Profili: Aaron Rodgers, QB, Green Bay

Aaron Charles Rodgers nasce il 2 dicembre 1983 a Chico, cittadina a preponderante popolazione studentesca della Butte County, contea della California settentrionale che si trova nella parte alta della Sacramento Valley, una novantina di miglia circa a nord della capitale dello stato.

Lì frequenta la locale “Pleasant Valley High School” dove si distingue nella squadra di football dei “Vikings”. Per due anni titolare a quarterback, accumula 4.421 passing yards, stabilendo il record della scuola (2001) per total yards guadagnate (2.466), con una partita-record da 440 all-purpose yards nella quale mette a referto ben 6 touchdowns.

Al termine dell’high school, nella primavera del 2002, non raccogliendo praticamente interesse dai college di Division I (non gli sono offerte scholarships) decide di frequentare il vicino Butte Community College di Oroville (cittadina che deve il nome proprio alla scoperta dell’oro, datata 1848), che si trova a circa trenta miglia a sud-est di Chico.

Da freshman, lancia per 28 touchdowns guidando il Butte CC ad un record di 10–1 nella NorCal Conference championship e al numero 2 nel ranking nazionale degli junior college.

Per sua fortuna, l’head coach dei California Golden Bears, Jeff Tedford, si reca ad un incontro di Butte per ultimare il reclutamento del tight end Garrett Cross, rimanendo altresì folgorato dalle capacità e dall’efficacia del quarterback dei “Vikings”. Grazie alla media dei voti scolastici ottenuti all’HS, Aaron è eleggibile per il trasferimento a Berkeley dopo un solo anno Ju.Co. e nel 2003 può quindi iniziare la sua avventura in Pac-10 con ancora tre anni di eleggibilità all’attivo.

Viene nominato QB titolare di California alla quinta gara del suo primo anno nella baia, quello sophomore, guidando i Golden Bears al record di 8-6, compreso l’upset del 27 settembre ai danni della n° 1 Southern California. In quella gara (vinta 34-31 dopo 3 overtime) Rodgers gioca un ottimo primo tempo, segna il primo TD dell’incontro su corsa e produce altri 2 td-pass nel secondo quarto, portando i Bears sul 21-7. A cavallo tra fine primo tempo e metà della terza frazione di gioco è però intercettato per due volte, la seconda dal LB Lofa Tatupu per il return-td che vale il pareggio (21-21) e viene così estromesso da Tedford per il resto della gara, nonostante una prestazione fin lì convincente da 18/25 per 217 yards. La sua prima stagione a California è comunque a dir poco eccellente: produce 2.509 passing yards con 17 touchdowns, senza come detto partire titolare nelle prime quattro partite, vale a dire per 1/3 della season. Pareggia il record dell’ateneo per più partite con almeno 300 yards (5) e stabilisce il record di Cal per la più bassa percentuale di intercetti in una stagione (1,43%). È nominato Offensive MVP dell’Insight bowl di Phoenix, vinto per 52-49 contro Virginia Tech, dove completa 27/35 passes per 394 yards con 2 td-pass e corre per 30 yards con altri 2 touchdowns.

Nella stagione successiva (2004) guida i Golden Bears ad un record di 10-1, con 2.566 passing yards e 24 td-pass all’attivo a fronte di soli 8 intercetti. Ciò gli consente di detenere il record-carriera a California per la più bassa percentuale di passaggi intercettati (1,95%). L’unica sconfitta arriva al Memorial Coliseum di Los Angeles contro USC in un’altra partita molto equilibrata, finita 17-23. Una gara nella quale Rodgers pareggia il record NCAA per maggior numero di passaggi consecutivi completati (23) e stabilisce il record dell’università per completi in un game (85,3%). Purtroppo, non riesce a concretizzare il possibile TD della vittoria, quando con un 1st&goal a disposizione ad 1:47 dal termine lancia tre incompleti prima di subire il sack che vale la sconfitta. Nonostante Cal mantenga il 4° posto del ranking BCS fino al 27 novembre, all’ultima week è superata da Texas che con lo stesso record (10-1) viene scelta per il Rose bowl contro Michigan. USC, numero 1, è infatti qualificata per l’Orange bowl (dove si assegna il titolo nazionale) e Cal deve accontentarsi dell’Holiday bowl di San Diego, dove viene sconfitta da Texas Tech.

