L’ULTIMO DEI NEURONI (BLU)
Ci sono partite che le capisci da un paio di drive. E già sai che non saranno una passeggiata, né per te, né per gli altri. Le peggiori per le coronarie degli spettatori.
Pensavo di aver già dato a sufficienza contro Tampa, e invece i miei amati hanno deciso di replicare a poche settimane di distanza, giusto per tenermi sul chi va là.
Ci sono partite che se le vinci malgrado la prestazione sottotono di chi è in cabina di regia, qualcosa vorrà pur dire. Non sono bene cosa, a pensarci bene, ma se è vero che una vittoria è sempre una vittoria, ciò non significa che sia sacrosanto adagiarsi sugli allori.
1) Sapevamo che questa partita era fondamentale, non tanto per la classifica in sé, quanto per la bilancia degli scontri divisionali che ci vedeva sotto con un rotondo 0-2, frutto dell’esordio in naftalina con i Cowboys e della replica cervellotica con gli Eagles. Perdere la terza sarebbe stato più che deleterio dato che, s’è già capito, la Scannatoio East Division si giocherà fino all’ultima giornata, come da tradizione. Missione compiuta, più o meno.
2) Diamo a Cesare quel che è di Fewell. Ho sparato ad alzo zero per sei partite contro la DL e in particolar modo contro i DE. Da due settimane i ‘signori’ hanno dismesso lo smoking per indossare una più consona tuta da operaio. E i risultati si sono visti. Anche questa settimana sono arrivati al bersaglio grosso (che di nome fa Re Guizzo III) Pierre-Paul, Umenyiora e, udite udite, anche Tuck, al primo sack stagionale. Era ora.
3) Nell’insieme le prime linee di difesa hanno patito molto quel furetto impressionante di Morris, l’ennesima prova che il draft non è una scienza esatta se un RB così si può pescare al sesto giro. I nostri LB hanno sofferto come bestie, unitamente alla DL [da registrare il ritorno di Canty e gli ottimi snap che sta mettendo in cantiere Khun, il tedeschino (ah, ah…)], ma in generale sono i problemi che incontreranno tutti contro un QB così. In certi down era lampante il dubbio dei nostri: mi butto dentro e gli do la caccia, o sto sulle mie che altrimenti parte e trova le praterie? Il risultato è che spesso RGIII aveva ore per lanciare, e per fortuna che da quel punto di vista ancora deve crescere e lo fanno lanciare poco, altrimenti…
4) Adoro vedere i giocatori incazzarsi. Segno buono. La prima (ripetuta) è stata di Wilson, che all’ennesimo “stai fermo lì” di Randle che gli impediva il ritorno, l’ha mandato a quel paese. Ma c’è anche da dire che il kicker sparava bello lontano e alto. Anche questo è un segno buono: dopo quel che ha fatto vedere nelle ultime partite iniziano a temerlo.
La seconda incazzatura (molto in stile Hollywood) è stata di Bradshaw, che per almeno dieci minuti ce l’ha avuta a morte con Cruz, Coughlin, il turf e l’ultima cheerleader a sinistra. Il motivo? Aveva trovato un buco, ci si era infilato, Hynoski aveva spianato il LB giallorosso e lui aveva un’autostrada fino all’endzone, tranne che per una SS che è stata libera di fermarlo dato che Cruz, proprio tra i due, aveva pensato bene di scansarsi senza bloccarla. Sarebbe stato un TD in cassaforte e, per come poi è evoluta la partita, avrebbe fatto tutta la differenza del mondo per la mia scorta di Tavor.
5) Vogliamo parlare di Eli? E parliamone. Qua non si fanno sconti. In altre squadre la sua prestazione sarebbe vista come un toccasana, ma da queste parti no. Impreciso, distante, poco reattivo… Ho visto palloni lanciati fuori bersaglio e non di poco (in endzone su Cruz completamente smarcato, per esempio, altro TD buttato al vento, e due…). Anche qua è bastato poco per capire che partita sarebbe stata, già al primo pallone recapitato alle ortiche. In giornate così sappiamo che può fare tutto e il contrario di tutto. Infatti sono arrivati due intercetti tutti farina del suo sacco. Paradossalmente il rientro di Nicks lo ha penalizzato; ritrovando il suo bersaglio preferito si è perso, non ha distribuito, rischiando e forzando. E ualà.
6) Abbiamo finito con Eli? Naaa… Informiamo i signori lettori che possono indossare gli occhiali 3D: snap, alza la testa, tutti i WR sono chiusi, la OL si apre e il piccolo di Manning House si getta come il più temerario dei pistoleri nel pieno dell’accampamento indiano, correndo per 7 yds e chiudendo il down malgrado frecce, polverone e mandrie impazzite. E il tutto (so che è dura crederci) senza perdere la palla, inciampare, distrarsi per il passaggio di una beccaccia o ripensare ai bei tempi andati quando non era nessuno e tutti lo lasciavano in pace.
