Recruiting 2011: USC Trojans.
Mercoledì 2 febbraio 2011, National Signing Day. È stato il primo giorno utile per i migliori prospetti provenienti dalle High Schools per firmare la “letter of intent” con i college più importanti e blasonati del panorama NCAA Division I. Vediamo come è andata quest’anno la campagna reclutamenti di Southern California, ambita università privata di Los Angeles al centro delle cronache extrasportive nell’ultima season.
Eccellente. Non si può esprimere altro giudizio per definire la recruiting class 2011 di USC, senza alcun dubbio tra le prime 5 della nazione. A maggior ragione poiché, a pesare come una Spada di Damocle sulle prospettive future del programma di Football dei Trojans, è la nota condanna alle sanzioni inflitte dalla Commissione NCAA per il “fattaccio” Reggie Bush (recentemente è stato presentato appello per la riduzione dei 2 anni di post-season ban – uno dei quali già scontato – e per le 10 scholarships di penalità per ciascuno dei prossimi tre anni – chiesta la riduzione a 5 per anno – una decisione è attesa per la fine di febbraio – ndr), che qui rileva chiaramente in termini di appeal nell’attrarre i migliori prospetti del paese.
Come spesso accade, alcuni di questi, attendono proprio il primo mercoledì di febbraio per rendere pubblica la decisione sulla propria destinazione di studio, ovvero per sorprendere sotto le luci di una maggiore pubblicità, disimpegnandosi dal college che avevano scelto a parole (verbal commitment) anche da diversi mesi, per concretare invece l’iscrizione ad un altro top program del panorama. E anche quest’anno, le sorprese dell’ultimo minuto non sono certo mancate.
Quello che viene considerato infatti uno dei migliori prodotti dell’area losangelina negli ultimi anni, il velocissimo e rapidissimo, in una parola sensazionale, athlète (termine con il quale sono classificati i prospetti potenzialmente in grado di incidere giocando diversi ruoli o in più posizioni, data la loro versatilità – ndr) De’Anthony Thomas (5-9, 160 lbs), con un “coup de théatre” architettato ad arte, ha annunciato di volersi disimpegnare dal verbal che dal maggio 2010 aveva pronunciato verso USC, per scegliere al suo posto i vice campioni NCAA di Oregon. I rumors circa un suo possibile switch ai Ducks erano cresciuti dopo che, nell’ultimo weekend a disposizione, Thomas aveva avuto una visita ufficiale ad Eugene (città sede di “Nike University” – ndr). Nella conferenza stampa, alla Crenshaw HS di LA, giusto al termine della giornata nazionale dedicata alle firme, l’originale “the Black Mamba” (soprannome attribuitogli da giovanissimo dal rapper Snoop Dogg, poi ripreso anche dal campione dei Lakers Kobe Bryant – ndr) aveva abbastanza chiaramente fatto intendere che la decisione è derivata anche dalla concreta possibilità di giocare running back in un sistema che ne potrà esaltare appieno le caratteristiche atletiche: “It’s going to be a big stage for me. Coming into that offense, and I’m coming to play running back. I just feel it’s going to be a very good stage for me and I’m ready to get on the field. Chip Kelly, he’s a great coach. First year he went to the Rose Bowl; second year, national championship. I just felt really comfortable up there. I loved it.”. Fosse rimasto a Los Angeles, con ogni probabilità Thomas avrebbe giocato prevalentemente nel ruolo di cornerback, ricoperto peraltro egregiamente (8 tackles, 1 intercetto e 1 break-up pass all’attivo) al recente U.S. Army All-American bowl di San Antonio (uno degli All Star Game per liceali) cui ha preso parte. D’altronde, in quell’occasione Thomas aveva manifestato abbastanza chiaramente il suo pensiero in prospettiva college, affermando in un’intervista: “I came here as an athlete but the coaches wanted me to play cornerback. I didn’t care. I mean they asked me and I think I stepped up and played pretty well. For me, I am pretty much comfortable playing any position.” ma aggiungendo poi un lapidario “I will definitely be playing running back at USC.” Eppure, considerata la sua struttura fisica e le sue caratteristiche (cambio fulmineo di direzione, agilità, grande anticipo, istinto e ball-hawk ability), il