Mile High Disaster

Lasciando al nostro ottimo Davide l’analisi di ciò che è successo nella settima giornata sui campi della NFL, mi sembra doveroso approfondire un argomento che in giro per il web tra i tifosi dei Broncos ormai è di attualità: cos’altro dovrà succedere perchè la proprietà cominci a rendersi conto che questo allenatore sta portando i Denver Broncos verso 10 anni di umiliazioni?

Anche se tradizionalmente i bilanci non si dovrebbero fare a metà stagione, cercherò di elencare e spiegare le motivazioni per cui questa è da considerare di gran lunga la peggior gestione nella storia gloriosa dei Denver Broncos e che quello che è successo domenica non è un episodio sfortunato. Per la cronaca e per gli amanti della statistica, si è trattato del record ogni epoca di punti segnati in una partita per gli Oakland Raiders.

Per una corretta analisi, dobbiamo fare un salto all’indietro di quasi due anni, quando inopinatamente il proprietario dei Denver Broncos, Pat Bowlen (che fino ad allora le aveva azzeccate tutte), prese forse la peggior decisione dellla sua vita, sicuramente la peggiore della sua gestione sportiva. Mike Shanahan dopo 14 stagioni con 2 anelli e una terza apparizione al AFC Championship, fu liquidato senza troppi complimenti nella off-season 2008, dopo il terzo anno consecutivo senza playoff. I capi di imputazione per il futuro Hall of Famer furono il crollo nei finali delle ultime stagioni e ancor di più le scelte sbagliate nell’acquisizione di giocatori difensivi, in particolare qualche errore pesante nei primi giri degli ultimi draft.

Poichè sarebbe pretestuoso paragonare la carriera dei due allenatori, mi limiterò a confrontare l’attuale squadra con la squadra che Shanahan lasciò due stagioni fa e sarà sorprendente constatare quanto male abbia fatto e stia ancora facendo Josh McDaniels.

Lo starting lineup di due stagioni fa prevedeva Jay Cutler come QB. Nonostante in quest’ultima stagione e mezza Cutler non stia certo brillando, pochi ricordano che nel sistema di Shanahan l’ex Venderbilt era andato al Pro-Bowl stabilendo il nuovo primato di franchigia per yards lanciate in una stagione. Il suo attuale sostituto dopo 3 anni di panchina ai Bears, ha statistiche buone e sta facendo il meglio che può, ma i suoi evidenti limiti tecnici e atletici lo rendono particolarmente vulnerabile nei momenti decisivi.

Brandon Marshall era il WR più letale della lega reduce da 3 stagioni oltre le 1000 yards e 23 TD, in più Royal e il TE Scheffler garantivano un clamoroso potenziale offensivo aereo con oltre 1500 yards e 8 TD nell’ultima stagione. Oggi Marshall sta facendo molto bene a Miami, mentre le buonissime prestazioni di Scheffler a Detroit gli hanno garantito un prolungamento di 3 anni del contratto. Royal è utlizzato pochissimo, mentre Graham che è fondamentalmente un TE bloccatore ovviamente fatica a fare il ricevitore. La coppia Lloyd-Gaffney sta facendo bene, ma non è minimamente paragonabile all’esplosività ed alla pericolosità della coppia Marshall-Royal.

Come pochi ricorderanno, nell’ultima stagione di Shanahan finirono in injured reserve 6 RB, tant’è che l’attuale head coach dei Redskins si inventò il FB Peyton Hills in quella posizione. Grazie al suo celeberrimo “zone blocking scheme” ma anche alle doti e all’attitudine del giovane FB, i risultati furono eccellenti, fino al grave infortunio che mise Hillis fuori per il resto dell’anno. Oggi Hillis spadroneggia a Cleveland con già due partite oltre le 100 yards, mentre a Denver il limitato potenziale di Moreno è oltretutto contenuto dalla miseria degli schemi offensivi sulle corse e dalla scarsa vena della linea offensiva.

La linea offensiva, al di là di Clady ed Harris che, salvo infortuni, sono gli OT titolari, e la OG Kuper tutti scelti proprio da Shanahan, è stata rivoluzionata negli schemi mentre l’esperienza e la qualità di Weigmann ed Hamilton, ha lasciato spazio alla pochezza di Beadles e Walton.

L’attacco dei Broncos sotto Shanahan era il secondo della lega nonostante fosse senza RB, oggi è decimo come yards, ma quindicesimo come punti segnati e penultimo come efficienza nella redzone.

