NFL Preview – AFC

 

AFC East

 

New England Patriots

I Patriots si presentano ai blocchi di partenza ancora una volta da favoriti: a voler dar credito ai bookmakers infatti le quote più basse sono associate proprio alla squadra di Boston, oltre che ai Packers, ai Texans e agli Eagles.

Nella passata stagione New England ha concluso la regular season con un record soddisfacente (13-3, con 8 vittorie consecutive nelle ultime 8 partite), per andare a demolire i Broncos di Tebow nella prima partita di post season, vincere con un po’ di fortuna la sfida contro i Ravens e perdere con un po’ di….sfortuna il Superbowl contro i Giants, sorpassati dall’ultimo drive di Eli Manning e compagni proprio come nel febbraio 2008.

Se i Patriots sono arrivati al “ballo finale” con una difesa molto sottoperformante, cosa potranno combinare quest’anno visti i rafforzamenti nell’offseason al reparto difensivo?

Visto che il football è tutto tranne una scienza perfetta, difficile sbilanciarsi in pronostici netti; sta di fatto comunque che siamo parlando di una squadra molto solida a livello dirigenziale, ottimamente allenata e con uno dei migliori QB in circolazione (Tom Brady), che lotterà duro per riconfermarsi ai vertici anche quest’anno.

In attacco ritorna l’offensive coordinator McDaniels, che ha diretto Brady & Co. nella stagione dei record 2007, e porta con sè il suo pupillo Llyod, WR che dovrebbe garantire maggior profondità alla manovra.

Per dovere di cronaca si devono anche sottolineare alcune perplessità, prima di tutto la tenuta dell’offensive line, caratterizzata da un ritiro eccellente (il LT Light) e da giocatori al rientro da infortunio (il tackle Vollmer e la guardia Mankins); oltre a ciò resta in dubbio il rendimento del running game senza Green Ellis.

In difesa promettono bene gli innesti via draft del OLB Chandler Jones, dell’ILB Hightower e del DE Bequette; mentre tutta da valutare sarà le performance del semi sconosciuto Wilson, safety che appare essere una classica scommessa di coach Belichick.

 

New York Jets

Dopo 2 ottime stagioni concluse alle finali di conference, i Jets hanno trascorso un’annata difficile, alle prese con diversi problemi di gioco e soprattutto, di spogliatoio: tra diversi giocatori, ed in particolare tra il QB Sanchez e il WR Holmes, pare infatti che si siano creati degli attriti che hanno compromesso l’unione e lo spirito di squadra.

Sia come sia, i 2 giocatori sono rimasti entrambi nelle file dei Jets, segno che il coach Rex Ryan ritiene di avere la situazione sotto controllo.

Chi invece non è rimasto è Schottenheimer (offensive coordinator) nonchè Callahan, glorioso coach della offensive line; a rimpiazzare Schottenheimer è arrivato Tony Sparano, discusso head coach dei Dolphins, tanto devoto ai suoi schemi di corsa da insistere per portare a New York niente di meno che Tim Tebow, QB carismatico dei Broncos che finora ha dimostrato grandi capacità come runner ma scarse  doti di lanciatore.

Il leit motiv della prossima stagione non potrà che essere quindi la convivenza tra Sanchez e Tebow, non solo in campo ma anche a livello di spogliatoio. Riuscirà il religiosissimo Tebow a portare pace nella polveriera dei Jets? E come si comporterà in campo? Scalzerà definitivamente Sanchez? Tanta carne al fuoco, soprattutto per i media.

Volendo concentrare l’attenzione sul gioco, quando si parla di Jets non si può però non parlare della specialità della casa, ovvero la difesa. Sempre ottima la prestazione delle secondarie anche grazie la presenza del miglior CB della lega (Revis), anche se sarà da valutare la tenuta fisica del SS Landry, arrivato in sostituzione di Leonhard.

Da rilevere poi la mancanza di un giocatore capace di produrre un numero significativo di sacks, sempre che il rookie DE Cople non stupisca nel suo primo anno tra i pro.

