Green Bay impacchetta i Jets, New Orleans doma gli Steelers

AFC East

Se l’AFC East stava ancora cercando un padrone, è molto probabile che l’abbia trovato. New England completa la striscia di 5 vittorie consecutive andando a vincere autorevolmente a Minnesota e ponendo una serissima candidatura al titolo divisionale. Vero, tutto può ancora succedere con nove gare ancora da disputare. Vero, altrettanto, che i Jets sono ad una sola lunghezza e gli stessi Dolphins mantengono chances di playoffs. Ma l’allungo della squadra di Belichick sembra importante e certamente non casuale. I Pats detengono al momento il miglior record della lega (6-1) ed il maggior numero di punti per partita (29.3). Nella partita contro i Vikings, Brady ha lanciato 16 su 27 per 240 yards e 1 TD, mentre BenJarvus Green-Ellis ha segnato 2 TD, compresa una corsa di 13 yards per il provvisorio 21 a 10. Attacco davvero formidabile, difesa capace di infliggere al martoriato Favre un altro infortunio (e relativi punti di sutura sul mento), “mental toughness” per tenere duro nel momento del possibile recupero di Minnesota. E se i Browns non ripeteranno il miracolo visto coi Saints, New England rischia seriamente di trovarsi al giro di boa con 7 vittorie su 8 partite. Un bel problema per i Jets, cui la settimana di bye è risultata tutt’altro che salutare. In una partita dominata dalle difese (e da una certa noia, tutto sommato), la squadra di Rex Ryan ha perso una partita forse cruciale con Green Bay, soccombendo per 9-0 e restando per la prima volta nella stagione senza nemmeno tre punti sul tabellone. Bruttissimo segnale. La conclusione della striscia positiva di cinque vittorie fa ancora più male ai Jets perché maturata tra le mura amiche, dove non perdevano da 4 anni (10 a 0 contro Chicago, quasi lo stesso punteggio…). Né si può dire che il problema sia da identificarsi nella prestazione di Sanchez, pur non eccelsa: 16 su 38 per 256 yards e 2 intercetti non sono statistiche lusinghiere, ma se si considera che entrambi gli intercetti sono avvenuti in situazioni-limite (con conseguenti lunghe consultazioni degli arbitri) e che almeno 4 passaggi incompleti sono imputabili ai ricevitori, le cose assumono un contorno diverso. Oltretutto, fino all’ultimo i Jets hanno avuto la possibilità di rientrare in partita (anzi, di vincerla), visto che nel quarto quarto hanno macinato un drive che sembrava destinato a portarli finalmente in end zone. E che il gioco chiave che ha di fatto deciso la partita è scaturito da una chiamata errata. Dustin Keller infatti si è fatto soffiare (un po’ rocambolescamente) l’ovale da Woodson sulle 43, un intercetto che, visto al replay, non era tale. Ma New York aveva già esaurito i due challanges nella prima metà, e non ha potuto far altro che bere l’amarissimo calice. Perdere le partite così fa male e crea grossi rimpianti. Forse il sanguigno Rex ci penserà due volte, alla prossima occasione, prima di gettare il fazzoletto rosso sul campo…
Per tacere della folle chiamata (in realtà una scelta autonoma del punter Steve Weatherford, a dar credito alle dichiarazioni dello special teams coordinator dei Jets Mike Westhoff), su un 4 e 18 sulle proprie 20 yards nel primo quarto (!!!!). Forse i gadget plays di Cleveland contro i Saints della week 8 hanno fatto pensare a troppa gente che le partite si possano sempre vincere così…
Vedremo come i Jets reagiranno, psicologicamente, alla prima dolorosa sconfitta in casa e alla contemporanea perdita della leadership divisionale. Restano una grande squadra, indubbiamente, ma molto vorrà dire anche la tenuta mentale del team. Se per caso dovessero andare a perdere una partita sulla carta abbordabile come quella contro i Lions domenica, le conseguenze potrebbero essere disastrose per una delle favorite nella corsa verso il titolo.
Chi resta in scia, aspettando passi falsi delle avversarie, è la schizofrenica compagine di Sparano. I Dolphins hanno perso tutte le partite in casa fin qui disputate, e vinto tutte quelle fuori casa. Stranezze del football… Quella sui Bengals è stata una vittoria abbastanza convincente e fondamentale per non perdere ulteriore terreno rispetto al duo di testa, ma non è tutto oro quel che luccica. Buona difesa, ottimo kicker (10 field goals consecutivi messi a segno in due partite, cinque ognuna, solo il mitico Olindo Mare ha fatto meglio), finalmente un gran bel drive di 96 yards per un TD atteso troppo a lungo, ma l’asfissia in red zone è un problema serissimo per i ‘Fins. Nota positiva, il modo in cui l’attacco di Henne ha eroso le yards che lo separavano dalla end zone, durante il quarto quarto: ben 4 big plays, tra cui un passaggio per Brandon Marshall per 25 yards, due bellissime giocate di Brian Hartline (ricezione da 24 yards e una reverse per 30), e una portata di Ricky Williams per 18, fino alla conclusiva corsa da 1 yard dello stesso Williams per il TD del definitivo 22 a 14. Se l’attacco funzionasse sempre così, Miami sarebbe davvero una squadra in grado di andare molto avanti, ma desta molte perplessità la sua cronica incapacità di concretizzare al meglio le occasioni a disposizione. Domenica, lo scontro con i Ravens sarà quasi decisivo, sia in chiave divisionale, sia per le speranze di trovare un posticino almeno alle wild card. Ma, anche se Baltimore non è in un momento di grande forma, sarà durissima.
Una nota conclusiva la merita la sfortunata prova di Buffalo, nuovamente a un passo dalla prima vittoria, beffata in OT da Kansas City al termine di una partita che Fitzpatrick e soci erano riusciti a riacciuffare sul 10 pari con 2:18 sul cronometro. I Bills non meritano di essere la squadra con il peggior record della lega, e forse quella di domenica contro Chicago potrebbe essere l’occasione giusta per recuperare un po’ di autostima…

