La Storia dei Seahawks

Nel 1976, la tragedia si abbattè sui Seattle Seahawks prima ancora di esordire ufficialmente nella NFL: il proprietario, Lloyd W. Nordstrom, morì infatti a causa di un attacco cardiaco il 20 Gennaio, durante una vacanza in Messico.
L’impegno di Nordstrom era stato decisivo per portare una squadra NFL nel Nord-Ovest del Paese, e nella scelta del front office, ma sfortunatamente il patron non ebbe mai la possibilità di vedere giocare il proprio team.
I Seahawks, allenati da Jack Patera, giocarono la loro prima gara il 12 Settembre in un Kingdome completamente esaurito; la squadra giocò una partita solida, ma il passaggio finale della disperazione fu intercettato in endzone, ed il successo arrise ai St.Louis Cardinals, che si imposero per 30-24.
Il team perse le prime cinque gare in calendario, prima di sconfiggere l’altro expansion team di quell’anno, i Buccaneers, per 13-10 a Tampa il 17 Ottobre.
Tre settimane più tardi, i Seahawks, trascinati dal RB Sherman Smith, conquistarono il primo successo casalingocontro gli Atlanta Falcons, superandoli per 30-13.
Quelle due vittorie furono le uniche della stagione, chiusasi sul 2-12. rispettando in pieno il consueto trend degli expansion teams al primo anno di vita.

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Jack Patera

Con una delle mosse di mercato più assurde nella loro storia, nel 1977 i Seahawks cedettero la loro prima scelta ai Dallas Cowboys, in cambio di tre scelte al secondo giro.
I texani spesero la scelta ricevuta per selezionare il RB Tony Dorsett, che avrebbe poi avuto una carriera da Hall of Fame.
Nella loro seconda stagione, i Seahawks passarono dalla NFC West alla AFC West, e persero cinque delle prime sei partite.
Il 30 Ottobre, i Seahawks conquistarono il secondo successo stagionale, allorquando il QB Jim Zorn rientrò dopo un infortunio e lanciò ben quattro TD passes, nell’incontro vinto per 56-17 contro i Buffalo Bills al Kingdome. Due settimane dopo, i Seahawks realizzarono il loro primo shutout, superando in trasferta i Jets per 17-0.
La stagione si chiuse con due successi consecutivi, che portarono il bilancio finale sul 5-9.

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Jim Zorn al passaggio

Dopo aver alternato vittorie e sconfitte nei primi dodici turni del campionato 1978, i Seahawks piegarono i Raiders per 17-16 ad Oakland, battendoli per la seconda volta.
Non succedeva da tredici anni che tutte le dirette avversarie sconfiggessero i Predoni per due volte nella stessa stagione.
Quest’ultima si chiuse col record di 9-7, ed il WR Steve Largent visse una stagione eccezionale, totalizzando 1.168 yards su ricezione.

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Il grande Steve Largent

Nel 1979, i Seahawks iniziarono col piede sbagliato, perdendo quattro dei primi cinque incontri. La squadra si riprese in tempo per superare in rimonta, col punteggio di 31-28, i Falcons in quel di Atlanta, in occasione del loro primo Monday Night.
Ma una settimana più tardi subirono la sconfitta più umiliante al Kingdome, dove totalizzarono solo yard negative, finendo per soccombere per 24-0 contro i Los Angeles Rams.
I Seahawks rientrarono in carreggiata e, vincendo cinque delle ultime sei gare stagionali, terminarono col record di 9-7 per la seconda stagione di fila.

L’inizio del campionato 1980 fu buono, con cinque vittorie nelle prime sette partite in calendario.
Tuttavia, la difesa si trovò in grave difficoltà, ed il team incappò in una striscia perdente di ben nove gare consecutive, che portaono il bilancio stagionale su un disastroso 4-12. La retroguardia di Seattle concesse qualcosa come 408 punti agli avversari, e in diverse occasioni la squadra perse per un TD o meno di scarto.

Pessimo esordio, invece, quello della stagione 1981, con sei sconfitte nei primi sette incontri, degno viatico ad un terribile 6-10 finale. Nonostante tutto, Steve Largent disputò un’altra stagione su livelli stratosferici, ricevendo per qualcosa come 1.224 yards.

Nel 1982, i Seahawks iniziarono con due sconfitte, prima che uno sciopero dei giocatori, durato due mesi, interrompesse la stagione.
Alla ripresa del campionato, i Seahawks si ritrovarono con un nuovo allenatore, dopo il licenziamento di Jack Patera. Agli ordini del coach ad interim Mike McCormick, i Seahawks totalizzarono quattro vittorie e tre sconfitte, terminando la stagione col record di 4-5.
Finito il campionato, McCormick fece ritorno al front office, e Chuck Knox fu nominato allenatore capo.

Nelle prime dodici giornate della stagione 1983, il football dei Seahawks fu assai altalenante; ad esempio, spazzarono via senza troppi patemi i Los Angeles Raiders, per venire poi bastonati sonoramente dai San Diego Chargers, portandosi così sul parziale di 6-6.
Con le speranze di playoff in serio pericolo, i Seahawks sconfissero i Kansas City Chiefs per 51-48 in overtime al Kingdome. La vittoria diede una spinta decisiva a Seattle, che vincendo tre delle ultime quattro partite chiuse la regular season col record di 9-7, sufficiente per accedere alla postseason.
Nella sfida di Wild Card, i Seahawks si affidarono ad un attacco equilibrato per superare i Denver Broncos col punteggio di 31-7 al Kingdome.
Una settimana più tardi, conquistarono 66 yards in cinque giochi alla fine dell’ultimo quarto, piegando i Dolphins per 27-20 a Miami nel Divisional.
Ma sette giorni dopo, nel Championship AFC, i Seahawks dovettero arrendersi ai Los Angeles Raiders, che li sconfissero per 30-14 nella Città degli Angeli.

Sfruttando l’inerzia della precedente stagione, nel 1984 i Seahawks ingranarono tutte le marce, vincendo dodici delle prime quattordici gare in calendario. Di quella striscia positiva vanno ricordati ben tre shutouts; uno in particolare, il perentorio 45-0 inflitto ai Chiefs il 4 Novembre al Kingdome, vide quattro TD su intercetto, due dei quali messi a segno da Dave Brown.
Ma i Chiefs si presero la rivincita, imponendosi per 34-7: il titolo della AFC West si sarebbe deciso all’ultima di regular season, con i Seahawks tra le mura amiche del Kingdome, opposti ai Denver Broncos.
La formazione di Seattle venne battuta per 31-14, terminando sul 12-4, ma la sconfitta costrinse i Seahawks ad accontentarsi della Wild Card. La difesa totalizzò tre turnover e sei sacks, che risultarono determinanti per la vittoria interna, col punteggio di 13-7, sui Los Angeles Raiders.
La stagione, però, si concluse sette giorni dopo a Miami, dove i padroni di casa dei Dolphins si imposero per 31-10.

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Dave Brown

Il football giocato dai Seahawks nel campionato 1985 fu decisamente mediocre: non deve sorprendere, quindi, un deludente record finale di 8-8.
Durante la stagione, Seattle vinse solo due partite di fila, perdendone poi altrettante: un ritornello, questo, che si ripetè per ben quattro volte.
Tra le cose da salvare di quella stagione, le buone prove del QB Dave Krieg, che passò per ben 3.602 yards; nell’incontro vinto in casa in rimonta il 13 Ottobre contro gli Atlanta Falcons, lanciò addirittura per 405 yards.

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Dave Krieg

Buon avvio dei Seahawks nel 1986, con cinque vittorie nelle prime sette gare, tra le quali il successo per 17-12 contro i New York Giants al Kingdome il 19 Ottobre.
Ma Seattle incappò in una striscia negativa di quattro incontri, che complicò la corsa ai playoff. Nonostante cinque vittorie consecutive nel finale di campionato ed il record di 10-6, i Seahawks fallirono l’appuntamento con la postseason per un tiebreaker.
Da ricordare, in quella stagione, il record di partite consecutive con almeno una ricezione stabilito da Steve Largent, ed il RB Curt Warner, che stabilì il primato personale in carriera con 1.481 yards su corsa.

Nel 1987, prima dell’inizio della stagione, i Seahawks riuscirono ad agigudicarsi il LB Brian Bosworth nel draft supplementare.
Sul parziale di 1-1, la stagione si fermò a causa di un’agitazione dei giocatori; le franchigie mandarono in campo delle riserve: quelle dei Seahawks vinsero due partite su tre.
Quando i titolari fecero ritorno in campo, i Seahawks giocarono un football solido, aggiudicandosi quattro vittorie nelle ultime cinque gare in calendario, e si portarono sull’ottimo parziale di 7-3. Il finale di stagione non fu altrettanto buono: Seattle, infatti, vinse solo due delle tre partite finali.
Nonostante tutto, il record di 9-6 fu sufficiente per una Wild Card: al contempo, Steve Largent entrò nella storia, infrangendo il record di ricezioni in carriera.
Nel primo turno di playoff, i Seahawks giocarono testa a testa con gli Oilers, ma alla fine furono questi ultimi a prevalere in overtime per 23-20 all’Astrodome di Houston.

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Brian Bosworth

Steve Largent continuò a battere record anche nel 1988, stabilendo quello di yards ricevute.
I Seahawks vinsero le prime due gare stagionali; ma nel terzo incontro in calendario, il QB Dave Krieg subì un infortunio alla spalla, che lo mise fuori combattimento per circa due mesi. In sua assenza, i Seahawks riuscirono a fatica a rimanere a galla, portandosi sul parziale di 5-5.
Al ritorno di Krieg, i Seahawks si scatenarono, vincendo tre delle ultime quattro partite stagionali e conquistando il titolo della AFC West col record di 9-7. Ma nel Divisional Playoff, il team di Seattle uscì di scena, sconfitto per 21-13 dai Bengals a Cincinnati.

