La più grande rimonta di tutti i tempi

Nella storia quasi centenaria del football professionistico decine sono state le grandi imprese che numerosi amanti di questo sport hanno raccontato. Imprese personali di grandi e celebrati campioni o di giocatori che, pur non avendo avuto grandi carriere, si sono distinti in una singola epica occasione. Così spesso si è raccontato di grandi squadre le cui dinastie sono nate da partite indimenticabili. La storia che voglio raccontare racchiude in parte tutti questi elementi, ma li mescola con storie di giocatori spesso dimenticati e, non di meno, narra di una squadra che avrebbe potuto diventare una dinastia, ma non lo diventò mai. Questa è la storia della più grande rimonta di tutti i tempi e, per inciso, una delle più belle ed emozionanti partite della storia del football.
Tutto si svolge in un gelido pomeriggio, il 3 gennaio 1993, il luogo è il Rich Stadium di Buffalo, quello che oggi si chiama Ralph Wilson Stadium. Si sa tutte le partite di playoff sono molto attese, tuttavia questo AFC Wild Card game lo è meno di altri, non è un caso che lo stadio non sia tutto esaurito e che il segnale televisivo non sia ripreso in tutto il paese, lasciando ampie zone, anche nei pressi dello stato di New York, senza la diretta.
Sia gli Houston Oilers che i Buffalo Bills non sono viste come squadre da titolo, tra l’altro si sono appena incontrate nell’ultima partita di regular season, con vittoria nettissima degli Oilers, dando vita ad uno spettacolo tutt’altro che esaltante. Gli Oilers hanno agganciato i playoff proprio con quella vittoria, tuttavia arrivano a Buffalo da assoluti favoriti, avendo vinto quattro delle ultime cinque partite di regular season, avendo come detto battuto nettamente i Bills la settimana precedente, ma soprattutto beneficiando dell’assenza del grande Jim Kelly, infortunatosi proprio nelle prime battute della precedente partita contro Houston.
I Bills sono reduci da due Super Bowl persi consecutivamente e quell’anno, sono anche arrivati alle spalle dei rivali di division dei Dolphins, veri favoriti per il Super Bowl nella AFC East. Questi fattori uniti al freddo pungente, convincono più di un tifoso a stare a casa, in ogni caso gli oltre 75000 presenti non fanno rimpiangere gli assenti.

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Gli Oilers guidati del mitico Warren Moon, giocano il cosiddetto Run&Shoot offense, un attacco che prevede costantemente sul terreno di gioco 4 WR e 1 RB. I ricevitori tra cui spiccano grandi campioni come, Ernest Givins e soprattutto Haywood Jeffires, sono spesso in movimento prima dello snap e questo complica la vita della difesa, inoltre il massiccio RB Lorenzo White ha corso per oltre 1200 yards in stagione e non può essere sottovalutato. Questo tipo di formazione offensiva è possibile solo grazie alla straordinaria linea offensiva che annovera tre prime e due seconde scelte, tra cui i due Hall of Famer Bruce Matthews e Mike Munchak. Questo tipo di attacco ha creato problemi a tutte le difese durante la stagione piazzandosi primo sui passaggi, limitato soltanto dall’infortunio di Warren Moon che ha saltato sei partite. I Bills sono costretti, come tutte le squadre, a snaturare il loro classico assetto difensivo 3-4 presentandosi con 2 LB e 6 DB. Da non sottovalutare inoltre che è assente il miglior LB dei Bills, Cornelius Bennett, anch’egli infortunato.
Il primo drive degli Oilers è imbarazzante per i padroni di casa, Moon guida i suoi con irrisoria facilità per 80 yards in 9 minuti portando il punteggio sul 7-0. I Bills rispondono discretamente con un buon drive finalizzato però solo con un FG da Steve Christie, tuttavia il peggio deve ancora arrivare.
Moon è inarrestabile e mette insieme un altro drive da 80 yards con TD palesando la totale impotenza della difesa dei Bills. I padroni di casa non riescono a mettere la minima pressione sul QB avversario, il grande Bruce Smith è triplicato e le poche volte che Buffalo si azzarda a blitzare con i DB o i LB, Houston corre nel mezzo per sostanziosi guadagni con Lorenzo White.
Buffalo è costretta di nuovo al punt e inesorabilmente il terzo possesso offensivo degli Oilers si trasforma nel terzo TD, dopo Jeffires e Slaughter, è Duncan a siglare il TD.
Sul 21-3 i Bills sono già con l’acqua alla gola, con meno di 90 secondi da giocare nel primo tempo provano a giocarsi un quarto down alla mano, ma la difesa degli Oilers gioca bene quanto l’attacco e costringe ad un altro nulla di fatto i Bills. A questo punto gli Oilers potrebbero accontentarsi e far correre il cronometro, invece continuano a macinare yards, convertono un quarto down e Moon in meno di un minuto si mangia 70 yards di campo, pescando a 20 secondi dalla fine di nuovo Haywood Jeffires per l’incredibile 28-3.

