2011 Steelers Roster Analysis, Needs and Projection Picks (Part II): Cornerback
Dopo aver esaminato la duplice possibilità di acquisire alternativamente una Guardia o un Tackle con la prima chiamata disponibile al prossimo draft, andiamo ora ad esplorare l’altra primary needs che dovrà essere immancabilmente pareggiata, insieme a quella relativa all’Offensive Line, a cavallo tra 1° e 2° round.
Chi è avvezzo alle dinamiche aderenti agli ingranaggi del draft, sa bene che l’intercambiabilità delle basilari needs che una franchigia deve ricoprire è in primo luogo determinata dalla possibilità di accedere a quanto di meglio il draft stesso ha da proporre al team nel momento breve della chiamata a scegliere. Questo discorso vale a maggior ragione quando si è “costretti” a selezionare bassi, bassissimi, come nel caso degli Steelers. Alla luce di questa prospettiva, e scartando l’ipotesi di una trade-up non consona alle abitudini B&G (soprattutto in chiave 1° round), appare dunque chiaro che Pittsburgh interverrà il 28 di aprile sul draft 2011 con un margine di vaglio fluido tra gli spot appreso elencati: OG, OT, CB (lasciando uno spiraglio aperto per un eventuale DL-man).
Insomma, tutto dipenderà dal nome buono che incroceremo sulla nostra strada e dal grado di fascinazione che questo avrà sui nostri selezionatori tecnici.
Ciò premesso (mi pareva puntualizzazione necessaria per chiarire meglio agli eventuali neofiti), passiamo ora a sviscerare le diverse problematiche relative alla lacuna in Cornerback position.
Unit Analisys: Cornerbacks
Scandagliando i numeri prodotti dalla nostra strepitosa difesa ’10 (ma lo stesso si può fare con le stats incidenti su tutti gli anni di gestione Lebeau con il risultato di una a dir poco forte similitudine), è facile leggere una apparente contraddizione in termini di prestazioni tra le prime due linee difensive e le secondarie B&G.
Se da una lato D-line e LBs corp hanno stampato ancora una volta una stagione fantastica edificata su numeri d’eccellenza assoluta, dall’altra il nostro comparto secondario continua (tra lati e bassi sia inteso) a mal gestire il gioco aereo avversario in tante, forse troppe, occasioni (la difesa Pit si è comunque classificata 12esima contro i passaggi in stagione, ed è 2° in total yards dietro i San Diego Chargers; quindi non così malaccio a bene vedere). Ma se Troy “Hurricane” Polamalu (SS) e Ryan “Sentenza” Clark (FS) hanno combinato insieme statistiche da urlo (per inciso: Clark ha fatto forse la sua migliore stagione a Pittsburgh), appare più che chiaro che le deficienze della nostra retroguardia (se così dobbiamo chiamarle estremizzando forse troppo la questione) sono tutte da ricercare dentro il Cornerbacks pack.
Certo, deve essere qui ben specificato che la difesa marchiata a fuoco Dick Lebeau ha paradigmi tecnici precisi in quanto all’assegnazione dei compiti dei nostri estremi difensivi. I principi di fondo derivanti in primo luogo dall’uso iperaggressivo dei Linebackers (ILBs e OLBs insieme) sulla linea di scrimmage e oltre, che il nostro Defensive Coordinator pretende per far fruttare al meglio la sua filosofia difensiva tutta imperniata sulla sottrazione di ossigeno al time-play del Quarterback avversario, e sulla muratura di un bastione inoltrepassabile per ogni run play antagonista, finiscono specularmente, inevitabilmente, per creare grossi grattacapi ai nostri CBs in fase di pass coverage.
Per eslpicare il problema riporto per comodità uno stralcio tratto dal nostro forum.
Tempo fa, all’interno dell’apposito Thread Steelers (che invito caldamente a visitare), mi si poneva una specifica questione tecnica, quella relativa al fatto che i nostri Cornerbacks in moltissime occasioni si trovino lontani anni luce dai rispettivi Wide Receivers assegnati in coverage prima dello snap. E a tale quesito ho così risposto:
“Questo è verissimo, e ha, naturalmente, una ragione prettamente tattica.
La “3-4 Lebeau” predilige difendere in primis contro le corse e attaccare in pressione la tasca avversaria per ridurre il timing del QB avversario. Il front-7 è costruito su tre D-line-man, che sono giocatori prima di tutto tecnicamente ed atleticamente preparati per sostenere la fase di run stop; due Rush OLB che sanno martellare i bordi e, al contempo, scalare in middle coverage (per intenderci, un Ware nel nostro sistema farebbe fatica, anzi, non sarebbe proprio preso nemmeno in considerazione); due ILB non troppo pesanti, e per questo rapidi e agili, utili a prendere la corsa, a tentare la sortita in blitz, o a portarsi in man coverage con uguale intensità e produttività (certo che poi Farrior, per sua natura e posizione, è più portato alla presa del “HB-hole” piuttosto che smontare sulla traccia del WR in zona media rispetto a Timmons ad esempio).
