Una squadra in continua crescita

Dall’inizio della stagione con l’amico Rocco “Roch” Rainieri stiamo facendo un giochino che consiste nel cercare di capire dove Coach Philbin ed il suo staff devono intervenire di settimana in settimana per migliorare la squadra. In sostanza cosa vorremmo vedere migliorato dopo la partita precedente.
Vi assicuro che non abbiamo ancora sbagliato un colpo e i nostri desideri/previsioni si sono sempre avverati.

Anche in questa week 8 che ha visto i Dolphins imporsi autorevolmente al Met-Life Stadium di New York col punteggio di 30-9 ciò che avremmo voluto vedere (e cioè che la squadra riuscisse a chiudere le partite nelle quali si trova in vantaggio senza far rientrare in gara gli avversari) è successo.
Sì perchè questa squadra aveva un difetto evidente: ogni volta che si trovava in vantaggio di un paio di segnature si addormentava e invece che “uccidere” l’avversario a terra lo lasciava rientrare a volte riuscendo a portare a casa la vittoria lo stesso (Cincinnati e St. Louis) a volte perdendo (Jets all’andata e Arizona).
Il problema era sicuramente mentale. Dopo anni di “braccino corto” Sparano l'”andare per la giugulare” a Miami non esisteva più nemmeno come detto.

Ma, ci chiedevamo, come farà Coach Philbin a far capire alla squadra che non esiste accontentarsi ma che si deve far di tutto per tentare di prendere il largo col punteggio?
Un on-side kick nel primo quarto dopo aver segnato il field goal del 3-0!
“Un pazzo, lo adoro” ho esclamato prima ancora di vedere che la palla l’avevamo riconquistata.
E come per dar ragione al detto “la fortuna aiuta gli audaci” dopo aver “puntato” 3 snap dopo la difesa ha fermato i Jets e lo Special Team ha bloccato il punt Newyorkese con Wilson, riportandolo in Touchdown con il sempre più incisivo rookie Vernon da The U.
Incredibile eh? appena un Coach mostra le palle queste crescono improvvisamente a tutta la squadra che capisce che il modo per vincere è crederci sempre e comunque.
Un bravo ancora una volta a Philbin che si dimostra un Coach di assoluto livello e uno psicologo se possibile ancor migliore.

Nel primo quarto si infortuna Ryan Tannehill, il Quarterback rookie, ed ecco che sorge spontanea un altra considerazione: “se siamo o stiamo almeno per diventare una grande squadra non subiremo il contraccolpo psicologico. Se il sistema funziona continuerà a funzionare anche con Matt Moore che tra l’altro proprio scarso non è”.
Detto fatto: il ragazzone fa una partita egregia (11/19, 131 yards, 1 TD) che senza un paio di drop e un evidente errore arbitrale su una fantomatica uscita dal campo di Bess post ricezione avrebbe potuto essere PERFETTA.

Altro miracolo di Philbin: la squadra non ha vacillato nemmeno un istante dopo l’uscita del suo Leader d’attacco. Anzi, consapevole dei propri mezzi ha aumentato la voglia e la forza dominando gli avversari in tutte le fasi del gioco, soprattutto in difesa e con gli ST, per tutto il primo tempodurante il quale la difesa concede un solo buon drive a Sanchez, alla fine del secondo quarto, ma ci pensa lo ST bloccando il FG a mantenere a zero lo score dei padroni di casa. Miami chiude la prima parte in vantaggio per 20-0.
Nel secondo tempo le cose non cambiano e la partita, mai in discussione, finisce 30-9.

La gioia, tra l’altro immensa, non viene tanto dalla vittoria, ma soprattutto da come è stata raggiunta. Andare a New York contro la squadra da sempre “nemica” e dominare in lungo e in largo è sintomatico di quanto la squadra sia cresciuta e continui a crescere sotto Philbin.

Il desiderio per week 9? Giocare ancora con questa intensità per continuare a sperare in una post season in cui pochi, forse solo il Coaching Staff, credeva prima di week 1.
Ora hanno cominciato a crederci anche i giocatori e probabilmente ne vedremo delle belle.

Go PhinZ!