Pagelle delle squadre NFC

NFC East

Philadelphia Eagles 7

Per il dopo McNabb Philadelphia si affida a Michael Vick venendo ripagata con una gran stagione dell’ex QB dei Falcons, che gli vale il titolo di Comeback player of the year.

Rispetto ai tempi in cui giocava ad Atlanta, Vick mostra miglioramenti netti sia nel gioco che a livello caratteriale, stupendo tutti per la ritrovata maturità dopo i tempi difficili del carcere.

Il duro lavoro compiuto con il coach Reid e l’offensive coodinator Mornhinweg, dà come risultati una maggior precisione in fase di lancio (3000 yards, 21 TD e solo 6 intercetti) e uno sfruttamento oculato delle sue doti di runner; la sua atleticità fuori dal comune, gli garantisce poi una gran tenuta fisica nelle ultime fasi di gara, che consentono alla squadra rimonte insperate (vedi partita contro i Giants).

In tutto ciò Vick deve ringraziare anche i suoi compagni di gioco, che si sono rivelati ottimi receiver. Nota particolare di merito per il velocissimo DeSean Jackson e per Maclin, oltre che per il RB McCoy. Quest’ultimo, oltre a ricevere ben 78 passaggi in stagione, si è contraddistinto anche per la sua produttività in fase di corsa (1.000 yards e 7 TD).

Ciò che non ha convinto appieno in quel di Philadelphia sono state le prestazioni della difesa, complici anche diversi infortuni e acciacchi vari (l’ILB Bradley, e i rookies Graham – DE e Allen – S).

A salvare molte volte la situazione ci ha pensato il CB Samuel, autore di 7 intercetti. Ciò non è tuttavia bastato per evitare il licenziamento a fine stagione del Defensive Coordinator McDermott.

New York Giants 5.5

Dopo le 9 vittorie ottenute nelle prime 13 gare, i Giants affrontano nella terz’ultima partita stagionale gli Eagles, dominando fino a metà del 4° quarto, poi sciupano tutto concedendo 3 TD a Vick & Co. e, come se non bastasse, un TD su punt return a DeSean Jackson. Dopo questa incredibile sconfitta, la squadra vola verso Green Bay per lo scontro diretto contro i Packers, venendo demolita 45 a 17.

A causa di questo disastroso finale di stagione, sono costretti a dire addio ai play off, meritandosi così un voto insufficiente.

Durante la regular season i Giants mostrano le cose migliori in fase di pass rush, con i soli Tuck e Umenyora a mettere a referto 23 sack, a cui devono essere aggiunti i 12 giocatori che possono annoverare almeno 0.5 sack.

In attacco Eli Manning accumula più di 4.000 yards e 31 TD; purtroppo per i Giants però il loro QB lancia anche il maggior numero di intercetti in regular season (25) su cui ha parecchie colpe, nonostante possa appellarsi ai numerosi infortuni occorsi ai suoi WRs. Di sicuro non può dare grosse colpe alla linea offensiva, in cui un Seubert in gran forma passa da guardia a centro come se nulla fosse per sostituire gli infortunati O’Hara e Koets.

Bradshaw e Jacobs corrono per più di 2.000 yards segnando 17 TD, ma commettono anche loro diversi errori, infatti fanno registrare ben 12 fumble che non fanno che aumentare il tasso di turnover.

Dallas Cowboys 5

I Cowboys partono con l’obiettivo di giocarsi il Superbowl in casa, ma devono presto abbandonare l’idea, a causa delle ripetute sconfitte accumulate. Dopo la 7° sconfitta in 8 partite il presidente Jerry Jones decide di licenziare il coach Phillips, dando la squadra in mano a Garrett, già offensive coordinator, che accumula 5 vittorie sulle restanti 8 gare, perdendo le restanti 3 di misura.

Poiché in campo sono scesi grosso modo gli stessi giocatori, viene da confermare la tesi di quanti sostengono che, per qualche strano motivo, Phillips avesse completamente perso il controllo dello spogliatoio.