AFC North

Il super match contro i Saints ha visto uscire gli Steelers ridimensionati, ma non in crisi. Vero è che la difesa sui lanci di Pittsburgh, 24esima nell’NFL, ha dimostrato i suoi limiti contro un Drew Brees ritrovato e in grande spolvero. E vero anche che Pittsburgh è stata fermata dai Saints ad un passo dalla goal line, dopo che una chiamata degli arbitri aveva inizialmente assegnato il TD ad Antwaan Randle El, salvo poi essere rettificata in seguito al challange chiamato da Sean Payton. Ma, in ogni caso, la squadra guidata da Big Ben (17 su 28 per 195 yards) è restata in partita a lungo, almeno fino a quando Miller, TE degli Steelers, non ha perso la palla dopo un duro colpo ricevuto dal LB dei Saints Mitchell.
Con i Ravens in bye, Pittsburgh ha perso una buona occasione per restare provvisoriamente da solo in cima alla division, ma il match di domenica contro Cincinnati, anche se non facile, induce i tifosi della squadra di Mike Tomlin ad un moderato ottimismo.
Proprio quello che latita in casa Bengals, sconfitti nuovamente (quarta volta di seguito), questa volta dai coriacei Dolphins di Sparano. Non è bastato un inizio promettente per Palmer & compagnia, a segno con T.O. Nel drive d’apertura per la prima volta in questa stagione. Né è stata sufficiente la buona sorte, coloratasi per l’occasione di arancio-nero, che aveva consegnato nelle mani del solito Terrell una ricezione da 37 yards, dopo aver danzato a lungo tra le braccia della Safety di Miami Clemons. Per tutto il terzo quarto, mentre Miami continuava a macinare il proprio gioco, i Bengals non sono riusciti a chiudere neanche un terzo down, e solo la proverbiale incapacità dei Dolphins di arrivare in end zone aveva evitato un passivo pesante, offrendo la possibilità ai Bengals di rifarsi sotto sul punteggio di 15 a 14. L’intercetto di Sean Smith su passaggio indirizzato (di nuovo) a Owens ha aperto infine la strada ai Dolphins per una vittoria che ha seppellito quasi sicuramente ogni velleità di post season per la compagine dell’Ohio. Come si diceva la settimana scorsa, Cincinnati adesso, col morale a pezzi, dovrà evitare il disonore di finire in fondo alla division, visto che i Browns (che non giocavano questa settimana), a pari merito, hanno dalla loro se non altro l’entusiasmo di chi sta facendo meglio di quanto ci si attendeva. E i Bengals domenica ospitano gli Steelers….