La stagione 1989 fu l’ultima di Steve Largent nella Lega: il WR si infortunò al gomito nella sconfitta all’esordio contro gli Eagles a Philadelphia. In quell’incontro, Largent ricevette un TD pass, portandosi ad una sola segnatura dal record NFL. Largent ritornò per eguagliare e poi infrangere quel primato, ma i Seahawks stentarono per tutto il campionato, che si chiuse sul 6–10.
Prima dell’ultimo incontro in calendario al Kingdome, i Seahawks resero i dovuti onori a Largent, che era stato con loro sin dalla fondazione della squadra, ritirando il suo numero di maglia ed inserendolo nel Ring of Honor del team.
Largent si ritirò con record in fatto di ricezioni, yards e touchdowns.
Anche se tali primati sarebbero stati battuti nel giro di pochi anni, Steve è stato ed è tuttora ricordato come uno dei migliori ricevitori di ogni tempo.

Nel 1990, i Seahawks iniziarono davvero male, con tre sconfitte di fila. Piano piano e con molta fatica, la squadra cominciò ad uscire dal tunnel, raggiungendo quota .500 dopo la 12ma gara stagionale.
Durante la risalita verso l’equilibrio in classifica, i Seahawks vinsero più volte in rimonta; da segnalare, a tale riguardo, il successo dell’11 Novembre a Kansas City, allorquando Dave Krieg riuscì a far dimenticare il record personale di sette sacks subiti in un solo incontro stabilito da Derrick Thomas, trascinando i suoi al successo per 17-16, grazie ad un TD pass da 25 yards per Paul Skansi nell’ultima azione della partita.
I Seahawks vinsero tre delle ultime quattro gare, terminando con un record di 9-7; ma la postseason sfumò a causa di un tiebreaker.

Vedendo in lui il QB del futuro, i Seahawks spesero la prima scelta del draft 1991 su Dan McGwire, fratello della stella del baseball Mark. Ma il giovane regista dovette attendere a lungo il suo turno, rimanendo sulla sideline per buona parte della stagione; i Seahawks giocarono in modo mediocre, e terminarono sul 7-9.
Al termine della stagione, Chuck Knox si dimise, tornando ai Los Angeles Rams. A rimpiazzarlo sulla panchina di Seattle venne chiamato il due volte vincitore del Super Bowl, Tom Flores.

Nel 1992, con la partenza di Dave Krieg, molti si aspettavano di vedere finalmente in campo Dan McGwire; ma dopo le sue stentate performance in preseason, il posto da titolare venne dato a Stan Gelbaugh. Quest’ultmo, però, faticò a sua volta in regular season, e gli fu preferito Kelly Stoufer. Nemmeno Stoufer seppe fare di meglio, e McGwire sembrava perdersi ogni volta che si trovava in campo.
I Seahawks realizzarono la miseria di 140 punti, in quella che fu la peggior stagione di sempre nella storia della franchigia, terminata con un disastroso 2-14.
Nonostante la pochezza dell’attacco, Cortez Kennedy brillò nel reparto arretrato, e fu nominato Defensive Player of The Year.

Evidentemente non troppo contenti di Dan McGwire, nel 1993 i Seahawks draftarono il “golden boy” di Notre Dame Rick Mirer. Quest’ultimo, che era stato paragonato al grande Joe Montana, venne subito nominato titolare.
Con Mirer in cabina di regia, i Seahawks persero le prime due gare in calendario, ma si ripresero vincendone quattro delle successive cinque, portandosi sul parziale di 4-3.
Tuttavia, Seattle non seppe sfruttare l’inerzia, e perdendo sette delle ultime nove partite terminò con un pessimo 6-10.

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Nel 1994, costretti a giocare le prime tre gare casalinghe all’Husky Stadium, nel campus dell’Università di Washington, dopo che un blocco di cemento era caduto al Kingdome, i Seahawks partirono bene, con tre vittorie nei primi quattro turni.
Ma il ritorno tra le mura amiche coincise con l’inizio di una striscia negativa di sei incontri consecutivi.
I Seahawks chiusero sul 6-10 per la seconda stagione di fila, nonostante l’annata stellare del RB Chris Warren, che corse per 1.545 yards.
Al termine del campionato, Tom Flores lasciò l’incarico di HC per dedicarsi esclusivamente a quello di General Manager. A rimpiazzarlo fu chiamato Dennis Erickson, già allenatore dell’Università di Miami.

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Chris Warren in azione

La gestione Erickson, nel 1995, non iniziò nel migliore dei modi: il nuovo allenatore venne infatti accusato di guida in stato d’ebbrezza. Erickson risolse tranquillamente i suoi problemi legali ma non quelli dei Seahawks sul campo: Rick Mirer continuava infatti a stentare, tanto che al giro di boa il parziale era di 2-6.
Con John Friez al posto di Mirer, i Seahawks vinsero sei delle ultime partite stagionali, terminando col record di 8-8.

Rick Mirer seguitò a giocare male anche all’avvio della stagione 1996, che vide i Seahawks perdere le prime tre partite.
Il bilancio finale fu di 7-9, e per l’ennesima volta la squadra mancò l’obiettivo playoff. 
Al termine della stagione, nella quale aveva lanciato qualcosa come dodici intercetti a fronte di soli cinque TD passes, Mirer fu rilasciato.

Nel 1997, dopo nove stagioni senza postseason, i Seahawks cominciarono a mostrare segni di impazienza: a riprova di ciò, misero sotto contratto un QB non certo giovane come Warren Moon. Quest’ultimo disputò una stagione da All-Pro, lanciando per 3.678 yards e 25 TD passes.
Tuttavia, una striscia negativa di quattro incontri sul finale di stagione portò il bilancio finale di Seattle sull’8-8, il che costrinse ancora una volta i Seahawks a guardare i playoff alla televisione.
I cambiamenti sembravano ormai all’orizzonte: la squadra venne ceduta al co-fondatore della Microsoft, Paul Allen. La prima conseguenza del suo arrivo furono le dimissioni del GM Tom Flores.

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Warren Moon

Nel 1998, con una vera e propria spada di Damocle sulla testa di Dennis Erickson, i Seahawks partirono col piede giusto, vincendo le prime tre partite stagionali. Ma Warren Moon si infortunò, e con Jon Kitna in cabina di regia la squadra iniziò a stentare. Nonostante il rientro di Moon, i Seahawks continuarono a giocare un football mediocre, portandosi sul parziale di 6-6 dopo i primi dodici incontri.
Opposti ai Jets a Meadowlands, i Seahawks persero 32-31, allorquando il tuffo del QB Vinny Testeverde verso la endzone venne considerato come un TD valido, benché più replay avessero chiaramente mostrato che solo la sua mano nuda aveva varcato la goal line. Quella sconfitta fu una vera a propria mazzata per i Seahawks, che terminarono col medesimo record dell’anno precedente, e saltarono i playoff per una sola partita di scarto.
Al termine della stagione, Dennis Erickson venne silurato, ed al suo posto venne ingaggiato Mike Holmgren, già ai Green Bay Packers, chiamato a ricoprire sia il ruolo di GM che di allenatore capo.

Nella loto ultima stagione al Kingdome, i Seahawks partirono a spron battuto, vincendo otto delle prime dieci gare.
Il QB Jon Kitna disputò un buon campionato, lanciando per 3.346 yards; ma nel finale di stagione ebbe non poche difficoltà, e Seattle perse quattro delle ultime cinque partite.
Fortunatamente per i Seahawks, la buona partenza di inizio campionato fu sufficiente a conquistare il secondo titolo divisionale della loro storia, grazie al record di 9-7.
Nel primo turno di playoff, i Seahawks ospitarono i Miami Dolphins nell’ultimo incontro tra le mura del Kingdome. I Seahawks mantennero un vantaggio di 17-13 sugli avversari fino a metà dell’ultima frazione di gioco; ma Dan Marino orchestrò un drive eccellente, che diede ai Dolphins la vittoria per 20-17 a 5′ dalla fine.

Pochi mesi dopo la sconfitta contro Miami, nel 2000 il Kingdome venne abbattuto, per far posto ad un impianto nuovo di zecca. Ma durante la lunga fase di realizzazione dello stadio i Seahawks furono costretti a giocare per ben due stagioni al campus dell’Università di Washington. Senza un vero stadio casalingo, i Seahawks stentarono da subito, perdendo sette delle prime nove partite, mentre Jon Kitna uscì dalle grazie di Mike Holmgren e dei tifosi.
I Seahawks chiusero con un deludente 6-10. 
Al termine della stagione, i Seahawks tagliarono Kitna e posero in essere una trade per assicurarsi Matt Hasselbeck.

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Matt Hasselbeck

Tuttavia, nel 2001 il giovane regista, giunto ai Seahawks dai Green Bay Packers, stentò dall’inizio, portando alla firma del QB veterano Trent Dilfer.
I Seahawks espressero un gioco mediocre per quasi tutta la stagione con Hasselbeck alle spalle del centro: nelle gare in cui giocò da titolare, la squadra vinse cinque gare e ne perse sette. Ogniqualvolta Dilfer fu messo in campo, i Seahawks giocarono con maggior convinzione, vincendo tutti e quattro gli incontri in cui era stato schierato da titolare.
A fare notizia c’era anche il RB Shaun Alexander, autore di una straordinaria performance in occasione del Sunday Night dell’11 Novembre contro gli Oakland Raiders all’Husky Stadium; il giocatore corse per ben 266 yards, trascinando i suoi alla vittoria per 34-27. Quella fu la quarta miglior prestazione su corsa di sempre in una singola partita: Alexander avrebbe poi terminato la stagione con 1.318 yards e 16 TDs all’attivo.
Per accedere ai playoff, i Seahawks dovevano assolutamente vincere nell’ultima di campionato e sperare nei risultati degli altri; Seattle fece la sua parte, superando i Kansas City Chiefs per 25-22. Ma non ottenne l’aiuto sperato, e fu la sola squadra col record di 9-7 a non approdare alla postseason.