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Con 13 secondi sul cronometro i Bills decidono di far scadere il tempo e vanno negli spogliatoi in un’atmosfera surreale. Metà dei 75000 del Rich Stadium sono seduti allibiti con gli occhi sgranati, l’altra metà in piedi inferocita mentre fischia e indirizza i classici “boooohh” di disapprovazione ai propri beniamini.
Dall’altra parte le pacche sulle spalle si sprecano e i sorrisi sulla side line lasciano trasparire la tranquillità del più forte e sicuro contro il più debole e demoralizzato, la netta vittoria della settimana precedente è un ricordo che fa sorridere di fronte al massacro che si sta verificando.
I giornalisti allo stadio e nello studio della NBC elogiano gli Oilers e si interrogano sui possibili incroci che vedranno Houston impegnata nei prossimi turni di playoff.
Warren Moon chiude il primo tempo con le inverosimili statistiche di 19/22 218 yards 4 TD, attendando al record di percentuale di completi nei playoff, detenuto da Phil Simms.
Per la serie non c’è limite al peggio, l’inizio della ripresa farebbe cadere in depressione anche il più ottimista dei tifosi dei Bills. Dalla side line arrivano notizie che informano dell’infortunio al grande Thurman Thomas. Il RB che da 4 anni guida la classifica NFL di yards totali dalla linea di scrimmage, per la verità anch’egli poco incisivo nel primo tempo, è stato toccato duro e il suo apporto non potrà che essere limitato. Subito dopo lo squib kick a sorpresa di Del Greco viene quasi perso dallo special team dei Bills. A questo punto tutto è nelle mani di Andre Reed ma soprattutto di Frank Reich il QB di riserva.

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Reich ha una storia molto particolare, da 7 stagioni è il backup di Jim Kelly, è stato scelto al terzo giro, prelevato dall’università di Maryland dove è stato riserva, per i primi anni, di Boomer Esiason. La sua esperienza come starting QB è stata quasi inesistente in 10 anni di football, ma le cronache lo ricordano per una sola incredibile partita. Questa partita si svolse all’Orange Bowl di Miami nel novembre del 1984, Maryland affrontò i favoritissimi Miami Hurricanes guidati dalla futura prima scelta dei Browns, Bernie Kosar. Reich titolare dopo il passaggio di Esiason nei professionisti fu panchinato, a causa di un infortunio, a metà stagione senza più rientrare, date le buone prestazioni di Stan Gelbaugh. Kosar e compagni stavano infliggendo un’umiliazione incredibile a Maryland essendo in vantaggio per 31-0, con Gelbaugh incapace di organizzare una minima risposta. Reich sostituì Gelbaugh nella ripresa e guidò i suoi ad una pirotecnica rimonta, che vide incredibilmente i Terrapins prevalere per 42-40, per quella che fino al 2006, è stata la più grande rimonta della storia della NCAA. In realtà di questo precedente nessuno se ne ricorda né tra i giornalisti né tra i tifosi che, ammutoliti e attoniti, rimpiangono le numerose assenze e pensano già alla stagione successiva.
Il primo drive dei Bills nella ripresa non fa altro che confermare tutte le certezze già acquisite nel primo tempo. Reich lancia perfettamente nelle mani del TE Keith McKeller, il quale con sufficienza buca la ricezione e devia nelle mani della SS Bubba McDowell che non si fa pregare per ritornare in endzone l’intercetto del 35-3.