 

Miami Dolphins

Dopo la deludente stagione 2011, salvata solo dalle buone performance del QB Moore (sostituto del criticatissimo Henne), i Dolphins partono con più incognite che certezze.

Al posto dell’head coach Sparano, cacciato in corso d’opera, è stato ingaggiato Philbin, offensive coordinator dell’attacco dei Packers. Philbin lavorerà al fianco di Sherman, coach che ha passato gli ultimi anni ad allenare in NCAA i Texans A&M, da cui si “è portato dietro” il promettente QB Tannehill. Trattasi di un azzardo vero e proprio, visto che il ragazzo ha un solo vero anno di esperienza al college come quaterback: se mai dovesse esplodere, potrebbe ripagare la rischiosa scelta con gli interessi; se invece non dovesse convincere sin da subito, sono attesi i rientri di Garrard o di Moore.

Passando ad esaminare gli altri reparti dell’attacco, le maggiori incognite sono l’affidabilità del rookie OT Martin e il possibile impatto della cessione di un giocatore del calibro di Marshall.

Per ciò che concerne la difesa, perso l’ottimo defensive coordinator Nolan, la scelta è stata quella di puntare su Coyle (ex allenatore delle secondarie di Cincinnati), che pare voglia avviare una transizione dello schema 3-4 a quello 4-3, con esiti che al momento sembrano essere molto incerti.

 

Buffalo Bills

Leggendo il roster 2012 dei Bills, si sarebbe tentati di puntare qualche centesimo sul fatto che la squadra di Buffalo possa essere una delle sorprese della prossima stagione.

Tanti infatti i nuovi nomi in difesa, e una transizione dello schema 3-4 a quello 4-3 che nel caso dei Bills sembra valorizzare appieno le potenzialità sia dei nuovi arrivati che dei vecchi giocatori.

Alla guida del nuovo defensive coordinator Wannstedt vedremo infatti in campo big del calibro di Mario Williams (DE ex Houston) e Anderson (DE ex Patriots), oltre a Kyle Williams, Dareus (sophomore di gran talento reinmpiegato nel ruolo più naturale di DT) oltre ai promettenti rookies Carder (ILB) e Gilmore (CB).

Dall’altro lato del campo le cose sono pressochè invariate, con il QB Fitzpatrick che tornerà alla guida di un attacco che, senza fare sfracelli, ha comunque dimostrato progressi rispetto agli ultimi anni, complice anche le performance di uno dei RB più sottovalutati del NFL, ossia Fred Jackson, senza dimenticare Spiller.

Fitzpatrick lavorerà dietro ad una linea che ha mostrato netti miglioramenti, ma che si vedrà privata di uno dei migliori elementi, il LT Bell, passato agli Eagles; la speranza per i tifosi Bills è che il rookie Glenn sappia sostituirlo degnamente.

 

 

AFC North

 

Baltimore Ravens

Resta ancora l’amaro in bocca per la finale di conference della passata stagione persa contro gli odiati Patriots, con quella sanguinosa mancata ricezione in endzone del WR Evans e il successivo, facile field goal del pareggio messo fuori bersaglio da Cundiff.

Ma tant’è, la stagione è finita e bisogna guardare oltre, se non fosse che l’orizzonte è carico di interrogativi, a cominciare dal reparto simbolo della squadra, quella difesa che l’anno trascorso sotto la guida del defensive coordinator Pagano ha brillato più del solito, grazie all’implementazione di schemi ibridi fondati sull’asse Redding – Johnson – Suggs che hanno permesso a quest’ultimo di chiudere la stagione con 14 sacks e 7 fumble forced.

Sta di fatto però che Pagano ha accettato di rifondare i Colts da head coach, Redding l’ha seguito, Johnson è passato ai Chargers e l’infortunato Suggs rientrerà a metà stagione. Ora, non è che i buoni giocatori manchino ai Ravens, ma affidarsi alla possibilità che il LB Kruger e/o il rookie OLB Upshaw producano un gran numero di sacks desta qualche ansietà, senza contare poi l’età che avanza dell’ILB Ray Lewis e del S Reed.