Le ultime 8 gare comunque non cancellano i difetti della squadra, tra i quali va annoverata una penosa prestazione del reparto secondarie, il quale contribuisce in modo decisivo al record di 436 punti subiti (secondo peggiore dopo i Broncos), vanificando così l’ennesima buona stagione del OLB Ware (15.5 saks per lui, miglior prestazione in nfl).

In attacco Garrett porta più varietà alle soluzioni offensive, ma rimane il problema della scarsa produttività dei giochi di corsa, con un Barber acciaccato e un Felix Jones piuttosto deludente.

Buone cose invece dal QB Kitna che, chiamato a sostituire l’infortunato Romo, trova una certa continuità nelle prestazioni, soprattutto grazie all’intesa con il TE Witten. Il WR Austin, exploit del 2009, ha invece mostrato migliori performance con Romo. Buono l’esordio del rookie Dez Bryant, che promette di migliorare ulteriormente nelle prossime stagioni.

Washington Redskins 5

L’arrivo del coach Shanaan ha deluso le aspettative. La sua scelta di puntare sul veterano McNabb, in arrivo da Philadelphia, non ha coinciso con un significativo miglioramento del gioco aereo dei Redskins, tra l’altro mal supportato da una linea d’attacco che prometteva scintille.

La scelta di Shanaan è stata quella di panchinare McNabb in corso di stagione in favore di Grossman, scelta che ha fatto molto discutere e di cui non si capiscono fino in fondo le vere motivazioni.

A questo punto il nome del prossimo QB titolare è avvolto nell’intercezza: Shanaan vorrà puntare ancora sui veterani o vorrà invece scegliere un nuovo quaterback al prossimo draft?

Sempre sul fronte offensivo, i Redskins hanno sperimentato problemi sulle corse, principalmente legati all’ennesimo infortunio di Portis prima e all’infortunio del suo backup Torain poi.

Sul fronte difensivo si registrano buone performance per il CB Hall e alcuni infortuni importanti (il SS Landry su tutti) ma i problemi della squadra sono evidenti, tanto da constatare il fallimento del Defensive Coordinator Haslett nell’implementazione del suo nuovo modulo di gioco, che tra l’altro ha visto calare la produttività dell’OLB Orakpo.

NFC North

Green Bay Packers 9

Pronti via e i Packers devono subito fare i conti con i numerosi infortuni, che alla fine coinvolgeranno ben 15 giocatori, di cui 6 titolari (il TE Finley, il RB Grant e il LB Barnett tra gli altri), così la squadra fa più fatica del preventivato, accumulando 3 sconfitte nelle prime 6 gare (tutte con 3 punti di svantaggio).

La bravura del QB Rodgers, improvvisatosi anche runner, la maggior protezione della linea rispetto all’anno prima (grazie all’intesto del rookie RT Bulaga) e la tenuta della difesa guidata dall’eccellente Dom Capers tengono però a galla la squadra, permettendole significative vittorie (che costano tra l’altro le panchine ai coach di Dallas e Minnesota).

Tutto sembra finire con l’infortunio di Rodgers contro i Lions, che provocano altre 2 sconfitte (sempre di misura) contro Detroit stessa e contro New England. Rodgers torna però titolare contro i Giants, e da lì ha inizio la cavalcata trionfale che porta i Packers a vincere il Superbowl XLV contro gli Steelers.

Il QB di Green Bay gioca una post season da incorniciare (con la sola eccezione forse della gara contro i Bears), chiudendo con 9 TD, 2 Intercetti e un rating che sfiora 110. Attorno a lui un set di WRs che, nonostante alcuni drop, si è rivelato molto produttivo (per Jennings 1500 yards e 14 TD stagionali, da menzionare poi Nelson e Jones) e un rookie RB che dai playoff ha cominciato a macinare yards importanti (Starks).

Sul fronte difensivo stessi elogi, se non addirittura superiori. La pass rush è stata applicata molto bene (su tutti l’OLB Matthews, che sfiora il titolo di Defensive player of the year) e la copertura delle secondarie ha concesso ben poco agli avversari. Da citare obbligatoriamente il CB Woodson, il S Collins e il CB Tramont Williams, protagonista di 9 intercetti stagionali spettacolari.

