Lynn Swann

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Lynn era più di un grande atleta. Era un vero e proprio artista, il cui palcoscenico era il campo da football.

Le sue esibizioni domenicali erano degli spettacoli, che lasciavano il pubblico a bocca aperta e desideroso di vederne ancora. Le sue ricezioni in salto, in punta di dita, venivano effettuate con la grazia di un ballerino. Correva le sue tracce nel mezzo come un acrobata, impegnato a camminare sul filo senza rete. E, come tutti i grandi artisti, le sue migliori prestazioni giungevano spesso all’ultimo atto, quando contavano di più.
Benché fosse un vero artista, le prestazioni di Swann non gli sono valse degli Oscar o degli Emmy Awards, ma il loro equivalente: i titoli di All-Pro, di Pro Bowler e di MVP. E nel 2002, a coronamento di una carriera eccezionale, l’introduzione nella Pro Football Hall of Fame: il più grande dei riconoscimenti per un giocatore di football.
Nato il 07 Marzo 1952 ad Alcoa, Tennessee, Swann crebbe a San Mateo, California. Suo padre Willie era un manutentore aereo, e sua madre Mildred lavorava come igienista dentale. Fu proprio Mildred Swann ad incoraggiare “Lynn l’artista”, che da ragazzo aveva una fonte apparentemente inesauribile di energie. La madre lo iscrisse ad un corso di danza, nel tentativo di arginare la sua esuberanza.
Quando ero alle elementari”, disse Swann, “mi sentivo più a mio agio sulla pista da ballo che non sul campo da football”. Dall’età di quattro anni sino all’anno da senior al liceo, Lynn si dedicò al balletto classico, alla danza moderna ed al tip tap.
Come già visto, era stata la madre ad introdurlo alla danza; fu invece il fratello maggiore Calvin a spingerlo ad appassionarsi allo sport. Sempre desideroso di imitare il fratello in tutte le discipline che praticava, Lynn era perennemente uno dei giocatori più piccoli. Ma imparò rapidamente a non farsi intimidire.
Ero sempre più piccolo e più giovane degli altri ragazzi”, ricordò. “La mia partita doveva essere mentale. Dovevo essere più intelligente e più veloce degli altri, approfittando degli errori”.
In seguito, si accorse che era stato quell’atteggiamento, unito alle molte doti affinate negli anni di danza e di ginnastica, a portarlo a diventare “Lynn Swann l’atleta”.
Swann, di fede battista, vinse una borsa di studio per la Serra High School, scuola maschile di ispirazione cattolica. In quel liceo stabilì un record scolastico nel salto in lungo, militò nella squadra di basket, e giocò per due stagioni come WR, oltre che in posizione di QB nell’anno da senior. Molte delle esperienze fatte ai tempi del liceo da Lynn furono buone, ma non tutte piacevoli. Essendo solo uno dei nove studenti afro-americani su 900, scoprì che alcuni compagni di classe bianchi lo trattavano differentemente fuori dal campo da basket o da football. Al contempo, alcuni dei suoi vecchi amici di colore lo ostracizzavano perché frequentava una scuola di bianchi e perché, a loro dire, si dava “arie da bianco”. Era una situazione quanto mai problematica per un ragazzo di buon cuore come Swann. “Imparai da giovanissimo i giochi che fanno le persone”, dichiarò a Sports Illustrated in un’intervista nel 1979.
Al liceo, Swann venne nominato All-America, e venne reclutato da diversi college ed università. Visitò perfino Notre Dame, dove il coach Ara Parseghian pensava di trasformarlo in un quarterback. La sua prima scelta era UCLA, che però, sfortunatamente, non lo contattò. Lynn optò quindi per la sua arci-rivale, USC.