ruolo di CB sembrerebbe il più adatto per lui, anche in chiave futura, perché qualora venisse impiegato costantemente da HB in un sistema di tipo “pro-style”, come quello utilizzato proprio da Lane Kiffin a Southern California, il frame di Thomas potrebbe rivelarsi una liability in pass-protection e, a conti fatti, quel ruolo potrebbe essere ricoperto solo in particolari situazioni di gioco da terzo down, considerata pure la sua abilità in ricezione fuori dal backfield. Certo, a livello NCAA le sue eccezionali qualità atletiche potrebbero farne comunque un campione, ma la scelta di implementare quest’ultime nella veloce zone-read option di coach Kelly sembrerebbe in definitiva la scelta più sensata, volendo giocare “ad ogni costo” con la palla in mano. Resta da vedere quando gli sarà concesso spazio (i Ducks ritornano i fantastici juniors La Michael James e Kenjon Barner, oltre ad avere, salvo sorprese, il redshirt frosh Lache Seastrunk) ma è plausibile che gli siano state offerte garanzie di playing time, altrimenti non avrebbe lasciato tanto a cuor leggero il suo “regno” di LA e la “compagnia di talento” che USC ha saputo racimolare in questa ennesima top recruiting class.
E il primo nome da rimarcare tra i ragazzi “firmati” dai Trojans, è quello del WR George Farmer (6-2, 205 lbs) altro fenomenale playmaker in uscita dalla Junìpero Serra High School di Gardena (Los Angeles County) la stessa dalla quale proviene Robert Woods, freshman sensazione dell’anno per USC nel 2010. Farmer, non è soltanto una presenza da un punto di vista fisico ed atletico, ma aggiunge a queste caratteristiche una straordinaria velocità di base, con la quale può allungare il campo verticalmente, oltre all’abilità di saper trasformare short catches in grossi guadagni. La sua struttura fisica ricorda abbastanza quella del WR dei Dallas Cowboys Dez Bryant e possiede una grande rapidità di piedi per un giocatore di quella taglia. Non bastasse, è dotato di un’altra superba qualità per un deep-threet: riesce ad incrementare la propria velocità in accelerazione ovvero (come dicono negli USA) ha la capacità di “aumentare marcia” durante la corsa. Detto che ball skills, capacità di creare separation dal difensore e cambi di direzione paiono quelli di un top player, sembra esserci un po’ tutto per farne uno dei prossimi grandi receiver della NCAA. Mostrasse quanto esibito da Woods nella sua prima stagione, USC si ritroverebbe con la miglior coppia di ricevitori di tutto il College Football, almeno per i prossimi 2 anni.
Nello stesso reparto, i Trojans hanno inchiostrato anche Victor Blackwell (6-1, 190 lbs), un altro top-10 WR di questa classe, proveniente dalla Mater Dei HS di Santa Ana (Orange County). Prospetto atletico e dalle mani morbide, capace di correre bene le tracce ed in grado di ricevere anche in acrobazia. Il suo utilizzo ideale è da possession receiver: effettua bene le prese alte in salto, sa ricevere nel traffico, ha un gran controllo di corpo e sa eseguire rapidamente gli opportuni aggiustamenti per riuscire a prendere anche i palloni complicati o i lanci non perfettamente eseguiti. Tuttavia, per ottenere subito spazio, dovrà incrementare la forza nella parte superiore del corpo. Insomma, considerando che la concorrenza nel reparto non manca [oltre a Robert Woods e al sopra citato Farmer, ci sono anche il soph. Markeith Ambles (6-2, 182 pds) e il redshirt frosh Kyle Prater (6-5, 205)] per il junior QB Matt Barkley, ed eventualmente per chi si guadagnerà il posto di suo primo back-up, i target sembrerebbero proprio non mancare…
A proposito del ruolo di back-up di Barkley. Se la selezione nel 2010 di un dual-threat QB come Jesse Scroggins non mi aveva molto convinto (anche se, alla luce di alcune recenti dichiarazioni di Lane Kiffin circa la possibilità che i suoi incrementino plays da spread offense in un prossimo futuro, tale scelta potrebbe anche essere rivalutata – ndr), quest’anno USC non ha fatto prigionieri, andando a firmare due dei migliori prospetti “pro-style” in uscita dal liceo, entrambi visti all’opera da starter nelle selezioni West All-American dei due eventi di gennaio (Under Armour game e U.S. Army bowl).
