Con Wembley, la NFL getta un ponte verso l’Europa
Mai come questa volta Londra e gli Stati Uniti d’America sono stati tanto vicini.
Domenica scorsa lo stadio di Wembley si è vestito a festa ospitando per il terzo anno una partita della regular season della NFL (National Football League). Il tutto esaurito registrato sugli spalti (84.254 gli spettatori presenti) ha fatto da degna cornice alla sfida tra titani che ha visto contrapposti in campo i New England Patriots di Tom Brady e i Tampa Bay Buccaneers. Un sodalizio, in lingua inglese, che ha avuto inizio ancora prima del kick-off.
Rispettando la tradizione americana, i tifosi si sono infatti dati appuntamento in un’area ad hoc adibita all’esterno dello stadio celebrando il rito del tailgate party: una festa in cui i convitati banchettano con cheesburger e hotdog e fiumi di birra. Sulle note delle hit della musica d’Oltreoceano, gli spettatori hanno poi indugiato tra gli stand che celebravano la storia e i campioni di ognuna delle 32 squadre della massima lega di football americano. Un’idea, quella degli organizzatori, che si è rivelata quanto mai felice visto che i tifosi accorsi allo stadio domenica non erano necessariamente tifosi di una delle due squadre in campo. Molti di loro infatti si sono presentati allo stadio indossando con orgoglio la maglia della squadra del cuore, testimoniando una volta di più la forza del brand NFL.
Dall’esterno lo spettacolo si è poi concentrato all’interno del tappeto verde di gioco. Prima Toni Braxton, vincitrice del Grammy, ha intonato l’inno nazionale americano, poi ci ha pensato Katherine Jenkins, celebrato soprano gallese già protagonista mesi fa in occasione dell’inaugurazione del tetto retrattile del campo centrale di Wimbledon, a cantare “God Save the Queen”. La loro vibrante voce ha di fatto dato il via alle danze sul rettangolo di gioco.
Il risultato della partita, vinta 35-7 dai New England Patriots, non è mai stato in discussione come testimonia il repentino touchdown di Brandon Meriweather, abile a interrompere con un intercetto la quinta azione d’attacco di Tampa Bay. Del resto, neppure il più ottimista dei tifosi di Tampa si faceva grandi illusioni: il record di 6 sconfitte in altrettante partite di inizio stagione non invitava certo all’ottimismo, specie se confrontato con il confortante ruolino di marcia di 4 vittorie e 2 sconfitte (subite entrambe in trasferta) con cui i Patriots si sono presentati a Londra. Ma l’esito scontato del match non ha tolto niente allo spettacolo, solo pochi degli spettatori presenti hanno deciso infatti di abbandonare anzitempo gli spalti. Una febbre, quella per il football americano, che in Inghilterra continua a salire. “L’interesse e l’entusiasmo per il nostro gioco continua a crescere qui, e noi vogliamo rispondere a questa domanda”, queste le dichiarazioni alla vigilia del match di Roger Goodell. La volontà del Commissario della NFL è di far giocare più partite di regular season in Europa, a Londra come a Manchester e Glasgow. La Lega sta valutando anche l’opportunità di espandere la regular season fino a 17 o 18 partite in modo da garantire a ogni squadra la possibilità di giocare almeno una partita all’estero.
Anche in Italia l’NFL può contare su un numero di spettatori sempre crescente. Nella speranza chissà di poter assistere un giorno in Italia a una partita dal vivo, gli appassionati italiani possono seguire le gesta dei propri idoli su ESPN America, canale 213 di Sky. In virtù dell’accordo siglato lo scorso 3 settembre tra ESPN America e l’NFL, il canale per eccellenza degli sport a stelle e strisce trasmette ogni settimana da un minimo di 4 a un massimo di 6 partite. Le dirette sono trasmesse nelle seguenti fasce orarie: la domenica alle ore 19.00 e alle 22.00, nella notte tra domenica e lunedì alle ore 2.15 (Sunday night football), nella notte tra lunedì e il martedì alle ore 2.30 (Monday Night Football).
Antonio Conte