Dallas, Texas (USA) 12 Marzo 1972

L’aeroporto Love Field è a soli venti minuti di automobile dal centro città,  rispettando i severi limiti di velocità imposti sulla expressway. Il corpo centrale della struttura  si presenta come una enorme portaerei alla fonda, alla luce  di una serena e tarda mattinata. Dalle porte dei domestic arrives è appena uscita una coppia di businessmen vestiti in modo elegante-variopinto: abito grigio di discreta fattura, cravatta con vistoso fermaglio, cappello Stetson e stivali di dubbio gusto e praticità. Camminano veloci, bloccano un taxi. “Mon’ in. Farmers Market. Grazie.

I due uomini, provenienti da Houston, scambiano qualche parola di circostanza con l’autista. Il tempo, il Presidente, l’andamento dei prezzi del greggio, le scelte. In una cafeteria del Market,  un  signore azzimato si è seduto  accanto ad un’ampia vetrina e, nell’attesa, consuma un interminabile beverone scuro e caldo. Questa è una giornata relativamente calma per un posto del genere, oggi non ci sono manifestazioni particolari; nell’ultimo weekend, sul variopinto piazzale sono transitati almeno 250.000 esseri umani , pronti a meravigliarsi e a consumare. Dal 1942 questo posto  è il suo ufficio, il suo dopolavoro, il suo ritrovo preferito per una prima colazione come si deve o un cicchetto preserale.

Il taxi proveniente  dall’aeroporto esce dalla corrente del traffico e accosta davanti alla vetrina. Qualche cenno d’intesa e il signore abbandona la posizione, esce all’aperto e sale in macchina. Il taxi con a bordo i tre uomini d’affari supera l’incrocio tra la 30^ e la 46^, gira per Clover Street e si dirige verso Fair Park. Lì, sul Robert B.Cullum Boulevard,  si erge l’imponente facciata del COTTON BOWL, il celebre stadio della città dove si gioca  il classico e omonimo Bowl  del college football. Da una delle grandi porte a vetri in cima alla scalinata viene fuori un omone con cravatta e cappello che, appena riconosce gli occupanti dell’auto in arrivo, si apre a un largo sorriso. Il quartetto e il soddisfatto tassista si muovono verso la tappa finale, Marilla Street.

All’interno di  una palazzina  tutta cemento e vetri, i quattro visitatori vengono introdotti in una sala riunioni ben arredata e  con ampie vetrate che si affacciano al di sopra di un cantiere appena avviato. Lì, nel giro di un paio d’anni sorgerà la nuova Dallas City Hall, una costruzione a piramide rovesciata che sarà una delle attrazioni della città.

Ad accogliere i nuovi venuti c’è il presidente di una compagnia petrolifera, la sua assistente e un notaio.