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Con la maglia dei Trojans

La mancata chiamata di UCLA si rivelò una benedizione per USC, dato che lo snello WR finì per stabilire il record universitario (per l’epoca) di 96 ricezioni, piazzandosi al secondo posto di sempre quanto a yards (1.562) ed al terzo come miglior punt returner nella storia dell’ateneo. Disputò anche due Rose Bowl, in una squadra da titolo, e nel 1973 venne eletto All-America all’unanimità. Nonostante i successi, Swann non considerò realmente la possibilità di diventare professionista sino alla stagione da junior, allorquando i Trojans vinsero il titolo nazionale nel 1972.
Quando divenne chiaro che sarebbe stato una scelta pregiata, sperò di essere selezionato da una formazione dell’Ovest.
All’epoca, si augurava che gli Oakland Raiders lo scegliessero. “Speravo, alla fine, di poter sostituire Fred Biletnikoff”, disse Lynn. Ma Oakland puntò sull’OT Henry Lawrence come 19ma scelta assoluta del primo giro.
Due turni dopo, toccò ai Pittsburgh Steelers, che si aggiudicarono Swann, il primo WR ad essere draftato. L’unica cosa che Swann sapeva di Pittsburgh era che “avevano un tizio chiamato Franco (Harris) e che faceva un freddo cane”.
Quando Lynn si unì agli Steelers, giunse in una squadra che era già in piena trasformazione, da team abituato ai bassifondi della classifica a potentissima dinastia della NFL. C’erano già pedine importantissime, come i futuri Hall of Famers Joe Greene, Mel Blount, e Jack Ham, nonché Terry Bradshaw, Mike Webster ed Harris in attacco. Ciò che sembrava mancare ai Black & Gold era un vero game-breaker in posizione di ricevitore. E Swann fu la risposta alle loro preghiere.
Sotto molti aspetti, Lynn visse una grande stagione da rookie. Il suo gioco spavaldo, specialmente in qualità di punt returner, lo rese un giocatore estremamente tosto.
Fu il migliore nella Lega come PR, con 577 yards su 41 ritorni, all’epoca un primato di franchigia, e quarta miglior prestazione di sempre nella NFL. Chiamò fair catch in sole tre occasioni, ed il suo ritorno da 64 yards contro i New Orleans Saints fu la giocata vincente più lunga della stagione per gli Steelers. Nelle vesti di ricevitore, si divise il tempo di gioco con il veterano Ron Shanklin, ma si guadagnò il posto da titolare in due partite.
Nel Championship AFC contro gli Oakland Raiders, il rookie mise a segno il TD del vantaggio, che spinse gli Steelers al loro primo Super Bowl. “Non avevo ancora ricevuto un passaggio quel giorno”, disse Swann a proposito del Super Bowl IX. “Ma verso la fine dell’incontro, Terry Bradshaw chiamò una reverse, incaricandomi di portare palla. Franco Harris avrebbe poi chiuso con 158 yards…come squadra, avevamo già stabilito un primato sulle corse. Quando venne chiamata la reverse, Franco mi fissò, e disse: ‘Non perdere yards’. Quando uscimmo dall’huddle e ci schierammo, un arbitro fermò temporaneamente l’azione per cambiare il pallone. Stando lì in piedi, sentii Carl Eller dei Vikings dire, ‘Occhio alla reverse’. Franco e Terry mi guardarono e si misero a ridere… In qualche modo tornai sulla linea di scrimmage”.
L’anno dopo, Shanklin venne ceduto, e Swann fu inserito nella formazione titolare. Anche se gli Steelers giocavano prevalentemente su corsa, Lynn riuscì a totalizzare 49 ricezioni per 781 yards e ben 11 TDs (miglior prestazione NFL di quell’anno). Nel Championship AFC del 1975, un rematch contro i Raiders, Lynn subì un trauma cranico, dopo essere stato violentemente colpito dalla safety avversaria, George Atkinson. Anche se alla fine furono gli Steelers ad imporsi, inizialmente parve difficile che Swann potesse recuperare in tempo per il Super Bowl. Ma con due settimane di pausa a disposizione prima del Grande Ballo, uno Swann pienamente ristabilito fu in grado di giocare. Non solo lo fece, ma ricevette 4 passaggi per 161 yards, mise a segno un TD e pose le basi per un altro.
Tre di quelle ricezioni, come disse un reporter di lungo corso, furono “da scrigno dei tesori”. La prima fu da 32 yards vicino alla sideline, sotto stretta copertura.
Tre giochi più tardi, gli Steelers andarono a segno. In occasione della seconda presa, veramente da circo, si tuffò, smanacciò la palla, compì una giravolta a mezz’aria e ricevette mentre giaceva a terra: un guadagno da 53 yards.

