Il qualunquismo e l’ignoranza

Sento il bisogno di scrivere questo pezzo per denunciare quello che ormai sta diventando un modus operandi assolutamente censurabile nel mondo dell’informazione italiana, il qualunquismo e l’ignoranza che accompagna quasi tutti gli articoli, anche delle testate più importanti, che parlano del nostro amato sport. Certamente l’informazione italiana è tra le peggiori al mondo in campi molto più importanti di questo, ma il nostro sito parla di football e quando ripetutamente giornalisti professionisti preferiscono speculare o peggio, inventare particolari su accadimenti che attengono al football americano, devo dire che sento un senso di fastidio.

Il riferimento è al servizio dedicato da repubblica.it sul tragico suicidio del WR dei Denver Broncos Kenny McKinley, ma ci sono esempi in passato di altri episodi con altre testate protagoniste. Il titolo che accompagna l’articolo è lapidario quanto stupido: “Football USA, non gioca e si suicida”. Il lettore occasionale e poco addentro al mondo NFL penserebbe subito alla follia di un giovane che si suicida a 23 anni perchè il suo coach non lo schiera in campo, cosa che, se fosse vera, farebbe dubitare delle facoltà mentali del suicida. Sarebbe bastato informarsi in rete o più semplicemente leggere l’ottimo articolo del nostro invern0mut0 per rendere un servizio più interessante e dignitoso per i propri lettori, ma evidentemente la priorità di certi “giornalisti” è quella di riempire i vuoti di siti o di giornali con curiosità particolari, piuttosto che scrivere fatti.

Questo è solo l’ultimo di una lunghissima serie di episodi in cui la stampa ufficiale ha trattato con incredibile ignoranza gli avvenimenti riguardanti il football NFL, sicuramente molti ricorderanno le inesattezze o addirittura le invenzioni scritte per i casi McNair o Darrent Williams, senza dimenticare Sean Taylor, oppure come apoteosi quando si dedicò il 90% degli articoli sul Super Bowl 38 alla tetta di Janet Jackson, piuttosto che allo svolgimento della partita.
Certamente noi potremmo fare spallucce e continuare per la nostra strada, ma dobbiamo ricordarci che la maggior parte delle persone non ha la nostra conoscenza del football e più in generale dell’ambiente che circonda la NFL e queste persone spesso si avvicinano al nostro sport tramite l’informazione generalista.
La regola del buon giornalista è quella di essere informato sull’argomento di cui si scrive, per cui quando non lo si è sarebbe meglio lasciar stare, o per dirla con Oscar Wilde: “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio“.