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Il mitico head coach Marv Levy si lascia andare ad una serie di improperi colti dalle telecamere, i “boooh” del pubblico rimbombano in tutto lo stadio, qualche centinaio di persone lascia addirittura il Rich Stadium, il tutto mentre gli Oilers festeggiano in endzone e sulla sideline. Ora l’unico pensiero per i Bills è quello di salvare la faccia ed impedire una epocale disfatta.
E’ a questo punto che l’imponderabile si impossessa del match. Nessuno in diretta se ne rende conto, è qualcosa che si comprende solo a bocce ferme riguardandosi la partita. Sono quei momenti imperscrutabili in cui gli dei del football decidono che una squadra deve vincere a tutti i costi, non importa quale sia la situazione in quel momento.
Si alza un vento fortissimo, tant’è che è necessario l’holder per il kick-off, ciononostante Del Greco “zappa” per dirla in gergo calcistico, causando una sorta di on-side kick involontario che viene recuperato dai Bills, praticamente a metà campo. Kenneth Davis, il RB che sostituisce Thurman Thomas, comincia a guadagnare, mentre Reich si trasforma in Joe Montana, o forse in sé stesso otto anni più giovane, infilando una serie di completi che permettono a Davis la corsa ravvicinata del 35-10.
Lo special team dei Bills in formazione da kick-off normale inganna gli Oilers e il K Steve Christie compie un capolavoro calciando centralmente e cortissimo e, incredibilmente recuperando egli stesso il pallone. Pandemonio totale sugli spalti, fiducia ritrovata nei Bills e sguardi increduli tra gli Oilers. L’head coach di Houston, Jack Pardee, capisce che il “momentum” e forse anche altro è girato di 180 gradi e cerca di mantenere la calma tra i suoi uomini.

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Subito dopo si capisce che realmente qualcosa di intangibile accompagna i Bills in questo secondo tempo. Reich completa corto per Don Beebe che si tuffa per ricevere, nessuno lo tocca mentre è a terra, fino a che il CB Jerry Gray gli strappa il pallone. Gli arbitri dichiarano, sbagliando clamorosamente, il gioco chiuso al momento della ricezione e, nella concitazione del no-huddle offense e non esistendo ancora il challenge, il gioco continua. Subito dopo ancora Reich lancia lungo per Beebe incomprensibilmente smarcato, per il 35-17. Il replay mostra chiaramente che Beebe durante la traccia calpesta due volte la linea bianca, rendendolo da regolamento ineleggibile per la ricezione. Gli arbitri non se ne avvedono e ancora una volta gli dei del football sembrano aleggiare nel cielo di Buffalo.

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L’atmosfera è incredibile, gli Oilers sono comunque avanti di 18 punti, un vantaggio quasi rassicurante in qualsiasi altra partita, ma non in questa. Le facce e il cosiddetto body language parlano chiaro, la paura si è ormai impossessata delle menti dei giocatori di Houston, mentre dall’altra parte l’entusiasmo e la carica agonistica offuscano la consapevolezza di essere ancora pesantemente in svantaggio. Molti degli spettatori che avevano lasciato le tribune, udito cosa sta succedendo dalle radio, tentano precipitosamente di rientrare nello stadio facendosi largo nella ressa.
I Bills vanno di nuovo per l’on-side kick ma non lo recuperano, ciononostante l’inerzia non cambia minimamente. Lo stadio è una bolgia dantesca, Moon non riesce a comunicare gli audible, fondamentali nell’attacco Run&Shoot, e fa addirittura fatica a farsi sentire per l’inizio del gioco, soprattutto dalla shotgun. Perfino il punt dopo il three and out prende in pieno una raffica di vento e si spegne dopo sole 25 yards, dando ai Bills una straordinaria posizione di partenza. Sulla panchina degli Oilers comincia a serpeggiare il terrore della rimonta, l’isterismo dei coach nei confronti dei giocatori ne è la piena conferma.
Solo un anno prima il mitico John Elway aveva orchestrato un’incredibile rimonta a Denver. Gli Oilers erano in vantaggio di 8 punti a metà dell’ultimo quarto e successivamente di 1 punto con meno di 2 minuti da giocare, con 98 yards da percorrere per i Broncos. Quello che fu ribattezzato “The Drive Two” in ricordo dell’originale “The Drive” del gennaio ’87, portò al FG a tempo scaduto che estromise gli Oilers dai playoff, tuttavia quella rimonta impallidirebbe se questa andasse a buon fine.