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L’eccezionale presa durante il SB X

Ma la ricezione più importante arrivò a pochi minuti dallo scadere, allorquando bruciò la difesa di Dallas con una presa vincente da 64 yards che portò gli Steelers avanti sul 21-10.
Le mie grandi ricezioni di quel giorno sono quelle che tutti ricordano”, disse Swann. “Ma nel tornare dall’infortunio, la mia ricezione più importante fu in occasione del primo lancio di Terry. Mi elevai per effettuare una ricezione che mi diede la sicurezza di cui avevo bisogno per fare le altre in seguito”.
Gli Steelers si aggiudicarono l’incontro ed il titolo col punteggio di 21-17, mentre Swann fu nominato MVP.
Mi piacerebbe dire che stiamo stati noi a sviluppare Lynn Swann”, disse il solitamente riservato Chuck Noll, allenatore degli Steelers. “Ma la verità è che era perfettamente sviluppato come giocatore di football la prima volta che si è allenato con noi”.
La stagione seguente si aprì con la certezza che Swann avrebbe proseguito la sua ascesa verso l’olimpo della NFL, confermandosi come uno dei migliori ricevitori sulla piazza. Ma, nella partita d’esordio, la malasorte – o meglio George Atkinson – colpì ancora. In una giocata ora famigerata, Atkinson sferrò all’ignaro Swann una testata alla nuca, spedendolo al tappeto.
Swann, chiaramente estraneo al gioco, rimase immobile a terra, vittima di un altro trauma cranico. Quest’ultimo gli fece saltare due partite e, unito ad un infortunio al piede nel prosieguo del campionato, rese la sua stagione decisamente deludente sotto il profilo statistico. Nonostante gli infortuni, l’impavido Swann fu ancora il miglior ricevitore della squadra, e terminò la stagione alla grande.
Ricevette 12 passaggi e mise a segno tre TDs nelle ultime tre gare di regular season; va segnalata una grande prestazione (cinque ricezioni) nella neve di Cincinnati.
Durante la postseason, la sua reputazione di grande ricevitore e uomo partita si accrebbe ulteriormente, con otto ricezioni e due TDs in due partite.
Swann, tuttavia, preoccupato dei traumi cranici subiti, prese in seria considerazione la possibilità di ritirarsi dopo sole tre stagioni. Alla fine, si accorse che amava ancora troppo quello sport per appendere il casco al chiodo. Comunque, si schierò apertamente e ad alta voce contro la violenza non necessaria che esisteva in quello sport; la sua presa di posizione, a volte impopolare ma comunque coraggiosa, alla fine portò ad un profondo mutamento delle regole.
Nel 1977, Lynn ritornò in piena forma: le sue 50 ricezioni furono ancora una volta un primato di squadra. Le sue eccezionali prestazioni gli valsero la convocazione al Pro Bowl ed il titolo di All-Pro per la seconda volta in tre anni.
Se il 1977 fu un anno eccellente per il veterano al quarto anno tra i pro, la stagione 1978 fu addirittura stratosferica.
Swann totalizzò 61 ricezioni per 880 yards, entrambi primati personali, e dimostrò costantemente la sua incredibile abilità nell’afferrare palloni. Stabilì anche il primato personale in postseason, con 13 ricezioni per 274 yards e tre TDs. La sua media nei playoffs fu impressionante, con ben 21.1 yards a ricezione. Gli Steelers, come Swann, vissero una grande stagione, e tornarono nuovamente al Grande Ballo.
Il Super Bowl XIII fu un déjà vu per gli Steelers. Proprio come nel Super Bowl X, si trovarono opposti ai Dallas Cowboys: le stesse due squadre, nello stesso stadio (l’Orange Bowl), gli stessi allenatori, e molti degli stessi giocatori.
Fortunatamente per gli Steelers, il loro ricevitore fu nuovamente autore di una splendida prestazione, chiudendo con sette passaggi per 124 yards ed una meta.
John Stallworth, l’altro grande WR degli Steelers e caro amico di Swann, ricevette due TD passes in quell’edizione del Grande Ballo.
Il primo fu su uno schema che Swann convinse Bradshaw a chiamare, sicuro che il suo quarterback avrebbe lanciato a lui. “La gente mi dice che John (Stallworth) ha ricevuto 2 TD passes in quel Super Bowl ed io uno solo. Ma se vogliamo cercare il pelo nell’uovo, ne ho ricevuto uno e mezzo, perché sono stato io a suggerire quella chiamata”, disse scherzando Swann. “Terry chiamò lo schema nell’huddle, mi guardò e sorrise, per poi chiamare il lancio dalla parte di John. Facevamo cose del genere tutto l’anno”.
Swann e gli Steelers conquistarono il quarto Super Bowl nel 1979, piegando per 31-19 i Los Angeles Rams.
Lynn ricevette cinque passaggi per 79 yards, uno dei quali, da ben 47 yards, portò gli Steelers in vantaggio, dopo aver chiuso il primo tempo sotto per 13-10.