Chicago Bears 8

Ad inizio stagione pronosticare i Bears vincitori della division pareva una mezza follia, invece grazie alle 11 vittorie conseguite Chicago inizia la post season addirittura dai divisional playoff, venendo poi sconfitta ad un passo dal Superbowl proprio dai rivali di sempre: i Packers.

Questo exploit è dovuto per la maggior parte alle migliori prestazioni difensive, aiutate dal rientro da infortunio del ILB Urlacher, di nuovo in coppia con il LB Briggs, e dall’innesto del DE Peppers, in arrivo a caro prezzo dai Panthers (i quali tra l’altro hanno pensato bene di cedere a Chicago anche il S Harris, autore di 5 intercetti nella seconda parte della stagione).

In attacco l’arrivo del offensive coordinator Martz non coincide con un significativo miglioramento del gioco. Ingeneroso accollare tutte le colpe al solo QB Cutler, se si pensa che ha agito dietro la peggior linea d’attacco della nfl per sack concessi. Non convince nemmeno più di tanto il reparto WRs, se si fa eccezione per il giovane Knox. A far registrare una buona annata è invece il RB Forte, che corre per più di 1.000 yards e riceve per più di 500, doppietta che tra i RB succedutisi a Chicago è riuscita solo al leggendario Walter Payton.

Una citazione particolare la merita anche Devin Hester, che batte il record di TD nelle fasi di punt e kick return.

Detroit Lions 5.5

Nel 2008 0 vittorie, nel 2009 2 e nel 2010 6: i progressi dei Lions dall’incubo della stagione priva di vittorie stanno continuando. Detroit stupisce con un attacco aereo molto efficace, capace di vincere con 3 QB diversi (il fragile Stafford (prima scelta al draft di 2 anni or sono), l’ormai veterano Shaun Hill e il buon Stanton.

Tutto ciò grazie ad una incrementata protezione della linea offensiva e ad un gruppo di ricevitori affidabili, in cui si possono annoverare il WR Calvin Johnson (1.100+ yards e 12 TD), il WR Burleson e i TE Pettigrew e Scheffler.

Si segnalano anche le quasi 500 yards ricevute dal rookie RB Best, che in fase di corsa non ha invece ancora mostrato le doti di cui sembra essere fornito.

Buon incremento anche per le prestazioni difensive, in cui si comincia a riconoscere il lavoro del coach Schwarz. Le cose migliori sono tuttavia confinate alla fase di pass rush, con il DT Suh che alla sua prima stagione impressiona per la sua potenza (66 tackles e 10 sacks), che gli vale il meritato titolo di defensive rookie of the year.

Da sottolineare anche le prove dei giovani DE Avril e Jackson.

Minnesota Vikings 5

Con il senno di poi Favre avrebbe fatto meglio a ritirarsi in bellezza alla fine della passata stagione, invece decide di proseguire ancora, scendendo in campo con una caviglia semi distrutta. I risultati sono pessimi: Favre passa infatti dai 33 TD e 7 Intercetti del 2009 (rating 107.2, il più alto della sua carriera) agli 11 TD e 19 intercetti del 2010 (rating 69.9, il più basso della sua carriera).

A sua parziale discolpa, oltre alle sue precarie condizioni fisiche, si cita l’infortunio del WR Rice e il calo dell’offensive rookie of the year 2009, Percy Harvin, alle prese con misteriosi problemi di emicrania.

Il passaggio del WR Randy Moss da Minneapolis non fa che aumentare le tensioni, mettendo in luce i problemi di gestione della squadra da parte del coach Childress, che viene appiedato dopo la sconfitta con i Packers.

Nella quart’ultima partita stagionale, contro i Giants, per Favre termina la serie di partite consecutive da starter (297 nella sola regular season). Il suo backup Jackson si fa male quasi subito per cui i Vikings sono costretti a ripiegare su Webb, con scarsi risultati.

Le sicurezze in attacco per i Vikings arrivano praticamente solo dal reparto corse, in cui il fenomenale RB Peterson accumula un’altra stagione positiva, che si conclude però con un calo dovuto a problemi fisici.

