Rod Woodson, il talento e la determinazione

Spesso quando si parla di grandi defensive backs si fa riferimento giustamente a Deion Sanders, Ronnie Lott, Mel Blount e qualche altro nel passato, ma inspiegabilmente si cita poche volte quello che a tutt’oggi è 3° nella classifica di tutti tempi degli intercetti nella NFL: Rod Woodson.
Roderick Kevin Woodson nasce il 10 marzo 1965 a Fort Wayne in Indiana da padre afro-americano e da madre bianca. Per questo, fin da piccolo gruppi razzisti sia bianchi che neri vessano e minacciano lui e la sua famiglia, ed anche per questa ragione Rod decide di evitarsi guai nelle gang di strada e nello stesso tempo di ottenere una rivalsa sociale con il football, del quale è appassionato sin dall’infanzia.
Si iscrive alla R. Nelson Snider High School, dove pratica anche il basket e l’atletica. Si mette immediatamente in luce nella squadra del liceo per le sue strabilianti qualità sul campo da gioco, ciononostante un coach poco intelligente rischia di mettere fine alla sua carriera a causa della sua eccessiva ed immotivata severità.

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Finito il liceo, la corsa delle università per accaparrarsi le sue prestazioni viene vinta da Purdue.
Qui Rod si dedica anche all’atletica e nel 1984 riesce addirittura a qualificarsi nei 100 metri piani per i trials olimpici in vista dei giochi di Los Angeles.
La sua passione però rimane la palla ovale e grazie al suo talento, alla sua determinazione e alla sua versatilità (gioca da cornerback, da safety, da wide receiver e in alcune partite da runningback, oltre a ritornare tutti i calci) nel 1985 e nel 1986 viene nominato All American e per tre volte nella prima squadra dei migliori giocatori della Big Ten.
Chiude la sua carriera universitaria con una serie di record per l’università di Purdue tra cui quello di intercetti con 11 e di placcaggi con 320.
Nel 1987 i Pittsburgh Steelers non se lo lasciano scappare e lo selezionano al primo giro come 10ª scelta assoluta.
Durante la sua prima stagione gioca negli special teams ritornando kick off e punt e nelle difese nickel e dime; poi, dall’ottava giornata, diventa titolare fisso, convincendo tutti e ritornando il primo intercetto della sua carriera in endzone.

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Seguono dalla stagione ‘88 alla stagione ‘94 6 presenze al Pro Bowl ed una serie di grandi prestazioni, con una media di oltre 4 intercetti all’anno (e un totale di 3 riportati in endzone), con il picco di 8 nel ’93, anno in cui vince il titolo di Defensive Player of the Year.
Nonostante gli Steelers in questi anni siano sempre tra i protagonisti grazie ad una straordinaria difesa che li porta spesso ad un passo dal “Grande Ballo”, un’atavica carenza offensiva non permette a Rod di comparire per la prima volta in un Superbowl.
La stagione ’95 è l’esempio lampante delle doti fisiche e caratteriali di questo grande campione.
Durante la prima partita dell’anno si rompe il legamento crociato del ginocchio destro a causa di un terrificante cambio di direzione del grande Barry Sanders. Per qualsiasi giocatore, anche con le tecniche attuali di chirurgia, la stagione sarebbe finita, ma non per Rod.
Gli Steelers, finalmente produttivi anche in attacco e guidati dalla solita grande difesa dei Greene, dei Lloyd e dei Kirkland, approdano al Superbowl XXX di Tempe in Arizona contro i grandi e favoriti Dallas Cowboys.
Quel giorno Rod Woodson diventa il primo giocatore nella storia della NFL a ritornare in campo nella stessa stagione dopo un intervento di ricostruzione del crociato.
Nonostante la sua eccellente partita contro il grande Michael Irwin, gli Steelers vengono sconfitti a causa della orrenda prestazione del quarterback Neil O’Donnell.
Nella sua ultima stagione a Pittsburgh nel ’96, i dubbi sul suo effettivo recupero vengono fugati grazie a 6 intercetti stagionali, di cui uno riportato in endzone.
Durante quella stagione, qualche screzio con la dirigenza e l’imminente termine del suo contratto cominciano a far ventilare l’ipotesi di un suo possibile clamoroso addio. I tifosi degli Steelers esprimono inequivocabilmente la loro opinione sul loro idolo in un cartello apparso al Three Rivers Stadium che recita testualmente: “On the 8th day God created Woodson”.
L’eccessivo peso della sua richiesta salariale però convince il front-office degli Steelers a non rinnovargli il contratto.

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L’anno successivo firma per i 49ers, dove il suo rendimento non è all’altezza degli anni precedenti: ma questo non gli impedisce di piazzare 3 intercetti.
Nel ’98 passa ai Ravens. L’età avanzata e l’infortunio del ’95 hanno limitato l’esplosiva velocità di Rod, ma la sua grande abilità di placcatore, il suo istinto per la palla e il suo fisico (183 cm per 88 kg) convincono i tecnici dei Ravens a provarlo come Free Safety.

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I risultati sono 20 intercetti in 4 anni e una serie di prestazioni eccezionali, che contribuiscono a portare la franchigia del grande Ray Lewis nel 2000/01 a stravincere il Superbowl XXXV.
Nel 2002, passato ai Raiders, all’età di 37 anni piazza 8 intercetti (nessuno meglio di lui quell’anno), 2 dei quali riportati in endzone, uno addirittura per 98 yards!!!
In quella stagione disputa il suo terzo Superbowl ma i Raiders vengono sconfitti dai Buccaneers.
La sua grande stagione verrà riconosciuta con l’undicesima presenza al Pro-Bowl di Honolulu.
All’inizio della stagione 2004, dopo essere stato per gran parte di quella precedente nella lista infortunati a causa di un’altra operazione al ginocchio, a 39 anni abbondanti non viene ritenuto fisicamente idoneo dallo staff medico dei Raiders, e per questo viene tagliato.
A causa di questo responso e vista l’età avanzata, Rod decide che è giunto il momento di smettere.

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Oggi, a 43 anni, Rod è uno stimato opinionista della rete tematica NFL Network; di lui, oltre al grande talento, si ricorda la straordinaria determinazione e amore per il gioco, oltre ad un’impeccabile correttezza e sobrietà nei comportamenti dentro e fuori dal campo.
Rod Woodson è stato inserito nella Pro Football Hall of Fame nel 2009, dopo appena 5 anni dal ritiro e cioè il limite temporale minimo consentito per essere eleggibile, un onore riservato solo ai più grandi di sempre.

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CIFRE DA PROFESSIONISTA
• 17 Stagioni
• 283 Presenze (record NFL tra i defensive backs)
• 71 Intercetti (3° all-time)
• 12 Touchdown su ritorno di intercetto (record NFL)
• 1483 yards su ritorno di intercetto (record NFL)
• 1163 placcaggi (dato non ufficiale poiché i placcaggi sono statistica ufficiale dal 2001)
• 13,5 sacks
• 4 Touchdown totali su ritorno di kick-off e punt
• 32 Fumble totali recuperati di cui 1 riportato in endzone

RICONOSCIMENTI DA PROFESSIONISTA
• 1 Superbowl (2000/01)
• 11 Volte convocato al Pro-Bowl (in tre ruoli diversi: cornerback, free safety e kick returner dal ’89 al 94, nel 96 e dal ’99 al ‘02
• Nominato membro del 90’s All Decade Team
• Nominato membro del NFL 75th Anniversary Team
• NFL Defensive Player of the Year 1993
• Eletto nella Pro Football Hall of Fame nel 2009