In attacco non si rilevano grosse rivoluzioni, anche perché i giocatori chiave sono rimasti pressochè tutti. Tra i nuovi innesti si segnalano comunque i rookies Osemele (OT) e Pierce (RB), oltre che il WR Jones proveniente dai Texans.

 

Pittsburgh Steelers

E’ stata un’annata difficile per gli Steelers, più di quanto racconti il record stagionale di 12-4.

Stiamo infatti parlando di una franchigia che solo pochi mesi prima era riuscita nell’impresa di giocarsi un Superbowl, spinta da una difesa quasi perfetta. Ma da una stagione all’altra in NFL cambiano tante cose, e in quel di Pittsburgh devono essere cambiate tante cose per essere passati dal secondo miglior tasso di turnover nel 2010 (+17) a uno dei peggiori del 2011 (-13). Se a questo si aggiunge la disastrosa sconfitta alla prima partita di playoff contro i Broncos di Tim Tebow, c’è di che stare allerta.

La dirigenza, solitamente molto reattiva, ha preso a riguardo scelte significative al draft, come quella di rinnovare l’offensive line (ma De Castro, la guardia scelta al primo round, ha subito in preseason un brutto infortunio e il tackle Adams non sembra essere ancora pronto per l’NFL); quanto alla difesa, si annoverano gli arrivi del NT Ta’hamu e del LB Spence (anche lui però già infortunato).

la stagione entrante è piena di interrogativi, in primis la transizione dagli schemi dell’OC Arians (passato ai Colts) a quelli di Haley (ex coach dei Chiefs) noto per avere un debole nei confronti del passing game. Le nuove tattiche dovranno però essere studiate considerando che tra i ricevitori non ci sarà più un valido elemento come Ward (costretto al ritiro) e il RB Mendenhall (fuori per almeno metà delle partite).

Per quanto riguarda il reparto difensivo, gli Steelers devono sperare nelle buone condizioni fisiche dei OLBs Woodley e Harrison e nella loro produttività in fase di pass rush (in calo lo scorso anno). Un recupero su questo fronte potrebbe aiutare non poco anche le performance delle secondarie, in drastica diminuzione quanto a intercetti effettuati.

 

Cincinnati Bengals

A settembre dello scorso anno nessuno avrebbe scommesso un dollaro su una buona stagione dei Bengals, che appariva in piena ricostruzione, con un nuovo offensive coordinator pressocchè inesperto in NFL, un rookie QB preso al secondo giro del draft e un WR promettente ma al suo primo anno.

E invece la compagine di Cincinnati ha stupito tutti con un record di 9-7 che l’ha portata fino ai playoff, persi poi contro i Texans.

Per fare in modo che tutto ciò non fosse dovuto ad un semplice exploit, i Bengals hanno lavorato molto bene in offseason, compiendo uno dei draft più spettacolari degli ultimi anni. L’elenco dei nomi interessanti sarebbe lunghissimo da fare, per cui ci si limita solo a segnalare l’OG Zeitler, il WR Sanu, il DT Still, il CB Kirkpatrick; tra gli undrafted players è stato poi scelto l’ILB Burfict, valutato da tutti come un fenomeno dal carattere molto problematico: dovesse mostrare solo il lato tecnico, Cincinnati avrebbe fatto un affare d’oro.

Strada in discesa per Cincinnati? Può essere, visto che la squadra dispone anche di linee d’attacco e di difesa di prim’ordine. All’orizzonte si profila però una stagione contro squadre, sulla carta, molto più forti di quelle affrontate nel 2011.

 

Cleveland Browns

Ancora un altro anno di ricostruzione, visto che quanto costruito negli anni passati stenta a decollare.