Passando alla difesa, il cambio di schema da 4-3 a 3-4 ha portato sicuramente benefici lo scorso anno, anche perchè tutti gli aspetti del gioco erano gestiti del defensive coordinator Mike Nolan. L’insofferenza di McDaniels per gente di personalità ha portato alla cacciata di Nolan, mentre le uniche acquisizioni difensive di questi due anni che hanno migliorato la squadra sono stati i vecchi Goodman e Dawkins. Tuttavia, come stiamo vedendo purtroppo in questa stagione, l’avanzata età della maggior parte dei difensori dei Broncos comincia a farsi sentire, Goodman non ha praticamente mai giocato, Dawkins ha già saltato 2 partite, mentre gli acciacchi di Champ Bailey e Jamal Williams sono i sintomi di una ricostruzione mai avvenuta. I giovani acquisiti, a parte Perrish Cox, non hanno inciso minimamente, mentre l’endemico e annoso problema della difesa sulle corse è addirittura peggiorato, consentendo domenica 165 yards e 3 TD ad un RB che nella sua carriera aveva superato le 100 yards solo un’altra volta e che aveva segnato in 3 stagioni 6 TD.

Per concludere l’analisi è importante parlare anche dei due draft presieduti da McDaniels.

L’anno scorso al primo giro furono scelti Knowshown Moreno e Robert Ayers. Il primo dopo un discreta prima stagione, non ha praticamente mai giocato in questa, denunciando problemi di propensione all’infortunio che alcuni avevano già segnalato in tempi non sospetti. Il secondo dopo una penosa prima stagione, aveva fatto vedere qualcosina all’inizio di quella in corso, ma poi si è infortunato. Al secondo giro il CB Alphonso Smith (preso però barattando una prima scelta con i Seahawks), la FS Darcel McBath e il TE Richard Quinn. Il primo è già stato cacciato ai Lions per un TE scelto al settimo giro, il secondo gioca solo gli special team e il terzo deve ancora ricevere il primo passaggio dopo un anno e mezzo. Inutile dilungarci su Bruton, Olsen e gli altri scelti nei giri successivi.
Quest’anno al primo giro Demaryus Thomas e Tim Tebow. Il primo ha fatto vedere cose interessanti, il secondo come QB non si è mai visto, ma ha fatto buone cose nell’attacco Wild Horse, un po’ pochino per una prima scelta. Di Zane Beadles e J.D. Walton abbiamo già detto così come di Perrish Cox. Syd’Quan Thompson ha offerto qualche spunto interessante, ma rimane una riserva, mentre Eric Decker non è pervenuto.

Riassumendo tutti gli aspetti analizzati, si può concludere con una serie di considerazioni.
Nessuno dei giocatori acquisiti nei draft ha dato un contributo pari alle attese. I giocatori acquisiti dalla free agency o con gli scambi hanno inciso solo nelle persone di Brian Dawkins, Andre Goodman e quest’anno Brandon Lloyd. Il talento perso, liberandosi di grandi e buoni giocatori sarà difficilmente recuperabile nei prossimi 5 anni. I migliori giocatori di questi due anni di gestione sono stati tutti presi da Shanahan, da Dumervil a D.J. Williams, da Bailey a Clady.

A tutto questo bisogna aggiungere che il sistema portato da quella che era considerata una raffinatissima mente offensiva, ha affossato quello che fino a due stagioni fa era un grandissimo attacco. I Broncos sono ultimi sulle corse, e ormai tutte le squadre sanno come affrontare il passing game. Emblematica domenica una scena accaduta nel terzo quarto. A partita già compromessa, su un 3° e 25, incomprensibile play action che il grande Richard Seymour legge con 10 secondi di anticipo piazzando il sack su Kyle Orton.

In difesa come già detto gli unici grandi giocatori sono ultratrentenni, esclusi D.J. Williams e Elvis Dumervil, per cui ci troviamo di fronte ad un reparto da ricostruire completamente.

In conclusione non bisogna dimenticare la pessima attitudine comportamentale del giovane head coach. La sua permalosità ed arroganza, unita all’insofferenza per gli allenatori ed i giocatori di personalità lo rendono del tutto inadatto al comando. Sicuramente ai Patriots come offensive coordinator ha fatto molto bene, ma la storia della lega è piena di grandissimi coordinatori offensivi o difensivi che hanno fallito completamente come head coach.
Confidando nel fatto che almeno una paio di grandi head coach sono disoccupati al momento, credo sia giunto il momento che Pat Bowlen rimedi al gravissimo errore fatto 2 stagioni fa, non tanto per questa stagione che ormai è persa, ma in vista di un futuro che possa tornare a vedere i Denver Broncos come protagonisti di vittorie e non di umilianti sconfitte.