Draft 2011: California Golden Bears prospects.
(Nella foto www.calbears.com: Conte, Vereen, Mohamed, Jordan)
Sono quattro i prospetti di California che sono stati invitati alla recente Combine di Indianapolis di fine febbraio e che durante il prossimo draft (28-30 aprile) hanno buone chance di essere selezionati dalle franchigie NFL. Si tratta del DE Cameron Jordan, del RB Shane Vereen, del ILB Mike Mohamed e del DB Chris Conte. Analizziamone le figure e i principali punti di forza e debolezza.
Cameron Jordan, Defensive End (6-4, 287 pounds).
Uno dei primi tre prospetti a 3-4 DE della classe. Figlio d’arte (il padre Steve ha giocato TE nei Minnesota Vikings dal 1982 al 1994 ed è stato pro-bowler per sei anni consecutivi: 1986-1991), nato a Chandler, in Arizona, il 10 luglio 1989, ha giocato per 4 anni nei Golden Bears guadagnandosi il posto da titolare alla quinta partita della stagione true sophomore (2008), giocando un totale di 50 partite e producendo in carriera 175 tackles (con 34 TFL), 16.5 sacks, 5 break-up pass e 1 intercetto, 4 forced fumbles e 5 fumbles ricoperti, 2 dei quali riportati in touchdown.
Per la stagione senior, è stato honorable mention All-American (di Pro Football Weekly) e first team All Pac-10 partendo titolare in tutte e 12 le partite disputate da Cal nel 2010 per un totale di 62 tackles, con 12.5 TFL, 5.5 sacks, 3 forced fumbles e 1 fumble recovery, nell’ultima partita stagionale (e della carriera ai Bears) contro Washington, ritornato per 21 yards in TD.
Defensive lineman estremamente versatile, che ha dominato al Senior Bowl 2011 di Mobile (Alabama) schierato sia da five-technique DE sia da DT, analogamente a quanto fatto dodici mesi prima dall’ex compagno di reparto Tyson Alualu, il cui stock al draft 2010 crebbe tanto da farlo selezionare addirittura alla 10° assoluta, chiamata rivelatasi col senno di poi assolutamente azzeccata per i Jaguars che ne hanno fatto un fantastico inside nella loro 4-3.
Il ruolo cui parrebbe destinato in NFL è comunque quello di 3-4 DE vista l’esperienza accumulata a Berkeley (California utilizza in prevalenza un fronte 3 in 3-4 defense) e la grande richiesta di prospetti intorno le 290 libbre “pronto uso” per una delle posizioni più ricercate, considerato il proliferare delle difese 3-4 nella lega pro. E Jordan possiede sicuramente una combinazione di stazza, forza e “consistenza” per partire starter da subito in NFL.
Non un fenomeno di esplosività allo snap, ha tuttavia dimostrato alla Combine (4.71 il suo tempo sulle 40 yard) di possedere la top-end speed adeguata per produrre in pass-rush dove sfrutta, oltre alla sua rimarchevole forza muscolare, un buon bagaglio di movimenti ed una più che discreta tecnica d’esecuzione.
Possiede braccia lunghe grazie alle quali, unitamente alla forza e alla potenza nella parte bassa del corpo, riesce ad essere un tackler efficace sulla l.o.s. ed un eccellente run defender.
High-effort player dai buoni intangibles e da sicuro primo giro.
Una curiosità: Cameron Jordan da California non deve essere assolutamente confuso con il TE da Southern California (pure lui presente al draft) che si chiama…Jordan Cameron.
Shane Vereen, Running Back, Junior (5-10, 210 pounds).
Uno dei migliori prospetti running back presenti al draft di quest’anno. Nato a Valencia (Santa Clarita, California, confine nord-ovest della contea di Los Angeles, vicino la Interstate 5) il 2 marzo 1989, è l’ultimo di una serie di backs usciti da Berkeley (Adimchinobe Echemandu, J.J. Arrington, Marshawn Lynch, Justin Forsett e Jahvid Best) ad effettuare il salto in NFL.