In linea con le prestazione dell’attacco, anche la difesa sperimenta un calo di performance, al di là dei tackle dei LBs Greenway e Henderson. A scendere in modo più marcato sono le statistiche relative ai sack, con i DE Allen e Edwards che si risvegliano solo nella seconda metà della stagione.

NFC South

Atlanta Falcons 8

Grande stagione quella dei Falcons, in cui riescono ad accumulare ben 13 vittorie, ottenendo il seed #1 nella NFC, il che consente loro di affrontare in casa il divisional playoff contro i Packers, in cui vengono però sonoramente sconfitti.

Atlanta gioca un football solido e concreto per tutta la regular season, che si contraddistingue per una grande tenuta mentale, che porta la squadra a lottare fino ai secondi finali (in cui spesso hanno avuto la meglio).

Ad agevolare i Falcons anche un gran possesso di palla in attacco, grazie alle corse del RB Turner e un alto tasso di turnover (+14), ottenuto grazie ai pochi intercetti e fumble in fase offensiva, nonchè ai lanci intercettati in fase difensiva.

D’obbligo poi menzionare i ritorni di Weems (che hanno portato parecchi guadagni in termini di yards e 2 TD) e i pochi infortuni occorsi ai giocatori principali, se si esclude quello del rookie OLB Wheaterspoon.

Il QB Ryan disputa un buon terzo anno, in cui accumula 28 TD e solo 9 Intercetti. Di questo deve ringraziare, oltre alla sua ottima linea d’attacco e all’apporto del RB Turner, il WR White (al top per numero di ricezioni, ben 115, per quasi 1400 yards e 10 TD) e il TE Gonzales.

In difesa si registra un miglioramento generalizzato rispetto all’anno passato, in cui si mettono particolarmente in luce, tra gli altri, l’ILB Lofton e il DE Abraham, che chiude con 13 sack.

New Orleans Saints 7

I Campioni 2009 disputano una regular season meno brillante rispetto a quella che li ha portati al titolo, per poi uscire di scena contro Seattle, che ha ottenuto l’accesso alle wild cards con il peggior record storico (7-9).

I Saints calano un po’ in quasi tutti i reparti. Tanto per cominciare, balzano all’occhio il numero di intercetti di Brees (22), il cui numero è esattamente il doppio rispetto a quello dell’anno passato. Sulle prestazioni del QB di New Orleans pesano gli infortuni di alcuni uomini chiave, come il RB Thomas, il RB Bush e il TE Schokey.

L’infortunio dei citati RBs pesa non poco anche sulla produttività degli attacchi via terra, nonostante le buone performance del rookie Ivory.

A livello difensivo vengono a mancare gli intercetti del CB Porter e, soprattutto, quelli del veterano FS Sharper, che passa quasi tutta la stagione in infermeria. Buona comunque la stagione del suo sostituto Jenkins.

Proprio la difesa è la principale indiziata della debacle nelle wild card contro i Seahawks, che concede ben 4 TD pass ad Hasselbeck. Se il difensive coordinator Greg Williams dovesse davvero cambiare squadra come si vocifera però, le cose potrebbero ancora peggiorare.

Tampa Bay Buccaneers 7

Quello che non ti aspetti: ossia che i Buccaneers ritornino competitivi in una stagione che pareva essere solo di transizione, e tornino ad esserlo soprattutto per merito dell’attacco.

A parte gli ovvi meriti del HC Morris e del offensive coordinator Olson , occorre evidenziare la straordinaria stagione del QB Freeman. Lo scorso anno da rookie, Freeman era partito titolare 9 volte ed aveva lanciato 9 TD e 18 intercetti, nella stagione appena conclusa invece è partito da starter in tutte le gare, accumulando 3.400 yards, 25 TD e 6 intercetti (solo Brady ha fatto meglio in quanto ad intercetti) più 364 yards corse.

Il quaterback di Tampa ha impressionato davvero tutti per bravura, precisione e freddezza, portando la propria squadra a vincere numerose partite nei minuti finali dopo memorabili rimonte.