Restituire gli occhiali all’uscita, grazie.
7) Al di là della Eli Saga, l’attacco non mi è piaciuto. Quel che le corse avevano mostrato nelle precedenti uscite, ieri se lo sono rimangiato con gli interessi. Bradshaw ha macinato yds più con gli screen che sul terreno, Brown si è visto verso la fine e Wilson non è pervenuto, impegnato nelle sue diatribe con Randle. Due TD sono venuti su corsa solo perché eravamo lì, a un soffio dalla endzone, e non era consigliabile mettere la palla in aria. Insomma, affrontavamo una delle peggiori secondarie della Lega e abbiamo rischiato poco (rischiando alla fine tantissimo), quasi mai esplorato la profondità e puntato più nel mezzo a corto raggio. Tranne poi quando, costretti a velocizzare alla fine del primo tempo e alla fine del secondo, si completava che era una bellezza (e non dimentichiamo che la nostra OL ha concesso solo un sack nelle ultime quattro partite). Abbiamo un punto di forza e facciamo fatica a sfruttarlo (se per scelta o incapacità non s’è capito), come se almeno all’inizio di ogni partita volessimo puntare sul Blood&Ground ignorando altre potenzialità, che abbiamo in abbondanza.
8) Questa volta sono indeciso a chi far fare il monumento a Times Square. Da un lato mi ha entusiasmato Bennett (dopo un paio di partite tenuto nell’ovatta), sempre pronto, voglioso, combattivo e quando poi prende ogni cosa che vola dalle sue parti non si può che essere felici dell’investimento fatto, anche se alla fine è mancata soltanto la ciliegina di un TD. Ma non si può avere tutto.
Ma il cuore mi spinge, al di là dei meriti, verso il salsero, la scheggia impazzita che sì, avrà fatto perdere un TD a Bradshaw, ma quando finalmente s’è visto un pallone sparato in profondità, lui era lì, presa perfetta su lancio millimetrico e via, 80 yds mangiate in scioltezza che hanno ammutolito i festeggiamenti ancora caldi nel tepee dei capitolini. Cruz, mio Cruz, finché le croci spetteranno agli altri, il monumento sarà sempre tuo.
9) Quel che è emerso in casa Washington è che trattasi di squadra coi controcosi. A mio modo di vedere manca poco per farla diventare un team contender. RGIII, se continuerà a crescere, dimostra sempre più di avere la stoffa del N.1, e se il reparto WR verrà rinforzato, oltre alla OL e qualcosa in difesa, tutti suderanno le proverbiali sette camicie contro di loro. In particolar modo quel che mi piace di loro è l’intensità con cui giocano ogni down, qualità rara. Quando si cambia QB è sempre l’anno zero per una squadra, quindi l’appuntamento vero sarà per il prossimo anno, a meno che non abbiano voglia di continuare a stupire in questa stagione, cosa che non do per scontata.
10) Per l’Angolo del Destino oggi scelgo il rookie Hosley, CB di belle speranze ma che ieri ha dovuto ingoiare un po’ di bile. Quando si incontra Washington c’è una cosa da ricordare: Santana Moss gioca lì. Lo dico perché è un giocatore ambiguo, sfuggente… Non lo vedi per ampi tratti di partita e poi lo trovi a festeggiare in endzone senza sapere come c’è arrivato. Ieri RGIII gli ha lanciato due palloni, due TD. Amen. Sul secondo Fewell aveva messo Hosley in copertura, il ragazzino perde un passo e Moss il vecchietto è già andato. Riamen. Espressione abbattuta di Hosley in panca, ma sono cose che capitano e poco male, se non fosse che quel TD rischiava seriamente di farci perdere la partita dato che è arrivato a uno sputo dal suono del gong.
Perché il Destino? Perché ti dà sempre una seconda possibilità. RGIII si fa ingolosire dal triplete col terzo lancio su Moss. Fumble, e indovinate un po’ chi lo copre? Triamen.
È fuori di dubbio che i molteplici errori hanno condizionato la partita, ma alla fine Washington ha pagato il dazio superiore. È inconcepibile però avere di fronte una squadra con cinque TO e dover vincere di quattro punti all’ultimo secondo. La prestazione è stata opaca e occorre di più se si vuole provare a vincere la division. L’aspetto positivo è che se si vincono partite così vuol dire che la squadra c’è, soprattutto a livello mentale. Reagire, lottare e lasciarsi le idiozie alle spalle è buono. Muovere la classifica pure.
E alla prossima sarà da ripescare pure la tenda a ossigeno perché il Tavor l’ho finito. Dopo i Redskins andremo a far visita ai Cowboys, e a dire il vero questo Selvaggio West comincia a starmi sulle balle.