Bill Belichick e la Patriots Way

L’inizio di una favola.
Parlare di Bill Belichick è sempre difficile, dato il personaggio, schivo, ermetico, amato dalla nazione patriota ma odiato dalla stampa (perché non concede nessuna notizia o scoop).
E’ amato dai suoi giocatori e ama circondarsi di coach di cui si fida ciecamente e che condividono la sua filosofia.
Ha scovato giocatori e coach adatti al suo “sistema” anche se da qualcuno di questi, come Eric Mangini, ha ricevuto delusioni.

Nato a Nashville nel Tennessee, ha trascorso la sua infanzia ad Annapolis nel Maryland, dove il padre Steve, ex giocatore dei Detroit Lions, allenava come coach alla Navy Academy.
Qui si laurea e gioca a football (come linebacker) e a lacrosse (che definisce il suo sport preferito) nel quale vince un titolo con i Boston Cannons.
Belichick successivamente frequenta la Wesleyan University di Middletown nel Connecticut dove giocato centro e tight end.
Consegue il diploma nel 1975, in economia, e entra nella Hall of Fame dell’università nel 2011.

Inizia, per 25 dollari alla settimana, nei Baltimora Colts sotto Ted Marchibroda, allenando gli special Team e i wide Receveirs; il suo peregrinare poi lo porta a Detroit, Denver e New york (sponda Giants) come assistente di Ray Perkins (coach degli Special team e della difesa). Come coach dei Linebacker allenò il grande Lawrence Taylor su incarico di Bill Parcells, che aveva sostituito Perkins nel 1983. Con i  Giants vinse i Super Bowl del 1986 e 1990.
Il suo Defensive Plan, messo in atto nel superbowl XXV contro i Buffalo Bills e vinto 20-19, ha avuto l’onore di essere esposto alla Pro football Hall of Fame.

Nel periodo 1991-1995 diviene HC a Cleveland, dove raggiunge un record di 36-44; nel 1994 riesce ad arrivare anche al Championship, battendo nel divisional proprio i Patriots di Parcells, (e quella fu l’ultima apparizione dei Browns ai Playoff) ma è proprio qui che fa le prove generali della sua filosofia di gioco e acquisisce quell’esperienza che gli tornerà preziosa nel suo periodo a Boston.

A Cleveland conosce Scott O’Brien, attuale coach degli Special Teams, installa il suo sistema di scouting ispirandosi a Gil Brandt dei dallas Cowboys (uno tra i migliori scout della NFL, licenziato in quel periodo da Jerry Jones); da Murray State ingaggia come scout Scott Pioli, che nel 2000 rifiuterà diventare general Manager dei San Francisco 49ers per seguirlo ai Patriots come  atto di gratitudine per averlo ingaggiato anni prima da un oscuro college.
Tra gli uomini scelti da Belichick ricordiamo Don Anile, Ron Maciniak e Ernie Plan oltre a Ozzie Newsome, attuale GM dei Baltimora Ravens vincitori dell’ultimo superbowl, e Jim Schwartz coach dei Detroit Lions.

Nel 1996 raggiunge Bill Parcells a Boston, ai Patriots di Robert Kraft che nel 1993 aveva comprato la franchigia.
Arriva al Superbowl di New Orleans (città del Destino) dove subisce una sconfitta per mano dei Green Bay Packers di Brett Favre (il cui backup è quel Jim Mcmahon che 11 anni prima aveva distrutto con un 46-10 proprio i Pats di Tony Eason, primo QB ad essere sostituito in un superbowl a causa della pessima prestazione).

Ma la cosa che i tifosi patrioti non dimenticarono, fu che Parcells non fece ritorno a Boston, ma prese la strada di New York, dove ricevette l’incarico di HC dei Jets.
Nella grande mela si portò tutto il coaching staff (non senza discussioni e cause legali tra le 2 franchigie, cause che costrinsero i Jets a concedere una prima scelta per risarcire i Patriots).

Questo episodio dette il via alla rivalità fra Patriots e Jets e Kraft se la legò al dito e per molto tempo, evitando di rivolgere la parola a Parcells, pur apprezzandone le idee in materia di gestione della squadra e filosofia di gioco.

Nel 2000 Bill Belichick venne nominato, su consiglio del suo mentore, come HC dei Jets; ma proprio nella conferenza stampa di presentazione, Belichick estrasse un tovagliolo dove aveva scritto le sue dimissioni; lesse tra lo stupore generale la seguente frase: ”MI DIMETTO DA HEAD COACH DEI JETS”.

Parcells come è logico se la prese a male, accusando BB di avere già in mano un accordo economico con i Patriots.

Belichick respinse l’accusa, ma la verità stava nel mezzo: Kraft gli promise carta bianca nella gestione del team e questo bastò a Belichick per convincersi a scegliere Boston.

A tutt’oggi solo lui, Mike Shanahan dei Resdkins e Pete Carroll dei Seahawks possono vantare il totale controllo delle loro squadre.

Di ciò che accadde in seguito, la favola del “Team of the Decade”, ci occuperemo in un prossimo articolo analizzando il sistema ERHARDT-PERKINS.