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Swann e Stallworth, un duo di ricevitori da sogno

Al momento di ritirarsi dall’attività, Swann, nominato membro dell’All-NFL Team degli anni ‘70, deteneva cinque record del Super Bowl, tra cui quello delle ricezioni in carriera, delle yards ricevute, dei TD passes ricevuti, delle yards in una singola gara, e la più alta media sui ritorno di punt in una sola partita.
Nel 1991 venne nominato nell’NFL Super Bowl Silver Anniversary Team.
Swann giocò per nove stagioni con la maglia dei Pittsburgh Steelers, nelle quali totalizzò qualcosa come 336 ricezioni per 5.462 yards e 51 TDs.
All’atto del ritiro, era il migliore di sempre tra gli Acciaieri quanto a ricezioni, yards su ricezione e TD passes ricevuti.
Ciò che queste statistiche non mostrano è la straordinaria incidenza che quelle ricezioni e quelle yards hanno avuto sulle fortune di una delle più grandi squadre delle storia del football.
Per nove stagioni, non si vide mai un passaggio droppato da Lynn Swann. “Non mi importa se lanciano su di me una sola volta in un’intera gara”, disse una volta Swann. “Mi assicurerò di ricevere quel lancio”.
E come possono confermare i suoi moltissimi tifosi, quando metteva a segno quelle ricezioni vincenti che erano ormai il suo marchio di fabbrica, si assisteva ad uno spettacolo meraviglioso.
Era un giocatore di impatto, il cui gioco spettacolare ed i cui risultati gli hanno garantito giudizi lusinghieri ed un posto permanente nella Pro Football Hall of Fame.

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LYNN CURTIS SWANN

STATISTICHE:

– 9 stagioni NFL;
– 115 partite giocate;
– 336 ricezioni;
– 5.642 yards su ricezione;
– 16.3 yards a ricezione;
– 51 TD su ricezione;
– 68 yards (ricezione più lunga);
– 2.9 ricezioni a partita;
– 47.5 yards ricevute a partita;
– 11 tentativi su corsa;
– 72 yards su corsa;
– 1 TD su corsa;
– 25 yards (corsa più lunga);
– 6.5 yards a tentativo;
– 0.6 yards corse a partita;
– 0.1 tentativi di corsa a partita;
– 5.534 yards dalla linea di scrimmage;
– 11 fumbles commessi;
– 6 fumbles recuperati;
– 61 ritorni di punt;
– 739 yards su ritorno di punt;
– 1 TD su ritorno di punt;
– 69 yards (punt ritornato più lungo);
– 12.1 yards a ritorno di punt;
– 3 ritorni di kickoff;
– 11 yards su ritorno di kickoff;
– 11 yards (kickoff ritornato più lungo);
– 3.7 yards a ritorno;
– 6.284 yards all-purpose

PREMI E RICONOSCIMENTI

– 3 convocazioni al Pro Bowl (1975, 1977, 1978);
– NFL Super Bowl MVP (1975);
– 1st team All-Pro (1978);
– miglior realizzatore su ricezione (11 TD, 1975);
– miglior ritornatore di punt (577 yards, 1974);
– NFL Walter Payton Man of The Year (1981)

Fonte: http://www.profootballresearchers.org/Coffin_Corner/23-03-895.pdf

Autore: Joe Horrigan

Originariamente pubblicato su “The Coffin Corner

Il sopra riportato testo costituisce una traduzione dell’elaborato originale, i cui diritti di proprietà intellettuale ed economica spettano al relativo Autore.