Stagione 1991

La passata stagione si è chiusa con una serie di articoli pubblicati da alcuni giornali importanti nei mesi di novembre e dicembre che hanno ripreso una lettera aperta di Palumbo, il nuovo presidente dei Gladiatori; la missiva denunciava una situazione al limite del ridicolo: la vicenda Gladio, quella vera, ha gettato riflessi negativi sul team romano e ha fatto scappare a gambe levate, causa…assonanza, i principali sponsor!

Articoli di tutti i generi, a volte “assemblati” da giornalisti a digiuno di football, con una girandola di note colorate: pacchi di milioni, di praticanti, di architetti e scaricatori di porto, campionati intercontinentali in allestimento, società americane pronte a sbarcare sul Tevere…

I titoli poi, di più.

Con i piedi per terra, il team paga l’iscrizione al campionato mentre è alla ricerca di nuovi sponsor.

Alla fine di gennaio arrivano le chiamate della Nazionale, 5 passano per Roma: Romano Cinelli, Francesco Cappannoli, Roberto Cestari, Francesco Evangelisti e l’head coach Mike Ernst che si occuperà dell’attacco.

I Gladiatori disputano una regular season con buoni risultati: 6 vittorie, 3 sconfitte e passaggio ai playoff.

La partita contro gli Angels, alla seconda giornata, si chiude con un’altra affermazione del team capitolino; sugli scudi Cinelli, autore di 3 TDs al galoppo.

La primavera è gradevole e porta un’altra vittoria di prestigio contro la squadra bolognese che in questa stagione ha il nickname Rebels: 35 a 26 con il contributo  significativo del “solito” Cinelli.

I Gladiatori, che hanno tagliato il QB americano, sono scesi in campo con Massimiliano Fierli; sulla sideline è riconoscibile il direttore sportivo. Il suo nome? Marcello Loprencipe.

A maggio tocca ai Chiefs, sconfitti di misura per 22-21; nel corso della partita esordisce l’americano Macklin. Il 3 giugno arriva una sofferta e coraggiosa vittoria nella trasferta di Padova; i Gladiatori sotto 21 a 41 all’inizio dell’ultimo quarto, passano avanti grazie ai pass di Macklin e alle prese di Fristachi (due volte) e Davis.

La vigilia della post season è complicata dai veri problemi del football italiano: campi da gioco decenti e sponsor in grado di coprire i costi principali: i Gladiatori devono giocare le partite in casa a Ostia (i campi cittadini, gestiti dal CONI e affidati alle società di rugby, sono off-limits per i ragazzi dello sport più bello del mondo) e quando vanno in trasferta devono muoversi con un blitz, andata e ritorno senza sosta in albergo. Tempi duri e contributi modesti…

Fuori nei quarti contro i Phoenix San Lazzaro per 27-32.