Sal Paolantonio: Most Overrated and Underrated – Parte I
Sal Paolantonio è uno dei più stimati opinionisti della ESPN, corrispondente NFL dal 1995. Ha partecipato alla realizzazione di numerose trasmissioni televisive, tra cui Sport-Center e NFL Countdown, il magazine della domenica targato ESPN che ci porta sui campi prima delle partite.
Nel 2007 ha scritto un interessantissimo libro, che ha aperto numerosi dibattiti all’interno degli addetti ai lavori NFL.
Il titolo è “The Paolantonio Report”, ed in esso sono raccolti tutti i pensieri dell’opinionista circa miti e bufale della NFL.
Suddiviso in categorie, dalle squadre vincenti il Super Bowl ai giocatori ruolo per ruolo, Sal fa una classifica dei più sopravvalutai e sottovalutati di sempre, andando a sfatare qualche mito e dare visibilità a chi, secondo lui, non ne ha avuta abbastanza per quel che meritava.
In questo primo capitolo sono a presentare la sezione “Most Overrated Teams” (le squadre più sopravvalutate), che il cinico Sal apre nientepopodimeno che con i Miami Dolphins del ’72, per intenderci quelli della pefect season.
Ecco le ragioni di Paolantonio, buona lettura e che si apra il dibattito sulla bontà o meno del suo pensiero…
N.d.r.: La stesura del libro è contemporanea allo svolgimento della passata stagione, per cui ancora doveva crearsi il 16-0 dei Patriots…
I DOLPHINS DEL ‘72

Don Shula, coach dei Dolphins 1972
Non sembrerebbe esserci alcun senso a parlare di questo.
La mitologia popolare vuole che i Dolphins del ’72 siano la più grande squadra di football di sempre. Non lo sono.
Vincere il Superbowl con un record perfetto di 14-0 è ricordato come il raggiungimento di un traguardo unico nella storia del football, probabilmente della storia dello sport nella sua interezza.
Ed ogni anno che passa senza che un’altra squadra imbattuta vinca il Superbowl alimenta ulteriormente l’aura di impossibilità a ripeterlo. Ogni volta che una squadra apre la stagione andando 10-0, 11-0, le immagini dei vecchi Dolphins cominciano a ripopolare gli schermi televisivi, fortificando le nostalgie, alimentando il mito.
Più passano gli anni senza un’altra perfect season, più il mito sembra solidificarsi.

Il RB Larry Csonka
E, non dimentichiamoci, la NFL Films realizzando la serie “American Teams” ha votato questa squadra la migliore di sempre.
Ma analizzando attentamente come si costruì quel record di 14-0, i Dolphins del ’72 non sembrano poi così potenti.
Una delle 10 squadre migliori della storia? Forse. La migliore? Assolutamente no.
Questo è il motivo per cui sono sopravvalutati.
Quei Dolphins furono i beneficiari di un calendario ridicolosamente semplice in una AFC terribilmente debole.
Contando le rivali di divisione – i Colts, i Patriots e due volte i Bills – gli avversari di Miami ebbero un record combinato di 70-122-4, una percentuale di vittoria dello 0.367: la peggiore di sempre riferita a una squadra che ha vinto il Superbowl.
Forse ora anche voi state cominciando a ragionarci su, vero?

Il QB Bob Griese
C’è un vecchio detto negli sport: Tu puoi battere solo chi incontri. Ebbene, i Dolphins del ’72 hanno battuto un mucchio di nessuno.
Nessuno dei loro avversari raggiunsero i playoffs, e solo due di essi – i Giants ed i Chiefs – terminarono la stagione con una percentuale di vittorie sopra lo 0.500, chiudendo poi entrambe a 8-6.
I Dolphins del ’72 furono l’unica squadra da Superbowl fin dall’unione delle Leghe a non affrontare neanche una squadra che avrebbe poi raggiunto i playoffs e l’unica squadra ad aver vinto un Superbowl a non incontrare neanche un avversario che avesse vinto almeno nove partite.
Pensando alla più grande squadra di sempre, allora bisogna concentrarsi sugli Steelers del ’78 o sui 49ers dell’89.
Queste squadre letteralmente asfaltarono i loro avversari.
Sicuramente ci sarebbe molto da dire sulla capacità di alcune squadre di uscire vincitrici dalle partite combattute, ma in ogni caso i Dolphins del ’72 non furono in grado di strabattere nessuno.
Superarono i Vikings (7-7) di due punti, i Bills (4-9-1) di un punto, e i Jets (7-7) di quattro punti.
E nella postseason faticarono parecchio nelle prime due partite, rimontando un deficit di 14-13 nel quarto quarto ai Cleveland Browns, il quarterback dei quali era l’unico e il solo (udite udite) Mike Phipps. Quell’ anno, i Browns furono la squadra che segnò meno punti in assoluto tra tutte quelle che raggiunsero i playoffs. Phipps completò un bassissimo 47,2 % dei suoi passaggi in tutta la stagione.
Nel Championship della AFC, i Dolphins dovettero rimontare da 7-10 nel terzo quarto per battere gli Steelers.
Al Superbowl, i Dolphins incontrarono i Redskins. Il quarterback di Washington? Billy Kilmer, che ebbe l’invidiabile record di 2-4 in carriera negli incontri di playoffs. L’attacco di George Allen era assolutamente mono-dimensionale.
Kilmer andò al Probowl quell’anno, ma l’attacco dei Redskins finì diciassettesimo nella classifica delle yards su passaggio. Kilmer semplicemente non poteva batterli.
I Dolphins giocarono in maniera conservativa (ignorando, ovviamente, l’imitazione che Garo Yepremian fece di… beh.. Billy Kilmer!) e vinsero una gara molto efficiente per 14-7.

Il kicker Garo Yepremian
In questo caso efficiente – anche se perfetta – non si traduce nella squadra più forte di tutti i tempi.
Questi sono i motivi per cui i Dolphins del ’72 sono in testa alla classifica delle squadre vincitrici del Superbowl più sopravvalutate della storia.
Post scriptum: Nonostante fosse stata la difesa a condurre i Dolphins ai playoffs del 1972, soltanto un membro di quella difesa è entrato nella Hall of Fame: il middle linebacker Nick Buoniconti.
Ben cinque membri di quell’attacco, invece, hanno il loro busto a Canton.
Personalmente trovo Paolantonio molto overrated come scrittore di football in generale. Per