Al termine della sua stagione junior, Rodgers viene nominato first team All Pac-10 e decide di dichiararsi per il draft NFL del 2005. Considerati i suoi numeri al college e la sua efficienza nel passing-game, l’attesa degli addetti ai lavori è per una selezione entro le prime chiamate del primo giro. Invece Aaron slitta addirittura fino alla numero 24, pur essendo solo il secondo quarterback selezionato in quell’edizione del draft. Alla prima assoluta, l’allora HC di San Francisco Mike Nolan, gli preferisce Alex Smith da Utah, altro QB californiano proveniente dalla San Diego County. Rodgers (6-2 per 220 pounds) è più basso di circa 5/6 centimetri rispetto a Smith (MWC player of the year per il 2004 e MVP del Fiesta bowl 2005) e probabilmente anche questo incide nella scelta dei 49’ers. Tuttavia proviene da un sistema di gioco “pro-style”, a differenza dell’altro che ha giocato e vinto nella “spread offense” di coach Urban Meyer.

Diverse franchigie con diritto di chiamata dalla seconda posizione in poi non necessitano urgentemente di un franchise QB ed i prospetti e la profondità che caratterizza gli altri ruoli di quel draft spingono Rodgers fino alla 24, quando i lungimiranti Green Bay Packers decidono di investire su di lui, facendone il back-up dell’icona Brett Favre, dal quale, a 36 anni, ci si aspetta un possibile calo fisico e forse un non lontano ritiro.

Ma al termine della season 2005, chiusa malamente dai Packers (4-12), nella quale Rodgers appare in due gare (senza td e con 1 intercetto), Favre annuncia di voler restare con il team del Wisconsin anche per il 2006, non escludendo oltretutto la possibilità di proseguire per altre stagioni. Aaron deve quindi continuare nel suo apprendistato da back-up.

Il 19 novembre del 2006, Rodgers entra in campo nel corso della sconfitta casalinga contro New England per sostituire l’infortunato Favre e purtroppo si rompe il piede sinistro, finendo così la stagione in anticipo. Recupera pienamente dall’infortunio e sembra pronto al grande salto l’anno successivo. D’altronde la season 2006 (record 8-8) ha visto le cifre di Favre in netto calo rispetto alle precedenti e il “grande vecchio”, che ha dovuto subire anche l’onta del primo shotout della carriera contro gli arcirivali Bears, sembra pronto all’addio. La pensa così un po’ tutto il “mondo” NFL. Nell’ultima partita di regular season al Soldier Field di Chicago, il pubblico che per tanti anni ha visto in lui il nemico di mille battaglie sul campo, gli dedica una rispettosa standing ovation, praticamente alla carriera. Eppure, dopo vari ripensamenti, Brett Favre annuncia di voler restare con i Packers anche nel 2007, stagione nella quale è in procinto di battere diversi record NFL, posponendo così ancora le speranze di Rodgers di poter essere finalmente uno starter nella lega.

Il 29 novembre del 2007, ancora per sostituire l’infortunato Favre, Aaron subentra nel secondo quarto della partita contro i Dallas Cowboys trasmessa in diretta nazionale nel Thursday Night Football, completando 18 passaggi per 201 yards, senza intercetti. Finalmente lancia anche il primo td-pass tra i professionisti e contribuisce a ricucire il passivo dei suoi. Alla fine non può evitare la sconfitta, ma la sua performance non passa inosservata.

Durante la successiva off-season Brett Favre annuncia tra le lacrime il ritiro dall’attività agonistica (4 marzo 2008) aprendo le porte della posizione starter a Rodgers. Nonostante il successivo ripensamento di Favre (come noto, non sarà l’ultimo…), i Packers hanno ormai deciso di promuovere a titolare il talentuoso californiano: per la prima volta dopo 16 anni avranno un nuovo quarterback sotto il centro per una gara di regular season. Così, mentre l’ormai 39enne Favre viene tradato ai New York Jets (6 agosto), con la season 2008 si apre una nuova era per Green Bay, l’era targata Aaron Rodgers.

