DDT – “Dangerous” Derrick Thomas (1967-2000)

Quando la carriera di Lawrence Taylor stava volgendo al termine, si diceva che non ci sarebbe più stato un difensore della sua grandezza e, in particolare, mai più nessuno con le sue caratteristiche. Posto che L.T. presumibilmente rimarrà il più grande di sempre, se c’è un giocatore che gli si può accostare per caratteristiche e danni procurati agli attacchi avversari, il solo nome che viene in mente è Derrick Thomas.
Derrick Vincent Thomas nasce a Miami il primo gennaio del 1967, fin dalla tenerissima si avvicina al football, adora guardarlo alla TV ma anche giocarci con il padre, nonostante non abbia ancora l’età per cominciare le elementari.
Come purtroppo spesso accade, un evento luttuoso cambia per sempre la vita del giovanissimo Derrick. All’inizio del 1972 il padre Robert, comandante di un bombardiere B-52, viene abbattuto nei cieli del Vietnam del Nord durante una missione di quella famigerata guerra. Il padre di Derrick viene ufficialmente dichiarato disperso, anche se le speranze di ritrovarlo vivo sono razionalmente nulle. Tuttavia Derrick si aggrappa a questa speranza, così la madre Edith e la nonna Annie lo crescono da sole, tra le mille difficoltà che un episodio del genere può determinare. Nonostante tutto, l’infanzia del futuro campione procede senza ulteriori traumi e il giovane Derrick sembra aver assorbito il duro colpo.
Nel 1980 tutto cambia, le autorità militari statunitensi dichiarano ufficialmente morto il padre di Thomas, confermando che probabilmente rimase ucciso proprio lo stesso giorno dell’abbattimento del bombardiere da lui comandato. Improvvisamente, per quelle ragioni psicologiche difficilmente indagabili, nonostante fosse ormai ovvia la sorte dell’amato genitore, Derrick diventa un altro. Con l’adolescenza, il futuro campione si tramuta in un vero e proprio teppista di strada, tra le sue poco edificanti imprese, si registrano furti e risse.
All’età di quattordici anni la polizia lo arresta, il giudice che si occupa del suo caso lo manda al Dade Marine Institute, una sorta di centro di recupero per ragazzi violenti, uno di qui posti di cui sono pieni gli USA e che abbiamo visto in film come “The Gridiron Gang”.
Thomas dichiara anni dopo che senza quella detenzione probabilmente sarebbe finito a fare il criminale per tutta la vita e che solo in quel luogo detestabile ha capito il valore della libertà e della vita onesta di tutti i giorni.
Rigenerato nello spirito dalla detenzione, Derrick ritorna alla South Miami High School, dove si era iscritto prima dell’arresto, e diventa una vera e propria star del football. Al liceo gioca linebacker, ma anche running back e tight end. Rapidamente le sue gesta arrivano alle orecchie di numerosi reclutatori universitari e il più lesto di tutti si rivela essere quello degli Alabama Crimson Tide.

L’amore per il gioco che ha fin dall’infanzia, unito alla sua aggressività ben indirizzata al solo campo di gioco, lo fanno da subito emergere come uno dei prospetti universitari più interessanti della nazione. Al suo primo anno piazza il record scolastico di 18 sack e nel corso dei quattro anni ad Alabama non fa altro che migliorare, finendo la sua carriera universitaria con 52 sack e 74 placcaggi con perdita di terreno e vincendo, nella sua stagione da senior, il prestigioso Butkus Award come miglior linebacker della nazione.
Attitudine, leadership, 190 cm per circa 110 kg, con un ufficioso tempo di 4.55 secondi sulle 40 yards, Thomas ha tutto per essere una star della NFL, così nel fantasmagorico draft del 1989 i Kansas City Chiefs non se lo lasciano scappare e lo prendono con la 4° scelta assoluta, subito dopo Troy Aikman, Tony Mandarich (!) e Barry Sanders.
Il nuovo coach dei Kansas City Chiefs Marty Schottenheimer imposta una difesa 3-4 che ritiene la migliore, proprio in virtù delle doti della sua prima scelta nel draft. Thomas sul lato debole in combinazione con Neil Smith DE sul lato forte e la straordinaria pattuglia dei DB con Cherry, Burruss, Ross e Lewis diventano un rebus sostanzialmente irrisolvibile per gli attacchi avversari.
Thomas è scatenato, viene convocato per il suo primo Pro-Bowl e stravince il titolo di Defensive Rookie of the Year in virtù di 75 tackles, 10 sacks, 3 fumble forzati e 1 fumble recuperato.