Dopo aver redshirtato un anno (2007) è stato RB molto produttivo nel sistema double-back dei Bears, giocando in tutte e 38 le partite disputate da Cal nel triennio 2008-10, con 19 partenze da titolare, le 12 gare da junior e le ultime 6 della sophomore season in sostituzione dell’infortunato Jahvid Best, first round pick dei Detroit Lions l’anno scorso. Nei tre anni ha collezionato 2.834 yards in 556 portate (media carriera 5.1 yards a portata) con 29 touchdowns su corsa, più 74 ricezioni per altre 674 yards e altri 6 receiving TD. Nella season 2010 ha prodotto 1.167 rushing yards e 13 touchdown, nonostante un attacco praticamente monodimensionale, specie dopo il forfait per infortunio del QB titolare Kevin Riley.
Standout runner, receiver ma anche returner per i Golden Bears, con 4.069 all-purpose yards all’attivo, nel 2009 ha registrato 551 return yards su 24 kickoff, per una media di quasi 23 yards a kickoff.
Vereen unisce buona elusività alla pura velocità (4.50 sulle 40 yards della Combine) ed una forza sorprendente (ha avuto 31 ripetizioni alla bench press da 225 libbre, risultato notevole per un RB) e pur non avendo l’altezza ricercata dagli scout in un every-down back, è player resistente la cui durabilità non è affatto un problema (non ha saltato nessun incontro per infortunio al college). Dotato di buonissima agilità laterale, accelerazione esplosiva ma anche di equilibrio per le corse esterne, è tuttavia singolarmente efficace come north/south runner, ben sapendo come attaccare il buco sulla linea di scrimmage con una potenza che il suo fisico compatto ma piccolo non sembrerebbe in grado di sprigionare. Corre bene tra i tackles ed è svelto nel rimbalzare dal difensore guadagnando così yards aggiuntive al primo contatto. Più che adeguato in pass-protection, sa farsi valere anche come ricevitore fuori dal backfield, grazie alle mani soffici e ad un buonissimo controllo di corpo.
Deve invece curare l’errata tendenza nelle portate a non custodire adeguatamente con le due mani il pallone, o a distaccarlo troppo dal corpo specie quando cerca di eludere il difensore in campo aperto, il ché può portare sovente a situazioni di fumble.
La poliedricità di Vereen (third down back, returner, ecc.) potrebbe farne salire il draft stock al più come un second round, mentre d’altro lato ogni eventuale chiamata oltre il tardo terzo giro potrebbe farne uno steal del draft di aprile.
Mike Mohamed, Inside Linebacker (6-3, 239 pounds)
Semplicemente uno dei linebackers più sottovalutati del draft 2011. Nato a Brawley (Imperial County, nella California Meridionale, 134 miglia a est di San Diego) l’11 marzo 1988, è stato il quarto LB più produttivo nella storia dei Golden Bears, accumulando in 4 stagioni (di cui le ultime 2 da titolare) e 50 presenze complessive: 340 tackles (con 20.0 TFL), 7 sacks, 4 forced fumbles, 2 fumble recoveries, 9 QB hurries, 9 break-up pass e 7 intercetti, dei quali 2 riportati in touchdown.
Giocatore sveglio, dal grande carattere, hard-worker con notevoli intangibles che sa tirar fuori la sua competitività e dà il meglio nelle gare importanti. Come ad esempio nel “Big Game” del 2009 a Stanford, quando intercettò sulla propria 3 yard line il QB Andrew Luck per una delle giocate più memorabili della storia centenaria del rivalry, consegnando di fatto la vittoria ai suoi (34-28) su un’azione che avrebbe invece potuto consentire il sorpasso finale ai Cardinal; oppure nell’ultima season contro la n°1 Oregon, quando ha avuto il proprio career-high di 16 tackles con 1 sack ed è stato nominato Pac-10 Defensive Player of the Week; o infine nell’ultima partita disputata al college, contro Washington, quando nel corso di una prestazione da 14 tackles ha prodotto un nine-yard sack con annesso fumble forzato ai danni del QB Jake Locker, con il pallone poi recuperato e riportato in TD dal compagno Cameron Jordan.
Ragazzo intelligente, disciplinato in campo, che sa tenere la posizione, è consapevole delle proprie responsabilità in zone-coverage ed ha grande fiuto per l’ovale. Tackler abbastanza sicuro, che ha un po’ troppo la tendenza a cercare il placcaggio spettacolare, soprattutto in tuffo alle caviglie. Linebacker resistente e atletico, con una buona velocità di base (4.70 il suo tempo eccellente sulle 40 yards della Combine), abbastanza agile nel turn and run per restare al passo con i ricevitori, specie quelli più grossi; e considerata la sua altezza, in prospettiva NFL pare adatto soprattutto alla copertura dei tight end.