Il primo è Max Wittek (6-3, 205 lbs) anche lui proveniente dalla Mater Dei HS, che poi è la stessa scuola dalla quale uscirono sia Matt Barkley, sia prima ancora Matt Leinart. Wittek è un allievo dello stimato QB-tutor Steve Clarkson di Pasadena, con il quale si sono allenati signal-caller di nome come Ben Roethlisberger, Matt Cassel (ex back-up di Carson Palmer e poi di Leinart proprio a USC – ndr), Josh Freeman, Jimmy Clausen, gli stessi Leinart e Barkley e i due figli di Montana (Nate e Nick). Wittek ha un ottimo braccio, il tocco morbido, il rilascio rapido ed è capace di leggere bene la situazione grazie alla sua eccellente visione del campo, con la quale riesce a trovare il ricevitore libero cui lanciare, anche sotto pressione. È calmo, una presenza nella tasca e non ha paura di subire colpi grazie anche alla sua struttura fisica, già ragguardevole (supera ampiamente i 190 cm di statura, è quasi un 6-4). Pecca talvolta di accuratezza e consistenza nei lanci, ma ha dimostrato di essere molto migliorato nella settimana di Orlando (training camp per l’Under Armour Game) sotto questi aspetti. Per uno della sua mole, è anche veloce (4.6 sulle 40 yards), ma può migliorare la mobilità laterale. Sembra il prototipo del QB da “pro-style” o “WCO” con il suo footwork funzionale agli schemi basati in prevalenza su multiple I-formation con uso di play-action e timing routes.
L’altro è Cody Kessler (6-1, 210 lbs) prospetto della Centennial HS di Bakersfield (San Joaquin Valley, 110 miglia circa a nord di Los Angeles). A dispetto delle misure ufficiose (sembra in realtà superare di poco i sei piedi) è un prospetto molto intrigante per la sua condotta quasi sfrontata in campo e per quelli che potremmo già definire i suoi intangibles. Probabilmente, avesse avuto quei sette-otto centimetri in più, avrebbe ricevuto ancor più attenzioni nel processo di reclutamento rispetto a quante non ne abbia comunque meritate (considerando solo gli atenei BCS, ha ricevuto proposte da pressoché tutti quelli di Pac-10 ed inoltre da Alabama, Nebraska e Pittsburgh). La sua migliore qualità sta senza dubbio nel rilascio, rapidissimo. È svelto nel prendere le decisioni e i suoi lanci sono sempre molto veloci e abbastanza accurati, frutto anche di una buona forza nel braccio. Proviene da un sistema di gioco basato sulla spread con partenza shotgun, dove la maggior parte degli schemi prevede un target sul corto-medio raggio. Ma anche in ragione di ciò, mostra un buonissimo movimento di piedi e, grazie pure al suo atletismo, è in grado di uscire dalla tasca per guadagnare tempo prezioso e sa lanciare estremamente bene in corsa come in roll-out. Gli esperti concordano nel ritenere che non avrà grossi problemi nello sviluppo di un adeguato drop-back da “pro-style”, pur avendo avuto finora poche opportunità di giocare under center. Ha bisogno di rafforzarsi un po’ fisicamente, senza perdere in agilità, per poter eccellere anche al college.
Entrambi i quarterbacks hanno siglato con SC un financial aid agreement nel dicembre 2010 e si sono quindi potuti iscrivere già al primo semestre accademico, dunque potranno partecipare alle spring practices della squadra.