Ora, in un sistema come questo che, come detto, predilige la fase di run stop in primo luogo, i CBs non possono concedere ai diretti WRs la “bump&run zone”, proprio perchè sono anche loro coinvolti attivamente nella run defense (sopratutto esterna o in condizioni di screen play avversario).
In genere, e sopratutto dal lato forte, il CB si allinea a 7/8 yards dal ricevitore avversario proprio perchè, una volta “snappato” l’ovale, deve avere il tempo di leggere (ecco le yards concesse allo sviluppo della “WR-route” avversaria) la strutturazione del gioco offensivo in run o in pass. Il WR percorre così le primissime yards senza impedimenti: il CB ha un occhio al WR, l’altro all’eventuale sviluppo dell’azione in run. Se fosse in “bumb zone” sarebbe costretto a inseguire il diretto marcatore avendo così una sola opzione di gioco. Avrebbe certo vantaggi immediati nel provare a rallentare e/o impedire nelle prime 5 yards a “contatto legale” il ricevitore, ma non avrebbe alternative, in caso di run play, che continuare il gioco sul WR.
Con le 7/8 yards concesse al ricevitore invece, ha tutto il tempo per salire in run support, leggere la traccia, gli eventuali blocchi, e provare l’affondo.
Nel caso di un pass play lo svantaggio è chiaro. Ma se la pressione sulla tasca è portata con buon impeto e convinzione (come vuole la Lebeau-D), il timing del QB avversario è ridotto all’osso, e ciò costringe il regista avversario a non trovare comunque l’uomo sul medio-lungo, ma piuttosto sul corto-medio (difatti prendere la nostra difesa sul lungo-lunghissimo è assai raro).
Quindi, massimo impatto in run stop, minimo rischio in pass coverage.”
Ho voluto riportare integralmente questo breve brano per dare forma più compiuta all’analisi circa le performance dei nostri Cornerbacks nel corso della stagione appena trascorsa. Perché se è vero che gli Steelers hanno chiuso la regular ’10 con la 1° difesa contro le corse (soltanto 1.004 yards concesse in 333 portate, 62.8 è la media di yards per game, average 3.0), il dato tecnico-tattico su ricordato non deve essere assolutamente sottovalutato ne tantomeno dimenticato. Il nostro CB2, Bryant “BigMac” McFadden, ha piantato la bellezza di 81 tackle combinati (15esimo nella specialità tra i CBs NFL ’10) e il nostro CB1 alla sua migliore stagione B&G, Ike “Napalm” Taylor, non ha fatto di meno con i suoi 66 combo tackle (21esimo in ranking). Inutile dire che i ragazzi in run-stop-support si sono ben comportati.
Needs Analysis: Cornerback
Il problema (da qui la need) si pone quando si osserva McFadden operare la sua man e zone coverage. Anche in situazioni di estrema pulizia dell’area di marcatura, evidenzia una scarsa capacità di cambiare direzione e seguire l’uomo lungo la traccia, e questo non gli permette di essere sempre ben allineato con la ball-lane e col diretto avversario. Se a questo addizioniamo un mediocre istinto per la palla (pessime ball skills dunque), e una velocità non da elite CB, ecco che abbiamo il ritratto complessivo di un giocatore in netta fase calante che deve essere immediatamente sostituito.
Dall’altra si pone il problema Taylor, che al momento è in FA ed è il nostro top CB (per quanto mi riguarda, uno dei primi della classe). E’ questo il nodo da sciogliere con immediatezza. Il 31enne alla sua settima stagione in maglia Steelers, ha già dichiarato che vuol chiudere la sua avventura da giocatore professionista a Pittsburgh, ma al momento il suo futuro tra le Terrible Towels appare assai nebuloso. Si potrebbe concretizzare l’insopportabile, disgraziata, ipotesi di vedere larghi sul campo tra gli undici di difesa Bryant McFadden da un lato e William Gay dall’altro (!!!). Non ci voglio neanche pensare.
William “Pride” Gay ha dimostrato di essere un eccellente nikelback, un player capace di giocare al meglio quando gestisce la copertura di una specifica zona in situazioni di chiaro passaggio avversario (perfect man in dime formation). Ma nella stagione 2009, quando fu chiamato a fare il CB2 con McFadden intanto volato ad Arizona, ha palesato lacune gravissime in man-to-man coverage che non ci permettono nemmeno di supporre un suo ricondotto impiego in starter CB2.
