Un bagno di umiltà
Oggi tocca analizzare una sconfitta nella partita che poteva lanciarci definitivamente nella corsa ai playoffs, ma anche se brucia e porta con se molta delusione, la verità è che se pensiamo al fatto di essere una squadra in costruzione che manca ancora di diversi pezzi, soprattutto un alpha WR, un CB e, duole dirlo ma a questo punto tocca ammetterlo, un Left Tackle, il record di 4-4 finora raggiunto ha dell’incredibile.
Un Left Tackle dicevo, sì perchè Long è solo il lontano parente del playmacker draftato pochi anni fa con la prima assoluta e ieri, ce ne fosse stato bisogno, ne ha dato prova lampante facendosi bucare spesso da Freeney e soci e togliendo di conseguenza sicurezza a Ryan Tannehill (tra l’altro in campo infortunato) che alla fine cercava di liberarsi del pallone rapidamente per evitare di prendere ancora colpi dal lato cieco.
Io mi chiedo se non sia il caso di valutare Martin a Left Tackle spostando Long dall’altra parte. In questo modo potremmo capire se nel prossimo draft potremmo andare a prendere un Right Tackle con una seconda o terza o se dovremo dare la caccia ad un LT con la prima.
La differenza tra Colts e Dolphins? Un Left Tackle, appunto, e un Ricevitore. Del resto metti o togli ad un attacco queste 2 componenti e hai fatto tutta la differenza del mondo.
Veniamo al running game. Capisco che la West Coast Offense preveda che si debba stabilizzare i passaggi prima di tutto ma quando ti manca un WR forte devi anche affidarti alle corse che nelle ultime partite hanno subito un’involuzione incredibile. Bush stesso, a parte qualche sporadica grande giocata come quella che ha portato al touchdown di ieri, non incide più; balla prima della line of scrimmage invece di colpire velocemente il buco e casomai utilizzare finte e tagli in campo aperto. Se solo avessimo un runner con i primi passi di Thomas e le capacità di Bush in campo aperto… ma, aspettate… CE L’ABBIAMO!!! Si chiama Lamar Miller ed è ora che Philbin lo metta in campo!!! Capisco che il nostro HC è un perfezionista (tanto da fare il discorso post partita al team con l’ausilio di bigliettini…) e che in campo ci faccia andare solo chi è pronto al 100%, ma il ragazzo una possibilità la merita e speriamo che già contro i Titans gliela voglia dare.
Il passing game ha luci e ombre. Tolti Hartline (grande prova ieri), Bess (strepitoso come sempre) e Fasano (ieri un po’ dimenticato), RT non ha bersagli. Gaffney alterna buone giocate a drop assurdi, Moore non viene inglobato nel gioco come meriterebbe (ieri decisivo negli ST con un bellissimo placcaggio nelle 15 di Indy). Da sottolineare il bellissimo TD di Clay, poi dimenticato incompresibilmente da Sherman. Insomma come già detto serve assolutamente un Ricevitore che diventi catalizzatore delle attenzioni della difesa, cosa che permetterebbe a Harline, Bess, Fasano e Clay di diventare ancor più decisivi.
Detto questo, bisogna anche guardare la sconfitta dal punto di vista difensivo.
Coyle ieri ci ha capito poco, e poco è stato aiutato da uno Smith svogliato e fuori fase che proprio nella zone defense non sa giocare.
Tutte queste prevent con solo 3 giocatori, a volte 4 a cercare di mettere le mani addosso a Luck hanno prodotto l’effetto devastante di subire 433 yards su passaggio ed è un peccato perchè le due volte che Luck è stato “sackato” ne son venuti fuori un fumble (recuperato dai Colts con perdita di una ventina di yards) e un 3’n out (diventato miracolosamente un completo con gli arbitri che non hanno visto il ginocchio di Luck a terra prima del lancio).
Se avete notato, verso la fine del primo tempo, Philbin dopo aver visto che sull’ennesimo terzo e lungo avevamo in campo un’altra volta la prevent ha chiamato un TO ed acceso la radio. Probabilmente si è messo in comunicazione col suo DC e gli ha detto di blitzare. Detto fatto e quella è stata una delle poche volte che abbiamo fermato Luck & soci…
La verità è che un Quarterback del genere o lo pressi costantemente per tutto il match o, se lo fai ragionare dandogli il tempo di guardare il campo l’uomo te lo trova e le numerosissime chiusure di terzo down, addirittura 6 su 6 in quelle da 10+ yards, ne sono la prova.
Se solo tentiamo di giocare così contro Brady di yards ne prendiamo 800.
Veniamo ad una componente di cui odio parlare perchè il discuterne lo ritengo adatto solo ai calciofili della peggior specie (e cioè tutti), ma a questo punto è doveroso: i Referee, gli arbitri.
Premetto che la sconfitta è giusta e che i Colts hanno meritato di vincere, ma anche ieri come in tutto il resto della stagione si è subito parecchio. Oltre il già citato sack non visto abbiamo diversi holding non chiamati (uno su Wake nel 4° quarto all’interno della EZ avversaria incredibile) e un fantomatico holding contro Moore nel ritorno di Thigpen da 50 yards nel drive finale che ci ha visto partire dalle 15 invece che da metà campo.
Io spero che questa moda finisca perchè se, come è vero, si può sbagliare in diretta, quest’anno ci sono state rivoltate contro anche decisioni dopo aver visto il replay e la cosa ha dell’incredibile.
Stop, chiusa parentesi.
Insomma, nonostante la sconfitta restiamo in corsa, anche se i risultati di ieri non ci aiutano, ma c’è da lavorare. E non vorrei che questo trovarsi a lottare per i PO abbia portato alcuni giocatori lontano da quello che è lo scopo di quest’anno: assimilare le idee di Philbin-Coyle e Sherman, lavorando duro per diventare, nel prossimo futuro, una squadra che nella post season ci arriva costantemente.
Spero che questa sconfitta sia il bagno di umiltà che serviva ad alcuni del roster che dopo le 3 vittorie consecutive contro Rams, Bengals e Jets hanno iniziato a credersi invincibili.
Questa squadra è under construction e manca ancora di alcuni pezzi fondamentali. Questo grazie a prestazioni fatte di sudore, sangue e cocones era passato in secondo piano, ma è puntualmente rispuntato fuori la prima volta che abbiamo giocato con sufficienza..
Se conosco Philbin è probabile che questo non accadrà più.
Il dover per forza lottare per i PO, vincendo ieri, ci avrebbe portato lontano da quello che è il vero scopo della stagione: sviluppare giocatori come Miller, Tannehill, Martin, R. Jones, Smith, Misi, Odrick, ecc… e ci avrebbe obbligato a giocare solo con i migliori. Invece il migliorare i giovani serve e servirà per le stagioni a venire. E’ la solita vecchia storia dell’uovo oggi o della gallina domani.
A volte le cose accadono per un motivo e se, come è vero, non siamo pronti ad affrontare una post season oggi è meglio dirigere gli sforzi a ciò che è più utile: diventare contender fissi nei prossimi 10 anni o più.