IN UN SORSO DI DRAFT
Il draft non è una scienza esatta. Anzi.
Quindi non perderò tempo a parlare di numeri, statistiche e prestazioni universitarie dei rookies. Basta guardare su Youtube per scoprire che sono tutti, ma proprio tutti, dei fenomeni, anche quelli non scelti. Poi molti di loro scoprono che l’NFL è un’altra cosa e, ahimé, pure i tifosi.
Ubuntiano sta facendo un ottimo lavoro nel farveli conoscere uno a uno, quindi mi limiterò a qualche considerazione sparsa, e soprattutto a mente fredda perché durante il draft i marpioni sanno benissimo che è facile gasarsi, come deprimersi. Meglio aspettare e, anche se molti lì per lì hanno storto la bocca, ritengo che le scelte abbiano una loro logica.
Partiamo da una considerazione semplice e sotto gli occhi di tutti: quest’anno non c’erano fenomeni da prendere, nessuno si è svenato per salire di posizione e, nei ruoli chiave che fanno spettacolo, almeno a dar retta agli analisti c’era materiale buono ma nulla più. Insomma, i Luck, RGIII, Richardson, Blackmon e & C. dello scorso anno ce li potevamo sognare (come poi confermato dalle scelte). Al contrario abbondavano gli uomini di linea sia offensiva che difensiva e lì molti hanno pescato, Giants compresi. Noi tifosi sapevamo bene come le esigenze primarie fossero un OL, un LB e un CB, almeno nei primi giri. Il primo perché la linea offensiva sta invecchiando, i secondi perché lo scorso anno quelli sono stati i ruoli più problematici.
Per primo è arrivato Justin Pugh, un RT eclettico che può ricoprire più posizioni in OL. Bene, quel che serviva, e in più si è aggiunto Eric Herman, OG, al settimo giro. Due giocatori su sette per un reparto che ha molti elementi oltre i 30 anni e un paio in scadenza il prossimo anno.
Il tifoso adesso si aspettava un bel LB da piazzare là dove il buco negli anni è diventato una voragine, soprattutto dopo la scorsa stagione (che definire infelice è dir poco) e alla quale si sono aggiunti gli addii di Blackburn e Boley in postseason. Sarebbe stato bello, e invece ci siamo visti recapitare Johnathan Hankins, DT di belle speranze. Ora, la DL ha subito due perdite gravi: Canty e Bernard, perdite ottimamente rimpiazzate con Jenkins, Patterson e la conferma di Rogers. Ma sappiamo come una squadra che fa della pressione in linea il suo punto di forza (visto e considerato quel che ha dietro) ha bisogno di una continua rotazione di personale e i due anni di infortuni di Austin (seconda scelta due anni fa) uniti a quello di Khun lo scorso anno, non fanno dormire sonni tranquilli. Trovarsi a metà stagione senza valide alternative si paga, e vale in ogni ruolo.
E al terzo giro eccoci di nuovo in ambasce. Arriverà, lo sappiamo. Reese non sarà così folle da prende un WR o, peggio, un DE… Mai sottovalutare Reese, e infatti arriva Demontre Moore, DE molto quotato ma che qualche problema alla combine ha fatto slittare di un paio di giri. Anche in questo caso, dopo qualche giorno e con la mente più lucida, la scelta non appare così assurda. Umeniyora se n’è andato e Tuck entra nell’ultimo anno di contratto con noi e, non è da escludere, potrebbe anche essere l’ultimo se le prestazioni fossero simili a quelle dell’ultimo anno. Cosa resterebbe, JPP? Un paio di ragazzotti non troppo considerati come Ojomo e Tracy? No, anche qua il buon Reese ha dimostrato di avere occhio e lungimiranza. La difesa dei Giants non può fare a meno di due DE dominanti, l’abbiamo visto, e nella speranza che Moore lo diventi, ci siamo portati avanti col lavoro. Si vociferava anche dell’ipotesi di riportare Kiwanuka nel suo ruolo per il quale era stato draftato, appunto di DE, ma dato che ricordo le sue prestazioni in quella posizione, molto meglio che resti a fare l’OLB.
Ecco, dicevamo, ancora qua a parlare di LB. Siamo al quarto giro. Ci sono ancora elementi interessanti in circolazione e il tifoso vestito di blu questa volta è sicuro: arriverà. Risposta sbagliata, ma del resto con Reese non ci si annoia mai. Addirittura cediamo una scelta per salire dato che qualche malintenzionato potrebbe soffiarci Ryan Nassib, QB di Syracuse e fra i nomi che giravano con insistenza durante la combine. Dovete capire lo stupore del tifoso Giants medio: egli è convinto dell’immortalità di Eli e quello di QB è proprio un ruolo che non considera una priorità.