AFC South

What a mess! La grande ammucchiata della AFC South rischia di regalare emozioni e colpi di scena fino alla fine, anche se Indianapolis, pur dimezzata dagli infortuni, sembra in grado di far valere la maggior abitudine alle zone alte della division nella seconda metà della stagione. Manning ha giocato una partita semplicemente perfetta contro Houston, facendo dimenticare a commentatori e giocatori in campo il fatto che i Colts giocavano sostanzialmente senza TE. Con Dallas Clark, Austin Collie e Joseph Addai nella lista degli infortunati, Indianapolis ha abbattuto la resistenza dei Texans grazie al loro QB (26 su 45 per 268 yards e 2 TD) e ad una difesa che, per tutta la partita, ha tolto spazio vitale a Schaub, costretto a forzare in più di un’occasione. Houston, che si giocava la leadership divisionale in questo scontro (trattandosi del Monday Night e, quindi, a risultato di Tennessee già acquisito), non è stata capace di ripetere l’impresa della prima giornata, quando aveva sorpreso Indi, e se si considera che Schaub, leader della lega per yard su lancio della scorsa stagione, nei primi due quarti ha totalizzato un desolante 5 su 15 per 37 yards e 1 intercetto (rating imbarazzante di 14.6), si comprendono buona parte delle ragioni che hanno determinato il finale 30 a 17 per i Colts. Senza contare la malleabilità della difesa di Houston, con cui Manning è andato a nozze..
Quanto ai Titans, che in settimana hanno potuto festeggiare l’inatteso arrivo di Randy Moss, cacciato dai Vikings, hanno avuto la peggio in una partita molto emozionante contro i Chargers. Peccato, vista anche la buona prestazione di Young (uscito sul finire per un problema alla caviglia: per lui, 10 su 21 per 253 yards e 2 TD), autore tra l’altro di uno spettacolare TD pass di 71 yard per Nate Washington nel quarto quarto per il provvisorio 27 a 25. Tennessee aveva già perso all’inizio della partita il talentuoso receiver Kenny Britt per un problema al ginocchio, ma nonostante ciò ha rischiato di vincere la partita anche con il secondo QB Collins, quando Chris Johnson con 30 secondi sul cronometro si è lasciato cadere un pallone preziosissimo al 4&2 sulle 15 dei Chargers.
Jacksonville ha piantato l’ultimo chiodo nella bara dei Cowboys con una prestazione da supereroe Marvel di Gerrard (17 su 21 per 260 yards e 4 TD passes, QB rating di 157.8, rasente la perfezione) ed una performance altrettanto significativa della difesa, che ha collezionato 4 intercetti complessivamente. Malgrado Dallas in agonia, i Cowboys sono rimasti in partita fino a metà gara, quando sul 14 a 3 per i Jaguars, con un 4 e goal dalle 1 Barber (già fermato nel gioco precedente dalla difesa) ha ben pensato di cercare l’ovale alla sinistra di Kitna, che invece stava porgendogliela dalla destra…
Quindi: buona partita dei Jaguars, ma vediamoli all’opera con un avversario più temibile dei poveri Cowboys versione 2010 per capire se potranno rimanere nella scia delle altre pretendenti di questa division durissima..

AFC West

Forse l’unica cosa sicura nella AFC West o quasi è che Denver è fuori dai giochi. Per il resto, tutto ma proprio tutto, può ancora succedere. Kansas City vince ma non convince contro i Bills, salvandosi grazie al vento (che però aveva anche rischiato di condannarli, avendo fatto fallire un primo tentativo di FG in OT), alla buona sorte, e all’astuzia di Todd Haley. Il coach dei Chiefs, trovandosi nella condizione di disturbare il più possibile il tentativo di FG dalle 53 di Buffalo, ha prima chiamato un timeout che ha reso nullo il tentativo (riuscito) del kicker dei Bills, poi sul secondo tentativo (avendo nuovamente la possibilità di chiamare TO) non l’ha fatto, quando forse i Bills si aspettavano un nuovo disturbo. Risultato: FG sbagliato, palla ai Chiefs, e vittoria allo scadere dell’OT. Il football si gioca anche così…
I Chiefs però non avranno la possibilità di dormire sonni molto tranquilli, visto che Oakland sta crescendo di settimana in settimana. I Raiders sono la vera sorpresa di queste ultime giornate, e dopo aver battuto Denver con il clamoroso 59 a 14 della week 8, hanno rifilato 33 punti a Seattle. Campbell, apparentemente trasformato, ha lanciato per oltre 300 yards e 2 TD, e la difesa ha spadroneggiato. I Seahawks hanno raccolto 4 (quattro!) yards nel primo quarto, non hanno preso un primo down per i primi 27 minuti della partita, hanno guadagnato complessivamente solo 162 yards e hanno segnato alla fine 3 miserissimi punti. Se, oltre alle ottime prestazioni dell’attacco, la difesa continuerà a giocare così, i Raiders possono ragionevolmente sperare in una seconda metà della stagione molto positiva. La squadra, guidata da Tom Cable (al secondo anno come head coach dei “Silver & Black”), non arrivava a quota .500 dal 2002. Questo potrebbe essere un anno pieno di soddisfazioni per i predoni, in una division che sembra comunque la meno forte dell’AFC. A contribuire a questo (relativo, intendiamoci) appiattimento verso il basso, hanno contribuito anche i Chargers, con un inizio di stagione davvero disastroso. Dopo 3 sconfitte consecutive, maturate in maniera rocambolesca quando non per comportamenti vicini al suicidio sportivo, San Diego ha trovato un Rivers nuovamente ispirato (ma non è una novità), che ha completato la sua quinta partita della stagione sopra le 300 yard (27 su 36 per 305 yards, 2 TD e 1 intercetto le sue statistiche). Tanto per capire il livello del QB dei Chargers, con 2649 yards nelle prime otto gare Rivers ha stabilito il primato assoluto per l’NFL, superando l’Hall of Famer Dan Fouts, sempre un “Charger”, del 1982 (chi non ha più vent’anni, ricorderà senz’altro il “braccione barbuto” che guidava l’attacco di San Diego). I Chargers sono ancora in corsa, ma non potranno più sbagliare nulla..