Nel 2002, il nuovo impianto dei Seahawks aprì finalmente i battenti; la squadra fu nuovamente ricollocata nella NFC West, in cui aveva disputato la stagione d’esordio nel 1976. Anche il look del team cambiò: il casco passò dall’argento ad un blu scuro, come le divise.
Dopo aver perso l’opener in trasferta, i Seahawks inaugurarono il nuovo stadio con una deludente sconfitta per 24-13 contro gli Arizona Cardinals. La squadra perse cinque delle prime sei gare.
Le cose sembravano andare di male in peggio nella Week 7, allorquando Trent Dilfer si infortunò al tendine d’Achille in trasferta contro i Dallas Cowboys. Tuttavia, Matt Hasselbeck guidò i Seahawks alla vittoria per 17-14, rovinando la festa ad Emmitt Smith, che in quell’incontro stabilì il record assoluto NFL su corsa.
Con Dilfer fuori causa per il resto della stagione, Hasselbeck giocò molto bene, e la squadra terminò positivamente la stagione, vincendo le ultime tre gare e chiudendo col record di 7-9.
Anche le statistiche finali furono buone: Hasselbeck lanciò per 3.075 yards, mentre Shaun Alexander fu il miglior realizzatore della NFC, con 18 TDs all’attivo.

Il 2003 vide i Seahawks esordire alla grandissima, con tre vittorie consecutive, che consentirono loro di portarsi in vantaggio di due partite nella NFC West. Ma dopo il turno di riposo, i Seahawks apparvero arrugginiti nella sfida persa per 35-13 a Green Bay contro i Packers.
I ragazzi di Holmgren si ripresero vincendo il successivo incontro in casa: il nuovo nido dei Falchi di mare fu difeso alla grande per tutta la stagione; tra le nuova mura amiche la squadra di Seattle conquistò infatti otto successi.
Ma in trasferta fu tutt’altra storia: dopo un roboante 38-0 contro gli Arizona Cardinals nella Week 2, i Seahawks persero le successive sei gare esterne, tra le quali quella della Week 12 contro i Baltimore Ravens, in cui riuscirono a dilapidare un vantaggio di 41-24 nell’ultimo quarto. In quell’occasione, i Ravens si imposero in overtime col punteggio di 44-41.
Le difficoltà dei Seahawks lontano da casa costarono loro il primo posto: l’ultima di campionato si sarebbe disputata a San Francisco contro i 49ers, e solo la vittoria avrebbe garantito l’accesso ai playoff.
Dopo essere finiti sotto per 14-0 all’inizio del secondo quarto, i Seahawks ritornarono in partita segnando due TDs in rapida successione prima dell’intervallo. La squadra sfruttò l’inerzia anche nel secondo tempo, ed alla fine si impose per 24-17, terminando col record di 10-6 ed approdando alla postseason.
Nei playoff i Seahawks volarono a Green Bay, per una sfida che costituiva un ritorno a casa sia per Holmgren che per Hasselbeck: il primo era stato mentore dell’allora HC gialloverde Mike Sherman, mentre il secondo aveva funto da backup del grande Brett Favre.
Chiuso il primo tempo in svantaggio per 13-6, i Seahawks tornarono in campo con gli occhi iniettati di sangue, e passarono a condurre per 20-13. Il resto dell’incontro fu una continua altalena, ed i tempi regolamentari si chiusero sul 27-27.
In overtime i Seahawks vinsero il coin toss, ed Hasselbeck dichiarò che Seattle avrebbe vinto; mal gliene incolse, dato che un suo lancio venne intercettato da Al Harris e riportato in meta per il definitivo 33-27 in favore dei Packers.

Nel 2004, con grandi speranze di vittoria nella propria Division, Seattle iniziò col piede giusto, vincendo le prime tre gare in calendario. Ma la chance di sigillare anzitempo la NFC West venne clamorosamente sprecata dai Seahawks, che dilapidarono il vantaggio di 24-7 all’intervallo sui St. Louis Rams, perdendo ai supplementari in casa col punteggio di 33-27.
Quella fu la prima di tre sconfitte consecutive, ed i Seahawks iniziarono a giocare in modo inconsistente, frustrando non poco i propri tifosi. Nel tentativo di rafforzare un reparto ricevitori di non eccelsa qualità, la formazione di Seattle acquistò una leggenda vivente come Jerry Rice dagli Oakland Raiders. Ma l’arrivo di “World” non ebbe un impatto significativo sulla squadra, che navigò intorno a quota .500 per tutta la stagione, oltretutto perdendo ancora contro i Rams.
Seattle avrebbe comunque potuto ancora vincere il titolo divisionale, in caso di vittoria: inoltre, Shaun Alexander era in piena lotta con Curtis Martin per il titolo di miglior runner NFL, ed aveva già 20 TDs all’attivo.
Alexander chiuse la regular season ad una sola yard dal rivale, chiudendo a quota 1.696; ma i Seahawks, fermando i Falcons su un tentativo di conversione da due punti, riuscirono ad imporsi per 28-26, e si laurearono Campioni della NFC West col record di 9-7.
Nel playoff, i Seahawks si ritrovarono nuovamente opposti alla loro nemesi, i Rams. Ancora una volta, la partita fu una vera e propria battaglia; con i Rams in vantaggio per 27-20, Matt Hasselbeck orchestrò un ottimo drive, desideroso di cancellare l’inglorioso finale della precedente stagione. In situazione di 4° e goal, con un’ultima chance di mandare la partita in overtime, Hasselbeck vide libero Bobby Engram in endzone; ma il passaggio gli scivolò tra le mani, ed i Rams riuscirono a spuntarla per la terza volta in stagione, mentre un frustrato e furioso Matt Hasselbeck sbattè i pugni sul terreno di gioco.