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Ormai i Bills sono un fiume in piena, l’attacco asfittico del primo tempo è diventato inarrestabile, mentre l’impotente difesa sembra conoscere i giochi degli avversari con largo anticipo, rendendosi impenetrabile. Reich è posseduto dal demonio, mentre Kenneth Davis, il sostituto dell’infortunato Thurman Thomas, è immarcabile, soprattutto quando riceve fuori dal backfield. Proprio una sua ricezione inizia un drive brevissimo che vede Reich pescare il solito Andre Reed per 26 yards ed il TD del 35-24.
La confusione più assoluta regna tra gli Oilers che sbagliano le coperture difensive, ma cominciano anche a sbagliare l’esecuzione del loro perfetto attacco con penalità e tracce sbagliate.
Viene alla mente il film “Le Riserve” con Keanu Reeves e Gene Hackman, quando Reeves spiega il concetto di “sabbie mobili”: stai giocando bene, poi qualcosa va storto, allora cerchi di reagire, ma più reagisci più commetti errori, più commetti errori più cerchi di reagire, in un circolo vizioso che ti dà la sensazione di annaspare tra le sabbie mobili, mentre sprofondi sempre di più verso la sconfitta.
In questo incontrollabile contesto Moon cerca di reagire, ma nel drive successivo il suo lancio è troppo alto per Webster Slaughter e intercettato dalla SS Henry Jones, già autore di 8 intercetti e 2 TD durante la stagione ed eletto All-Pro.

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Gli infortunati Kelly, Thomas e Bennett si abbracciano sulla side line, mentre in campo Reich e compagni possono ripartire addirittura a 23 yards dalla endzone.
Il momentum è talmente dalla parte dei Bills che su una situazione di 4° e 5 Marv Levy decide di andare alla mano, nonostante da quella distanza il K Steve Christie centrerebbe facilmente i pali per il 35-27. Ancora una volta è una scelta azzeccata, Reich, protetto alla grande, scarica un missile centrale che di nuovo l’immarcabile Andre Reed riceve in endzone per l’incredibile 35-31.
I Bills hanno segnato 28 punti in 10 minuti nel terzo quarto e hanno totalizzato oltre 200 yards di total offense contro le 3 degli Oilers.
Di nuovo Houston prova a rimettersi in piedi, ma Darryl Talley, uno dei migliori linebacker della sua epoca, strappa la palla dalle mani di Moon, miracolosamente gli Oilers recuperano il fumble ma sono costretti al punt. Per non venir meno al “momentum” Montgomery calcia un pessimo punt dando ai Bills di nuovo un’eccellente posizione di partenza. Moon nel terzo quarto è a quota 2/7 19 yards e 1 intercetto.

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Finalmente la difesa degli Oilers riesce a tamponare e a costringere al punt i Bills, mentre l’attacco subito dopo sembra in grado finalmente di combinare qualcosa. Poi di nuovo un colpo di scena. Su un terzo e lunghissimo Moon lancia un altro brutto passaggio che viene intercettato dal LB Carlton Bailey. Il delirio è totale, ma il grande Bruce Smith viene sanzionato per un roughing the passer che vanifica la giocata difensiva. Moon è palesemente fuori controllo e lancia passaggi al limite dell’intercetto, tuttavia la penalità e qualche guadagno mettono gli Oilers in buonissima posizione per il FG. Questa è una partita dove nemmeno le cose più ovvie sono scontate e, come ennesima riprova Houston ne combina un’altra. Snap perfetto di Matthews, il P Montgomery, che funge da holder, si conferma il peggiore in campo mancando completamente la presa e causando così l’ennesima doccia fredda ai suoi compagni. Il gioco è dichiarato morto sul placcaggio a Montgomery che poi perde il pallone, tuttavia nel delirio assoluto quasi nessuno se ne accorge e Talley corre verso il TD col pallone in mano.
Jack Pardee cerca di incitare i suoi, ma i suoi occhi denunciano una malcelata delusione mista a rabbia e a sconcerto, mentre i Bills hanno in mano addirittura la palla del sorpasso.
Kenneth Davis infila una corsa che quasi si trasforma in TD, ma in qualche modo gli Oilers si salvano. Ormai Houston sembra un pugile in procinto di andare al tappeto che si regge in piedi con la forza della disperazione, ma è solo questione di tempo. Andre Reed è totalmente immarcabile e Frank Reich è preciso nel trovarlo, la seconda ricezione di questo drive avviene in endzone per il TD del sorpasso, è il terzo TD ricevuto da Reed e il quarto lanciato da Reich.