NFC East

Con Philadelphia e N.Y.Giants in giornata di bye, l’unico dato significativo è la sconfitta di Washington contro Detroit, visto che quelle di Dallas, purtroppo per i loro tifosi, non fanno più notizia. A fare ancora più scalpore, la scelta di Mike Shanahan di tenere fuori McNabb alla fine della partita. A spiegare, ma solo in parte, la scelta dell’allenatore dei Redskins, la pessima prova del 6 volte Pro Bowl QB. Ma sfiduciare il quarterback su cui hai puntato per ricostruire l’attacco alla fine della partita, non appare una scelta saggia. Certo, la OL di Washington non aiuta il veterano ex-Eagles, sackato 6 volte e intercettato sanguinosamente dallo straordinario Ndamukong Suh prima di lasciare il campo per Grossman. Per la cronaca, il sostituto di McNabb al primo gioco perde palla sulle proprie 17 lasciando Suh libero di segnare. Con due avversarie temibili come Giants e Eagles, per i Redsking sarà molto difficile ritagliarsi un posticino ai playoff.
Quanto a Dallas, francamente c’è poco da dire, il record e la situazione parlano da soli. Dopo aver compromesso la loro stagione con una serie di sconfitte a volte incedibili a volte frutto di errori e leggerezze imbarazzanti, oramai è tardi anche solo per pensare di salvare l’onore. Con Romo fuori, il calvario del povero Wade Phillips sembra ancora lungo. Se si considera che l’ultima volta in cui Dallas aveva iniziato così male, stava crollando il Muro di Berlino, ogni altro commento è superfluo. Considerando che, rispetto alla miglior difesa del 2009 per punti concessi (15,.6) quest’anno i Cowboys hanno lasciato mediamente agli avversari 26.7 punti a partita, resta quasi un mistero capire cosa sia successo ad un reparto che ha un unico giocatore titolare diverso in questo nefasto 2010.

NFC North

Probabilmente la division meno combattuta della lega, se le cose continueranno così. E’ vero che Green Bay è sopra di una sola vittoria rispetto ai Bears, ma la squadra del Wisconsin sembra nettamente superiore alla concorrenza. I Packers hanno perso alcune partite che potevano vincere (2 all’OT, per esempio), sbilanciando troppo sui passaggi il loro attacco e patendo poi un’impressionante serie di infortuni. Ma andare a vincere con gli attuali Jets a New York non è impresa da tutti i giorni, e i “Packs” hanno fatto vedere di che pasta sono fatti, soprattutto in difesa. La concentrazione sembra ritrovata, e la concorrenza non agguerrita come in altre division, il futuro potrebbe essere abbastanza roseo per Rodgers e soci. Chicago, questa settimana in bye, difficilmente potrà reggere fino alla fine, per tacere di Minnesota, la cui parabola discendente è seconda solo a quella grottesca dei Cowboys. Minnesota ha perso una partita difficile con New England, ma non è certo qui che ha compromesso la propria stagione. Evidentemente qualcosa si è rotto nel meccanismo di Childress, e non solo in attacco, dove pure Favre è ben lontano dai fasti dell’anno scorso. La difesa sembra un pallido ricordo di quella, formidabile, del 2009, che aveva quasi riportato i Vikings al Superbowl dopo 32 anni. Probabilmente il problema è in parte anche Childress stesso, come forse troppo arditamente aveva provato a dire Moss (immediatamente cacciato). All’allenatore dei Vikings la situazione sembra sfuggita di mano, e questa stagione potrebbe finire peggio di come è iniziata. Cresce invece Detroit, che probabilmente raccoglierà più compiutamente nelle prossime stagioni i frutti di quanto seminato in questa. Stafford, nella vittoriosa partita contro i Redskins, ha lanciato per 26 su 45, 212 yards, 4 TD e 1 intercetto, con il WR Calvin Johnson sugli scudi (9 ricezioni per 101 yards e 3 TD). La fenomenale terna di scelte di Detroit è completata dal succitato Suh, che con i compagni della linea difensiva ha fatto passare un bruttissimo quarto d’ora a McNabb e alla OL dei Redskins. I Lions, pur ancora lontani dall’essere una squadra da playoff, potrebbero migliorare ancora nel corso della stagione, e fare lo sgambetto a qualche team più accreditato.