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Shaun Alexander

La stagione successiva dei Sehawks è stata certamente la migliore nella storia della franchigia, che mai era approdata al Grande Ballo in oltre trent’anni di vita nella NFL.
Il periodo tra la fine della deludente stagione del 2004 e l’inizio di quella del 2005 è stato contrassegnato da numerosi cambiamenti per i Seahawks, a cominciare dal front office. Il proprietario Paul Allen ha licenziato il General Manager Bob Whitsitt (a Seattle da otto anni) il 14 Gennaio, lo stesso giorno in cui Ted Thompson giungeva dai Green Bay Packers per prenderne il posto.
Da tempo circolavano voci sul deterioramento dei rapporti tra Whitsitt e Mike Holmgren (e più o meno chiunque altro); lo stesso Holmgren in seguito ha ammesso di aver pensato di lasciare la squadra dopo una stagione, come quella del 2004, decisamente logorante sul piano personale.
All’epoca del siluramento di Whitsitt, la situazione salary cap dei Seahawks era quantomai problematica, con ben sedici free agent non ancora ri-firmati a roster, tra i quali tre stelle del calibro di Matt Hasselbeck, Shaun Alexander e Walter Jones.
Il 3 Febbraio Mike Reinfeldt, che era stato cacciato da Whitsitt, è stato nuovamente assunto in veste di consulente, con l’incarico di sciogliere quel nodo gordiano. Reinfeldt è riuscito a far siglare a Jones ed Hasselbeck dei contratti a lunga scadenza, ed a mettere il franchise tag su Alexander, fissando alcuni punti certi in vista della rimanente parte della offseason.
Dopo un’attenta ricerca, il 23 Febbraio i Seahawks hanno puntato sull’esperto Tim Ruskell come nuovo responsabile della operazioni.
La prima mossa di Ruskell, nell’ambito di un più complesso progetto di riorganizzazione del roster, è stata quella di rilasciare o non rinnovare il contratto a ben sette giocatori (Ken Lucas, Anthony Simmons, Chad Brown, Orlando Huff, Chike Okeafor, Rashad Moore e Cedric Woodard), tutti titolari in una difesa che nel 2004 non era stata certamente all’altezza.
Nel resto della offseason e fino al training camp, Ruskell ha messo sotto contratto una serie di free agent per colmare i vuoti a roster, sia in attacco che in difesa, individuando nel carattere e nell’attitudine al lavoro i criteri ispiratori del processo di selezione.
Al primo giro del draft, i Seahawks hanno posto in essere una trade down, passando dalla 23ma alla 26ma posizione per selezionare il C Chris Spencer, prodotto dell’Università del Mississippi e ricevendo una scelta supplementare al 4° giro. Hanno ceduto due scelte al 4° giro, effettuando una trade up, per puntare sul LB Lofa Tatupu (prodotto di USC), che ha poi giocato tutte le partite della stagione successiva e partecipato al Pro Bowl al suo primo anno tra i pro.
Le altre scelte sono cadute sul QB David Greene (da Georgia), sul LB Leroy Hill (da Clemson), sull’OT Ray Willis (da Florida State), sul DE Jeb Huckeba (da Arkansas), sul RB Tony Jackson (da Iowa), sul LB Cornelius Wortham (da Alabama) e sull’OG Doug Nienhuis (da Oregon State).
La regular season di Seattle si è conclusa con un eccellente 13-3, che è valso ai Seahawks il titolo della NFC West ed il vantaggio campo nei playoff; la vittoria nella Division, peraltro, è stata conseguita dopo sole undici giornate, a causa della concomitante sconfitta dei Rams il 4 Dicembre, che ha dato a Seattle la matematica certezza del primato.
Una nota di colore: alla fine della regular season, l’utilizzo da parte dei Seahawks dell’espressione “12th man” (riferita ai propri tifosi, considerati come il 12° uomo in campo) è stata contestata dalla Texas A&M University, che detiene un apposito marchio commerciale. La controversia è stata poi definita stragiudizialmente l’8 Maggio 2006; in base all’accordo così raggiunto, ai Seahawks è stato permesso di continuare ad utilizzare lo slogan, con l’obbligo di riconoscerne la paternità in capo all’ateneo texano.
La postseason è cominciata con la sfida, nel Divisional Playoff, contro i Washington Redskins. Shaun Alexander ha subito un trauma cranico nel primo quarto, ma i Seahawks sono comunque riusciti ad imporsi col punteggio di 20-10. Quella vittoria ha spezzato un digiuno di ventun anni senza vittorie in postseason. 
Matt Hasselbeck ha completato 16 passaggi su 26 per 215 yards e un TD pass, segnando a sua volta una meta con una corsa da sei yards nella terza frazione di gioco. La più lunga corsa in carriera del FB Mack Strong (38 yards) ha portato alla segnatura finale, ovvero al FG da 31 yards di Josh Brown che ha fissato il punteggio sul 20-10 a 3′ dalla fine dell’incontro.
I Seahawks sono così approdati al Championship NFC, che li ha visti opposti ai Carolina Panthers, il 22 Gennaio 2006.
Seattle ha dominato la gara dall’inizio alla fine, totalizzando qualcosa come 393 yards contro le 212 degli avversari, di cui 190 su corsa, a fronte delle sole 36 di Carolina. La difesa di Seattle ha intercettato Jake Delhomme per tre volte, ed il DT Rocky Bernard ha messo a segno due sacks. Shaun Alexander ha corso per 134 yards su 34 portate, segnando anche due TDs; Matt Hasselbeck ha completato 20 passaggi su 28 per 219 yards e due TD passes. 
Sotto per 17- 0 , Steve Smith ha rimesso in gara i Panthers, riportando in meta un punt per 59 yards. Chiusi i primi due quarti sul 20- 7, Seattle ha avuto il primo possesso del secondo tempo, e Matt Hasselbeck ha lanciato un TD pass per Darrell Jackson. A metà dell’ultima frazione di gioco, Shaun Alexander ha segnato con una corsa da una yard, portando il punteggio sul 34-7 e sigillando, di fatto la partita; un TD dei Panthers, ormai inutile, ha fissato il punteggio sul definitivo 34-14.
Battendo Carolina, i Seahawks non solo hanno terminato con un eccellente 10-0 negli incontri casalinghi, ma soprattutto hanno staccato il biglietto per il Super Bowl XL, il primo della loro storia.
La finale, svoltasi al Ford Field di Detroit il 5 Febbraio 2006 , li ha visti opposti ai Pittsburgh Steelers. Sono stati questi ultimi, però, ad imporsi col punteggio 21-10. Pur avendo conquistato un minor numero di yards rispetto ai Seahawks, (339 contro 396), gli Acciaieri della Pennsylvania hanno saputo convertire tre big plays in altrettanti TDs.
Seattle, da parte sua, è stata penalizzata da alcune chiamate arbitrali a dir poco dubbie, oltre che da palloni droppati, da una cattiva gestione dell’orologio e da un intercetto in territorio avversario che ha messo la parola fine alla partita.
Le molte chiamate controverse effettuate durante quel Super Bowl sono state ferocemente criticate sia dai tifosi che da alcuni rappresentanti dei media: sono stati in molti a suggerire che gli arbitri avessero giudicato in modo errato alcune giocate decisive dell’attacco di Seattle. Jason Whitlock, cronista del Kansas City Star, ha sintetizzato al meglio le molte opinioni negative, scrivendo, il giorno dopo la partita, quanto segue: “Leavy ed il resto della sua crew hanno rovinato il Super Bowl XL. Sono l’unico che vorrebbe sentirli difendere la propria incompetenza?
In risposta a quelle voci cririche, il portavoce della NFL Greg Aiello ha rilasciato una dichiarazione del seguente tenore: “La gara è stata diretta correttamente, incluse, come nella maggior parte degli incontri NFL, alcune giocate che hanno suscitato disaccordo sulle decisioni prese dagli arbitri.”
La partita ha messo fine ad una grande stagione, condizionata dalle lamentele per l’arbitraggio.

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Lofa Tatupu al placcaggio

Quella del 2006 è stata la 31ma stagione dei Seahawks nella Lega.
In occasione del draft, la franchigia dello Stato di Washington ha selezionato il CB Kelly Jennings (da Miami), il DE Darryl Tapp (da Virginia Tech), l’OG Rob Sims (da Ohio State), il FB David Kirtman (da USC), il P Ryan Plackemeier (da Wake Forest), il WR Ben Obomanu (da Auburn). Va segnalato, nel mercato dei free agents, un arrivo importante: quello del WR Deion Branch, già Campione del Mondo ed MVP del Super Bowl con i Patriots, passato ai Seahawks dopo un lungo holdout.
Grazie ad un record di 9-7, la formazione guidata da Mike Holmgren si è aggiudicata nuovamente il titolo divisionale, conquistando l’accesso ai playoff.
Nel turno di Wild Card, i Seahawks (con il quarto seed nella NFC) hanno dovuto fronteggiare in casa i Dallas Cowboys (che avevano il quinto). Nel primo quarto, Seattle ha aperto le marcature con un FG da 23 yards, cui ha risposto il kicker di Dallas Martín Gramatica, che ne ha piazzato tra i pali uno da 50.
Nella seconda frazione di gioco, Seattle si è riportata in vantaggio ancora con Brown, autore di un calcio da 30 yards. Ma Dallas è ripassata a condurre appena prima dell’intervallo, con un TD pass di Tony Romo per il WR Patrick Crayton.
Nel terzo quarto, i Seahawks sono tornati avanti grazie al lancio vincente da 15 yards di Matt Hasselbeck per il TE Jerramy Stevens.
Ma sul successivo kickoff, i Cowboys sono ripassati a condurre, grazie ad un prodigioso ritorno in meta da 93 yards del WR Miles Austin.
Nell’ultimo quarto, Dallas ha incrementato il vantaggio con Gramática grazie ad un FG da 29 yards. In seguito, Seattle è di nuovo tornata avanti: dapprima recuperando nella endzone avversaria un fumble commesso da Terry Glenn dopo un gran colpo sferratogli dal rookie CB Kelly Jennings, e poi grazie al secondo TD pass (stavolta da 37 yards) di Hasselbeck per Stevens (seguito da una mancata conversione da due punti).
I Cowboys si sono riportati in buona posizione per segnare verso la fine dell’incontro, ma Romo, schierato come holder in occasione di un FG, ha perso palla, cercando poi di correre per conquistare il primo down o varcare la goal line; ad impedirglielo, il placcaggio portato dalla SS Jordan Babineaux. I Seahawks hanno quindi cercato di consumare più tempo possibile sull’orologio.
Con 2” ancora da giocare, Dallas ha avuto ancora un’ultima possibilità: ma l’Hail Mary Pass di Romo è stato deflettato, e Seattle si è aggiudicata l’incontro.
Con la vittoria, i Seahawks hanno migliorato il record complessivo, passando sul 10-7 ed approdando al Divisional Playoff contro i Chicago Bears.
Reduci dalla vittoria contro Dallas, i Seahawks sono volati al Soldier Field per affrontare la miglior squadra della propria Conference.
Nella prima frazione di gioco, Seattle si è subito trovata in svantaggio: a portare avanti i Bears è stato il RB Thomas Jones, con una corsa da nove yards.
Nel secondo quarto, i Seahawks sono passati a condurre, con il TD pass da 16 yards di Hasselbeck per il WR Nate Burleson. Ma immediatamente dopo la segnatura, Chicago ha risposto con il TD pass da 68 yards di Rex Grossman per il WR Bernard Berrian.
I Seahawks sono ritornati in vantaggio grazie a Shaun Alexander, autore di una corsa vincente da quattro yards: ma Jones ha colpito nuovamente, con una corsa da sette yards.
Nella terza frazione, Seattle si è riportata in avanti col FG da 40 yards di Josh Brown, mentre Alexander ha messo a segno un’altra meta, correndo per 13 yards.
Tuttavia, nell’ultimo quarto, Chicago ha pareggiato con il FG da 41 yards messo a segno da Robbie Gould, e la partita è andata ai supplementari. In overtime, i Seahawks hanno vinto la coin toss e ricevuto per primi. Hasselbeck ha portato la squadra in prossimità della metà campo, ma nell’ultimo terzo down della gara, ha lanciato la palla fuori da campo.
In situazione di 4° down, i Seahawks hanno calciato il punt; i Bears sono riusciti a mettere Gould in condizione di calciare un FG da 49 yards, che ha dato loro la vittoria e li ha proiettati al Grande Ballo (poi perso contro i Colts, n.d.r.).
Con la sconfitta, il bilancio complessivo di Seattle è stato di 10-8.