Questo incredibile miglioramento è stato possibile anche grazie il rookie WR Mike Williams (quasi 1000 yards e 11 TD) e il TE Winslow, senza dimenticare l’apporto fornito dal RB Blount (miglior rookie sulle corse dell’nfl pur partendo come undrafted) e della linea d’attacco, anch’essa infarcita di gente giovane.

Qualche miglioramento si è visto anche in difesa, seppure di entità nettamente inferiore rispetto a quelli visti in attacco.

Nonostante un pass rush poco efficace, i Bucs si sono difesi abbastanza bene contro i passaggi, merito soprattutto delle coperture delle secondarie, tra cui si cita il CB Talib, che di anno in anno incrementa il numero di intercetti.

Ultimo appunto per l’ottima performance di Spurlock in fase di kick return.

Carolina Panthers 3

Il crollo dei Panthers negli ultimi 3 anni è imbarazzante: nel 2008 hanno infatti ottenuto 12 vittorie e il seed #2 nella NFC, nel 2009 le vittorie si riducono a 8, nel 2010 crollano a 2.

Questo completo disastro è dovuto per la maggior parte alle prestazioni offensive: in questi anni aumenta il numero di sack subiti e parallelamente scendono le yards ricevute dal WR Steve Smith e dal WR Muhammad (ritirato a fine della passata stagione) così come quelle corse dei RBs DeAngelo Williams e Johnatan Stewart, colpiti entrambi nel 2010 dagli infortuni.

Con queste premesse i QBs hanno fatto sempre più fatica, tanto che chiunque sia partito starter negli ultimi 2 anni non ha fatto che lanciare un numero spropositato di intercetti. In una delle poche partite senza intercetti, quella contro i Cardinals, è arrivata anche 1 delle 2 vittorie stagionali. In quell’occasione il rookie QB Clausen è stato agevolato dalle corse di RB Stewards che, rientrato da poco dall’infortunio, ha corso per quasi 140 yard.

Anche la difesa ha mostrato qualche calo, mai però come quello dell’attacco. La partenza del DE Peppers è stata anche sorprendentemente tamponata dall’esplosione del DE Charles Johnson (11.5 sacks). Altre buone cose si sono viste dai LB Beason e Anderson e dal SS Godfrey, autore di 5 intercetti.

NFC West

Seattle Seahawks 6

L’arrivo del Coach Carroll direttamente dalla ncaa porta 2 vittorie in più rispetto all’anno precedente (da 5 a 7): tanto basta per andare ai playoff con il peggior record della storia, anche perché in division si registrano i crolli di Arizona e San Francisco. Approdati quasi per caso alle wild card, i Seahawks riescono però nell’impresa di far fuori i campioni uscenti, grazie alle lacune difensive di questi ultimi, sfruttate molto cinicamente sia dal QB Hasselbeck che dal RB Lynch.

La stagione dei Seahawks è caratterizzata da molti alti e bassi, con prestazioni migliori in casa che non fuori.

L’attacco sta in piedi grazie agli acuti del WR Mike Williams, (che riesce a rianimarsi grazie alla presenza del suo ex coach ai tempi di USC) e alla velocità di Obomanu, però in molte occasioni si affida ai field goal di Olindo Mare per mettere punti a referto.

La difesa non eccelle, ma sono comunque da segnalare sia la continuità del LB Hawthorne che l’aumento dei sack ad opera dei DEs Clemons e Brock, in arrivo rispettivamente da Philadelphia e Indianapolis, posti in cui non avevano impressionato.

Da segnalare anche la buona annata del rookie S Thomas, nonché la strepitosa performance sui ritorni di Leon Washington, ex RB dei Jets, che a questo punto aspira ad una stagione da protagonista come RB nei Seahawks.

St. Louis Rams 6

I Rams passano da 1 vittoria del 2009 alla possibilità di accedere ai playoff, che svanisce con la sconfitta nell’ultima giornata a Seattle.

Il principale protagonista di questa rinascita è il QB Sam Bradford, prima scelta all’ultimo draft. Al suo primo anno in nfl Bradford lancia la bellezza di 3.500 yards, per 18 TD e 15 intercetti. Nella fase centrale della stagione stupisce tutti per la sua precisione e la sua freddezza, mettendo a segno 169 passaggi consecutivi senza intercetti, poi subisce un calo a fine stagione, che tuttavia non gli impedisce di ricevere il titolo di Offensive rookie of the year.