Per il backfield e non solo, sono stati quindi firmati due RB abbastanza diversi tra loro, anche in termini di caratteristiche fisico-atletiche. Il primo è Amir Carlisle (5-10, 181 lbs) all-purpose back da Sunnyvale (Contea di Santa Clara) che ha nell’elusività, nella rapidità di piedi e nell’agilità laterale le sue qualità migliori. All’Under Armour Game ha mostrato anche delle notevoli receiving skills sul perimetro, grazie alle quali potrebbe evoluire pure in un valido slot receiver. Era stato uno dei primissimi ragazzi ad impegnarsi con la Stanford di Jim Harbaugh (giugno 2009) e anche il primo a cambiare destinazione quando quest’ultimo ha optato per la NFL.
L’altro è Javorius Allen (6-1, 205 lbs) power back che proviene da Tallahassee, Florida. Player estremamente fisico, forte, resistente. North/south runner che non perde troppo tempo dietro la l.o.s. e preferisce andare dritto e di potenza, pur avendo un’eccellente cut-back per un giocatore della sua stazza. Si fa valere come bloccatore nelle azioni di passaggio e sa ricevere fuori dal backfield. Era importante aggiungere queste caratteristiche al roster, considerata la dipartita del senior Allen Bradford.
Comunque, con il ritorno del senior Marc Tyler, l’interessante redshirt frosh D.J. Morgan e la polivalenza del true sophomore Dillon Baxter, sarà difficile per entrambi avere spazio immediato.
Anche la offensive line ha ricevuto la necessaria nuova linfa. Due elementi che vanno menzionati sono il possente Aundrey Walker (6-5, 355 lbs) dalla Glenville HS di Cleveland (OH) che deve migliorare in atletismo e rapidità di movimenti ma può evoluire nelle posizioni di OG o RT come run-blocker di primo livello, e soprattutto Cyrus Hobbi (6-4, 285 lbs) da Scottsdale (Arizona) senza dubbio il miglior prospetto a G in uscita dal liceo quest’anno, una potenza sulle corse dove può sfruttare anche la sua impressionante rapidità di uscita e la sua impressionante velocità (corre in 4.9 le 40 yards, tempo a dir poco eccezionale per un lineman di quella stazza). Quest’ultimo potrebbe anche trovare un po’ di spazio da true frosh, dunque non è assolutamente scontato per lui quel redshirt che solitamente caratterizza gli elementi di linea.
Ma Walker e Hobbi sono solo due dei ragazzi reclutati al di fuori dello stato. In difesa, uno dei reparti che richiedeva maggiori novità era senza dubbio quello dei linebackers (che perde tra l’altro i due veterani Malcolm Smith e Michael Morgan) che ha deluso alquanto le aspettative nel primo anno dei Kiffin, specie nelle coperture sui passaggi. Ecco spiegato l’inseguimento degli OLB 4 star Anthony Sarao, proveniente dal New Jersey e “strappato” nel mese di gennaio ai Cardinal, e Lamar Dawson, probabilmente il miglior prospetto del Kentucky (2010 Gatorade Player of the Year). Si unisce a loro il talento locale Tre Madden, ILB dalla Mission Viejo HS (Orange County).
Sarao (6-1, 210 lbs) è linebacker atletico dagli eccellenti movimenti laterali, in grado di contenere efficacemente le corse esterne. Possiede una notevole rapidità negli spostamenti che gli ha consentito di stabilire un record storico alla U.S. Army National Combine con il tempo di 3.86 nello shuttle. Tale rapidità, unita ad un discreta forza, lo aiuta a superare piuttosto agilmente i bloccaggi. È un tackler sicuro in campo aperto e dimostra di avere più che adeguate pass coverage skills. Grazie anche alla buona velocità di base e all’istinto per la palla è capace di piazzare big plays tanto contro le corse quanto nelle azioni di passaggio. La sua closing speed ne fa un candidato immediato per gli special teams, fintanto che andrà avanti il suo apprendistato negli schemi difensivi della cover 2 di Ed Orgeron – Monte K.