Tuttavia, nonostante le mirabolanti imprese del gigantesco RB Christian Okoye, la squadra fa molta fatica in attacco.
E’ proprio in questi anni che viene coniata la famosa e spesso canzonatoria definizione di “Marty Ball”. Il “Marty Ball”, con riferimento al nome di Schottenheimer, è una tattica offensiva ultra conservativa che prevede sostanzialmente corsa al primo e al secondo down, eventuale passaggio al terzo se ci sono 5 o più yards da guadagnare e punt o FG al quarto down. Questo attacco privo di rischi, unito alla straordinaria difesa è il marchio di fabbrica dei Chiefs di quegli anni, ma il successo della regular season è raramente accompagnato da affermazioni nella post-season.

La stagione ’90 è straordinaria, Thomas la chiude guidando la classifica dei sack con 20 più 6 fumble forzati, ma soprattutto l’11 novembre all’Arrowhead Stadium iscrive il suo nome nella storia della NFL piazzando il nuovo record di 7 Sack in una sola partita, ai danni del QB dei Seattle Seahawks Dave Krieg, record che tuttora resiste a pari merito con Michael Strahan.
I Chiefs con un record di 11-5 si qualificano per i playoff, ma nel Wild Card Game di Miami, dopo aver dominato per tre quarti, Dan Marino orchestra una delle sue rimonte ed estromette Kansas City dalla post-season.

Proprio durante questa off-season Derrick fonda la “Third and Long Foundation”, una fondazione che si occupa di raccogliere fondi, ma soprattutto di insegnare ai bambini meno abbienti a leggere e scrivere. Lo stesso Thomas in persona è uno degli insegnanti, manifestando così il suo grande entusiasmo per questa nuova avventura.
La stagione 91 non è meno ricca di soddisfazioni, oltre a segnare il primo TD in carriera, Derrick vince anche la sua prima partita di playoff, in casa contro gli Oakland Raiders, contribuendo con un sack. Tuttavia la settimana seguente, sfavoriti anche dall’infortunio del QB titolare, il veteranissimo Steve DeBerg, e nonostante un sack di Thomas, i Chiefs vengono spazzati via dai Buffalo Bills.
Nel 92 Thomas è ancora in doppia cifra con i sack, ma nei playoff il “Marty Ball” colpisce ancora, il 17-0 con cui i Chargers battono i Chiefs non ammette repliche.
Spesso identificato come un mero pass-rusher, in realtà nelle prime 4 stagioni Thomas non scende mai sotto i 60 placcaggi, tuttavia col prosieguo della carriera è proprio Schottenheimer a specializzarlo, sfruttando lui da una parte e Neil Smith dall’altra.
Nel 93 tutte le squadre adottano nuove soluzioni per impedire a Thomas di sfiancare i propri QB, l’operazione riesce a livello personale, dato che Derrick si ferma a 8 sack, ma questo apre spazi agli altri temibili difensori dei Chiefs. Non è un caso che Neil Smith raggiunga il massimo in carriera di 15 sack.
I Chiefs, limitati negli anni precedenti dalla loro pochezza offensiva, decidono di non badare a spese. Scaricati dalle rispettive squadre per motivi anagrafici e per l’emergere di sostituti più giovani, vengono ingaggiati Marcus Allen e Joe Montana. I Chiefs vincono ancora la AFC West e nella Wild Card eliminano i favoritissimi Pittsburgh Steelers proprio grazie ad una classica rimonta orchestrata da “Joe Cool”.

Al Divisional la difesa dei Chiefs demolisce l’attacco degli Oilers con 9 sack, 2 dei quali proprio di Derrick Thomas, tuttavia il Championship ancora una volta è una delusione, ancora i Bills con un Thurman Thomas inarrestabile prevalgono.
Nel 94 Thomas rinnova il suo contratto con i Chiefs diventando uno dei LB più pagati della lega, torna in doppia cifra con i sack e firma la prima safety della sua carriera, tuttavia Kansas City è di nuovo sconfitta al primo turno di playoff dai Dolphins.

L’anno successivo, il ritiro di Montana non sembra rovinare la macchina da guerra di Schottenheimer, i Chiefs guidati dall’ex riserva di Joe Cool ai 49ers, nonché Pro-Bowler quell’anno, Steve Bono, finiscono con l’impressionante record di 13-3, il migliore della lega. La difesa guidata da Thomas finisce al primo posto per punti concessi e seconda per yards concesse.
Kansas City è favoritissima per il Super Bowl, ma ancora una volta la maledizione di Schottenheimer nei playoff colpisce. I Colts, sfavoriti oltremodo, vincono tra l’incredulità generale nel Divisional all’Arrowhead Stadium.