E allora via con l’ennesimo cambio di offensive coordinator, con l’ingaggio di Childress, ex head coach dei Vikings del RB Peterson. Per cercare di sviluppare un attacco simile a quello visto a Minnesota, i Browns abbisognavano di un top running back, che è stato individuato in Trent Richardson, RB di Alabama per cui Cleveland addirittura fatto una trade up all’ultimo draft. Con la restante scelta al primo giro è stato invece deciso di cercare un possibile rimpiazzo per il QB McCoy (abbastanza deludente nel 2011), puntando su Weeden, reduce da un’ottima stagione in quel di Oklahoma St. Tra le restanti scelte da segnalare quella del “velocista” WR Benjamin e del tackle Schwartz. Poco o nulla è invece stato cambiato a livello di guardie, il chè lascia qualche perplessità sul potenziale di rendimento dello stesso Richardson.

Purtroppo per i Browns, poco o nulla è stato fatto anche per la difesa, già fortemente carente contro le corse, che dovrà pure fare a meno del DT Taylor.

Parlando di ricostruzione, da rimarcare il cambio di proprietà della franchigia, con l’ingresso del magnate Jimmy Haslam, che promette di investire parecchi milioni di dollari. Gli effetti di questo ingresso dovrebbero però cominciare ad impattare dalla stagione 2013.

 

 

AFC South

 

Houston Texans

Tanto tuonò che piovve. E così, dopo anni in cui i Texans venivano sistematicamente pronosticati in post season, finalmente sono arrivati i tanti agognati playoff, i primi della breve storia della franchigia di Houston.

A lasciare affascinati è che i Texans sono arrivati a questo traguardo senza i giocatori maggiormente rappresentativi delle passate stagioni, che si sono infortunati nel corso del2011; si sta parlando di gente del calibro di Schaub (sostituito addirittura dal terzo QB Yates), del WR A. Johnson, del DE Mario Williams e del ILB DeMeco Ryan.

Buona parte del merito di questa impresa va al coaching staff, che ha saputo far di necessità virtù, puntando forte sul running game e sulla difesa.

Per quanto riguarda il gioco di corse, l’ottima linea offensiva dei Texans ha permesso a Turner di ripetersi sui livelli del 2010, senza dimenticare le prestazioni incoraggianti di Ben Tate.

Ancora più sorprendente la difesa, che grazie al nuovo defensive coordinator Wade Phillips (ex Cowboys) e i nuovi arrivati Watt (DE), Reed (DE), Joseph (CB) e Daniel Manning (S) ha saputo elevarsi da pessimo reparto a uno dei migliori dell’intera NFL.

Prospettive per la stagione entrante? Un po’ di dubbi per quanto riguarda la linea offensiva, viste le cessioni del tackle Winston e della guardia Brisiel. Vero però che i Texans potranno contare sul rientro di Schaub e di Johnson, nonché dei rookies Posey e Martin, con conseguente beneficio del gioco aereo.

La maggior garanzia è comunque il reparto difensivo, che nonostante la cessione di Mario Williams e DeMeco Ryans rimane altamente competitivo, grazie anche all’acquisizione via draft del promettente DE/OLB Mercilus.

 

Tennessee Titans

I Titans hanno sorprendentemente retto bene alla diaspora dell’intero coching staff (fatta eccezione per Munchak) e alla cessione del DE Babin e del LB Tulloch, riuscendo a concludere la stagione con un record di 7-9.

Visto quello che hanno saputo fare con le risorse a disposizione, si sarebbe così tentati a dar credito al lavoro che si sta svolgendo in quel di Nashville.

Interessanti novità si sono visti soprattutto in attacco: l’anno appena concluso ha infatti visto un aumento dei giochi di passaggio, e chissà come sarebbe finita se il WR Britt non si fosse infortunato ad inizio stagione.

Il gioco aereo però dovrà ancora fare a meno per le prime partite del WR Britt, visti i problemi con la legge e gli interventi ad entrambe le ginocchia, ma quantomeno vedrà in campo il rookie WR Wright, che andrà a far compagnia al WR Washington e al TE Cook. Grande attesa per la partenza da titolare del promettentissimo QB Locker, che l’anno scorso è stato tenuto a maturare all’ombra di Hasselbeck.