Dawson (6-2, 230 lbs) è un run-stopper esplosivo, un linebacker che gioca con aggressività, capace anche di forzare turnovers e di cambiare con una giocata il momentum di una partita. L’ottimo fisico di cui dispone per la posizione, l’atletismo che dimostra e le discrete mani (ha giocato anche FB e TE all’high school) gli consentono in prospettiva di disporre dei mezzi utili a divenire un fattore anche in pass coverage. Inoltre, viene considerato un player versatile e molto disciplinato nell’esecuzione degli schemi eseguiti, un pregio che potrebbe farlo diventare presto un elemento importante nello scacchiere difensivo di USC.
Madden (6-0, 213 lbs) è invece un MLB istintivo, reattivo, con tremendo fiuto per la palla. Tackler implacabile sulla linea di scrimmage, rapido nei movimenti laterali e veloce nell’inseguimento dei ball carrier, motore instancabile sideline-to-sideline. Deve imparare ad uscire meglio dai blocchi e perfezionare la sua tecnica in campo aperto. Risulta leggermente undersize, ma è atletico, veloce, disciplinato in campo e viene accreditato di notevoli pass coverage skills. Considerate tutte queste caratteristiche, potrebbe diventare presto un giocatore di impatto anche al college.
Il reparto difensivo ha ricevuto altresì nuovi innesti in defensive line. Qui i nomi da segnalare sono quelli di tre talenti locali: il DT Antwaun Woods, il DT Christian Heyward ed il DE Greg Townsend Jr..
Woods (6-1, 315 lbs) proviene da Woodland Hills, distretto a nord-ovest dell’area di Los Angeles. è un “nose guard” potente e dalla notevole forza fisica, difficile da spostare ed in grado di bloccare anche più linemen contemporaneamente. È leggermente undersize ma questo potrebbe anche non rappresentare un problema al college, dotato com’ è di un fisico alla Jurrell Casey, purché migliori tanto in pass-rush. Dimostra discreta rapidità allo snap e sa usare bene le mani, ma deve continuare a lavorare su atletismo e condizione fisica. Talvolta sembra mancargli intensità e questa lacuna invece dovrà essere assolutamente eliminata se vorrà diventare un efficace run-blocker.
Heyward (6-2, 275 lbs) proviene invece dalla Point Loma High School di San Diego. Pur essendo stato reclutato come DT è un elemento abbastanza polivalente, che potrebbe all’occorrenza ricoprire anche il ruolo di end. Possiede una corporatura già rilevante, ma la sua struttura fisica è in evoluzione ed è tale per cui non dovrebbe avere difficoltà ad incrementare ulteriormente massa muscolare, aumentando così di volume e di peso. In campo fa valere specialmente la sua eccellente rapidità allo snap. È un ottimo tackler e sa essere produttivo anche contro le corse. In definitiva è un prospetto molto interessante che dona versatilità, abilità in pass-rush e promette un considerevole upside.
Townsend Jr. (6-3, 260 lbs) è figlio dell’ex Raider Greg Townsend, che nel decennio in cui la franchigia si spostò a Los Angeles (1983-1993) fu autore di 107,5 sacks in maglia silver & black. Cresciuto alla Beverly Hills High School, fisicamente è alto, longilineo, con le braccia lunghe. Arriva a USC con la nomea di pass-rusher ma è un elemento solido anche contro le corse. Tuttavia, non è solo uno speed edge rusher, ma dimostra anche di avere una certa padronanza di talune tecniche nei tipici movimenti da end e piace pensare che ciò derivi dagli insegnamenti paterni.
Per concludere questa breve disamina sul recruiting di USC, va segnalata la firma di Marqise Lee (6-1, 190 lbs), elemento molto atletico proveniente anche lui dalla Junipero Serra High School. Il ruolo più probabile nel quale dovrebbe essere impiegato al college è quello di safety, che può ricoprire ottimamente grazie alle sue doti di accelerazione, rapidità nei movimenti, closing speed cui unisce peraltro una eccellente tackling ability e un istinto naturale per la palla. Elemento talentuoso, duro, produttivo sia in run sia in pass support. La sua struttura fisica, può supportare anche un aumento di massa muscolare, consentendogli di raggiungere, senza troppo sacrificio, le 200 libbre, un peso ideale per una strong safety d’elite quale si propone di essere. Potrebbe diventare il futuro difference-maker negli schemi difensivi di USC.