Draft 2011: UCLA Bruins prospects.

Sono quattro i prospetti di UCLA che hanno una concreta possibilità di essere selezionati nel corso del prossimo draft NFL. Tre di loro (il LB Akeem Ayers, il DB Rahim Moore e il PK Kai Forbath) sono stati invitati alla recente Combine di Indianapolis di fine febbraio. Attenzione però anche al versatile DL David Carter, che potrebbe rappresentare il classico diamond in the rough da late rounds. Approfondiamo le loro carriere, segnalando punti di forza e debolezza in prospettiva Pro.

Akeeem Ayers, Outside Linebacker, junior (6-2 ½, 254 pounds).

Akeem Christopher Ayers è nato a Los Angeles il 10 luglio 1989 e ha frequentato la Verbum Dei High School di Watts, quartiere tra Inglewood e Compton nella parte South di LA, famoso per le Watts Towers create da Simon Rodia. Uscito dal liceo nel 2007 (all’HS ha giocato anche receiver e returner), fu valutato 4 star recruit da Scout (a Defensive End) e da Rivals (a Outside Linebacker).

Dopo aver redshirtato un anno, nel 2008 ha iniziato la sua avventura a UCLA nel ruolo di SLB, scendendo in campo in tutte e 12 le partite disputate dai Bruins con 3 partenze da titolare. Divenne starter l’anno seguente (2009), il suo migliore statisticamente, nel quale ha collezionato 75 tackles, 14.5 TFL, 6 sacks, 4 forced fumbles, 3 break-up pass e 4 intercetti, oltre a 3 touchdowns difensivi (2 su ritorno da intercetto e 1 da fumble return). L’ultimo di questi TD lo mise a segno contro Temple, nell’EngleBank Bowl del 2009 che risultò game-winning score, il che lo aiutò ad essere nominato MVP di quella partita.

Nel 2010 ha avuto una season da capitano con 68 tackles, 10.0 TFL, 4 sacks, 4 break-up pass e 2 intercetti. Tra le 12 gare annuali, anche la sua migliore prestazione collegiale, disputata al Texas Stadium di Austin davanti a più di 101 mila spettatori, per l’upset 34-12 sui Longhorns. In quella occasione mise a segno 7 tackles, 1 sack, 1 FF e 1 intercetto e fu poi nominato Lott IMPACT Player of the Week. Ha chiuso anticipatamente la carriera sportiva universitaria con un totale di 183 tackles, 29.5 TFL, 14.0 sacks, 7 forced fumbles, 10 PBU e 6 intercetti in 37 partite, 28 da titolare. Al termine della season è stato uno dei cinque finalisti (giungendo al terzo posto) del Butkus Award, riconoscimento per il miglior LB della NCAA.

Linebacker atletico e con braccia lunghe, rapido di piedi, agile nei movimenti laterali, con buone mani e con un ottimo controllo di corpo, Ayers sa uscire dai blocchi ed essere playmaker difensivo in grado di piazzare in ogni momento la game-changing play. L’intensità con cui gioca risulta un po’ a ciclo alternato e sul campo gli manca quella disciplina che gli consentirebbe di far fronte al meglio ai talvolta eccessivi errori di concentrazione. Ottimo blitzer, pur avendo giocato da rush End non è un pass-rusher naturale, mancando dei movimenti adeguati e dello scatto e velocità d’elite per essere un 3-4 OLB produttivo. Molto più adatto per lui è il ruolo di SLB in una 4-3 dove può far esaltare le sue migliori caratteristiche. Sembrano essersene accorti, tra gli altri, i Detroit Lions, che già per due volte lo hanno invitato presso il loro ‘quartier generale’ e che hanno grande necessità alla posizione. Vedremo se avranno coraggio nel selezionarlo con la 13ma chiamata assoluta (sembra un reach ma c’è da notare che il ragazzo ha accettato l’invito di partecipare alla serata del Draft a NYC…) o se sperano di poterlo prendere al secondo round.

Da strong side linebacker dovrà comunque perfezionare alcuni aspetti del gioco, ad esempio risultare più fisico nel difendere contro le corse e migliorare la sua closing speed in copertura.

Tra i difensori più atletici e versatili del prossimo draft, è considerato un overhyped anche a causa del successo limitato avuto negli ultimi anni da LB con le sue caratteristiche e con istinto moderato (come Derrick Johnson, Keith Rivers e Aaron Curry).  

Rahim Moore, Free Safety, junior (6-0, 202 pounds).