Il giovane Keenan “The Fly” Lewis (3° round pick 2009), che tanto bene aveva fatto nel suo anno da rookie promettendo di fare scintille in questo 2010, sembra essersi smarrito per la strada di una forse troppo pesante pressione psicologica. Il ragazzo è apparso in chiara regressione nonostante le qualità fisiche ed atletiche siano dalla sua. La prossima sarà la stagione della verità per questo player dal potenziale fantastico che, tra l’altro, piace moltissimo a Lebeau.
Il pacchetto si chiude con due rookie dalle belle speranze come Crezdon Butler da Clemson (5° round pick ‘10, 164esima assoluta), e l’undrafted CB/FS, Donovan Warren da Michigan, preso dai New York Jets come udrafted free agent subito dopo il draft 2010, e poi passato ai B&G nel settembre dello stesso anno. Entrambi hanno un buon potenziale (per inciso: stravedevo per Warren quando ancora indossava la maglia dei Wolverines), ma non garantiscono certo un immediato impatto sulla stagione entrante (sempre che ci sia una stagione 2011).
Projection Picks: Cornerback
Il top player della posizione che potrebbe cadere nella zona calda B&G è sicuramente Jimmy Smith da Colorado. Defensive back fisico (Ht. 6’2”/ Wt. 211), atletico, dal grande istinto e dalla buona conoscenza del gioco, il “Bufalo” sa leggere benissimo il play distinguendone con immediatezza lo svolgimento in pass o in run. Combatte bene in press coverage usando il corpo e le mani già ben educate. L’ottima velocità (rapportata alla taglia), la grande elevazione, la stupefacente flessibilità, e il naturale controllo del corpo, lo rendono cornerback da man-to-man coverage già pronto per affrontare anche i ricevitori più fisici al piano superiore. Placcatore di buona caratura e costanza. Run-stop-supporter eccelso. Buoni gli intangibili.
Jimmy Smith Higthlights
http://www.youtube.com/watch?v=Db4x3KRlZEc&feature=related
Purtroppo per noi il ragazzone gode di buon hype e potrebbe non essere disponibile alla 31 Pittsburgh. A quel punto si potrebbe puntare ad uno tra Brandon Harris da Miami (Ht. 5’10”/ Wt. 191) e Aaron Williams da Texas (Ht. 6’0”/ Wt. 204), ma nessuno dei due, per motivi diversi, mi convince troppo. Il primo è una misura poco idonea per conformarsi con successo al gioco fisico impiegato dalla difesa black&gold. E’ atletico, rapido, possiede un buon istinto, grande occhio, ma non è abbastanza roccioso, e pare ancora immaturo tecnicamente e tatticamente per essere un fattore nel sistema richiesto dalla difesa Lebeau. Il secondo è più solido, possiede taglia adeguata e fisicità già pienamente formata, ma appare fin troppo meccanico, poco fluido, nello scorrimento soprattutto in backpedal e nel cambio di direzione. Nonostante queste lacune Williams potrebbe essere già player più intrigante sul quale lavorare con buon successo in chiave B&G.
Aaron Williams Hightlights
http://www.youtube.com/watch?v=v6eKuwqRBog&feature=related
Per il 2° round le alternative di qualità non mancano. Il nome che più spesso è stato accostato agli Steelers è quello di Ras-I-Dowling da Virginia, che, come del resto A.Willliams, ha già fatto un giro turistico nei dintorni di Pittsburgh. Defensive back imponente (Ht. 6’2”/ Wt. 189), ha in arsenale una buona dinamicità, velocità ed elevazione (possiede tra l’altro braccia lunghissime). Incredibile zone coverage D-back (meno in man-to-man). Possiede ottime mani e splendido fiuto per l’ovale. Hybrid player che sa giocare con lo stesso rendimento sia in CB che in FS spot. Strog Tackler capace si accompagnare mirabilmente il gioco dei compagni delle prime due linee contro l’offensiva downfield nemica. Anche se esce da un anno travagliato per via di un brutto infortunio alla caviglia (e per questo i suoi numeri 2010 non sono eccezionali), questo è il prototipo di CB da portare in carrozza in acciaieria se “l’occasione” Smith saltasse (come temo) al 1° round.
Ras-I-Dowling Hightlights
http://www.youtube.com/watch?v=vUDcKqcHuK8&feature=related
Altre soluzioni potrebbero portare verso il buon Curtis Brown sempre da Texas (Ht. 5’11”/ Wt. 186), o ancora in direzione di Brandon Burton da Utah (Ht. 5’11”/ Wt. 190), e senza scartare l’ipotesi Davon House da New Mexico State (Ht. 6’0”/Wt. 200). Segnalo infine un ragazzo che conosco più che bene, il CB da Ohio State, Chimdi Chekwa (Ht. 5’11”/Wt. 192). Sleeper da tenere sott’occhio per i giri successivi al 3°.
*A seguire, Primary Team Needs (Part III): Defensive Lineman (NT/DE)