La stagione 2007 dei Seahawks ha visto alcuni cambiamenti, a partire dall’offseason. Il DE Grant Wistrom, anziché chiedere di rinegoziare il proprio contratto, ha preferito ritirarsi, mentre il WR Darrell Jackson è stato ceduto ai San Francisco 49ers in cambio di una quarta scelta. Il TE Jerramy Stevens è stato rilasciato dopo l’arresto per guida in stato d’ebbrezza in Arizona, firmando poi per i Tampa Bay Buccaneers; l’altro TE Itula Mili è stato rilasciato in Gennaio per fare posto al WR Ben Obomanu. Infine, il C Robbie Tobeck si è ritirato il giorno successivo alla sconfitta nel Divisional Playoff contro i Chicago Bears.
Al draft, i Seahawks hanno speso la prima scelta sul CB Josh Wilson (prodotto di Maryland); gli altri giocatori selezionati sono stati il DT Brandon Mebane (California), il DE Baraka Atkins (Miami – Florida), la G Mansfield Wrotto (Georgia Tech), il LB Will Herring (Auburn), il WR Courtney Taylor (Auburn), il WR Jordan Kent (Oregon) e la G Steve Vallos (Wake Forest).
La squadra ha chiuso la stagione regolare con il record di 10-6, aggiudicandosi il quarto titolo divisionale consecutivo e la quinta apparizione di fila ai playoff. Inoltre, i Seahawks hanno stabilito un record NFL per il minor numero di penalità da quando la Lega è passata a 16 giornate, commettendone solo 59.
Nella sfida di Wild Card, Seattle si è trovata opposta ai Washington Redskins.
Gli uomini di Holmgren hanno battuto i Pellerossa, grazie ad un’ottima prova in attacco ed in difesa. Le segnature sono arrivate su corsa (Leonard Weaver), su ricezione (D.J. Hackett), su ritorno di intercetto (Marcus Trufant e Jordan Babineaux) e su FG (due di Brown). Per i Redksins, hanno segnato Randle El e Santana Moss; il punteggio finale è stato di 35-14 in favore di Seattle.
L’avventura in postseason dei Seahawks si è conclusa ancora una volta nella “Frozen Tundra” di Green Bay: sotto una nevicata fittissima e dopo una partenza stentata (due fumble di Ryan Grant in 69″), Brett Favre e compagni si sono ripresi alla grande, finendo per imporsi con un perentorio 42-20.

La stagione 2008 è sembrata la fine di un’era, con Mike Holmgren intenzionato a ritirarsi al termine del campionato. Anche il dominio dei Seahawks nella propria Division, che durava da cinque anni, è sembrato venir meno.
Prima ancora che la stagione iniziasse, Seattle ha trovato un nuovo RB, Julius Jones (proveniente dai Cowboys), chiamato a rimpiazzare Shaun Alexander.
Sin dall’inizio è parso chiaro che la stagione sarebbe stata difficile, dopo che i Seahawks sono stati maltrattati dai Buffalo Bills per 34-10 nell’opener in trasferta. Già privi di Deion Branch e Bobby Engram, i Seahawks hanno perso anche Nate Burleson per l’intera stagione, a causa di un infortunio al ginocchio.
Una settimana dopo, Seattle ha perso ancora, stavolta in overtime per 33-30 contro i diretti rivali dei San Francisco 49ers. La riscossa è giunta nella giornata successiva, con la vittoria per 37-13 contro i St. Louis Rams: i Seahawks speravano di riprendersi, approfittando del turno di riposo e del rientro di Branch ed Engram. Ma gli infortuni hanno continuato a falcidiare la squadra: con Hasselbeck fermato da problemi alla schiena, la squadra è precipitata in una spirale negativa, perdendo nove incontri su dieci e rimanendo esclusa dalla lotta per i playoff.
Seattle ha poi vinto due delle rimanenti tre gare in calendario, una delle quali per 13-3 sui New York Jets in una giornata nevosa al Qwest Field, che ha estromesso i biancoverdi dalla corsa alla postseason.
Quella deludentissima stagione si è chiusa per i Seahawks con un pessimo 4-12.

Dopo un decennio, nel 2009 le redini della squadra sono passate dalle mani di Mike Holmgren a quelle di Jim Mora Jr. L’esordio è stato positivo, con un perentorio 28-0 rifilato ai Rams tra le mura amiche del Qwest Field.
Dopo la sconfitta esterna per 23-10 per mano dei San Francisco 49ers, i Seahawks hanno fatto ritorno a casa, ma solo per essere sconfitti per 25-19 dai Chicago Bears; in quell’occasione, hanno indossato una divisa verde fosforescente, che da quel momento ha suscitato una diffusa ilarità in tutta la Lega, mentre Seneca Wallace ha fatto il suo esordio in cabina di regia al posto dell’infortunato Matt Hasselbeck.
Giunti alla terza sconfitta consecutiva con la batosta per 34-17 contro gli Indianapolis Colts, i Seahawks hanno finalmente vinto il primo incontro per 41-0 contro i Jacksonville Jaguars: il rientrante Hasselbeck ha lanciato ben quattro TD passes. Seattle, però, non è stata in grado di sfruttare l’inerzia, perdendo i due incontri successivi, inframmezzati dal turno di riposo.
Dopo la vittoria casalinga sui Detroit Lions, le difficoltà in trasferta sono proseguite, con le sconfitte esterne per mano degli Arizona Cardinals e dei Minnesota Vikings, che li hanno di fatto estromessi dalla corsa ai playoff.
La prima vittoria esterna è giunta contro i disastrosi St. Louis Rams, seguita dal successo casalingo contro i 49ers, grazie al FG da30 yards di Olindo Mare.
Quello è stato però l’ultimo momento positivo della stagione, dato che Seattle ha perso le ultime quattro partite in calendario, chiudendo con un pessimo 5-11.
La striscia perdente nel finale di stagione è costata il posto a Jim Mora Jr., per rimpiazzare il quale è stato ingaggiato l’ex HC di USC, Pete Carroll.

Pete Carroll

Pete Carroll

L’era Carroll è iniziata positivamente, con il successo dei Seahawks sui diretti rivali dei San Francisco 49ers per 31-6 tra le mura amiche del Qwest Field: Seattle è stata guidata da un ottimo Matt Hasselbeck, che ha chiuso con tre TD pass all’attivo.
Dopo la sconfitta esterna contro i Denver Broncos, i Seahawks hanno fatto affidamento sul 12th man, allorquando Leon Washington ha ritornato in meta due kickoff nella sfida vinta per 27-20 contro i San Diego Chargers.
Ma Seattle è arrivata al bye con una sconfitta divisionale, maturata per 20-3 a St. Louis contro i Rams.
Dopo la sosta, i Seahawks hanno disputato una delle loro migliori partite stagionali, piegando i Bears per 20-3 al Soldier Field di Chicago: l’ultimo acquisto, il RB Marshawn Lynch, giunto via trade dai Buffalo Bills, ha subito lasciato il segno mettendo a segno un TD.
Anche nella settimana successiva i Seahawks hanno continuato a giocare bene, portandosi sul parziale di 4-2 grazie al successo casalingo per 22-10 contro gli Arizona Cardinals.
Di segno opposto, anche sotto il profilo del gioco, la gara di Oakland, che li ha visti sconfitti dai Raiders con un impietoso 33-3. Durante quell’incontro, Matt Hasselbeck si è infortunato, costringendo i Seahawks a gettare nella mischia Charlie Whitehurst, il quale è poi partito da titolare contro i New York Giants al Qwest Field la settimana dopo. Whitehurst ha faticato oltremodo all’esordio, completando solo 12 passaggi su 23 per 113 yards; i Big Blue hanno asfaltato i Seahawks con un roboante 41-7.
Hasselbeck ha fatto ritorno la settimana successiva, lanciando per 333 yards e trascinando i Seahawks al successo esterno contro i Cardinals per 36-18. Durante la gara Hasselbeck si è infortunato al polso ma ha continuato a giocare, ed una settimana dopo Seattle ha affrontato i New Orleans Saints. Ancora una volta Hasselbeck ha giocato bene, passando per 366 yards, ma i Seahawks sono comunque usciti sconfitti per 34-19 dal Superdome.
La striscia negativa è continuata anche al ritorno a casa, dove i Seahawks hanno perso per 42-14 contro i Kansas City Chiefs 42-14. Quella sconfitta, la quarta in cinque gare, ha portato Seattle sul parziale di 5-6.
I Seahawks si sono ripresi battendo i disastrati Carolina Panthers per 31-14, ma la loro difesa ha continuato a giocare male, concedendo almeno 34 points in tre partite.
Durante le ultime due gare, i Seahawks hanno assistito al declino e ai guai fisici di Matt Hasselbeck, sia contro gli Atlanta Falcons che contro i Tampa Bay Buccaneers.
Nonostante le ben sette sconfitte rimediate in nove gare, ed il parziale di 6-9, i Seahawkhs sono giunti all’ultima di campionato con la possibilità di essere ancora artefici del proprio destino: gli avversari di turno al Qwest Field, nell’ultimo Sunday Night della stagione in prima serata, erano i St. Louis Rams. In palio, il titolo di campione della NFC West.
Mai nessun team nella storia della NFL, in una stagione senza scioperi, era mai riuscito ad agganciare il treno playoff con un record negativo, ma in una Division storicamente pessima i Seahawks avevano il 12° uomo dalla loro parte, ed erano pronti al colpo gobbo. Con Matt Hasselbeck ancora ai box, i Seahawks si sono affidati nuovamente a Charlie Whitehurst, che aveva sciupato le chances fino a quel momento concessegli. Ma in quell’occasione non ha steccato, ed anzi ha subito portato in vantaggio i suoi con un TD pass da quattro yard per Mike Williams. La difesa di Seattle, che aveva stentato per la maggior parte della seconda metà di regular season, ha concesso solo un FG ai Rams nel primo tempo, chiuso sul 7-3 in favore dei padroni di casa. I Rams hanno segnato solo un altro FG nel terzo quarto, ma a segnare definitivamente la gara sono stati i tre FG di Olindo Mare che hanno fissato il risultato finale sul 16-6 e consegnato ai Seahawks il titolo divisionale col record di 7-9.
Ormai ribattezzati come la peggior squadra da playoff nella storia della Lega, i Seahawks hanno affrontato i Campioni del Mondo uscenti, i New Orleans Saints, ma stavolta al Qwest Field. Qualcuno ha sostenuto che non fosse corretto che fossero i Seahawks a giocare in casa, suggerendo un cambiamento regolamentare in tema di seeding; i Saints partivano comunque con i favori del pronostico. Ed infatti l’inizio della gara è stato tutto di marca Saints, che si sono portati sul 17-7 all’inizio del secondo quarto. Ma i Seahawks hanno segnato 17 punti di fila, grazie ai tre TD pass lansicati da Matt Hasselebeck nel primo tempo, chiuso in vantaggio per 24-20. Nella terza frazione di gioco, i Seahawks hanno aumentato le distanze, grazie al TD pass da 38 yards di Hasselbeck per Mike Williams. Olindo Mare ha segnato il FG del 34-20 all’inizio dell’ultimo quarto. I Saints si sono rifatti sotto grazie alla segnatura di Julius Jones; il vanttaggio dei Seahawks si è ulteriormente assottigliato grazie al FG da 21 yards di Garrett Hartley. La partita era in bilico, ma i Seahawks hanno piazzato il colpo del K.O. a 3’22” dal termine con la straordinaria corsa vincente da 67 yards di Marshawn Lynch, che in quell’occasione ha rotto diversi placcaggi, portando i suoi sul 41-30. Il baccano fatto dai tifosi al Qwest Field è stato tale da venire registrato come un piccolo terremoto dai sismografi locali! Ma i Saints erano decisi a vendere cara la pelle, ed infatti hanno prontamente risposto con il TD pass di Drew Brees per Devery Henderson; New Orleans non è però riuscita nella conversione da due punti, ed i Seahawks hanno sigillato il successo per 41-36 allorquando John Carlson ha ricoperto l’onside kick.
Quella vittoria ha portato i Seahawks al Divisional, dove hanno nuovamente incrociato i caschi con i Chicago Bears al Soldier Field. La gara è iniziata subito in salita per i Seahawks, dato che i Bears sono partiti a spron battuto grazie al TD pass da 58 yards di Jay Cutler per Greg Olsen; l’attacco di Seattle, viceversa, ha fatto fatica ad ingranare. I Bears hanno segnato un secondo TD nel primo quarto ed un terzo nella seconda frazione di gioco, portandosi così sul 21-0 all’intervallo. Il vantaggio dei Bears si è esteso sino al 28-0, fino a quando Olindo Mare ha finalmente messo a referto i primi punti di Seattle con un FG da 30 yards verso la fine del terzo quarto. Matt Hasselbeck ha chiuso bene la gara, lanciando tre TD pass, che però non sono bastati ai Seahawks: a spuntarla sono stati infatti i padroni di casa, che con il successo per 35-24 sono approdati al Championship NFC.
Al termine della stagione, i Seahawks hanno continuato a guarda al futuro: Matt Hasselbeck, che li aveva guidati al Super Bowl XL e che deteneva diversi record di franchigia dopo un decennio passato a Seattle, non è stato riconfermato.