Dirò subito che, dopo aver visto qualche video, non è che Nassib mi piaccia granché. Dicono sia solido ed efficace, bel fisico, non disdegna correre. Da quel che ho visto però ha un meccanismo di lancio davvero brutto, si salva sul medio, inaffidabile sul profondo. Ma sono considerazioni limitate e parziali; un giocatore, se ben inserito e “coltivato”, può migliorare molto e sorprendere, quindi vedremo cosa ne verrà fuori. Sta di fatto che anche in questo caso la scelta ci sta tutta; d’accordo che Eli non ha saltato una partita da quando è sceso in campo, ma dopo i 30 i rischi aumentano e la statistica non gioca a suo favore; aggiungete che Carr come backup mi va benissimo a patto che non scenda in campo (oltre ad aver rinnovato per un solo anno) ed ecco come l’aver pescato Nassib ha un senso. Tanto dovremo metterci l’anima in pace: un altro Eli non lo trovi dietro l’angolo e senza una bella dose di fortuna (leggi Colts), non si passa tutti i giorni da un Manning a un Luck nel giro di un anno.
Quinta scelta, Cooper Taylor, SS che mi incuriosisce molto. In realtà è un giocatore oversize per il ruolo, e in effetti una safety di quasi 105 kg per poco più di 1,90 si presta a ben altri ruoli. A Richmond ha giocato spesso anche come LB. Rinforzare le secondarie e poter rivestire un doppio ruolo potrebbe essere una scelta oculata.
Ultima scelta: Michael Cox, RB. Una priorità? No. Ma se consideriamo che dietro Wilson e Brown abbiamo Scott e Torain… Ci poteva stare buttare una scelta così, anche se si poteva pescare in ruoli più utili malgrado all’ultimo giro le speranze di prendere un giocatore che farà strada sono sempre ridotte al lumicino.
E i LB e CB? Sono arrivati fra gli UFA, due e uno, per la precisione. Anche qua si ragiona a livello di speranze perché un Cruz non è che ne viene fuori tutte le volte e allora attacchiamoci all’idea di trovare qualche buon backup e poi si vedrà.
Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Preferisco il primo, considerando anche che da anni la nostra politica è prendere il miglior talento disponibile al proprio turno. Anche se in passato avremmo anche potuto mangiarci le mani per quel che abbiamo lasciato a spasso (qualcuno ha detto Sean Lee?). Quindi restano abbastanza sguarniti i ruoli di LB e CB. Cioè, questo è quel che penso io perché a sentire Coughlin gli uomini a roster ci sono e per quanto riguarda i primi, abbiamo preso Connor da Dallas (la statistica ci è favorevole) e fra i secondi è tornato Ross dopo la parentesi non proprio brillante a Jax, e la società confida nel pieno recupero di Thomas (incrociate tutto quel che avete di doppio, se ci riuscite).
Quanto ai LB si fa un gran parlare di due nomi ancora in circolazione: Urlacher e Dansby. Il secondo poteva avere senso quando se ne andò da Arizona, ma al momento, dopo qualche stagione non proprio ai suoi livelli a Miami, è un giocatore che ritengo non potrebbe dare quel contributo di freschezza e impatto di cui abbiamo bisogno, e forse un giocatore alla decima stagione non può garantirli. E figuriamoci Urlacher, che a 34 anni e infortuni pesanti nelle ultime due stagioni ha decisamente imboccato la via del declino. Certo, l’esperienza e l’intelligenza sono sempre lì, ma non è più il giocatore esplosivo che ricordiamo e in una Lega sempre più pass oriented, nella quale il WR in slot è l’abitudine e il TE che riceve in campo aperto la normalità, servono LB magari meno massici ma più mobili (e senza considerare poi che la nuova regola col divieto di abbassare la testa per i RB forse ne limiterà la portata con conseguente limite anche per i LB vecchio stampo), oltre al fatto che ancora vuole dei bei soldini e il nostro cap è risicato. In sostanza preferisco un anno di sofferenza ma pescare un bel giovane che possa dare un’idea di futuro, piuttosto che campare su qualche vecchia gloria anno dopo anno.
E alla fine di tutto questo, come al solito, il campo dirà se Reese ci ha azzeccato o meno. Ma per questo dobbiamo “solo” aspettare quattro mesi.
Per quanto mi riguarda, sempre troppi.