Colts: analisi draft 2013
Chi aveva avuto l’interesse, la voglia e la pazienza di leggere i precedenti articoli dedicati all’offseason 2013 degli Indianapolis Colts, si ricorderà che erano state individuate le seguenti need “primarie” per la squadra, ossia:
- offensive guards;
- nose tackle;
- outside linebackes;
- defensive ends.
Sinteticamente, queste need erano dettate delle seguenti considerazioni:
- con l’ingaggio di Pep Hamilton a offensive coordinator al posto di Bruce Arians, passato ai Cardinals, la filosofia d’attacco è in corso di transizione verso un maggior utilizzo delle corse e dei passaggi brevi, eventualità che necessita di un maggior rafforzamento della linea d’attacco, soprattutto nel ruolo di guardia in cui la squadra l’anno scorso si è dimostrata particolarmente carente;
- il secondo anno di schema difensivo 3-4 (3 uomini di linea, 4 linebackers) richiede un necessario rafforzo nei ruoli chiave, in particolar modo per quanto riguarda il nose tackle (uomo di linea centrale) e gli outside linebackers (ossia i 2 linebackers esterni con doti atletiche in grado di correre verso il quaterback avversario).
Dopo aver fatto presente che la Free Agency ha portato in dote 2 uomini di linea offensiva, di cui una guardia, oltre che 2 nose tackle e 2 outside linebackers, si ricorda come nel precedente articolo si era sottolineata l’urgenza di dedicare la prima scelta al draft ad un OLB, visto che i 2 outside linebackers non parevano avere le caratteristiche per coprire il ruolo come titolari.
Detto fatto: il GM Grigson, in accordo con il coaching staff, con la scelta al primo giro dell’ultimo draft ha puntato su Bjorn Werner, classe 1990, proveniente da Florida State.
La particolarità di questo ragazzo consiste nella sua scarsa esperienza giovanile a livello di football, visto e considerato che ha giocato in Germania (paese in cui è nato e cresciuto) fino al termine delle scuole superiori. Grazie al programma “Global football” di Pat Steenberge, Werner ha avuto la possibilità di disputare alcune partite negli Stati Uniti presso la scuola di Salisbury, in Connecticut, dove gli osservatori americani ne hanno subito notato le potenzialità. Molte università di primo livello se lo sono conteso, finchè il ragazzo ha scelto di giocare a Florida State. Della sua esperienza al college americano è sicuramente da rimarcare il costante progresso e l’ottima resa a livello di tackles e sacks, ma anche i buoni risultati per quanto riguarda i passaggi deviati.
A questo punto è da rimarcare come Werner, nei suoi pochi anni negli USA, abbia sempre giocato come Defensive Ends in uno schema 4-3, per cui vi sono delle legittime perplessità sulle sue capacità ad adattarsi come OLB in uno schema 3-4, perplessità che aumentano se si pensa al possibile impiego del giocatore quale elemento “ibrido” negli schemi tattici di coach Pagano.
Se da un lato la scarsa esperienza del giocatore potrà essere un vantaggio per la maggior “malleabilità” di adattamento a impostazioni tattiche del tutto sconosciute, dall’altro si ritiene che il processo di apprendimento possa richiedere quantomeno uno o due anni per essere portato a termine, elemento che induce a pensare come la difesa dei Colts possa essere considerata un cantiere aperto anche per la stagione alle porte.
Andiamo ora a esaminare brevemente le altre scelte del draft, partendo dal terzo giro, dal momento che la scelta al secondo è stata ceduta ai Dolphins come contropartita nella trade che ha portato il CB Vontae Davis ad Indianapolis.
La pick al terzo round dimostra l’attenzione del front office verso il rafforzamento della linea offensiva: il giocatore scelto è infatti la guardia Hugh Thornton, classe 1991, proveniente da Illinois. Trattasi di giocatore di grandi doti atletiche, sebbene ancora un po’ grezzo dal punto di vista tecnico. Al di là dell’aspetto sportivo, la cosa che colpisce maggiormente di questo ragazzo è la sua incredibile serie di disavventure familiari (figlio di divorziati, ha assistito all’assassinio di madre e sorella e ha subito violenze dal padre), cosa che induce a sperare che possa trovare, quantomeno nel football, un elemento di riscossa personale.
L’attenzione del front office verso il rafforzamento della linea offensiva viene ribadita anche al quarto round, in cui i Colts scelgono il centro Khaled Holmes, prospetto di USC classe 1990.
Questo giocatore ha passato l’high school a effettuare snap davanti a Matt Barkley, proseguendo poi questa attività nel 2011 e nel 2012 a USC. La sua annata migliore (che è coincisa anche con la miglior annata di Barkley) l’ha effettuata nel 2011. L’hanno scorso non ha invece avuto modo di mostrare tutto il suo potenziale causa infortunio alla caviglia e alla gamba che l’ha costretto a saltare diverse partite.
Al quinto round i Colts hanno selezionato un nose tackle, ossia Montori Hughes, classe 1990, prospetto di UT Martin. Gli scouts sono concordi nel ritenerlo atleticamente di primo livello, peccato però che questo ragazzo sia carente in maturità e “work ethic”, tanto da essersi bruciato la possibilità di giocare in NCAA nei Tennessee Volunteers.
Al sesto round Indy ha selezionato il FS John Boyett, proveniente da Oregon. Trattasi di uno dei migliori giocatore a livello nazionale nel suo ruolo, di grande competitività e intelligenza. Purtroppo per lui però l’ultimo anno di college è stato compromesso da un serio infortunio che lascia qualche dubbio sulla possibilità di recupero, ma soprattutto per l’integrità fisica nel tempo.
Al settimo round sono stati selezionati 2 giocatori: il RB Kerwynn Williams di Utah State e il TE Justice Cunningham di South Carolina.
Williams è un running back molto versatile, con interessanti capacità di ricezione sulle tracce corte (quindi ideale per gli schemi di Pep Hamilton), nonché con buone doti di kick returner.
Cunningham può essere invece considerato un offensive tackle aggiunto viste le sue abilità di bloccatore. L’eventualità di essere stato scelto con l’ultima pick disponibile al draft gli ha affibiato tuttavia l’etichetta di “Mr Irrelevant”.