My little brother’s coming tomorrow
Qui ha allenato, per un tempo vicino ad una vita intera, Eddie Robinson: cinquantasei anni da head coach dei Tigers, squadra storicamente affiliata alla SouthWestern Athletic (FCS), con cui ha compilato il secondo miglior record di tutto il college football.
Qui, oltre alle migliaia di ragazzi afroamericani che ha avuto a disposizione nella squadra di football, ce ne fu uno, Jim Gregory, che con Grambling, così a prima vista, c’entrava poco. Cresciuto e diplomatosi a Corcorian, in California, aveva poi guadagnato l’interesse di Rob al Tulane Kings All-Star Game, e con lui, dopo l’accordo per il recruiting, verso la Louisiana erano partiti altri dodici ragazzi grazie a delle non-athletic scolarship. Secondo Gregory stesso l’idea di Rob, balzana anche a parere degli stessi concittadini di Gregory, era quella di inserire atleti bianchi per preparare i ragazzi neri alla vita che li avrebbe aspettati fuori dal college, ovvero il contatto anche professionale con la popolazione bianca.
Gregory non andò mai oltre la posizione di backup QB, chiuso da James “Shack” Harris prima e da Matt Reed poi, due nativi di Monroe; laureandosi e poi spostandosi di nuovo in California dove oltre ad insegnare arte ceramica, si è poi dedicato al football ed al basket di high school alla Reedley High School. La questione dei giocatori bianchi a Grambling è rimasta molto forte, tanto che nel 1996, quando per il Bayou Classic, c’erano in campo due starting QB bianchi, per poco qualcuno non si è sentito male. Mike Kornblau per Grambling, peraltro come Gregory trent’anni prima, non partiva da posizione titolare, ma a causa di un infortunio del junior Applewhite era stato promosso con risultati mediocri come tutta la squadra, inchiodata alla fine dell’anno ad un record negativo.
Il libro, uscito nel gennaio 1971, quando ancora Gregory faceva parte di Grambling, in realtà a detta dello stesso protagonista, calca troppo la mano sulle sue presunte potenzialità e sulla sua condizione di Mosca bianca, colorendo quello che secondo Gregory era semplicemente una avventura di uno studente-giocatore con una gran voglia di fare football a livello universitario, scontratosi con una realtà tutto sommato riluttante ad accettarlo al di fuori del gridiron. A questo possiamo aggiungere che all’epoca dei fatti vi erano altri studenti-atleti come Rick Tucker presente a Grambling nella squadra di baseball.
Sta di fatto che l’esotica esperienza di un ragazzo bianco in un college black ha sicuramente destato molto più interesse delle situazioni a parti invertite, seppure con risultati sinceramente molto differenti (pensate a cosa sono stati capaci di fare i ragazzi neri per college come Alabama, per rimanere nel profondo sud). Il suo passaggio in touchdown contro Morgan State nell’ultimo inutile minuto dell’ultima gara di un campionato positivo ma non vincente, il suo letterale “pisciarsi addosso” per gli ululati dalle tribune, il suo frequentare il Penny’s Soul Food Restaurant come tempio del cibo del South, sono diventati immediatamente conosciuti ed interessanti aneddoti di fama nazionale, così come i suoi trucchi per evitare che le ragazze notassero il suo occhio sinistro ballerino.
Il film TV tratto dal libro, “Grambling’s White Tiger” presenta Harry Belafonte all’esordio nella parte di coach Eddie Robinson, e Bruce Jenner nella parte di Gregory durante la stagione da freshman, ed è uscito nel 1981, riporta come sottotitolo una bella frase seppure un po’ banale “the toughest battle is off the field”.