Al suo debutto da titolare al Lambeau Field i Packers battono i Minnesota Vikings per 24–19 e Aaron disputa un’ottima partita lanciando 18/22 (81,8%) per 178 yards con 1 td-pass e correndo 8 volte per altre 35 yards con un altro TD. Dimostra subito le sue migliori qualità: accuratezza come passatore, rapidità di esecuzione, eccellente mobilità e capacità di lanciare in corsa. Nella seconda partita da titolare a Detroit (W 48-25), lancia per 328 yards con 3 touchdowns. Poi nella sconfitta di week 4 a Tampa Bay subisce un infortunio importante, una distorsione alla spalla, che tuttavia non gli impedisce di continuare a giocare e di partire titolare nelle settimane successive, dimostrando così di saper giocare sul dolore e di avere la durezza necessaria per perdurare nella NFL.

Due settimane dopo, gioca un’altra gran partita a Seattle (vittoria per 27-17) dove lancia 21/30 (70.0%) per 208 yards con 2 td-pass e corre per un altro touchdown. In definitiva, gioca bene nella sua prima stagione da titolare (4.038 passing yards con 28 td-pass e 13 int., più altri 4 td su corsa) ma purtroppo non riesce ad incidere, specie nella seconda parte della stagione, per le sorti della squadra che, tormentata anche da diversi infortuni nel reparto difensivo, subisce 7 sconfitte con un massimo di 4 punti di scarto, chiudendo alla fine con il record di 6-10. Il 31 ottobre intanto, Rodgers firma un prolungamento contrattuale di 6 anni (fino al 2014) per 65 milioni di dollari.

Un cambiamento rilevante nei Packers 2009 è lo switch alla difesa 3-4 sotto il nuovo defensive coordinator Dom Capers. In tale ottica, nel corso del primo round del draft del 25 aprile, vengono selezionati due elementi che si riveleranno molto importanti per le sorti future della squadra: il NT B.J Raji e l’OLB Clay Matthews.

Nell’opening game stagionale, Rodgers produce il primo “comeback” della carriera, portando Green Bay alla vittoria casalinga (21-15) contro Chicago grazie ad una connessione da 50 yards con il WR Greg Jennings a poco più di un minuto dal termine che vale il touchdown del sorpasso. Nel successivo mese di ottobre, viene nominato NFC Offensive Player of the Month, grazie alle sue 988 passing yards, con una percentuale di completi del 74,5% e una media di oltre 126,5 nel QB rating per le tre gare disputate nel corso del mese. Ciononostante, l’inizio stagionale dei Packers (4-4) non è dei migliori. Green Bay viene sconfitta nei due match-ups contro il grande ex Brett Favre, passato in offseason ai forti rivali di division Minnesota Vikings. Contro di loro, Aaron gioca complessivamente due buone partite, totalizzando complessivamente 5 td-pass a fronte di 1 solo intercetto, ma viene pressato molto e subisce ben 14 sacks. Altra inopinata sconfitta è quella rimediata in week 9 a Tampa Bay, una squadra ancora senza vittorie.

Ma nella seconda parte di stagione, Rodgers guida i suoi a 5 W consecutive, totalizzando nella striscia vincente 1.324 passing yards, con 9 td-pass e soli 2 intercetti. I Packers vincono 2 delle ultime 3 gare, ultimando la season con un parziale di 7-1 e un record complessivo di 11-5 che vale il secondo posto dietro ai Vikings nella NFC North e un posto ai playoffs.

Rodgers chiude la regular season con 4.434 yards lanciate, divenendo così il primo quarterback nella storia della NFL a lanciare per almeno 4.000 yards in ciascuna delle prime due stagioni da titolare del ruolo. Frattanto, il CB Charles Woodson è premiato come Defensive Player of the Year nella stagione in cui ha registrato 9 intercetti, forzato 4 fumbles, prodotto 2 sacks e 3 touchdowns. E pensare che i 9 intercetti di Woodson sono due in più di quelli collezionati da tutti i rivali dei Packers: Rodgers ha infatti lanciato 30 TD-pass, corso per altri 5 TD, riportando appena 7 “picks”.

