Modena, 30 giugno 1985

Domenica pomeriggio a due passi dalla via Emilia, dove c’è uno stadio, il Braglia, con una storia di calcio e poi di concerti rock e l’organizzazione dei Falchi di Arrigo Martinelli, il football team della città. Lo spettacolo sarà giocare in un campo vero, niente bande, lanci di paracadutisti e cani parlanti (nda: copyright Martinelli), lo spettacolo sarà due squadre che giocano a football, le migliori espressioni del torneo cadetto, di fronte a 1.000 spettatori paganti. A sette giorni dal Super Bowl tricolore dell’Appiani, l’AIFA ha sostenuto le prove generali.

Da una parte i Gladiatori e dall’altra i Vikings di Bollate, che sono arrivati al Silver Bowl superando i Mastini di Ivrea 15-14  soltanto ai tempi supplementari. Per gli esclusi  resta la buona prestazione del  quarterback Serpieri e un sogno infranto.

La partita ha due facce, una lunga lunga e un’altra grintosa e determinata.  Lunga tre quarti di gioco nella mani dei Gladiatori, grazie alle prove di Mobley e  Bazzucchi in attacco e alla difesa particolarmente solida contro il gioco a terra. Breve e vincente nell’ultimo quarto dei Vikings, quando Garavaglia si decide ad abbandonare gli appoggi per le corse e inizia a fare il QB lanciando a squarciare le nuvole dall’orizzonte del Bowl.

A parte l’arrivo dell’estate e delle contromisure sui lanci e sulla difesa contro le corse, i Vikings hanno dimostrato sangue freddo e buona volontà, che sono mancati ai Gladiatori, questa volta cicale che buttano all’aria la costruzione di una vittoria.

I ragazzi del presidente Cerutti  hanno preparato bene questa finale, ricorrendo ai filmati studiati con l’ausilio del  pro Art Still, il  giocatore dei Kansas City Chiefs arrivato in Italia per un camp.

“Devo dire che ha vinto chi ha avuto maggior fortuna, ma noi abbiamo avuto in ogni caso nella difesa la chiave dell’incontro e, sopratutto, non abbiamo accentrato il nostro gioco su un singolo elemento. Peccato quell’inizio, ma eravamo alle prese con il caldo” ha dichiarato il runner Toni Nori al giornalista Claudio D’Amico (ci siamo conosciuti al Vince Lombardi nel corso degli Europei dell’83, due scriba della prima ora). Queste le dichiarazioni a caldo di Marcello Loprencipe: “Che brutto perdere in questo modo. Dal punto di vista tecnico posso recriminare sul fatto di dover giocare con un solo wide receiver con tre posizioni da coprire. Questo ha penalizzato il nostro gioco sbilanciandolo verso le corse”.

Due consolazioni per i Gladiatori: il titolo MVP per Carl Mobley e l’atteggiamento del presidente Carnevali che offre parole proiettate verso la prossima stagione. Di nuovo in serie A.

A proposito, il Silver Bowl è finito 15 a 14 (0-8;0-0, 0-6; 15-0).