Rahim Shaheed Moore è nato a Los Angeles l’11 febbraio 1990 e ha frequentato la Dorsey High School nel West Side, l’area “bene” della immensa metropoli californiana. Da senior, nel ruolo di safety, ebbe 112 tackles, 8 intercetti e 3 fumble recuperati. Complessivamente, in tre anni varsity ha registrato ben 23 intercetti.

Alla UCLA è arrivato nel 2008, valutato come high recruit (5 star per Scout) e considerato tra le migliori safety della nazione, partendo immediatamente titolare da true freshman. Con Moore si rinnova così l’elenco delle safeties NFL provenienti da UCLA titolari sin dalla partita d’esordio al college, tra le quali si ricordano Kenny Easly (pick n° 4 overall draft 1981 dei Seattle Seahawks), Carnell Lake (n° 34 overall draft 1989 dei Pittsburgh Steelers), il compianto Eric Turner (n° 2 overall draft 1991 dei Cleveland Browns) e Shaun Williams (n° 24 overall draft 1998 dei N.Y. Giants). Da rookie, Moore ha avuto 60 tackles e 3 intercetti, guadagnandosi un posto nell’All Pac-10 Freshman team. Da allora, non ha saltato neppure una partita con i Bruins (37 gare tutte da starter).

La sua migliore stagione è stata sicuramente quella sophomore (2009) nella quale ha guidato la nazione producendo, in 13 partite disputate, la bellezza di 10 intercetti. L’ultimo di questi, lo mise a segno nell’EagleBank Bowl del 29 dicembre, assicurando l’unica vittoria (30-21 su Temple) di post-season dei Bruins negli ultimi cinque anni. Moore fu quindi votato All Pac-10 first team e nominato All-American (Scout).

Nell’ultima stagione, complice peraltro un notevole abbassamento del livello qualitativo della offense di UCLA, la difesa ha giocato tantissimo andando talvolta in affanno, e Moore ha registrato 1 solo intercetto (contro Houston) e 4 PBU, ma alla fine è stato votato comunque ancora una volta All Pac-10 first team.

Complessivamente, nelle tre stagioni al college, ha totalizzato 14 intercetti, 15 break-up pass, 186 tackles e 3 fumble recuperati.

Rahim Moore è il prototipo del Free Safety da NFL. Elemento atletico, agile, rapido (3.96 nello short shuttle alla Combine), veloce quanto basta, con notevole istinto, eccellente tempo di reazione e ball skills decisamente sopra la media. Ottima closing speed, è player competitivo che si applica in allenamento dimostrando grande passione per il gioco. Ultimamente ha messo su quei muscoli (misurato 207 pds al recente Pro-day) che dovrebbero consentirgli di essere più fisico rispetto a quanto mostrato al college, dove il suo frame appariva più vicino a quello di un cornerback. Affidabile open field tackler, dovrà comunque migliorare la propria tecnica di placcaggio, talvolta inconsistente. Inoltre, deve ridurre la separation concessa ai ricevitori avversari. Da questo punto di vista infatti non sembra adatto a ricoprire un ruolo in copertura man-to-man sugli slot receivers, cosa che peraltro gli è stata chiesta raramente al college. Molto meglio in deep coverage, specie a zona, dove potrà dimostrare le sue straordinarie qualità da ball-hawk.

Uscirà da true junior e sarà un rookie NFL di soli 21 anni. Con una memoria scritta di 2.058 parole, ha voluto ringraziare tutti coloro che l’hanno aiutato a diventare un prospetto PRO, dalla madre, ai coaches, a…Ed Reed, dichiarando che è il giocatore cui si ispira e che spera un giorno di imitare.

In un draft ricco di talento nel front seven difensivo e a cornerback, ma dove manca talento nel ruolo di safety, è molto difficile prevedere dove verrà selezionato. Sembra sicura comunque per lui almeno una chiamata tra il secondo e l’inizio del terzo round.

David Carter, Defensive Tackle (6-4 ½, 297 pounds)

David H. Carter Jr. è nato a Los Angeles, il 10 dicembre 1987 ma vive a Fontana (CA) dove ha frequentato la locale Henry J. Kaiser High School. Arrivato a Westwood nel 2006 come three-star recruit Defensive End (Scout e Rivals) ha redshirtato un anno e poi ricoperto un ruolo da defensive lineman di riserva per tre stagioni prima di diventare titolare da senior a Defensive Tackle nel 2010. Valido run-stuffer, ha disputato la miglior partita della carriera contro WSU lo scorso 2 ottobre, quando ha messo a segno 3 sacks. Anche contro Arizona (30 ottobre) ha giocato una gara eccellente, con 8 tackles e 1 forced fumble all’attivo. Complessivamente, a UCLA ha totalizzato 66 tackles, 9.5 TFL e 6.5 sacks.

