Cosa succede in città?

La situazione a St.Louis è estremamente fluida, e su più fronti.
Da un lato, infatti, manca una settimana al draft NFL, che vedrà gli Arieti come detentori della prima scelta assoluta; dall’altro, ci sono novità sotto il profilo societario, con possibili cambi di proprietà.
Ma affrontiamo i problemi per ordine.
Dal punto di vista sportivo, c’è molta attesa per il draft: i Rams sceglieranno per primi, in ragione dei pessimi risultati della scorsa stagione (e anche di quelle precedenti, verrebbe da aggiungere…). Dopo il termine del campionato, gli analisti davano per scontato l’arrivo nel Missouri del DT di Nebraska Ndamukong Suh, uno dei migliori difensori universitari dell’ultimo decennio.
Ma da un mese a questa parte sono salite le quotazioni di Sam Bradford, QB di Oklahoma; il ragazzo ha impressionato gli scout NFL in occasione del Pro Day dell’Università, e sembra essersi ripreso pienamente dopo l’intervento chirurgico alla spalla di qualche mese fa. I Rams hanno poi fatto sostenere un provino privato al giovane signal caller, che a quanto pare interessa molto anche i Cleveland Browns. Questi ultimi avrebbero infatti contattato i Rams, sondando il terreno per ottenere la prima scelta assoluta.
Se ciò avvenisse, gli Arieti potrebbero puntare su un altro QB che ha ben figurato nei provini, ovvero Colt McCoy, il quale ha riscritto i libri delle statistiche negli anni in cui ha vestito la divisa dei Texas Longhorns. Dovessero perdere Bradford, i Rams potrebbero scegliere lui o Jimmy Clausen, prodotto dei Fightin’ Irish di Notre Dame.
Ma il GM di St.Louis, Billy Devaney, sa bene che perdere un giocatore come Bradford potrebbe essere un errore imperdonabile; i Rams hanno disperatamente bisogno di un franchise QB, ed il giovanotto da Oklahoma sembra avere tutte le carte in regola. Bradford potrebbe sostituire un QB mai troppo amato a St,Louis, quel Marc Bulger che ha fatto le valigie poche settimane or sono.
Proprio la vicenda di Bulger porta ad ulteriori riflessioni sui Rams dell’era post-Super Bowl; in dieci anni, la franchigia del Missouri è passata dall’Olimpo ai bassifondi della NFL, con un’involuzione che lascia a dir poco sbalorditi. La squadra ha compiuto scelte scellerate sotto molteplici aspetti, diventando lo zimbello della Lega. Come non ricordare la decisione di Martz di lasciare in panchina un Warner pienamente ristabilito, per mettere in campo un Bulger ancora troppo acerbo? Oppure il contratto faraonico offerto allo stesso Bulger dalla premiata ditta Zygmunt – Shaw, dopo il quale le prestazioni del QB sono colate a picco? O ancora prime scelte buttate su emeriti bust quali Alex Barron e Tye Hill? Troppi errori tecnici e manageriali, poca oculatezza nelle scelte economiche, scarse capacità di valutazione del reale valore dei giocatori: ecco alcune delle cause di questo autentico tracollo.
Dall’anno scorso, le cose sembrano però essere cambiate: con Devaney pienamente ai comandi nel front office, i Rams hanno deciso di sposare la linea verde; basta con i veterani (Holt, Bruce e Pace sono migrati altrove), e spazio ai giovani. I risultati per ora non sono confortanti, anche perchè oltre all’immenso Steven Jackson non c’è molto da segnalare: un paio di stagioni fa Donnie Avery sembrava promettere bene, ma l’anno scorso ha stentato oltremodo. Si spera che l’arrivo di un potenziale franchise QB come Bradford possa dare la stura ad una rifondazione del team, sul quale, ad onor del vero, non si è vista granché la mano di Steve Spagnuolo nella scorsa stagione. E’ vero, Spags era alla prima esperienza come HC: ma francamente era lecito attendersi di più da un tecnico carismatico ed amato dai giocatori quale lui è.
Passiamo ora all’aspetto societario: era ormai chiaro da mesi che Chip Rosenbloom e Lucia Rodriguez, i due figli della mitica Georgia Frontiere, erano intenzionati a cedere il club. Negli ultimi tempi, si era fatto avanti un imprenditore dell’Illinois, Shahid Khan. Quando le trattative sembravano ormai ad un passo dal concludersi positivamente, ecco il colpo di scena: Stan Kroenke, imprenditore del Missouri e detentore del 40% del pacchetto azionario dei Rams, ha manifestato l’intenzione di acquisire anche il restante 60%, per poter diventare l’unico proprietario della società.
La mossa, però, potrebbe non sortire l’effetto voluto da Kroenke: nella Lega vi sono regole chiarissime riguardo la cosiddetta cross-ownership, in base alle quali è impedito ai proprietari di avere quote di maggioranza in una squadra NFL in una determinata città, qualora si trovino in analoga situazione in un altro mercato ed in un’altra Lega professionistica. E’ proprio questo il caso di Kroenke, il quale attualmente è proprietario sia dei Denver Nuggets della NBA che dei Colorado Avalanche della NHL.
La prima reazione del Commissioner Roger Goodell è stata abbastanza tiepida; Goodell ha testualmente dichiarato quanto segue: “Credo chiunque comprenda che rispetteremo le nostre norme, assicurando pari trattamento a tutti. Abbiamo un grande rispetto per Stan, che dovrà fare delle scelte. Ma lui certamente comprende, altresì, che la Lega vuole continuare ad avere norme che riteniamo vadano a beneficio della stessa NFL e giuste per tutte e 32 le squadre”. Nonostante la cautela di Goodell, sembra che qualcosa si stia muovendo; Lunedì scorso Greg Aiello, Vice Presidente del settore Pubbliche Relazioni della Lega, ha dichiarato che la proposta di acquisto di Kroenke verrà esaminata dai competenti uffici della NFL, anche sotto il profilo finanziario, non appena l’offerente avrà fornito la necessaria documentazione. A questo punto, è difficile prevedere gli sviluppi della vicenda, anche se molto difficilmente la NFL verrà meno alle proprie regole in materia di cross-ownership.
Da tifoso dei Rams, spero che la situazione possa presto definirsi, in un modo o nell’alltro; c’è bisogno di stabilità e di certezze, elementi necessari ed imprescindibili per programmare il futuro.
E per poter tornare, dopo oltre dieci anni di insuccessi, ai piani alti della Lega.

Fonte foto: zimbio.com