Chi ferma Dallas?
La stagione Nfl che si sta svolgendo da tre settimane lascia davvero poco spazio a interpretazioni. Difficile valutare, ad oggi, quali siano i record veri, quelli cioè meritevoli di essere tali, e quali quelli fasulli, condizionati da episodi favorevoli o meno, da un errore arbitrale, da una giocata singola improvvisa che ha ribaltato una partita già scritta. Tra il chi “vorrebbe ma non può” dei San Diego Chargers che per una manciata di secondi si trova 1-2 invece di 3-0, ai rocamboleschi risultati di una Denver ritrovata ma che, ogni volta, in difesa concede rimonte spaventose salvo poi portare a casa il bottino. Chi è primo dovrebbe stare dietro e viceversa, ma il Monday Night ha dato segni di ripresa e la corsa è ancora lunga.
In uno sport sempre difficile da valutare in chiave futura, non va meglio quando le favorite che ti aspetti dalla Afc, come Indianapolis e la stessa San Diego, boccheggiano con un record negativo mentre l’altra grande, perso Tom Brady in cabina di regia, affonda in casa dopo un paio di anni contro i Miami Dolphins. Sì, proprio loro, i Miami Dolphins, squadra che si è affidata alle cure dall’alto di Bill Parcells per risollevarsi e che, non per la prima volta, ha sgambettato gli uomini di Bill Belichick. Stavolta però l’impresa è arrivata direttamente a Foxboro, con una gara sontuosa, incorniciata in un netto 38-13 (sconfitta interna più pesante dell’era BB) e ricamata da un ragazzo che troppo spesso viene dimenticato.
Vuoi le disgrazie della squadra, vuoi l’infortunio di un anno fa, vuoi che, in ogni caso, quel 1-15 del 2007 non avesse lasciato grande spazio a interpretazioni ma, finalmente, domenica Ronnie Brown è tornato sul serio. Ed è tornato con una prestazione alla Walter Payton o, se preferite esempi più recenti, alla LaDainian Tomlinson. Brown ha ricevuto, corso e lanciato segnando 4 mete e procurandone un’altra grazie al suo passaggio da 19 yard. Una gara da vero playmaker, da MVP della domenica, una partita costruita perfettamente dallo staff dei Dolphins che ha impostato la gara su una serie impressionate di trick play, neanche fossimo al college.
Una serie di snap diretti sul running back con il quarterback Chad Pennington schierato da ricevitore e, da lì, tante giocate diverse, dalla corsa diretta di Brown che sfruttava le option dopo una finta di end around per trovarsi il campo aperto e infilarcisi dentro. O, come nell’occasione del suo Td pass, di lanciare un compagno in meta dopo uno scramble a sinistra. Una partita perfetta che interrompe una serie di 21 gare senza sconfitte per i Pats (in regular season) e che ci ha mostrato una Miami nettamente diversa dalle prime due giornate, segno che il lavoro alla lavagna, in settimana, funziona bene. Così come il lavoro sul campo, la pratica, che ci ha portato un Chad Pennington a cui è mancato solo il colpo da sei punti, ma che non ha sbagliato quasi nulla: 17 completi su 20 per 226 yard.
Negli occhi rimane però Brown, capace di sgusciare da ogni buco, di ricevere snap, lanci, di correre tra le maglie della difesa avversaria, di segnare e aiutare i ‘Phins a raggiungere 461 yard totali. Ronnie Brown, grazie anche alla sfortuna di Carnell Williams, è il vero grande runningback uscito dal draft 2005, quello che vide anche l’incompiuto Cedric Benson tentare i primi passi nella lega pro e lo stesso Cadillac, partito forte e ora fermo ai box dopo il grave incidente di un anno fa.
Brown no, lui continua a resistere, nonostante l’infortunio, una squadra che non decolla ed il silenzio generale intorno alla sua franchigia dovuto a una scarsità di risultati che ha toccato il fondo nel 2007 quando, a fronte di una perfect season immagazzinata dalla odiata New England, si era rischiato di confezionare l’esatto opposto, salvo poi ringraziare Greg Camarillo per la meta decisiva contro Baltimore. Silenzio ora squarciato da un’impresa che, se prima o poi ti aspetti, fatichi a credere che possa venire proprio dalla Florida, sorpresa che porta anzi tutto la firma di Ronnie Brown, 4 mete su corsa, una su lancio. Il secondo a riuscire in un’impresa del genere dopo quel lontano pomeriggio del 1923, quando a farcela fu John Driscoll che tutti conoscevano (e conoscono) come Paddy. Giocava nei Chicago Cardinals (sì, quelli che oggi arrancano in Arizona) ma giocò anche nell’altra squadra di Chicago, i Bears i George Halas. Oggi Paddy riposa a Canton, Ohio, dove soggiornano per sempre le leggende di questo sport e la cosa ci lascia supporre che per battere i Patriots, nonostante tutto, serva ancora qualcosa in più di un’impresa “normale”.
Nel dubbio di questo avvio l’unica squadra che sembra non perdere mai l’orientamento sono i Dallas Cowboys che, a proposito di record, espugnano il Lambeau Field di Green Bay per la prima volta nella loro storia. E’ difficile capire oggi chi sia davvero favorito per il titolo, ma è impossibile, se obbligati, non spendere il nome della squadra allenata da Wade Phillips. A furia di cercare Jerry Jones c’è arrivato, è riuscito a costruire una squadra con una difesa veloce ed efficace, dotata di un paio di elementi sopra la media, ed è arrivato a sistemare un attacco semplicemente devastante.