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Con tre minuti da giocare sotto di tre punti ripartendo dalle proprie 27 yards, nessuno potrebbe scommettere ora sugli Oilers, frustrati e demoralizzati dall’incredibile rimonta degli avversari, tuttavia questa partita “desidera” che nemmeno una sua piccola parte faccia parte della logica.
Moon ritorna per un momento la macchina da completi del primo tempo, anche favorito dalla difesa a zona soft dei Bills, e si mangia 50 yards in un amen. Tuttavia si arriva ad un 4° e 4, il FG eventuale sarebbe dalle 51 yards, Del Greco ha la gamba per farcela, ma l’episodio sul precedente tentativo e le difficili condizioni atmosferiche inducono gli Oilers a provare la conversione alla mano. Moon protetto straordinariamente dalla linea pesca Jeffires per l’abbondante primo down nella red zone e con meno di un minuto e 3 timeout pone le basi addirittura per il controsorpasso. Tuttavia visto quello che è successo in questa folle partita, gli Oilers si accontentano e, ad una manciata di secondi dallo scadere, Del Greco firma il pareggio.
Paradossalmente gli Oilers, avendo agganciato il pari in extremis, dovrebbero essere su di giri, invece le facce dei giocatori denunciano esplicitamente l’incredulità e lo scoramento derivante dall’assurda rimonta subita.
I Bills hanno perso l’unico overtime giocato durante la stagione, mentre gli Oilers hanno vinto l’unico giocato, per di più questi ultimi vincono il sorteggio e decidono naturalmente di ricevere il kick off. L’inerzia sembra per un momento essere tornata dagli Oilers, così lo straordinario pubblico dei Bills ricomincia a produrre un frastuono assordante.
Il cronometro non è più un fattore tuttavia gli Oilers si ostinano a mettere la palla per aria e a non coinvolgere Lorenzo White. Su un 3° e 3 si compie il definitivo colpo di scena che chiude il match. Moon, indietreggia e lascia partire il cinquantesimo passaggio della sua partita, purtroppo per gli Oilers è completamente sbagliato e il CB Nate Odomes lo intercetta. Per non farsi mancare niente il WR Ernest Givins placca il CB platealmente per il face mask, causando altre 15 yards di guadagno ai Bills.
Buffalo è già nei pressi della redzone e dopo un paio di corse centrali per piazzare bene il pallone, Steve Christie fa il suo dovere e calcia tra i pali il definitivo 41-38.

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E’ difficile analizzare un match del genere, d’accordo l’incomprensibile insistenza degli Oilers sui lanci (Moon lanciò 28 volte nel secondo tempo) nonostante l’amplissimo vantaggio, d’accordo gli errori nella copertura a zona degli Oilers (defensive coordinator e defensive backs coach furono cacciati il giorno dopo il match), d’accordo le meravigliose giornate del panchinaro Frank Reich (289 yards e 4 TD) e del grande Andre Reed (8 ricezioni 136 yards 3 TD), tuttavia credo si possa dire che gli aspetti tecnici e tattici diventino secondari, e solo qualcosa di inspiegabile possa in qualche modo giustificare un avvenimento di questa portata.
I Bills per la cronaca arrivarono al Super Bowl in quella stagione così come nella successiva, ma ne uscirono sconfitti.
Ovviamente perdere quattro Super Bowl di fila è qualcosa che ha segnato negativamente tutti i grandi giocatori di quella grande squadra e la delusione per quelle sconfitte non può essere stata mitigata da una sola eroica giornata, tuttavia il ricordo di quell’impresa storica rimarrà per sempre impresso nei cuori e nelle menti dei tifosi dei Bills, così come in quelli degli amanti di questo stupendo sport.