Gli scouts NFL si sono accorti di lui nel corso della East-West Shrine Game week, uno degli appuntamenti classici per i senior a gennaio, dove è risultato dominante, dimostrando di possedere una struttura notevole, agilità nello scatto, grande versatilità sulla linea (può giocare sia DT in 4-3 che da 3-4DE) e di essere una vera forza contro il running game. Fisicamente Carter è un colosso dalle braccia lunghe con cui può tenere a bada double-team, generare pressione nel pocket e disturbare le linee di passaggio sulla line of scrimmage. Buon atleta rapportato alla taglia, deve lavorare molto per sviluppare il suo repertorio in pass-rush, comunque la discreta rapidità di piedi che dimostra rispetto alla stazza potrà agevolarlo nella prima fase della carriera, quella di apprendimento da developmental prospect.

Nonostante la profondità nel ruolo, Carter è uno dei possibili diamanti grezzi disponibili negli ultimi giri del draft. La capacità di giocare da five-technique contribuirà ad accrescerne lo stock, peraltro già aumentato (da potenziale undrafted free agent a possibile sixth round pick).         

Kai Forbath, Kicker (6-0, 191 pounds)

Kai August Forbath, nato a Santa Monica (Los Angeles, California) il 2 settembre 1987 è uno dei migliori placekicker in uscita dal callege negli ultimi anni. Nel 2009 ha vinto il Lou Groza Collegiate Place-Kicker Award quale miglior K della nazione ed è stato Consensus All-America.

Forbath ha frequentato la Notre Dame High School di Sherman Oaks (San Fernando Valley, Greater LA), scuola superiore dalla quale proviene anche il kicker NFL Nick Folk, dove nelle ultime due prep seasons ha convertito 26/33 FGs, con uno da 57 yards, e totalizzato 150 touchbacks su 188 kickoffs, ottenendo il titolo di USA Today come HS All-American per la stagione senior.

All-Star liceale al U.S. Army All-American bowl e quotato three-star da Scout e Rivals, Forbath fu listato kicker n° 1 della nazione per la recruiting class 2006 e scelse di andare a UCLA.

Dopo aver redshirtato il suo primo anno, nel 2007 mise a segno ben 105 punti per i Bruins, con 25/30 nei FGs più tutti e 30 i PATs (point after touchdown ovvero gli extra-points) calciati, divenendo inoltre il primo kicker nella storia dell’ateneo a segnare 5 field goals da una distanza di almeno 50 yards nella stessa stagione per la quale ebbe l’ovvio riconoscimento di Freshman All-America. Per l’anno successivo (2008) fu First Team All Pac-10 piazzando 19/22 FGs, con una striscia di 13 consecutivi nel finale di stagione.

In quattro anni da titolare ha totalizzato 85/101 FGs, con almeno un centro da oltre le 50 yards (massimo di 54) per ciascuna stagione, e detiene l’incredibile record di 40 field goals consecutivi realizzati da una distanza inferiore alle 50 yards, striscia chiusa nel 2010 con un errore da 49 yards contro Stanford.

Kicker destro che colpisce il pallone in maniera aggressiva imprimendo all’ovale buona altezza (fondamentale per evitare i blocks) e che risulta particolarmente efficace entro le 50 yards, ma anche abbastanza solido nel range delle 55. Ugualmente pericoloso da entrambe le hash marks, così come dal centro, ha dimostrato di essere solido mentalmente centrando il “buzzer beater” FG da 51 yards con il quale i Bruins hanno sconfitto nel 2010 Oregon State, dopo che aveva invece mancato il bersaglio nelle uniche due occasioni precedenti (da 46 e 49 yards) nel corso della stessa partita.

Dopo tre anni esaltanti, la sua accuratezza è un po’ scesa nella senior season (3/7 dal range 44-49 yards) e c’è chi ritiene gli manchi potenza d’elite nella gamba cosa che potrebbe ridurne l’efficacia in condizioni meteorologiche avverse, come dimostrerebbe la perdita di traiettoria dei suoi calci in climi particolarmente freddi.

Ha detto di ispirare il suo modo di giocare a quello di Adam Vinatieri. Occhio, perché per attributi e caratteristiche potrebbe esserne davvero l’erede.