Da quando Tony Romo raccoglie gli snap dietro al centro questa squadra è decollata. Il talento non mancava nemmeno prima, Marion Barber correva già per i Cowboys, così come Terrell Owens era già il ricevitore. Poi Jason Witten poi, appunto, Romo, il cervello di un attacco stellare. Oggi, tra gli altri, un Felix Jones sorprendente runningback al primo anno che sposta avanti un po’ di più i limiti del gioco d’attacco dei texani. E poi c’è la linea offensiva, l’asse più importante del sistema che protegge braccia, gambe e cervello di Romo, il quale viviseziona le difese avversarie che è un piacere.
Una squadra che sfianca sulle corse, che muove la catena senza difficoltà e che si fa trovare sempre pronta al gioco profondo, dai grandi guadagni confezionati in uno scatto improvviso della premiata ditta Barber-Jones o da una sbracciata di Romo. Allo stato attuale delle cose, anche se siamo appena in settembre, è difficile immaginare chi possa fermare questa Dallas. Imbattute, dall’altra parte, ci sono Buffalo, Denver e Tennessee, squadre su cui nessuno punterebbe fino alla fine. Da questa parte, parliamo di National Football Conference, c’era Green Bay che, con tutte le scusanti del caso, ha perso in modo netto (e in casa) lo scontro diretto.
Vuoi gli infortuni, vuoi la poca concretezza in campo corto, i Packers sono crollati sotto i colpi di Dallas pur rimanendo in partita per tre quarti, aggrappati a un risultato che, con la tenacia, sono riusciti a tenere basso fino alla fine. L’unico TD dei Packs è però giunto a risultato acquisto con i Cowboys che aggiornavano già il tabellino inserendo un 3 nella casella della vittorie.
Chi li ferma quindi? Toccherà di nuovo a loro? Alla squadra del destino? Ai Road Warriors? Ai NY Giants che, zitti zitti nel loro angolino, sono usciti vincitori da un over time con Cincinnati portandosi a loro volta sul 3-0? New York è così, deve far parlare poco di sé, cerca di non fare scalpore e fa in modo che non tutto vada sempre liscio come l’olio, altrimenti non sarebbero i Giants. Entrano negli spettacoli come comparse e ne escono con l’Oscar. Non è detto che quest’anno la storia si ripeta, certo è che la vittoria al Super Bowl ha tolto tante paure e tanta ruggine dai Big Blue che hanno deciso di cominciare decisamente meglio di quanto non fecero un anno fa. Forse è un brutto segno, forse NY dovrebbe starsene lì, far correre gli avversari a più non posso e poi riprenderli, a uno a uno, quando l’ambiente si scalda a gennaio. Vero è che nella Grande Mela son ormai abituati a regular season composte da una serie incredibile di vittorie consecutive poi controbilanciata dalle sconfitte che sembrano non finire mai fino a dei playoff acciuffati, puntualmente, per i capelli.
Com’è come non è, la realtà più credibile è proprio quella di Eli Manning e soci, impegnati a “disturbare” la passerella dei Cowboys e a rendere sempre più viva una division (la Nfc East) che probabilmente non ha rivali in tutta la lega. E proprio per la competitività di questa divisione e per le decennali rivalità che resistono da lustri all’interno di essa, il cammino a est delle squadre della National sembra sempre il più ricco di insidie. Domenica Washington va a Dallas. La rivalità va in scena in uno dei suoi momenti più alti. Un’altra prova per capire chi può fermare Dallas. Se si può fermare Dallas.
Bella Ale! E grazie a nome dei tifosi dei Dolphins per il meritatissimo tributo a RB, sempre concentrato e al suo posto, sempre a tirare la carretta da solo o quasi, nonostante in pochi fuori da Miami se ne accorgessero. Uno dei punti fermi da cui ripartire per cercare di tornare grandi.
Ciao. Ottimo pezzo, non
Grande ale,
direi disamina perfetta della domenica, in effetti chi se lo sarebbe mai aspettato un risultato del genere al gilette stadium?
Scusa l’ignoranza ma ti vorrei porre un quesito:ogni tanto in telecronaca sento dire dai commentatori che il quarterback fa il “conteggio” ma cosa significa?
Ale,ma i Pats non potevano giocare cosi domenica scorsa?Sinceramente sono felice per Chad,ma per il resto e’ un pezzo che non vedevo giocare NE cosi male.Ma puo’ capitare.Non voglio dire nulla sui miei disastrati Jets…..fare29 punti e prenderne
48…..Una difesa ed uno special team coi fiocchi……La cosa
incredibile e’ che Buffalo e’ prima nella Division….chissa se i Bills dopo le 4 finali perse di fila riusciranno a tornare nei playoffs e ridiventare protagonisti.Avete visto giocare Kurt Warner?Sembra rinato,ritornato quasi ai fasti di STL….chissa se Arizona ha finalmente trovato l’anno giusto per tornare ai playoffs dopo tempo immemore.Sinceramente quest’anno veder giocare i Broncos e’ un piacere,partite sempre emozionanti con punteggi alti(difese allegre a parte)Ale che ne pensi di Cutler?
Ha finalmente acquisito un po’ d’esperienza e cattiveria nei momenti decisivi?Per i Colts i problemi di Peyton stanno seriamente mettendo la stagione a rischio.Addai non vale la meta’ di Edgerrin ed il grande Marvin inizia ad accusare l’eta’
e le stagioni.E’ forse il canto del cigno per IND?Saluti e alla
prossima.
Ciao a tutti, grazie. Andiamo con ordine.
Chargers: si, un giocatore pu
Niente domande, solo comlimenti Ale!!!!!!
Dato che Sky ha perso i diritti NFL, e dato che RAI Sport “non piglia”… c’
mamma mia Ale… USC e Cowboys secchi nello stesso Weekend!!!