Gli dei a volte cadono, ma si rialzano sempre
Ce lo ricordavamo così il portentoso QB dei New England Patriots.
Era la stagione 2007 e i Pats decisero di regalare al loro pubblico e soprattutto al suo meraviglioso QB Tom Brady, tre WR che di classe ne avevano (e ne hanno) da vendere: Welker, Stallworth e un certo Randy Moss.
Il risultato sta scolpito nei numeri di quella season a dir poco straordinaria per Brady: nelle 16 partite di regular, con l’ausilio decisivo dei tre su citati, l’allora 30enne col #12 completò 398 passaggi dei 578 tentati per l’impressionante guadagno di 4.086 yards e con l’ancor più memorabile messa a stats dei 50 TD lanciati (solo 8 intercetti; rating 117.2) che abbatterono il record di 49 appartenente al QB dei Colts Payton Manning.
Tom portò i suoi al Super Bowl poi perso contro i New York Giants, ma si guadagnò comunque (magra consolazione) il prestigioso titolo di MVP ’07, il primo della storia della franchigia di Boston, oltre che, naturalmente, la sua 4° convocazione al Pro Bowl (2002, 2004, 2006, 2007 appunto).
Lo avevamo lasciato così dunque, un giocatore che emanava luce propria come una stella di “classe O” visibile da ogni più sperduto angolo del pianeta.
Era il vero assoluto astro del football mondiale, una semidivinità della palla ovale.
Ma si sa, neanche un dio può opporsi al fato avverso; così quest’ultimo decise che era giunto il momento di riportare quell’olimpico giocatore sulla terra facendogli assaporare un po’ di quell’amaro dolore tanto conosciuto e diffuso tra l’umana gente.
E’ la stagione 2008, prima partita di regular season, in campo i Patriots affrontano i Kansas City Chiefs.
A poco meno della metà del 1° quarto la Safety, Bernard Pollard, portando lesto il blitz dal lato destro, piomba dritto sul QB: l’impatto consegna la rottura dei legamenti del ginocchio sinistro al semi-dio divenuto di colpo, in un’istante, uomo.
La stagione di Brady finisce già prima di cominciare.
Gli dei a volte cadono, ma si rialzano sempre.
Angoscia, sofferenza e lacrime sono messe da parte.
Tom si lascia tutto subito alle spalle, e dopo l’operazione di ricostruzione del tendine, si tuffa in un anno di lavoro riabilitativo massacrante per ritornare quello che era: un super QB.
Ieri, 7 Gennaio ’10, è stato ufficialmente consegnato dalla Associated Press il premio di 2009 NFL Comeback of the Year al talentuoso quarterback. Il riconoscimento ci restituisce, simbolicamente e materialmente, uno dei più grandi atleti dello sport mondiale.
I numeri statistici ’09 di Brady sono fantastici: 4.398 yards prese nei 371 lanci completati sui 565 tentati (7.8 di media per lancio; 96.2 di rating), 28 TD, 13 intercetti e solamente 16 sack.
Questo ruolino di marcia sfolgorante (soprattutto tra ottobre e novembre) che ha portato i Pats a chiudere la regular con un record di 10-6 consegnando alla franchigia il titolo della AFC East, è stato premiato con 19 dei complessivi 50 voti che i giornalisti accreditati potevano assegnare per decretare il Comeback ’09.
In coda a Brady si collocano rispettivamente al 2° e 3° posto, il RB dei Tampa Bay Buccaneers Carnell “Cadillac” Williams (14 voti) e Vince Young, QB dei Tennessee Tiatans (7 voti). A seguire Cedric Benson, RB dei Cincinnati Bengals, e Brett Favre, QB dei Minnesota Vikings con 4 voti ciascuno.
Chiudono parimenti con 1 voto Hargrove Anthony, DE dei New Orleans Saints, e ancora Carson Palmer, QB dei Cincinnati Bengals.
Fonte articolo: Nfl.com/ Fonte foto: koreatimes.co.kr
Per la serie il nome è sempre importante. Brady si era infortunato, Benson era praticamente un ex giocatore con problemi penali ed ha corso per oltre 1000 yards portando i Bengals ai playoff. La realtà è che comeback vorrebbe dire tornare sui propri livelli, Brady ha sempre giocato da dio, e si era solo fatto male, Benson e Young erano due quasi ex giocatori che sono tornati alla grande. Credo che questo dovrebbe essere il senso di questo premio.