La produttività del gioco sulle corse dei Titans rimane uno dei più grandi interrogativi di inizio stagione: molto positivo

l’ingaggio della guardia Hutchinson (che dovrebbe aprire maggiori varchi ad un Chris Johnson tornato ad allenarsi regolarmente in offseason), enormi problemi invece nel ruolo di centro, dopo l’infortunio del titolare Amano.

A livello difensivo, Tennessee deve assolutamente tornare ad essere competitiva a livello di pressione verso i QB avversari, ragion per cui sono stati presi il DE/OLB Wimbley e il rookie OLB Zach Brown. Da valutare il secondo anno dell’ILB McCarthy e la resa delle secondarie dopo la partenza del CB Finnegan.

 

Jacksonville Jaguars

Stagione molto travagliata quella dei Jaguars, iniziata con la cessione a sorpresa del QB Garrard, che dopo il fallimento di McCown ha portato al prematuro schieramento a titolare del rookie Gabbert: le prestazioni disastrose del ragazzo hanno però contribuito ha far crollare le azioni di Jacksonville, con conseguente licenziamento del già traballante coach Del Rio. Il giorno dopo è stata annunciata l’acquisizione della franchigia da parte dell’imprenditore di origini pakistane Shahid Khan, il quale ha successivamente dato il via a una rivoluzione nel coaching staff ma, sorprendentemente, ha deciso di confermare del GM Gene Smith.

L’intenzione dei Jaguars è quella di ridare una chance al giovane Gabbert, sperando che non fallisca un’altra volta, perché altrimenti Jacksonville sarebbe costretta a schierare Henne, l’ex quaterback dei Dolphins.

Per aumentare le armi a disposizione di Gabbert è stato deciso di draftare niente di meno che il miglior WR disponibile, Blackmon e di firmare a peso d’oro il terzo WR dei Cowboys, Robinson.

La responsabilità di costruire un buon attacco è stata affidata al nuovo haed coach Mularkey, all’OC Bradkovski (entrambi ex Falcons) e a Olson (ex Buccaneers); mal che vada, proveranno ad affidarsi a Jones Drew, miglior RB del 2011 per yards corse. Visti i problemi con l’hold out, pare però che il ruolo di starter nelle prime partite stagionali venga affidato al RB Jennings.

In difesa sono attesi ulteriori progressi, dopo quelli già rimarchevoli della passata stagione. Importantissima sarà la capacità di aumentare la pressione verso i QB avversari, e in ciò i Jaguars si affidano al DE Mincey e al rookie DE Branch.

 

Indianapolis Colts

Ancor più travagliata della stagione dei Jaguars è stata quella dei Colts, e la ragione principale la si deve attribuire ai problemi al collo del QB Peyton Manning, che l’hanno tenuto fuori dei campi di gioco per l’intera annata. Senza di lui, Indianapolis ha accumulato solo 2 vittorie a fine campionato, assicurandosi in tal modo la prima scelta assoluta.

Dopo l’avvicendarsi nel ruolo di GM dello storico Polian in favore di Grigson (scuola Philadelphia), è stata presa la difficile decisione di rilasciare Peyton Manning puntando al draft sul QB Andrew Luck, che all’unanimità viene considerato il miglior quaterback uscito dal college negli ultimi 15 anni.

Il fatto che il buon Luck riesca o meno a non deludere le enormi aspettative resta allo stato attuale una grande incognita, probabile però che impieghi qualche stagione per dimostrare tutto il suo valore, visto e considerato il taglio netto al passato che ha coinvolto l’intero coaching staff e la maggior parte del roster.

Il ruolo di head coach è stato assegnato a Chuck Pagano, che ha alle spalle una grande stagione come defensive coordinator niente di meno che con i Ravens; gli schemi che adotta Pagano richiedono però una parziale transizione dello schieramento 4-3 a quello 3-4, cosa che richiede tempo e, soprattutto, giocatori adatti.