Marshawn Lynch

Marhsawn Lynch in azione

Nel 2011, pur avendo aggianciato la postseason con un record negativo e disputato i playoff vincendo addirittura una gara, i Seahawks dovevano sostituire un pezzo da novanta come Matt Hasselbeck: a tal fine, hanno messo sotto contratto il free agent Tavaris Jackson, proveniente dai Minnesota Vikings, e con lui è giunto uno dei suoi bersagli preferiti, il WR Sidney Rice. All’esordio stagionale, i Seahawks sono stati bastonati dai San Francisco 49ers per 35-17; in quella gara, Ted Ginn Jr. ha spezzato la partita con due lunghissimi ritorni di kickoff in meta nell’ultimo quarto.
Sette giorni dopo, i Seahawks sono volati fino a Pittsburgh, ma si sono evidentemente dimenticati l’attacco sulla West Coast, venendo asfaltati con un impietoso 24-0 dagli Steelers all’Heinz Field.
Nella prima gara tra le mura amiche, finalmente i Seahawks hanno messo a segno la prima vittoria, spuntandola per 13-10 sugli Arizona Cardinals.
Una settimana più tardi, i Seahawks si sono ritrovati da subito ad inseguire gli Atlanta Falcons, che si trovavano in vantaggio per 27-7 all’inizio del terzo quarto. I Seahawks hanno rimontato furiosamente, ma sono comunque usciti sconfitti dal Georgia Dome per 30-28, con un pessimo 1-3 in classifica.
A Meadowlands, i Seahawks hanno invece giocato la miglior partita della stagione, piegando i New York Giants per 36-25, ma hanno dovuto rinunciare a Tavaris Jackson causa infortunio. I Giants sembravano sul punto di mettere a segno il TD decisivo, ma a farlo è stato Brandon Brower, capace di riportare in meta per 94 yards un intercetto lanciato da Eli Manning nei minuti finali.
Dopo il bye Seattle ha invece disputato la loro peggior gara stagionale, perdendo contro i Cleveland Browns per 6-3 un incontro di una bruttezza epocale, contraddistinto da una marea di penalità.
I Seahawks hanno continuato a faticare anche dopo il ritorno di Tavaris Jackson, perdendo sia contro i Cincinnati Bengals che contro i Dallas Cowboys e passando sul 2-6 in classifica.
Contro i Baltimore Ravens al CenturyLink Field i Seahawks sono stati risvegliati dai loro tifosi, forzando ben tre turnover e piegando a sorpresa i Ravens per 22-17: a decidere la gara sono stati i ben cinque FG di Steven Hauschka.
Una settimana dopo, i Seahawks hanno totalizzato altri tre turnover, piazzando la seconda zampata consecutiva contro i St. Louis Rams per 24-7. Ma, con ancora una chance di tornare in corsa per i playoff, Seattle ha subito una brutta sconfitta casalinga per 23-7 contro i Washington Redskins in casa: i Pellerossa hanno messo a segno 16 punti di fila nell’ultimo quarto, annullando il vantaggio di dieci punti di Seattle.
Quattro giorni dopo, i Seahawks hanno puntato su Marshawn Lynch, che ha corso per 148 e segnato due mete nel Thursday Night vinto per 31-14 contro i Philadelphia Eagles.
Lynch ha brillato nuovamente nella partita contro i Rams, vinta in casa per 30-13. I Seahawks hanno da subito galvanizzato i propri tifosi, grazie al punt bloccato e ritornato in meta da Michael Robinson.
I Seahawks hanno continuato la striscia vincente in quel di Chicago, bastonando i Bears per 38-14 al Soldier Field e portandosi sul 7-7: in quella gara, la difesa di Seattle ha brillato, intercettando per tre volte Caleb Hanie, con due pick six di Red Bryant e Brandon Brower.
Pronti a mettere il segno positivo al proprio record, i Seahawks hanno ospitato i San Francisco 49ers la vigilia di Natale e si sono portati sul 17-16 con una corsa vincente di Marshawn Lynch. Ma i 49ers hanno lasciato il carbone nelle calze dei Seahawks, grazie al FG da 39 yards calciato a fil di sirena da David Akers che ha portato il punteggio sul definitivo 19-17.
Nell’ultima gara di campionato contro i Cardinals in Arizona, i Seahawks hanno perso in overtime per 23-20 contro i diretti rivali di Division; pur chiudendo al terzo posto finale col record di 7-9, Seattle ha visto la propria secondaria, guidata da Brandon Brower, affermarsi tra le migliori della Lega, ed il team ha vinto contro due delle quattro squadre che si sono giocate il Championship, tra le quali i futuri Campioni del Mondo, i Giants.

