Che sta succedendo?

Se dovessimo basarci sui risultati di questo primo scorcio di stagione, verrebbe da dire che la NFC East sarà vinta a mani basse dai New York Giants, e che Washington Redskins e Dallas Cowboys si dovranno accontentare di uno spot nella Wild Card. Ma, per fortuna, la matematica e la sua proprietà transitiva (Giants battono Redskins che battono Cowboys che battono Eagles) non si applicano al campionato NFL, per cui quello che attende i tifosi di queste quattro squadre, probabilmente, è una stagione di passione e sofferenza sportiva.

C’è da dire, però, che alla luce di quanto visto finora l’anello debole della catena sembrano essere proprio i Philadelphia Eagles, che appaiono estremamente dipendenti da Brian Westbrook. Finchè il runningback da Villanova è in salute e dominante, il gioco aereo degli Eagles muove facilmente la palla sul terreno. Ma quando si ferma, tutte le attenzioni delle difese avversarie si concentrano sul gioco aereo, e gli Eagles hanno vita molto breve. Così è stato anche ieri, quando Westbrook ha giocato come sa fare per un intero drive, toccando palla in 5 giochi su 12 e finalizzando la sequenza nel TD del 7-0.

Westbrook si è lievemente infortunato al termine di quel drive, rientrando negli spogliatoi. Al suo ritorno in campo, ha toccato palla soltanto altre tredici volte fino al termine della partita, senza risultare più decisivo. Così i Redskins, con la loro difesa arcigna sui ricevitori degli Eagles e con l’eccellente prova di Clinton Portis (29 corse per 145 yards e 1 TD) e il trick play di Antwaan Randle El (1 TD pass da 18 yards per Chris Cooley) dopo Dallas hanno consegnato un’altra polpetta avvelenata a domicilio, battendo gli Eagles a casa loro per 23-17.

Sorvolando sul massacro (44-6) operato dai Giants ai danni dei Seattle Seahawks, e trasmesso (?) in differita dalla RAI, occorre spendere qualche parola sui Dallas Cowboys. La domanda è: che sta succedendo a Dallas? L’attacco dei texani è una pallida copia di quello ammirato l’anno scorso come una perfetta e ben oliata macchina da guerra. Inoltre, da due partite a questa parte, ha mostrato strane tendenze monomaniacali. Contro i Redskins, la scorsa settimana, solo giochi aerei tranne una decina di corse. Stavolta, contro i Cincinnati Bengals, 23 lanci a fronte di 38 corse (quasi il doppio). Quali le ipotesi possibili?

I Cowboys si sono fatti finora ammirare per la varietà e la fantasia del loro gioco offensivo. Merito indubbio di Jason Garrett, l’OC di Wade Phillips. Il comportamento della squadra in queste ultime settimane invece sembra schizofrenico. Non è che c’è in atto una guerra intestina tra Phillips e Garrett? Non è che Phillips, annusando la puzza di bruciato di un benservito a fine stagione a favore del suo OC, ha deciso di prendere in mano le redini del gioco? Oppure stiamo facendo prove di playoffs, per abituare la squadra a giocare (e vincere) anche in situazioni difficili?

Altra ipotesi è il cambiamento di preparazione dei giocatori. Negli ultimi quattro anni i Cowboys sono sempre partiti in tromba, perdendo poi il filo del discorso nel momento più cruciale: dicembre. Questo è costato alla franchigia due volte l’accesso ai playoffs e due volte una sconfitta nella prima partita di post-season. In queste due settimane la squadra ha ricordato quei momenti, apparendo lenta a reagire e scarsamente lucida in lunghi tratti delle partite giocate. Tony Romo non ha mostrato la consueta precisione e concentrazione, e la difesa, per quanto buona, non è mai stata dominante. Prova ne sia il fatto che ieri sera ha ottenuto il primo intercetto da sei partite, per gentile omaggio di Carlson Palmer. Se cambiamento ci fosse stato, allora dovremmo aspettarci dei Cowboys devastanti nel momento topico della stagione (sempre che non si rimanga troppo indietro rispetto agli avversari ora)…

Fortunatamente, Felix Jones ha superbamente affiancato Marion Barber (anche lui apparso meno reattivo del solito), e l’insostituibile Jason Witten ha fornito più di una volta un’àncora di salvataggio al suo quarterback, apparso comunque giù di tono ed anche di morale. Speriamo non sia colpa di Jessica Simpson. Il 31-22 finale tiene i Cowboys a galla per un’altra settimana, quando si troveranno a fronteggiare gli scatenati Arizona Cardinals di Kurt Warner e Larry Fitzgerald.