Malauguratamente, al primo lancio nei playoffs, nel Wild Card Game di Phoenix contro gli Arizona Cardinals, Aaron viene intercettato dal CB Dominique Rodgers-Cromartie. Malgrado ciò, riesce subito a riprendersi dall’errore commesso e produce un game da 28/42 passes per 422 yards con 4 touchdowns. Tuttavia, alla fine i Packers perdono per 51-45 all’overtime quella che sinora è la partita di playoffs con più alto punteggio riscontrato nella storia della NFL. La sconfitta arriva per un fumble proprio di Rodgers susseguente ad un sack subìto, fumble ricoperto e riportato in meta dal LB Karlos Dansby per il touchdown della vittoria. E proprio la protezione del quarterback è stato uno dei principali problemi dei Packers nel corso della stagione, come dimostrano i 50 sacks subiti nel corso della regular season e gli altri 5 accumulati nella gara contro i Cardinals.

Grazie alle sue performance stagionali, Rodgers è votato per il primo Pro Bowl della carriera, seppur come terzo quarterback dietro a Drew Brees e Favre. Ma la partecipazione al Superbowl del primo e l’ennesimo infortunio del secondo, consegnano a Rodgers il ruolo da starter nella formazione “NFC”. Durante l’evento, Aaron lancia 15/19 per 197 yards, con 2 touchdowns.

Il resto è storia contemporanea e i tifosi Cheeseheads che leggono queste righe potranno senz’altro essere più precisi e dettagliati del sottoscritto.

Nelle prime partite della season, i Packers incontrano delle difficoltà legate anche alla riorganizzazione della squadra a causa di alcuni infortuni rilevanti che estromettono diversi titolari rispetto al roster iniziale. Sono inseriti in Injured Reserve List tra gli altri il RB Ryan Grant (infortunio alla caviglia in week 1), il TE Jermichael Finley (18 ottobre, infortunio al ginocchio), il RT Mark Tauscher; in difesa va anche peggio, con la stessa sorte per i linebackers Brady Poppinga, Nick Burnett e Brad Jones, oltre al nuovo SS Morgan Burnett. In week 5 e 6 Green Bay perde due gare consecutive (Redskins e Dolphins) con un FG all’overtime, guarda caso in 2 delle sole 3 partite dell’anno in cui la percentuale di completi di Rodgers scende sotto al 60%, e con quelle sconfitte il suo record nei game finiti al supplementare raggiunge il poco edificante record di 0-5. Eppure i Packers arrivano al bye week con 6 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte. Ad eccezione forse della gara di New York contro i Jets (una vittoria per 9-0 senza touchdown), partita dominata dalle difese, Aaron Rodgers si carica la squadra sulle spalle, producendo nelle 9 gare 15 td-pass e altri 3 touchdown su corsa, ma le difficoltà iniziali si riflettono chiaramente nell’inconsueto numero di intercetti (9) che già alla pausa rappresenta il massimo in carriera.

Nella prima partita dopo il bye, in week 11 al Metrodome di Minneapolis, si toglie però lo sfizio di una prestazione da 22/31 (71%) per 301 yards con 4 td-pass contro Favre. E un QB rating di 141.3, il migliore della stagione.