Durante l’offseason, i Seahawks hanno cercato di migliorare la situazione in cabina di regia, mettendo sotto contratto il backup QB dei Green Bay Packers Matt Flynn. Quest’ultimo, però, si è visto soffiare il posto da titolare dal rookie Russell Wilson, prodotto di Wisconsin scelto al terzo giro dai Seahawks.
Wilson ha stentato al debutto tra i pro, e Seattle ha perso la prima di campionato in trasferta contro i Cardinals per 20-16.
Wilson ha giocato molto meglio all’esordio casalingo, trascinando i suoi al successo per 27-7 contro i Dallas Cowboys. Il rookie ha lanciato per 251 yards e un TD pass, mentre un punt bloccato e riportato in meta da Jeron Johnson ha fatto pendere la bilancia dell’incontro da subito verso i Seahawks.
Russell Wilson ha avuto il suo primo palcoscenico in primetime nella Week 3, quando i Seahawks hanno ospitato i Green Bay Packers nel Monday Night. La gara è stata una battaglia difensiva, tant’è che il TD pass di Wilson per Golden Tate è stata l’unica segnatura del primo tempo. Wilson ha poi avuto i suoi problemi contro la difesa dei Packer, che sono passati a condurre per 12-7 nell’ultimo quarto. Nei secondi finali della partita, Wilson ha effettuato un lancio in endzone che sembrava essere stato intercettato dal CB dei Packers M.D. Jennings. Ma una volta a terra, Golden Tate gli ha strappato il pallone in endzone, e l’arbitro sostituto ha erroneamente assegnato la meta a Tate, che ha consentito ai Seahawks di lasciare il campo col successo per 13-12.
Quella controversa giocata ha portato al ritorno in campo degli arbitri “titolari”; la Lega, infatti, solo 48 ore dopo ha definito la vertenza con le “zebre”.
Dopo quella fortunosa vittoria, Russell Wilson ha continuato a stentare, venendo intercettato per tre volte nella gara persa contro i St. Louis Rams per 19-13. Altrettanto ha fatto nella Week 5, ma la difesa di Seattle ha imbrigliato Cam Newton e conquistato il primo successo esterno dell’anno, imponendosi per 16-12 sui Carolina Panthers.
Una settimana dopo, Wilson ha nuovamente mostrato le sue doti di vincente nell’ultimo quarto, guidando i Seahawks al successo contro i New England Patriots per 24-23. Sotto per 23-10 a otto minuti dal termine, Wilson ha imbeccato Braylon Edwards con un TD pass da 10 yards. In seguito, ha pescato Sidney Rice con un lancio vincente da 46 yards a 1’27” dalla sirena, mentre Richard Sherman ha sigillato il successo con un intercetto ai danni di Tom Brady. Sherman ha poi irriso Brady uscendo dal campo, dicendogli “U Mad Bro?
Quattro giorni dopo, la difesa di Seattle ha giocato un’altra grande partita, tenendo in vantaggio i Seahawks per 6-3 in trasferta contro i San Francisco 49ers. Sfortunatamente, l’attacco non ha saputo fare altrettanto, con un Wilson decisamente spento: i 49ers si sono così imposto per 13-6.
La settimana successiva, contro i Detroit Lions, i Seahawks hanno perso nuovamente sul filo di lana, subendo la furiosa rimonta dei Lions, impostisi per 28-24 grazie al TD pass di Matt Stafford per Titus Young a venti secondi dal termine.
Dopo due frustranti sconfitte esterne, i Seahawks sono tornati a casa e, di fronte al loro 12° uomo, hanno piegato i Minnesota Vikings per 30-20, in un pomeriggio perfetto per Russell Wilson.
Sette giorni dopo, è andato in onda il “Golden Tate Show”: il WR dei Seahawks ha ricevuto un TD pass e ne ha lanciato uno a sua volta, trascinando i suoi al successo per 28-7 sui New York Jets. Con quella vittoria, i Seahawks avevano un parziale di 5-0 in casa, ma i problemi continuavano in trasferta: i Seahawks sono stati infatti sconfitti dai Miami Dolphins per 24-21 con un FG di Dan Carpenter all’ultimo secondo.
Sul punto di perdere un’altra gara in trasferta sette giorni dopo, Russell Wilson ha imbeccato Golden Tate con un TD pass da 14 yards, portando in vantaggio i suoi per 17-14 sui Chicago Bears a 32 secondi dal termine al Soldier Field. I Bears hanno rapidamente percorso il campo e portato la gara ai supplementari grazie al FG da 46 yards di Robbie Gould: ma i Seahawks non si sono dati per vinti e l’hanno spuntata in overtime per 23-17 grazie al TD pass da 13 yards di Wilson per Sidney Rice.
Di ritorno a casa nella Week 14, i Seahawks hanno vendicato la sconfitta all’esordio, umiliando i Cardinals con un sonoro 58-0. Russell Wilson è divenuto il primo QB dalla fusione NFL-AFL a partire titolare e vincere le prime sei gare casalinghe: ma in quell’occasione, è stata la difesa di Seattle a fare la storia, forzando qualcosa come otto turnover a portando i Seahawks alla loro più grande vittoria di sempre.
Se è vero che l’appetito vien mangiando, i Seahawks evidentemente avevano ancora fame la settima successiva, allorquando hanno piegato per 50-17 i Buffalo Bills 50-17 a Toronto.
I redidivi Seahawks ci hanno evidentemente preso gusto, tanto da battere i 49ers per 42-13 e conquistare un posto ai playoff.
Seattle ha chiuso la stagione col successo interno per 20-13 sui Rams, terminando col record di 11-5, restando imbattuta in casa.
Dopo le cinque vittorie di fila nel finale di stagione, i Seahawks sono giunti all’esordio nei playoff contro i Washington Redskins: gli occhi di tutti erano puntati sui due giovani QB, Russell Wilson e Robert Griffin III. L’inizio dell’incontro è stato appannagio di quest’ultimo, capace di portare i suoi rapidamente sul 14-0 nel primo quarto. Ma Griffin si è nuovamente infortunato al ginocchio e pur restando in campo era evidente che non fosse al 100%. I Seahawks sono infatti tornati in partita, mettendo a segno 13 punti nella seconda frazione di gioco. Il secondo tempo è stato invece di marca Seahawks, che si sono portati avanti grazie ad una corsa vincente da 27 yards di Marshawn Lynch e messo a segno una conversione da due punti all’inizio dell’ultimo quarto. I Seahawks hanno aggiunto un FG di Steven Hauschka, il terzo della partita, chiudendo col successo per 24-14. Quella è stata la prima vittoria esterna di Seattle nei playoff in 29 anni.
Opposti ai primi della classe, gli Atlanta Falcons, nel Divisional, i Seahawks sono partiti nuovamente col freno a mano tirato, consentendo ai Falcons di dominare i primi trenta minuti e di andare negli spogliatoi in vantaggio per 20-0. Nel primo drive del terzo quarto, i Seahawks sono andati a segno con il TD pass di Russell Wilson per Golden Tate. I Falcons hanno risposto immediatamente e continuato a mantenere il controllo della partita con un lungo drive vincente che li ha portati sul 27-7. I Seahawks non si sono dati per vinti, e Russell Wilson ha corso fino alla endzone portando il punteggio sul 27-14 all’inizio dell’ultimo quarto. Seattle ha accorciato ulteriormente le distanze, grazie ad intercetto di Earl Thomas che ha portato ad un drive vincente, coronato dal TD di Zach Miller. La riscossa dei Seahawks nell’ultimo quarto è proseguita con un ottimo ritorno di punt di Leon Washington fino alla linea delle 39 yards. I Seahawks si sono portati in vantaggio per 28-27 a 34 secondi dal termine con una corsa di Marshawn Lynch. Mentre il pubblico del Georgia Dome assisteva attonito, i Falcons si sono riportati in avanti con due giocate, mettendo Matt Bryant in condizione di calciare un FG da 49 yards.
Il tentativo di trasformazione non è andato a segno, ma Pete Carroll aveva chiamato timeout prima del calcio: il che ha consentito a Bryant di avere una seconda chance, che ha colto alla perfezione portando i suoi sul 30-28.
I Seahawks hanno avuto un’ultima possibilità dopo lo squib kick, ma Julio Jones ha intercettato l’Hail Mary pass di Russell Wilson, mettendo così fine alla stagione di Seattle.