Per il momento è stato deciso di focalizzare il draft e buona parte delle free agency sull’attacco, in modo da costruire attorno a Luck un sistema simile a quello di Stanford; da segnalare che il nuovo offensive coordinator sarà Arians, ex coach di Roethlisberger e compagni agli Steelers.

Senza nomi del calibro del centro Saturday, del TE Clark e del RB Addai, il nuovo QB si potrà comunque avvalere dei WR Wayne e Collie e delle nuovi acquisizioni (su tutti il centro Satele, il WR Avery e i rookies TEs Fleener e Allen).

In difesa si annoverano le acquisizioni di alcuni giocatori ben noti a Pagano (il NT Mc Kinney, il DE Redding, il FS Zbikowski), oltre alla trade del CB Vonta Davis dei Dolphins per una seconda scelta al prossimo draft.

 

 

AFC West

 

Denver Broncos

Ed eccoci subito a disquisire della squadra che si è accaparrata i servigi di Peyton Manning.

Dopo il divorzio con i Colts, Manning è stato da subito corteggiato da parecchie squadre, accasandosi in quel di Denver  con un contratto faraonico, circostanza che lascia intendere come i Broncos siano assolutamente convinti che l’ex QB di Indy abbia risolto i problemi di salute che l’avevano afflitto nel 2011.

La scelta dei Broncos non è stata clamorosa solo per il blasone di Manning, ma ha destato scalpore anche in ragione del  contemporaneo rilascio di Tim Tebow, quaterback che, pur con molte lacune come passatore puro, aveva comunque condotto la squadra ai playoff, sconfiggendo gli Steelers tra il giubilo generale per poi venir fermato della corazzata di New England.

Sia come sia, i Broncos si lanciano nella stagione 2012 carichi di speranze, forti di un attacco e una difesa che, almeno sulla carta, sembrano essere più forti di quelle dell’anno passato.

In attacco promette scintille l’accoppiata Peyton Manning-Demarius Thomas (senza dimenticare Decker), ma interessanti sono anche le nuove acquisizioni, a cominciare dal centro scelto al draft, Blake oltre che del WR Caldwell, dei TEs Tamme e Dreesen e del rookie RB Hillman.

La difesa vede l’avvicendarsi del coordinator Allen per Del Rio (l’ex coach di Jacksonville di cui si è detto più sopra) che dovrebbe riportare ad uno schieramento 4-3, con Dumervil nel ruolo di DE e Von Miller nel ruolo più naturale di LB; da annoverare anche importanti rinforzi tra le secondarie (il CB Porter e le safeties Leonhard e Adams); quanto alla cessione dell’ottimo DT Bunkley, i tifosi dei Broncos sperano che il buco sia colmato dal rookie Wolfe.

 

San Diego Chargers

I Chargers non sono riusciti a tener fede alle grandi aspettative che si avevano su di loro, non qualificandosi per il secondo anno di fila ai playoff.

Il primo a deludere le attese è stato il QB Rivers, passato in un anno dai numeri di elite quaterback a quelli di un buon passatore ma nulla più, con 20 intercetti sul groppone e un rating di 88.7

Cosa sia successo veramente è difficile dirlo, visto che sia il WR Vince Jackson che il TE Gates sono stati impiegati con una certa continuità. Di sicuro non ha aiutato una offensive line sempre più deficitaria, caratterizzata dagli infortuni del LT McNeill e della guardia Dielmann (entrambi ritiratesi a fine stagione), senza dimenticare le pessime prestazione dell’altro tackle, Clary.

L’inizio di questa stagione non promette bene, visto l’infortunio del LT Gaither, ma i Chargers confidano nelle acquisizioni dei WRs Meachem (arrivato al posto di Jackson) e Royal. Da valutare l’impatto della cessione del FB Tolbert, sostituito con l’ex fullback dei Ravens McClain, il quale dovrebbe dar man forte ad un Mathews alle prese con il recupero da un infortunio in preseason.