NFC South

Doppio scontro divisionale in vista per definire gli equilibri della Division, con i Bucs impegnati ad Atlanta e i Saints contro i Panthers. Con Carolina abbondantemente fuori da ogni gioco grazie anche a uno dei peggiori attacchi della lega (cui si aggiunge l’infortunio del Probowl RB DeAngelo Williams), restano tre le squadre in lizza per i playoff. New Orleans continua nell’altalena di quest’anno e, dopo aver perso con Arizona e con i Browns, vince contro Pittsburgh grazie anche ad un Brees in giornata di grazia, capace di completare nella seconda metà della partita 20 passaggi su 22. La difesa, terza della lega, causa 2 turnover e ferma gli Steelers sulla goal line, contribuendo in maniera importante a una vittoria fondamentale per il prosieguo del campionato. Lo scontro Falcons (in bye questa settimana) – Bucs darà una duplice indicazione: da un lato, farà capire meglio se la squadra della Georgia è capace di quella continuità che servirà da qui a fine stagione per contenere il ritorno dei Saints, dall’altro chiarirà meglio se Tampa Bay può essere davvero considerata un playoff contender. I Bucs sono andati a vincere una partita abbastanza folle con i Cardinals, rinforzando la loro fama di squadra capace di incredibili rimonte nel quarto quarto. Dopo l’affermazione della settimana precedente contro i Rams, i Bucs hanno colmato un gap di 17 punti negli ultimi 15 minuti di gara, grazie anche alla prestazione eccellente del CB Aqib Talib (2 intercetti, d cui uno in TD e l’altro decisivo per l’esito del match). Più che buona la prestazione del QB Freeman (6 rimonte nel quarto quarto per lui in sedici partite da titolare, 4 solo quest’anno), anche se la difesa, malgrado i 4 turnover, concede troppo ad un attacco non proprio irresistibile come quello di Arizona. Matt Ryan e i suoi Falcons aspettano la compagine del folkloristico ma bravo Raheem Morris alla prova di maturità…

NFC West

Vittoriosa trasferta inglese per i ‘Niners di Singletary contro i sempre più derelitti Broncos, in quella che forse al momento è la più debole division di tutta la lega. Arizona perde una buona occasione di agganciare in testa Seattle, facendosi battere dai Bucs complici i gravi problemi in cabina di regia. Breaston, al rientro dopo 3 partite per un’artroscopia al ginocchio, riceve 8 passaggi per 147 yards, e i Cardilnals riescono quasi a raddrizzare la gara sul finire, quando Talib intercetta il lancio decisivo con 2:15 ancora da giocare. Peccato per i Cardinals, che avrebbero potuto approfittare della roboante sconfitta di Seattle coi Raiders. Tutto va male, anzi malissimo per la squadra di Pete Carroll, incapace di muovere la palla in attacco per buona parte della partita coi Raiders, e con una difesa sotto tono rispetto alle partite precedenti. Che la sorpresa Seattle si stia già cominciando a sgonfiare?
A questo punto, non appare impossibile che alla distanza possano uscire i Rams, vittoriosi in casa contro i Panthers e con un Sam Bradford sempre più leader dell’attacco. Il rookie QB di St.Louis ha lanciato per 25 su 32 per 191 yards, 2 TD e nessun intercetto, stabilendo il proprio rating migliore stagionale (112.4). La difesa gioca bene (anche se Carolina non è il test più significativo…) e mette a segno 4 turnover, contribuendo a portare la franchigia al record di 4-4 ed in piena corsa per il titolo della NFC West. Con un QB così, potremmo vederne delle belle..

Articolo di Antonio Portanova
Foto: NFL.com