Russell Wilson

Russell Wilson

Nel 2013, reduci da un’ottima stagione ed una vittoria esterna in postseason, i Seattle Seahawks erano ormai diventati la squadra più trendy pick della NFC. Con il QB Russell Wilson pronto ad iniziare la seconda stagione tra i pro ed una secondaria di assoluto livello, i Seahawks hanno esordito in trasferta contro i Carolina Panthers. I Seahawks hanno visto Wilson lanciare per 300 yards, ma non sono riusciti ad entrare in endzone. Comunque, quattro FG di Steven Hauschka sono bastati per imporsi col punteggio di 12-7, mentre le difesa ha frustrato Cam Newton, concedendogli sole 125 yards su passaggio, peggior prestazione in carriera.
Nel primo incontro casalingo, i Seahawks volevano lanciare un messaggio, ospitando i Campioni NFC uscenti, i diretti rivali dei San Francisco 49ers, nel Sunday Night. L’attacco dei padroni di casa ha faticato da subito, ma la difesa è stata semplicemente dominante: le squadre sono andate negli spogliatoi sul 5-0 per i Seahawks.
Mentre la fossa al Century Link Field stabiliva record di rumorosità, i Seahawks hanno preso il largo nel secondo tempo, allorquando Marshawn Lynch è entrato in “beast mode”, segnando tre TD che hanno spianato la strada a Seattle, la quale ha chiuso con un impietoso 29-3.
Dopo un’agevole vittoria per 45-17 sui derelitti Jacksonville Jaguars, i Seahawks sembravano sull’orlo della prima sconfitta stagionale, sotto per 20-3 all’intervallo, in trasferta contro gli Houston Texans.
L’attacco di Seattle non riusciva ad ingranare, ma i Seahawks hanno ricominciato a carburare con un FG di Hauschka verso la fine del terzo quarto, cui si è aggiunto un TD di Marshawn Lynch nell’ultima frazione di gioco. Ciò nonostante, i Seahawks erano ancora sotto per 20-13, mentre il cronometro continuava a scorrere impietosamente. Ma a rimettere in gioco gli ospiti ci ha pensato un brutto lancio del QB dei Texans Matt Schaub, che Richard Sherman ha intercettato e riportato in meta per 58 yards. Seattle ha finito per imporsi col punteggio di 23-20, grazie ad un FG da 45 yards di Steven Hauschka, portandosi sul parziale di 4-0 per la prima volta nella propria storia.
Una settimana dopo, i Seahawks parevano pronti a passare sul 5-0, in vantaggio per 12-0 sugli Indianapolis Colts. Ma il giovane QB Andrew Luck, con un TD pass da 73 yards per T.Y. Hilton ha riportato in partita i suoi.
La partita è stata una continua altalena, che alla fine ha visto prevalere i Colts per 34-28.
Al ritorno tra le mura amiche, i Seahawks hanno completato il viaggio nella AFC South affrontando i Tennessee Titans, che hanno sorpreso i tifosi di Seattle portandosi sul 10-7 all’intervallo, allorquando un fumble di Chris Maragos ha portato ad un ritorno di 77 yards nell’ultimo gioco del secondo quarto. I Seahawks sono tornati a controllare la gara nel secondo tempo, e l’hanno poi vinta per 20-13.
Con due TD pass di Russell Wilson nel primo quarto, i Seahawks si sono sbarazzati agevolmente degli Arizona Cardinals per 34-22, continuando la loro striscia positiva nel Thursday Night.
Le cose non sono andate così lisce la settimana successiva, allorquando i Seahawks hanno affrontato in trasferta i St. Louis Rams nel Monday Night. Nel disinteresse generale, dato che la maggioranza degli appassionati di St.Louis erano concentrati sulle World Series di baseball, la difesa dei Rams ha costretto Seattle a calciare qualcosa come nove punt e messo a segno ben sette sack ai danni di Russell Wilson. Ma secondo il detto “ride bene chi ride ultimo”, a spuntarla sono stati i Seahawks, grazie ad un TD pass da 80 yards di Wilson per Golden Tate, che ha fissato il punteggio sul definitivo 14-9.
Sul parziale di 7-1 i Seahawks stavano andando ben oltre le aspettative, ma non giocavano bene come nelle prime gare stagionali: ciò è apparso evidente nella gara interna contro i Tampa Bay Buccaneers, in quel momento ancora senza vittorie, e che si trovavano in vantaggio a sorpresa per 21-0 nel secondo quarto. Ma i Seahawks hannon continuato a trovare il modo di vincere, pareggiando dapprima con un TD pass di Russell Wilson per Doug Baldwin e finendo per imporsi in overtime per 27-24.
Il ritrovarsi opposti in trasferta agli Atlanta Falcons, che li avevano estromessi dai playoff un anno prima, è sembrato tirare fuori il meglio dai Seahawks, capaci di imporsi con un sonoro 33-10. Steven Hauschka ha messo a segno quattro FG, mentre Russell Wilson e Marshawn Lynch hanno sciorinato ottime prestazioni.
Al ritorno a casa, l’attacco dei Seahawks ha continuato la propria resurrezione, piegando i Minnesota Vikings per 41-20; la formazione dello stato di Washington è così giunta al bye sul parziale di 10-1.
Dopo la sosta, i Seahawks hanno ospitato i New Orleans Saints nello showdown del Monday Night, che si è rapidamente trasformato nell’ennesima vetrina per i Seahawks, impostisi per 34-7, trascinati da un Russell Wilson strepitoso (310 yards e tre TD pass) e da una difesa che ha limitato Drew Brees a sole 147 yards lanciate (peggior risultato stagionale per lui).
La striscia positiva di Seattle si è interrotta una settimana più tardi, con la sconfitta rimediata per mano dei 49ers per 19-17 grazie ad un FG di Phil Dawson allo scadere.
Sette giorni dopo i Seahawks si sono rimessi in marcia dalle parti di Meadowlands, vicino alla sede del Super Bowl XLVIII, lasciando a secco i New York Giants per 23-0, intercettando Eli Manning per ben cinque volte.
Ma, con la possibilità di assicurarsi il vantaggio campo, i Seahawks hanno subito un’inattesa battuta d’arresto, perdendo in casa per 17-10 contro i Cardinals e chiudendo la striscia di 14 successi interni consecutivi al Century Link Field.
Una settimana dopo, i Seahawks si sono ripresi col successo per 27-9 sui Rams, grazie al quale hanno terminato la stagione sul 13-3, record di franchigia, che gli ha dato il vantaggio campo in postseason.
I Seahawks hanno chiuso l’anno guidando la Lega quanto a punti concessi (231), yards concesse (4,378) e turnover (39), primo team a guidare in tutte queste categorie dopo i leggendari Chicago Bears del 1985.
Nel Divisional Playoff, i Seahawks hanno ospitato i New Orleans Saints per la seconda volta. Anche in questa occasione i Seahawks sono parsi in grado di imbrigliare completamente l’attacco avversario, portandosi sul 16-0 dopo due quarti. Comunque, i Saints sono riusciti a contenere lo svantaggio a due segnature, e sono finalmente riusciti a mettere punti a referto grazie alla corsa vincente di Khiry Robinson, dimezzando così il vantaggio di Seattle. Con la corsa in endzone da 34 yards di Marshawn Lynch, i Seahawks sembravano aver messo la partita in ghiaccio; ma i Saints non hanno mollato, portandosi sul 23-15 a 26 secondi dal termine. New Orleans ha poi ricoperto il successivo onside kick ed improvvisamente la partita si è riaperta. I Saints sono ripartiti dalle 38 yards dei Seahawks e sembravano pronti per un lancio in endszone. Tuttavia, Marquis Colston, invece di uscire dal campo ha tentato un passaggio laterale che è finito in avanti, portando ad una penalità che ha di fatto chiuso l’incontro col successo di Seattle per 23-15.
Nel Championship NFC i Seahawks hanno dovuto affrontare i 49ers per la terza volta: in palio, un biglietto per il Super Bowl di New York.
Da subito i Seahawks sono apparsi nervosi, tanto che Russell Wilson ha commesso fumble sul primo snap, ma i 49ers non ne hanno approfittando, mettendo a segno solo un FG. I rosso-oro sono poi passati a condurre per 10-0, fino a quando i Seahawks hanno finalmente trovato il ritmo partita, con Steven Hauschka a mettere i primi punti a referto con un FG verso la fine del secondo quarto. I Seahawks sono pervenuti al pareggio con una corsa vincente da 40 yards di Marshawn Lynch nel terzo quarto, solo per vedere i 49ers riguadagnare il vantaggio per 17-10. Sotto per 17-13 all’inizio dell’ultimo quarto, i Seahawks hanno definitivamente assunto il controllo del gioco con un TD pass da 35 yards di Russell Wilson per Jermaine Kearse. La difesa dei Seahawks ha poi aumentato la pressione, con Cliff Avril in grado di forzare un fumble di Colin Kaepernick. Ma invece di aumentare il vantaggio con un FG, i Seahawks hanno tentato di fiaccare lo spirito dei Niners: scelta assolutamente sbagliata, perché a tenerli in partita ci ha pensato Marshawn Lynch, che ha pensato bene di commettere fumble su un hand off sulla linea delle 1 yard. Ma Kam Chancellor ha evitato a Pete Carroll di rimpiangere quella scelta per tutta la stagione, intercettando Kaepernick sulle 40. Questa volta Carroll ha optato per il FG ed i Seahawks si sono portati sul 23-17. Tuttavia, i 49ers avevano ancora una chance di vincere e si sono portati in avanti negli ultimi minuti dell’incontro: ad infrangere i loro sogni ci ha pensato Richard Sherman, che ha deflettato un passaggio inteso per Michael Crabtree tra le braccia di Malcolm Smith, intercetto che ha deciso l’incontro.
Sherman, con il suo trash talking, è diventato famoso nella NFL e ha trascinato i Seahawks al Super Bowl per la seconda volta.
Un tempo acerrimi rivali diretti nella AFC West, i Denver Broncos e i Seattle Seahawks sono giunti a Meadowlands per il Super Bowl XLVIII seguendo due sentieri tra loro profondamente diversi: i Seahawks avevano la miglior difesa della NFL, mentre i Broncos, guidati dal QB Peyton Manning avevano infranto diversi record in attacco. Quello che era da tutti atteso come il primo Super Bowl al freddo, si è invece giocato in condizioni ideali: il freddo brutale e l’inverno nevoso del Nordest si erano infatti presi una pausa; la temperatura al momento del kickoff era infatti di 10 gradi superiore a quella del Super Bowl VI di New Orleans, che rimaneva dunque il più freddo Super Bowl di sempre.
I Seahawks avevano fatto in modo di portarsi il 12° uomo nell’area di New York ed hanno avuto un rapidissimo impatto sulla gara, allorquando Peyton Manning ha visto il primo snap volare sopra la sua testa e finire in endzone per un safety, a soli 12 secondi dall’inizio dell’incontro. I Seahawks si sono portati sull’8-0 grazie a due FG di Steven Hauschka dopo i primi 15 minuti di football. Seattle ha continuato a controllare e dominare la partita nel secondo quarto, e Marshawn Lynch ha segnato il primo TD dell’incontro. L’attacco dei Broncos non è mai entrato in partita e quando ci è riuscito per la prima volta è stato Malcolm Smith a cancellare ogni speranza di rimonta, riportando in meta un intercetto da 69 yards appena prima dell’intervallo, e fissando il punteggio sul 22-0 in favore di Seattle. Proprio come avevano fatto all’inizio della gara, i Seahawks hanno colpito al cuore i Broncos nel secondo tempo, allorquando Percy Harvin ha riportato in meta per 87 yards il primo kickoff, anche questa volta dopo soli 12 secondi. In vantaggio per 29-0, i Seahawks potevano già sentire il profumo della vittoria, benché il fumo dell’halftime show di Bruno Mars ancora aleggiava su East Rutherford. I Seahawks si sono portati sul 36-0 finché i Broncos hanno messo i primi punti a referto con un TD nell’ultimo gioco del terzo quarto. Alla fine i Seahawks, come un treno merci che sfrecciava in quella notte di Febbraio, hanno distrutto i Broncos con un impietoso 43-8, conquistando il loro primo Super Bowl; Russell Wilson ha messo la ciliegina sulla torta con un TD pass per Doug Baldwin. Malcolm Smith, il cui intercetto da 69 yards aveva di fatto segnato il destino dei Broncos, è stato nominato MVP, aggiungendo anche un fumble recuperato nel secondo tempo.

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