And the Dolphins select…
..no calma, riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio.
L’inizio è, da anni, il fatto di avere Brady Tom, QB dei New England Patriots, nella stessa division e doverlo affrontare 2 volte all’anno e battere almeno una per sperare di approdare ai playoffs.
Ma questa è solo una parte della premessa, anche se fondametale.
Un’altra parte è che Philbin, il nostro Head Coach, vuole costruire una squadra vincente negli anni e diventare la lepre della AFC East imponendo un gioco d’attacco spettacolare sì, ma anche, e forse soprattutto, concreto.
L’ultima e obbligatoria parte della premessa la possiamo spiegare facilmente con un “taglio al passato”.
Via i giocatori della gestione Sparano, giocatori bravi sì, ma abituati alla sconfitta.
Assurdo? No. Come ci si abitua a vincere, ci si abiutua a perdere e Philbin vuole players vincenti, lo è lui e lo deve essere la sua squadra.
Il Coach ha mal digerito le sconfitte dello scorso anno, molte delle quali arrivate dopo partite giocate punto a punto e sono proprio quelli i matches che fanno la differenza tra andare in post-season o guardare i playoffs comodamente seduti su di un divano.
Ecco perchè abbiamo assistito ad una offseason così aggressiva, giocata interamente d’anticipo anche sugli analisti che per la prima volta dopo anni non erano mai, se non per l’acquisizione di Speedy Gonzales Wallace, un passo avanti rispetto al nostro Front Office.
La prima parte del piano era quella di rinforzare l’attacco aereo per sfruttare al massimo la West Coast Offense, ovvero l’offense che coach Philbin e Coach Sherman hanno iniziato ad introdurre a Miami lo scorso anno.
New England soffre le squadre che lanciano, magari non ci perde spesso ma le soffre. E molto. Senza scordarci che oramai la NFL è una lega pass oriented.
Ecco che nel periodo della Free Agency sono arrivati 2 Wide Receivers (Mike Wallace da Pittsburgh e Brandon Gibson da St. Louis) ed un TE (Dustin Keller, ex New York Jets).
Ovviamente non basta di certo l’attacco per battere determinate franchigie, serve anche una difesa molto veloce, molto tecnica e super-aggressiva ed ecco che, sempre in FA, sono stati sostituiti I 2/3 dei Linebacker titolari (fuori Dansby/Burnett e dentro Ellerbe da Baltimore e Wheeler da Oakland) ed è stato fatto dimagrire Odrick (prima scelta di 2 anni fa) per farlo rendere al meglio come DE opposto a Cameron “Beast” Wake.
Tutto sommato sembrava che mancassero solo un Offensive Tackle e un Cornerback (nonostante l’ottimo affare Brent Grimes da Atlanta) per rendere la squadra competitiva e magari anche un TE da piazzare opposto a Keller in una eventuale 2-TEs set, dopo la partenza di Fasano per Kansas City e la delusione rappresentata dal rookie Egnew durante tutta la scorsa stagione.
Tutti gli esperti, infatti, nei loro Mock Draft prevedevano una di queste situazioni: chi pronosticava una trade-up, grazie anche alle 2 seconde scelte previste a tabellone, per arrivare all’OT da Oklahoma Lane Johnson, chi ci dava una trade-up per il CB Millner da Alabama, chi vedeva nel TE Eifert la logica scelta alla 12, chi pensava addirittura ad una trade-down, magari per prendere il FS Vaccaro da Texas ed aggiungere una ulteriore scelta al secondo giro.
Invece no, Ireland ha sorpreso tutti selezionando…
…no, non ancora. Prima dobbiamo parlare di questo draft dall’ottica di Philbin.
Draft orizzontale. Come? Cosa? Nulla di più semplice.
Immaginatevi uno schema con I ruoli in ordine di importanza (o di need, bisogno) orizzontalmente e I giri di scelta verticalmente.
Nei riquadri che nascono dagli incroci vengono messi I nomi. Quindi, per esempio, la need 1 è l’OT e nel primo riquadro sotto vengono scritti I nomi che meritano la prima scelta, nel secondo I nomi che potrebbero essere selezionati durante il secondo giro e via dicendo.
Evidentemente l’ordine di importanza per Philbin e Ireland erano OT e DE (come primi 2 ruoli, li altri li capiremo andando avanti col Draft ma a mio parere saranno proprio CB, FS, TE, OG, LB, K).
Ovviamente, col senno di poi, i nomi da primo giro per quanto riguarda gli OT erano solo 2 (andati con la prima e la seconda assolute e cioè Eric Fisher da Central Michigan e Luke Joeckel da Texas A&M). Lane Johnson non rientrava tra questi.
Tolti I 2 nomi si passa alla casella (incrocio ruolo/nomi meritevoli del 1° turno) dei DE ed il primo nome presente era libero alla 3.
Risultato? Trade up, nella quale abbiamo dato la nostra seconda scelta più alta ai Raiders arrivando alla terza assoluta e, ora sì,
“With the first pick of the 2013 NFL draft, the Miami Dolphins select: DION JORDAN, DE Oregon”.
Un giocatore che può fare tutta la differenza del mondo in fase di pass rush.
Ovviamente sarà, come sempre, il campo a decidere se questa mossa pagherà I dividendi sperati, ma di fatto con così tanti “rushatori” in campo Tom Brady è avvisato.
GO PHINZ!