cominciava nel migliore dei modi per i Rush, con due TD difensivi da parte dei soliti playmakers Jeremy Unertl (su intercetto) e DeJuan Alfonzo (su fumble). Quest’ultimo, il miglior Jack-LB della Lega, si ripeteva poco dopo dando un ulteriore saggio delle sue immense qualità con uno spettacolare intercetto in due tempi (in realtà non valido, come si è capito dopo i numerosi replay ed ingrandimenti della regia televisiva, ma tant’è) che riconsegnava la palla nelle mani del suo QB sul punteggio di 35-27 per Chicago. La partita, a quel punto, sembrava finita. Ma un brutto drive concluso da un’infelice decisione di cercare il colpo del K.O. giocando un quarto down sulle 7 avversarie, invece di accontentarsi di 3 preziosissimi punti, ridava qualche speranza ad Orlando. Finito un terzo quarto da incubo in cui il passivo di 0-14 poteva anche essere superiore, i Predators hanno cominciato l’ultima frazione con un nuovo spirito, mentre T.T. Toliver, completamente annullato dai Rush fino a quel punto, ha iniziato proprio in quel momento la sua splendida prestazione conclusa con 9rec, 111yds e 3TD. La sua prima ricezione è stato un TD ad inizio quarto a cui è seguita la mossa geniale di Jay Gruden. Il coach dei Predators (una vita per l’Arena, la sua) ha chiamato una finta di extra point con snap diretto al FB Odie Armstrong il quale, pur con qualche difficoltà, è riuscito a varcare la goal line riportando la partita in parità a quota 35. Di lì in poi due TD dei Rush contro uno dei Predators, i quali però hanno iniziato un ultimo, incredibile drive dalle proprie 2 con 3’20” da giocare. Al one-minute warning la palla era ancora ferma sulle 5 di Orlando, ma di lì in poi la squadra di Gruden è sembrata posseduta dal demonio (e lo stesso coach, come tutti microfonato da ESPN, ha perso più volte il controllo usando con troppa disinvoltura la parola da quattro lettere, cosa per cui verrà multato). Con un uso magistrale del tempo e dello spazio, i Predators sono arrivati a ridosso dell’endzone avversaria con pochi secondi sul cronometro, ma la fine di questo entusiasmante drive non poteva che essere un alley-oop ricevuto in endzone da Chas Gessner, in un azione iniziata con 1” sul cronometro e terminata a tempo scaduto. L’effetto immediato: sismografi impazziti sia ad Orlando che nella cabina di commento di Eurosport. Il conseguente extra point portava questa incredibile partita al suo giusto epilogo, l’overtime. Chicago vinceva il sorteggio, cosa molto importante in quanto la regola AFL prevede che se la situazione rimane in parità dopo un drive a testa, da quello successivo scatta il regime di sudden death e chi segna per primo vince. Vantaggio non da poco, viste le dimensioni del campo e la facilità di segnare punti. Il primo attacco dei Rush si chiudeva con una magistrale chiamata di coach Mike Hoensee che mandava il suo OL/TE Robert Boss in profondità, nella zona centrale lasciata sguarnita dai LB avversari, per una facile quanto imprevista ricezione a due passi dall’endzone. La risposta di Orlando non si faceva attendere e Stafford, con un 4 su 4 nel drive molto eloquente per quanto riguarda i suoi attributi, trovava Toliver libero in endzone per il terzo TD personale del WR. A quel punto la scelta di coach Gruden era quasi obbligata, anche se particolarmente coraggiosa: tentativo da due per non lasciare a Chicago il probabile drive della vittoria. Un primo tentativo sull’asse Stafford-Toliver non andava a buon fine, ma un holding difensivo regalava ai Predators un’ultima, disperata possibilità. A quel punto il genio di Jay Gruden partoriva un’altra delle sue folli intuizioni: fuori Stafford e dentro, come pseudo-QB in shotgun, Marlon Moye-Moore, LB/FB tuttofare (e Ironman del mese di Marzo per la Lega) con una particolare predisposizione per gli attacchi goal-line. I Rush si accorgevano della cosa e chiamavano time-out pensando di far cambiare idea a Gruden, ma al rientro la situazione era la stessa. Moyer-Moore avrebbe dovuto correre verso destra, ma un brutto snap lo obbligava ad un’indecisione che sarebbe stata la sua fortuna. Cambio di fronte e corsa disperata verso l’angolo sinistro dell’endzone, con tuffo plastico e palla che sfugge dalle mani del #9 in maglia nera solo dopo aver già varcato la fatidica linea. Ovazione totale ad Orlando e non solo, a Milano si parla di corde vocali stirate e anni di vita persi. E meno male che non siamo neanche tifosi.
Per i Predators (4-2) c’è in programma una trasferta a Grand Rapids che, come detto, dipenderà molto del suo esito dalla versione dei Rampage (2-4) che si troveranno di fronte. Certo è che l’onda lunga di questa incredibile vittoria potrebbe dare ad Orlando una forza interiore difficilmente superabile. E non solo per la prossima partita.
I Rush (4-2), invece, disputeranno il Monday Night a Kansas City contro dei Brigade (0-5) davvero allo sbando ma ringalluzziti dal cambio di QB. Difficile, però, che ciò sia sufficiente per battere Chicago, che deve anche rifarsi davanti alle telecamere di ESPN della sconfitta subita ad Orlando. In Italia, come detto, la partita verrà trasmessa da Eurosport2 Mercoledì 16 Aprile alle 14, con una sintesi commentata LIVE da Luigi Sabadini e dal sottoscritto.
[NB: Chi scrive si scusa per essersi dilungato nella cronaca di quest’ultimo incontro, ma è anche certo che chi ha seguito la partita in TV converrà nel considerarla la più bella vista fin qui nell’anno e mezzo (scarso) di telecronache AFL, tanto da meritare un ricordo particolare anche in versione scritta. Come un ricordo particolare, colpevolmente non comunicato in cronaca diretta, merita lo 0 nella casella delle ricezioni da TD di Damian Harrell. Dal 2001 ad oggi è la seconda volta che ciò succede, peccato non averlo segnalato in diretta presi com’eravamo dall’enfasi del momento.]

Per finire, gli awards settimanali:
Offensive Player of the Week: Ben Nelson ( Colorado Crush)
Co-Defensive Player of the Week: Cam Newton (Georgia Force)
Co-Defensive Player of the Week: John Walker (New York Dragons)
Ironman of the Week: Chris Anthony (New York Dragons)