Non è player particolarmente forte o muscolare, né fisico. Blitzer soltanto occasionale, anche perché non risulta molto adeguato per sfidare i bloccatori nel box.
Però agli scouting che ne rimarcavano pure una non eccelsa mobilità laterale e nei cambi di direzione o la poca rapidità, ha risposto facendo registrare alla Combine il miglior tempo tra i linebackers sia nel 20-yard (“short”) shuttle (4.00 secondi netti, tempo strabiliante per un giocatore di quella stazza e altezza), sia nel 3 cone drill (7.07), ed il secondo assoluto (dietro al solo OLB Von Miller, Dick Butkus Award quale miglior LB del college FB nel 2010) nel 60-yard (“long”) shuttle (11.25).
Non è un “colpitore” e a volte dà più l’idea di un “big safety” atletico. Anche per questo, oltre al ruolo di ILB nella 3-4 (ricoperto in prevalenza a California, dove ha giocato pure in allineamenti 4-3 principalmente nella posizione Mike), sembrerebbe adatto a ricoprire il ruolo di MLB in schieramenti a zona tipo Tampa-2, dove non è richiesto un costante confronto con i linemen avversari e dove invece potrebbe far risaltare le sue migliori caratteristiche.
Aggressivo ed instancabile lavoratore, è in grado di apprendere in breve termine gli schemi difensivi e di provvedere in tempi rapidi alla depth nel reparto della franchigia che andrà a selezionarlo, contribuendo frattanto negli special teams. Considerato alla vigilia della Combine come probabile pick da 5° o 6° giro, potrebbe diventare una delle maggiori sorprese di questo draft.
Chris Conte, Defensive Back (6-2, 197 pounds)
Sorprendente All Pac-10 First Team DB nel suo anno senior, giocato da titolare a Free Safety dopo aver trascorso le 3 stagioni precedenti da riserva a cornerback. Nato a Los Angeles il 23 febbraio 1989, nel 2010 è stato il terzo miglior placcatore di California con 72 tackles (2 TFL) cui ha aggiunto 1 intercetto e 3 break-up pass, 1 forced fumble e un blocked-punt (l’unico calcio bloccato nella stagione di Cal) contro ASU, riportato 6 yards per il primo e unico touchdown della sua carriera.
Con 17 partenze da titolare in 50 partite disputate nel quadriennio ai Golden Bears, ha comunque accumulato 157 tackles (con 4.0 tackles for loss), 2 interecetti, 11 break-up pass e 1 fumble recovery, oltre al forced fumble e al blocked kick di cui sopra.
Fisicamente, Conte è il prototipo del free safety moderno, in termini di dimensioni (raggiunge i 189 cm, è quasi un 6-3), velocità (4.52 sulle 40 yards alla Combine) e atletismo. Queste caratteristiche potrebbero farne un DB produttivo tra i pro, perfino più di quanto raccolto al college.
Tackler particolarmente affidabile in campo aperto, possiede l’agilità e la velocità per essere un fattore in copertura, dove sfrutta le braccia lunghe ed il buon timing per difendere sui passaggi. Reattivo, è in grado di restare one-on-one con i receivers più rapidi e veloci, grazie al suo cambio di direzione e ai giusti angoli nell’inseguimento e nel tackle.
Deve migliorare i propri istinti e talvolta viene preso fuori posizione, specialmente quando si fa ingannare dalla finta di corsa in play action. Le sue ball skills risultano per ora solo adeguate al nuovo ruolo ricoperto in campo (una sola stagione da starter a FS, giocando dietro una pass-rush aggressiva) e ha prodotto complessivamente solo due intercetti al college.
Elemento da mid-to-late rounds che potrebbe salire nel board considerata l’annata non molto qualitativa per le safeties e la sua versatilità ed esperienza (anche NB e ST) nei diversi ruoli della secondaria.
Ottimo!!!…di sicuro ce ne cavero qualcosa per la mia preview Angelo…
Ps. bravissimo come al solito;)