Il 12 dicembre (week 14) a Detroit, soffre una commozione cerebrale nel corso del secondo quarto che lo obbliga a lasciare il campo. È già la seconda volta (dopo Washington all’overtime) che Aaron patisce una concussion nel corso della season. L’importanza di Rodgers per i Packers si manifesta dopo l’entrata in campo del back-up Matt Flynn, che non riesce ad incidere e ad evitare la sconfitta contro i Lions (7-3). L’infortunio costringe Rodgers a saltare anche la partita successiva di Foxborough contro i Patriots (finisce così a 45 la striscia delle sue gare da starter), dove nonostante una buona prova di Flynn arriva un’altra sconfitta. Ciò costringe i Packers (8-6) a giocare “de facto” due elimination games nelle ultime due partite della regular season per poter accedere ai Playoffs. Entrambe si disputano al Lambeau Field, contro Giants e Bears. E nelle due fondamentali vittorie, un Rodgers al rientro disputa due ottime gare, la prima a dir poco eccellente con 25/37 per 404 yards e 4 td-pass. Alla fine della stagione Rodgers registra 3.922 yards (solo la partita e mezza saltata non ha permesso di raggiungere quota 4.000 per il terzo anno di fila) con 28 td-pass, altri 4 td su corsa e 11 intercetti, ma soltanto 2 nella seconda parte della stagione. Attualmente, è leader all-time per “QB rating” durante la regular season (98.4) e detiene la più bassa percentuale di passaggi intercettati in carriera (1.99%).

Con il record 10-6, i Packers guadagnano l’accesso ai playoffs seppur con il seed n°6, avendo quindi la certezza di dover disputare tutti gli incontri in trasferta.

Nel Wild Card Game di Philadelphia, conduce i suoi alla vittoria contro gli Eagles (21-16) completando 18/27 per 180 yards con 3 passaggi vincenti.

Nel Divisional al Georgia Dome contro gli Atlanta Falcons, numeri 1 del seed per la NFC, Rodgers gioca una partita stratosferica, nella quale lancia appena 5 incompleti. Le sue statistiche a fine gara recitano: 31/36 (86,1%) per 366 yards con 3 td-pass più una corsa da 7 yards nel terzo quarto per un altro touchdown. Performance dominante e impressionante nel trionfo 48-21.

Il Conference Championship viene disputato al Soldier Field di Chicago. È incredibile pensare che la rivalità più antica del Football NFL (datata 1921) ha visto le due franchigie scontrarsi solo per la seconda volta ai playoffs (la prima dal 1941…). I Green Bay Packers battono i Bears per 21-14 e raggiungono così il quinto Superbowl della loro storia. Il contributo di Rodgers nella Windy City è significativo ai fini del risultato finale ancorché non esplosivo nel box-score. Grazie alle sue capacità da scrambler realizza con una ben eseguita quarterback keeper il touchdown da 1 yard che vale il vantaggio iniziale nel primo quarto. Alla fine del secondo periodo, sul 14-0, viene quasi da ridere quando un suo lancio sull’esterno per Donald Driver finisce un po’ basso e viene stoppato “collo piede” alla Ciccio Graziani da quest’ultimo, finendo la sua corsa tra le braccia di Lance Briggs per il primo intercetto pomeridiano. Il secondo pick arriva ad inizio terzo periodo quando sul 3°&goal dalle 6 di Chicago è Brian Urlacher sulla LOS ad intuire il lancio centrale sempre per Driver. Il monumentale linebacker si invola verso l’altra endzone, ma è proprio Rodgers a recuperare su di lui e a sgambettarlo in tuffo, impedendo un ritorno vincente. La partita la chiude con un buonissimo 17/30 per 244 yards, oltre a 39 yards su corsa, con una sgambata da 25.

Il Super Bowl XLV lo giocherà al Cowboys Stadium di Arlington domenica 6 febbraio. Dovrà affrontare la miglior difesa degli ultimi anni, quella degli AFC champions Pittsburgh Steelers. Si scontreranno i due team con la miglior percentuale di vittorie nei playoffs da quando esiste questo sistema (1967). Green Bay ha infatti un record post-season di 28-16 per il 63,6%, mentre gli Steelers hanno un record di 33-19 per il 63,5% di vittorie. A 28 anni il QB Ben Roethlisberger ha già disputato due Superbowl vincendoli entrambi. Anche il proverbio sembra dalla sua parte.

Ma Aaron Rodgers adesso è pronto a raccogliere la sfida. Il 2010 è stato l’anno della sua definitiva consacrazione, quello in cui è diventato il leader silenzioso dello spogliatoio dei Packers. Il ragazzo ha voglia di superare il suo “maestro”, ma per farlo deve ottenere l’anello come già il suo illustre predecessore. E ha un solo modo: riportare il Vince Lombardi accanto alla sua statua davanti al Lambeau Field.