Indianapolis Colts: linee guida per l’offseason 2013

Come noto, il post Peyton Manning per gli Indianapolis Colts ha subito 2 direttrici ben precise.

La prima fa capo alla selezione del fenomenale QB Andrew Luck con la prima scelta assoluta del draft 2012, la seconda è invece da ricondursi al passaggio della difesa dal tradizionale modulo 4-3 al più in voga modulo 3-4.

Per quanto riguarda la fase offensiva, il primo anno di Luck ha già lasciato ottime impressioni, visto e considerato come il giovane prospetto di Stanford ha saputo condurre la propria squadra ai playoff nella sua prima stagione tra i pro, infrangendo tra l’altro il record di passing yards per un rookie. L’aspetto più sorprendente di tutto ciò è che Luck ha saputo raggiungere questi traguardi con un sistema di gioco radicalmente diverso da quello messo in atto al college. L’offensive coordinator Bruce Arians infatti ha implementato ai Colts il suo classico stile di gioco conosciuto come “vertical offence”, che implica un utilizzo intensivo dei lanci lunghi con conseguente maggior durata del tempo tra snap e lancio (il chè ha contribuito ad aumentare il numero di sack concessi da una linea offensiva già di suo non irresistibile).

La transizione verso il nuovo modulo difensivo è stata molto più problematica, per diversi fattori. Riassumendo, si deve tener presente di quanto segue:

  • l’importante ruolo di nose tackle è stato di fatto occupato dal solo Antonio Johnson, visto gli infortuni che hanno colpito gli uomini deputati a ricoprire tale ruolo, ossia McKinnie (arrivato nella passata free agency dai Ravens) e Chapman (rookie di Alabama scelto al quarto giro dello scorso draft);
  • gli altri componenti della linea difensiva non hanno performato a dovere (in particolar modo ha un po’ deluso Redding, proveniente anche lui dai Ravens);
  • non ha pagato la scelta di utilizzare in fase di pass rush i Defensive End dell’anno precedente (Freeney e Mathis), perchè come prevedibile non si sono adattati appieno al nuovo ruolo di OLB. Oltre a ciò dev’essere considerata la mancata esplosione di Hughes, scelto al primo giro del draft di 2 anni prima;
  • la scarsa pressione verso il QB avversario ha messo in difficoltà il reparto secondarie, in cui hanno deluso soprattutto i cornerbacks. Powers è stato subito vittima di infortunio mentre Vontae Davis, strappato dai Dolphins al costo di una seconda scelta al prossimo draft, dopo un avvio disastroso e problemi fisici ha però chiuso la stagione in crescita.

 

Quanto detto è necessaria premessa che serve a introdurre la presente offseason.

Prima di porre in essere le dovute considerazioni per le mosse della free agency, in cui le squadre tentano di mettere sotto contratto i giocatori in scadenza “legale” presso le altre franchigie, è fondamentale evidenziare il cambio della guardia nel ruolo di offensive coordinator. Fuori Arians, che ha capitalizzato l’ottima annata accettando l’offerta di head coach ai Cardinals, si è deciso di puntare sull’ex OC di Luck ai tempi del college, ingaggiando Pep Hamilton.

Questa scelta avrà delle prevedibili ricadute sul sistema di gioco che vedremo il prossimo anno, poiché la filosofia di Hamilton è diametralmente opposta a quella di Arians, essendo basata su un uso intensivo delle corse e passaggi brevi, con maggior enfasi sulle play actions.

Se da un lato ciò da maggiori garanzie sulle performance di Luck, dall’altro suscita diverse perplessità visto che il sistema descritto comporta necessariamente la presenza di uomini di linea capaci di bloccare per i giochi di corsa, oltre a un running back affidabile.

 

Detto ciò è evidente che le maggiori “need” della squadra alle soglie della free agency erano le seguenti:

  • offensive guards
  • nose tackle
  • outside linebackers
  • defensive ends

 

Ad un secondo livello potremmo annoverare le seguenti “need”:

  • running backs
  • wide receivers
  • cornerbacks

 

Queste e altre need dovranno essere colmate, con mosse mirate nella free agency o al prossimo draft.

Considerata la fase di piena ricostruzione dei Colts, è auspicabile che le scelte effettuate si rivelino all’altezza già in questa offseason, anche se obiettivamente sembra più corretto attendersi un tempo più lungo per mettere a “regime” la squadra.

Fondamentale in questo senso sarà l’abilità del GM Grigson di individuare buoni giocatori adatti a coprire le principali lacune.