La cosa che stupisce maggiormente è che Bradford abbia fatto tutto questo senza i WRs Avery e Clayton, entrambi infortunati. Ad aiutare il giovane QB ci hanno comunque pensato i WRs Amendola e Gibson, entrambi al loro 2° anno,  ma anche gli offensive tackle Saffold (rookie) e Smith (sophomore).

Da sottolineare poi l’apporto delle corse del solito Stephen Jakson (al suo 6° anno consecutivo sopra le 1000 yards) che corre per più di 1200 yards accumulando 1 solo fumble, nonché quello del punter Donnie Jones, tra i migliori in nfl (per lui ben 94 punt alla media di 45.5 yards).

I Rams sperimentano anche buoni miglioramenti in difesa, in cui il DT Robbins, di nuovo in coppia con il suo coach ai tempi dei Giants, propizia un maggior numero di sack da parte di Hall e Long (19 in 2). Da sottolineare anche l’apporto dell’ILB Laurinatis, anche lui al 2° anno.

San Francisco 49ers 5

I 49ers speravano di riacciuffare i playoff ma devono invece fare i conti con una pessima annata, che si conclude con l’ennesimo cambio del coaching staff.

Il dictat della società è quello di impostare un gioco d’attacco basato sui passaggi, ma il set di giocatori a disposizione, unito a qualche infortunio di troppo, non garantisce continuità di prestazioni.

Il QB Alex Smith infatti è lungi dall’essere affidabile, mentre tra i ricevitori, in attesa della definitiva esplosione del WR Crabrtree, si distingue praticamente solo il TE Davis. Panchinato Alex si decide di far partire titolare Troy (Smith), ma alla seconda sconfitta (peraltro contro Green Bay), il coach Singletary comincia ad andare in confusione totale, alternando i 2 Smith, con esiti insoddisfacenti.

A tutto questo si accompagna un gioco di corse prevedibilissimo (che tra l’altro perde il RB Gore alla 12° partita stagionale), e una linea d’attacco che garantisce uno scarso apporto sia in fase di protezione del QB che di apertura di varchi per i RBs (in questo ambito pesano gli infortuni del centro Heitmann e del LT Staley e la prestazione del rookie RT Davis).

In difesa l’unica cosa che continua a funzionare è la performance contro le corse, grazie al fenomenale ILB Willis ma anche al LB Spikes e al DT Sopoaga.

A questo punto i tifosi possono solo sperare che il nuovo coach Jim Harbaugh (proveniente dalla ncaa) e il suo staff riescano in qualche modo a implementare un sistema di gioco efficace, che permetta di rinverdire i fasti degli anni 80 e 90.

Arizona Cardinals 4.5

Al ritiro del leggendario QB Warner i Cardinals rispondono con l’ingaggio del discutibile Anderson, provenienza Cleveland e i risultati sono disastrosi. Non fanno meglio i rookie Hall e Skelton, tanto che il bilancio a fine stagione vede un totale di 2900 yards, 10 TD e 19 intercetti (contro le 4000+ yards, 27 TD e 18 intercetti del 2009, senza andare a scomodare l’annata 2008).

In un attacco in cui pesa anche la cessione del WR Boldin, il WR Fitzgerald si dimostra comunque un fenomeno, in quanto riesce comunque ad accumulare 90 ricezioni e 1137 yards (e 6 TD).

A deludere è invece il RB Wells (al netto dell’infortunio) nonché la linea d’attacco, che concede molti più sack.

In linea con l’attacco, anche la difesa sperimenta un calo di prestazioni, con l’ILB Lenon che sopperisce solo in parte alla cessione dell’ILB Dansby.

Da sottolineare invece le prestazione degli special team, ed in particolare i kick returns di Stephens Howling (più di 1500 yards e 2 TD) e i calci di Feely, che si mette in luce anche per un fake field goal e successivo TD: una rara perla in una stagione così travagliata.

Articolo di davide_c,  foto sportsillustrated.cnn.com