Incubo di fine estate.

Lo scorso giovedì i Ravens hanno ricevuto una bella lezione di football dai Denver Broncos. La sicumera e la presunzione che avevano dimostrato alla vigilia dello scorso divisional game stavolta non si é risolta in una ben meritata beffa, ma in una vittoria travolgente. C’è da notare che fino alla fine della prima metà di gara nessuno poteva immaginare una terza frazione così deludente da parte di Baltimore.

I Ravens partono piuttosto bene, la difesa riesce a contenere Peyton Manning e nonostante le difficoltà, e un intercetto, Flacco piazza dei buoni drive e la squadra va in vantaggio. Purtroppo quasi alla fine del secondo quarto Dallas Clark perde il contatto con l’ovale e l’occasione di un facile touchdown che avrebbe ridato ai Ravens un vantaggio di 7 punti. Nel terzo quarto accade di tutto: i giochi di corsa non funzionano più a causa anche del gioco deficitario della left guard Kelechi Osemele e del centro Gino Gradkowski, la linea difensiva dei Broncos penetra facilmente al centro e le continue chiamate offensive con giochi di corsa “ISO” finiscono con perdita di yards. Questo costringe Caldwell a far lanciare Flacco, alla fine per ben 60 volte, e questi spesso tradito dai suoi ricevitori non riesce ad incidere. La difesa si scioglie, stremata dall'”hurry hurry” di Peyton Manning che ne limita le rotazioni di personale, vero punto di forza del gruppo di Pees.

John Harbaugh gli facilita il compito non chiamando un challenge su un chiaro incompleto su Wes Welker. L’head coach dichiarerà di non aver mai potuto vedere un replay. Caro Harbs ma se un tuo giocatore, Corey Graham, ti segnala agitando le braccia che è incompleto, con un po di buonsenso prendi tempo e fai in modo che i tuoi assistenti nell'”upper-deck” rivedano l’azione. Come? Peyton Manning il modo di annullare il tempo l’ha trovato: speed offense. La nuova azione inizia e svanisce la possibilità di un challenge che avrebbe costretto al 3&out Denver in un momento nel quale i Ravens erano ancora in vantaggio. Tre giochi dopo Andre Caldwell andrà in TD per Denver. A questo si aggiungerà un punt bloccato che darà una ottima posizione di campo a Peyton Manning che guiderà i suoi ad un altro drive da 7 punti.

Il quarto periodo è una collezione di orrori, da ambo le parti, con Danny Trevathan che, dopo aver intercettato l’ovale anticipando la traccia di Ray Rice dopo un telefonatissimo lancio di Joe Flacco, festeggia lasciando l’ovale prima di entrare nella endzone avversaria, risultato? Touchback! Non vorremmo essere nei suoi panni nel dopogara dopo la giusta sfuriata di Jack del Rio. Il resto è “garbage time”. Flacco parta a segno un drive da TD, da ricordare solo per i primi 7 punti del rookie Marlon Brown, autore di un’ottima prova, e Peyton Manning replica. Risultato finale impietoso: 49-27.

In attacco l’infortunio di Dennis Pitta sta pesando moltissimo nell’economia del gioco d’attacco. Dopo l’addio di The “Q” Anquan Boldin, Pitta è “l’uomo di fiducia” di Joe Flacco. Quando la palla scotta Joe lancia a Dennis e Dennis “consegna”. Adesso c’è la sola opzione di Torrey Smith quindi un terzo della propulsione offensiva nel passing game rispetto allo scorso anno. Ed Dickson nonostante l’indiscutibile potenziale non ha mai tradotto sul campo le sue qualità, continua a soffrire il contatto fisico violento e non si impegna come dovrebbe in ricezione: i lanci a lui ricolti sono spesso “drop” devastanti. Dallas Clark e Brandon Stokley i due “vecchietti” portati a roster in offseason hanno parecchia ruggine da smaltire nelle articolazioni e non hanno ancora trovato la giusta chimica con Joe.

Le uniche opzioni nel passing game restano Torrey Smith, che oltre ad essere un gran ricevitore sul profondo, sta sviluppando le sue capacità di ricezione e corsa nel corto-medio raggio e l’undrafted rookie Marlon Brown, una vera sorpresa di questo inizio stagione. Certo iniziare la gara più impegnativa, forse dell’anno, in trasferta, schierando come secondo WR un “ragazzino” fa capire lo stato di emergenza nel reparto ricevitori di quest’inizio di stagione.

I giochi di corsa hanno funzionato pochissimo anche perchè li nel mezzo Gradkowski e Osemele hanno offerto una prova opaca. Purtroppo questo impedisce di usare la play-action dove Flacco eccelle abbastanza.

In difesa in molti ricorderanno gli addii di Ray Lewis ed Ed Reed. Questo però a parere di chi scrive ha inciso in modo non determinante. Ray Lewis lo scorso anno era al crepuscolo di una carriera leggendaria e questo si è notato in modo chiaro al Superbowl, in quell’occasione i giochi dei 49ers puntavano sul mismatch con Vernon Davis. Ed Reed pur essendo ancora una minaccia notevole per qualunque QB che si avventuri in qualche lancio poco preciso sul profondo, non riesce più a placcare bene a causa di diversi precedenti infortuni all’anca e al collo. Diciamo che con il beneficio del dubbio sicuramente i due futuri HOF avrebbero sicuramente guidato i loro reparti meglio di quanto hanno fatto Michael Huff e Daryl Smith ma sul campo onestamente non credo avrebbero potuto fare la differenza rispetto a quanto si è visto.

La partita è stata persa soprattutto dall’attacco che non ha saputo mantenere il possesso dell’ovale lasciando respirare la difesa e Manning fuori dal terreno di gioco. Con un maggiore tempo di possesso e buoni giochi di corsa, una difesa riposata, come si evince dall’andamento della prima metà di gara, l’esito del match avrebbe potuto essere diverso anche perchè per un certo periodo di tempo i Ravens hanno tenuto testa alla corazzata messa in piedi da John Elway.

Adesso bisogna raccogliere i cocci e preparare bene la sfida in casa contro i Browns anche perchè se Sparta piange Atene non ride: tutte e tre le contendenti nell’AFC North hanno perso. Da domenica 15 Settembre si ricomincia da zero.