A livello difensivo preoccupano un po’ le performance in calo rispetto alla guida di coach Rivera; da vedere cosa sarà in grado di fare il fratello di Chuck Pagano, al suo primo anno da defensive coordinator in NFL.

Tra i nuovi arrivi, si annoverano i rookies Ingram (DE/OLB), Reyes (DT) e Taylor (SS), nonché il LB Johnson, ex Ravens.

 

Oakland Raiders

In quel di Oakland nella stagione 2011 è successo di tutto e di più, a cominciare dalla morte dello storico proprietario/manager della franchigia Al Davis. 2 giorni dopo la sua scomparsa i Raiders sono artefici di una prestazione memorabile in quel di Houston, per poi perdere per strada il QB Campbell e il RB McFadden.

Per sostituire Campbell viene contattata la dirigenza dei Bengals e tradato Palmer per altissime scelte nei prossimi draf;. schierato in fretta e furia in campo, l’ex QB di Cincinnati non è però riuscito a giocare in modo convincente, fallendo l’accesso ai playoff di un soffio.

Anno nuovo e vita nuova. Dopo decenni i Raiders si affidano ad un GM che non sia Al Davis, ingaggiando Reggie McKenzie direttamente dal front office dei Packers. Prima mossa del nuovo general manager è stata quella di rinnovare il coaching staff: via Hue Jackson, in prima linea per la trade di Palmer, e dentro Allen (ex defensive coordinator dei Broncos), unitamente a Knapp (ex QB coach dei Texans) e Tarver.

Le performance della squadra in attacco dipenderanno dalla voglia di riscatto dello stesso Palmer e allo stato di salute del RB McFadden, che agiranno dietro una linea privata del centro Satele ma rafforzata dalla guardia Brisiel, ex Texans pure lui.

La produttività della difesa resta un punto interrogativo, visto che hanno lasciato la baia alcuni giocatori importanti come il DE/OLB Wimbley e il CB Routt. La speranza è che l’ILB McClain giochi ad un buon livello e che i nuovi CBs Bartell e Spencer svolgano bene il loro compito.

 

Kansas City Chiefs

Dal primo all’ultimo posto in division in una sola stagione, prestazione su cui hanno pesato e non poco gli infortuni occorsi in preseason al TE Moeki, in week 1 allo SS Berry e in week 2 al RB Charles.

Gli infortuni spiegano molto ma non tutto; il resto è infatti da rintracciare nella stagione abbastanza deludente del QB Cassell (tra l’altro infortunatosi pure lui in week 11) e nelle performance sottotono del WR Bowe; altra cosa che non ha aiutato è stato l’avvicendarsi di Weir con Muir nel ruolo di offensive coordinator. Tutte scelte in qualche modo riconducibili a coach Haley, al quale è stato dato il benservito in corso di stagione, a favore del defensive coordinator Crennel.

Forte della stima dei suoi giocatori e di un Orton arrivato alla bisogna, Crennel è riuscito vincere 2 partite su 3, (infliggendo l’unica sconfitta in regular season ai Packers) guadagnandosi così il ruolo di head coach anche per la stagione 2012.

L’attacco, coordinato da Daboll (ex Browns e Dolphins) vedrà il ritorno di Cassel, Moeaki e Charles, che agiranno in collaborazione con una linea notevolmente rafforzata con l’arrivo del tackle di destra Winston, fuoriclasse dei Texans; oltre ad aprire varchi per Charles, l’offensive line lavorerà anche per Peyton Hillis, che vuole far dimenticare la pessima annata in quel di Cleveland.

In difesa permangono le incertezze nel ruolo di nose tackle (visto che la prima scelta al draft Poe lascia qualche perplessità sull’idoneità a far subito bene in NFL) e in generale nelle prestazioni contro le corse. Le secondarie, prive del CB Carr passato ai Cowboys, si avvarranno dell’innesto del CB Routt e del rientro di Berry.

 

Articolo di Davide_c

foto da cbssports.com