Dopo un 97 privo di playoff, nel 98 i Chiefs finiscono di nuovo con il record di 13-3 imponendosi come la miglior squadra della AFC. In una partita tiratissima giocata in un clima gelido, i Chiefs ancora una volta si arrendono nel Divisional, questa volta ai Broncos. Questa è l’ultima partita di Derrick nella post-season e l’ultima occasione svanita per fregiarsi del titolo che avrebbe meritato.
Nel 98 in seguito a 7 sconfitte consecutive nel finale di stagione, Schottenheimer si dimette, Derrick per la prima volta non va al Pro-Bowl (anche se i numeri glielo consentirebbero con 12 sack). Comincia così la parabola discendente del campione che, in una sorta di simbiosi, delinea lo stesso destino per la squadra di cui ha difeso i colori in modo così straordinario.
La stagione 99 è altrettanto avara di soddisfazioni, il numero 58 viene utilizzato sempre meno e quasi sempre come situational pass rusher. Nonostante comprenda di essere nel finale della carriera, rimane legato alla sua passione per il gioco e alla sua squadra di sempre, dichiarandosi pronto per la stagione successiva.

Il 23 gennaio del 2000 D.T. vuole recarsi a St.Louis per assistere al NFC Champioship tra i Rams e i Buccaneers. Kansas City è semi paralizzata da un gelo ancora più pungente del solito e dagli effetti di una violentissima bufera di neve che si sta abbattendo sulla città. Le strade sono completamente ghiacciate e innevate e il traffico è totalmente in crisi.
Thomas è noto per la sua passione per la velocità in auto, ma in questo caso è il timore di perdere l’aereo a convincerlo a spingere sull’acceleratore. Sull’interstatale 435 assieme a due amici sfreccia a forte velocità compiendo numerosi sorpassi azzardati sulla strada ghiacciata. In una di queste rischiose manovre, la sua Chevrolet Suburban sbanda, esce di strada e si ribalta più volte. Il suo amico e socio d’affari Mike Tellis muore sul colpo mentre l’altro amico, l’unico ad indossare le cinture di sicurezza e seduto sul sedile posteriore, rimane illeso. Derrick scaraventato insieme a Tellis fuori dell’auto, è in condizioni gravissime, subito trasportato all’ospedale centrale di Kansas City, giunge in coma. Nei giorni successivi viene sottoposto ad alcuni interventi chirurgici che gli salvano la vita, ma i danni alla colonna vertebrale sono irreparabili, Thomas resta paralizzato dal torace in giù.
Nei giorni successivi si decide di trasferire il nove volte Pro-Bowler al Jackson Memorial Hospital di Miami, dove ci sono strutture all’avanguardia per la terapia nei casi di questa gravità.
Il giorno 8 febbraio, durante la preparazione di una di queste terapie, Derrick Thomas muore in seguito ad un’embolia polmonare, patologia non rara nei paraplegici.
La comunità di Kansas City è sconvolta, così come tutto il mondo NFL, moltissimi tifosi continuano negli anni successivi a recarsi allo stadio con la sua maglia addosso. I Chiefs il 23 giugno del 2009, con colpevolissimo ritardo, ritirano la sua maglia numero 58, mentre una settimana dopo si ufficializza il suo ingresso postumo nella Hall of Fame.
Derrick Thomas è stato certamente uno degli outside linebacker più forti di tutti i tempi e, nonostante non abbia consacrato la sua carriera con un titolo, rimarrà per sempre nella storia NFL come una delle presenze più intimidatorie mai viste su un campo da football.
Derrick lascia ben sette figli, uno dei quali Derrion lascia presagire interessanti prospettive nel football. Chissà se un giorno potremo rivedere sui campi un altro D.T. terrorizzare i QB come suo padre ha fatto per 11 stagioni.

CIFRE DA PROFESSIONISTA
• 649 placcaggi (ufficiosi, i placcaggi sono statistica ufficiale dal 2001)
• 126.5 sack
• 7 sack in una partita (record NFL)
• 1 intercetto
• 45 fumble forzati (ufficioso record NFL)
• 19 fumble recuperati
• 4 TD su ritorno di fumble
• 3 safeties
RICONOSCIMENTI DA PROFESSIONISTA
• NFL Defensive Rookie of the Year (1989)
• 9 volte convocato al Pro-Bowl (dal ’89 al ’97)
• Nominato membro del 90’s All Decade Team
• Maglia numero 58 ritirata dai Kansas City Chiefs (2009)
• Eletto nella Hall of Fame (2009)
Carlo, un’altra perla regalata a noi lettori…
grazie dello splendido lavoro a ricordo di uno dei più grandi giocatori di football di tutti i tempi!!!!